Un'altra Alp gialla...
Inviato: ven 25 mag, 2007 2:34 pm
Ciao a tutti,
sono un ingegnere meccanico, poco ingegnere ma abbastanza meccanico (e anche fabbro, falegname, elettricista...)
Ho 48 anni, quindi un po' acerbo, ma sto venendo su bene.
La mia lista di motocicli e' notevole solo per l'arco temporale: Garelli Gulp (1972), Corsaro Morini 150 (1975, spacciandolo per 125...), Honda NTV650 (1991), Honda XL125 (1995, piu' per la mia compagna, perche' tenesse le zampacce lontano dall'NTV!
), 10 anni di passeggini-carrozzine-camper, Beta Alp 200 (2007).
Solo una parola sul Corsaro: lo usavo prevalentemente per perlustrare i boschi di castagni sopra ai Castelli Romani, dove allora vivevo, e probabilmente questo ha inciso parecchio sul mio DNA motociclistico.
Tutto sopito fin quando, due mesi fa mi sono fatto convincere (ma guarda!) a prendere un minicross 50 per far scorazzare il maschietto per le campagne attorno casa. Qualcosa si e' smosso dentro e con scuse risibili (far da tutore al bimbo
) ho deciso di prendere una moto anche per me, e sapete quale.
La cosa bella e' che ora mio figlio mi guarda in cagnesco perche' minicross e Alp sono perfettamente incompatibili (il monomarcia non sale sulle mulattiere, e sui campetti di cross mi da gia' la paga...
), ma io mi diverto come un maiale nella palta, tornato indietro di 30 anni!
Certo gli anni passano, ma questo non e' sempre un male: la mia capacita' di godere per l'aria pura, per i fiori selvatici, per i cavalli al pascolo, per i panorami selvaggi del "mio" Abruzzo, e' aumentata e si e' affinata.
E soprattutto capisco che correre e' ben poca cosa. Adrenalina a parte tutto si appiattisce, scolorisce. Istintivamente lo capivo anche prima, ma dato il contesto mi pareva di essere "sbagliato". Correre fa parte della nostra natura, ma e' appunto una parte, ha la sua logica e i suoi luoghi, non confondiamola con il tutto.
Altra cosa importante: passare per i luoghi, farne parte profondamente, ma poi andar via senza lasciar traccia. Un prato strappato, pietre divelte, il rumore ed il puzzo degli scarichi sono una ferita al resto del mondo, ma anche a noi stessi.
Idealmente andrei sempre a piedi, o a cavallo, ma ringrazio la mia Alpetta che mi ha insegnato un modo per superare intelligentemente i limiti di tempo e budget che affliggono noi comuni mortali.
sono un ingegnere meccanico, poco ingegnere ma abbastanza meccanico (e anche fabbro, falegname, elettricista...)
Ho 48 anni, quindi un po' acerbo, ma sto venendo su bene.
![[Occhiolino] :wink:](./images/smilies/icon_wink.gif)
La mia lista di motocicli e' notevole solo per l'arco temporale: Garelli Gulp (1972), Corsaro Morini 150 (1975, spacciandolo per 125...), Honda NTV650 (1991), Honda XL125 (1995, piu' per la mia compagna, perche' tenesse le zampacce lontano dall'NTV!
![[Molto arrabbiato] :evil:](./images/smilies/icon_evil.gif)
Solo una parola sul Corsaro: lo usavo prevalentemente per perlustrare i boschi di castagni sopra ai Castelli Romani, dove allora vivevo, e probabilmente questo ha inciso parecchio sul mio DNA motociclistico.
Tutto sopito fin quando, due mesi fa mi sono fatto convincere (ma guarda!) a prendere un minicross 50 per far scorazzare il maschietto per le campagne attorno casa. Qualcosa si e' smosso dentro e con scuse risibili (far da tutore al bimbo
![[Figo] 8)](./images/smilies/icon_cool.gif)
La cosa bella e' che ora mio figlio mi guarda in cagnesco perche' minicross e Alp sono perfettamente incompatibili (il monomarcia non sale sulle mulattiere, e sui campetti di cross mi da gia' la paga...
![[Scioccato] :shock:](./images/smilies/icon_eek.gif)
![[Sorrisone] :D](./images/smilies/icon_biggrin.gif)
Certo gli anni passano, ma questo non e' sempre un male: la mia capacita' di godere per l'aria pura, per i fiori selvatici, per i cavalli al pascolo, per i panorami selvaggi del "mio" Abruzzo, e' aumentata e si e' affinata.
E soprattutto capisco che correre e' ben poca cosa. Adrenalina a parte tutto si appiattisce, scolorisce. Istintivamente lo capivo anche prima, ma dato il contesto mi pareva di essere "sbagliato". Correre fa parte della nostra natura, ma e' appunto una parte, ha la sua logica e i suoi luoghi, non confondiamola con il tutto.
Altra cosa importante: passare per i luoghi, farne parte profondamente, ma poi andar via senza lasciar traccia. Un prato strappato, pietre divelte, il rumore ed il puzzo degli scarichi sono una ferita al resto del mondo, ma anche a noi stessi.
Idealmente andrei sempre a piedi, o a cavallo, ma ringrazio la mia Alpetta che mi ha insegnato un modo per superare intelligentemente i limiti di tempo e budget che affliggono noi comuni mortali.