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ES & HANK II°: GNEPPOLINO Tour

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SuperHank
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ES & HANK II°: GNEPPOLINO Tour

Messaggio da SuperHank » ven 12 nov, 2010 2:10 am

ES & HANK II°
Gneppolino Tour
Gli ES invadono la Valleogra!


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SuperHank (di spalle a fianco dell'uomo in calzamaglia), il Thierry Sabine del vicentino, tiene il briefing pre-partenza del Gneppolino.

PREMESSA
Stavolta, contrariamente al mio solito, non ho fatto quasi foto, mi sono concentrato giustamente sulla conduzione del gruppone; pertanto per corredare il mio piccolo racconto ho attinto alle foto della Gallery ES: per non appesantire troppo le didascalie non ho indicato foto per foto gli autori, ringrazio anticipatamente i fotografi MassimoS, Korradok, Gian, Papimoto e chiunque abbia involontariamente dimenticato, sperando che non abbiano a male della mia appropriazione indebita!

NEL NOME DI GNEPPOLINO

Dove ero rimasto? Ah si, nel pieno del rigido inverno 2009-10 io e MassimoS avevamo avuto la nomina di organizzatori di una Uscita Ufficiale degli ES:

04/09/2010 - Gneppolino Tour (Massimo S - Hank)
Tour inedito in off road, nelle zone di Valdagno, un nome una garanzia, bei posti e ottimi organizzatori.


Di queste 2 righe alcune cose mi hanno gasato, altre meno … sentirsi dare degli “ottimi organizzatori”, così, in anticipo, è un grande piacere, ed anche una responsabilità: non si può deludere il pubblico!
Che sono bei posti non è merito nostro, ma fa piacere che il proprio territorio sia apprezzato.
Quello che mi è piaciuto meno è l'indicazione “zone di Valdagno”, perché, se è vero che Massimo è da quelle parti, il giro non passerà per nulla da Valdagno, si limiterà a sfiorarla; ma in fondo questa è una sciocchezza, nella presentazione del tour avevo io elencato come zone di svolgimento tutte le vallate vicentine, addirittura anche le dirimpettaie valli trentine:mi ero tenuto largo, per avere spazio di manovra, anche se già pensavo ad un percorso quasi esclusivamente in Valleogra, con partenza/arrivo Schio ed epicentro Valli del Pasubio.
Infine, il nome Gneppolino; io, come nome provvisorio, avevo proposto un didascalico “Valli Vicentine Tour”, in acronimo VVT, o se preferite WT; rimuginavo anche su nomi più goliardici come “valli magnagate”, in onore alla diceria che i vicentini mangiano il migliore felino amico dell'uomo; oppure dei più pomposi “Pasubio Tour”, “Rally delle Prealpi” e altre vaccate del genere.
Invece i ragazzi di ES, provvisoriamente, gli hanno dato il nome “Gneppolino”, alias un soprannome di Massimo, assicurandomi che poi lo si cambiava … Seeehhh, facevano come Ponzio Pilato, che disse: “ Quel che ho scritto, ho scritto” (Giovanni 19, 22-23), e d'altronde siamo in Italia, dove il provvisorio diventa definitivo … e Gneppolino fu, che alla fine è pure simpatico!

SCOUTING & TRACKING

Il mio amico Mario mi ha sempre fatto divertire con la storpiatura che fa della lingua inglese, applicando la “ing - form” finale a parole italiane, creando un italinglese per definire alcune pratiche enduristiche, come il “FIUMING”: seguire in off-road il più possibile il corso di un fiume; o il “DAKARING”: andare sempre per fiumi, ma facendo avanti e indietro sulla spiaggia per allenarsi alle maratone africane, Dakar in primis. Poi c'è l'”EXPLORING”: esplorare palmo a palmo una zone per conoscere nuovi percorsi; affine ma diverso è lo “SCOUTING”: trovare nuovi percorsi da proporre a terze persone.
Ecco, fare il percorso del Gneppolino è SCOUTING, a cui aggiungerei 2 sotto categorie. La prima, il TRACKING: “tracciare su supporto cartaceo o meglio informatico il giro studiato a tavolino e/o rilevato sul terreno con lo scouting.
La seconda, il TESTING: “provare il percorso nella realtà, o, ancora meglio, prendere delle cavie umane da immolare sul percorso, prima di portarci il pubblico pagante (“non” in questo caso!)

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Esempio di scouting; questo è un sentiero su cui NON far passare il Gneppolino: non mi sono sentito di farlo con la Ele!

Purtroppo l'apporto di MassimoS, causa lavoro ed impegni di entrami, è stato tale solo come consigli, il lavoro sul campo l'ho fatto io.
La sfida che mi sono posto era di tracciare un percorso il più possibile nella mia valle: mica facile tracciare 100 e passa km in una valle lunga poco più di 20!
Cioè, facilissimo fare km mettendoci dentro tutti i possibili sentieri hard (logicamente vietati), difficile trovarli, quei km, adatti a tutte le moto e legali.
Individuate, a memoria, tutte le tratte fattibili, partivo con lo scouting: collegarle fra di loro con meno asfalto possibile, e ovviamente utilizzando la bicilindrica.
Abbastanza facilmente riuscivo a chiudere il giro, scoprendo addirittura nuove carrarecce che mai prima d'ora avevo percorso, pensa te.
Ovviamente in questa fase di scouting utilizzavo come mezzo il bicilindrico; ovviamente salite che non riuscivo a fare col bi nemmeno le prendevo in considerazione per il giro, ma anche diverse che ero riuscito a percorrere le giudicavo troppo hard e le cestinavo. Per le discese usavo una tecnica diversa: se riuscivo a farle in salita, allora erano omologabili per essere percorse in discesa durante il Gneppolino.

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Scouting solitario.

Così, di uscita in uscita, il percorso prendeva forma; intanto era arrivato l'inverno, ma questo non fermava la mia attività; mi restava solo da effettuare il Tracking del percorso, e farlo con l'XR sulle sterre innevate era un gran godimento.
Prendevo il mio vecchio ferro, stavo fuori 3-4 ore, registrando la traccia col GPS; ovviamente non tutto il percorso, ma solo una parte. La volta successiva registravo la parte successiva, e così via,
fino a mappare tutto il giro; questo il risultato, visto su Google Earth:

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Gneppolino on the web!

Cosa si capisce da codesto “screen shot”? Nulla, accidenti ai WP, come si fa a togliere il loro nome dalla visualizzazione?
Tirando gli occhi, si intuisce che, partendo da Schio, a destra, si va verso nord, risalendo le pendici del monte Summano, indi si piega verso ovest attraverso il piccolo altipiano del Tretto, poi si ridiscende a sud ovest verso la Valleogra, che in inquesto screen è grossomodo la diagonale. C'è un ramo morto nel giro, WP 145, è la salita/discesa, per la stessa via, al monte Enna. Poi si segue la valle, rimanendo sul versante orografico sx, finchè non si scende al fondovalle, WP 240 circa, e si cambia versante una prima volta, proseguendo sul dx in direzione nord ovest. Di nuovo discesa a fondovalle, nel paese di Valli, per la pausa caffè, indi cambio versante, salita in direzione nord est, indi cambio di rotta verso nord ovest, seguendo nuovamente verso monte l'andamento della vallata, fino a raggiungere il punto più alto, sia di altitudine che di longitudine, del giro, il WP 433, al passo di Bocchetta Campiglia, per pranzare nella omonima malga.
Dopopranzo discesa per la stessa via, poi oltre fino a raggiungere il fondovalle, ennesimo cambio di versante per riprendere la marcia verso monte, direzione nord ovest, lungo l'andamento della vallata, fino a raggiungere il colle di Bellavista, sede dell'Ossario della Grande Guerra.
Si sarebbe proseguito in direzione nord-sud, alle pendici della catena del Sengio Alto, verso Recoaro Terme; qui, se il tempo residuo lo avrebbe permesso, si sarebbe abbandonata la Valleogra per percorrere un anello attorno a Recoaro, per poi ricongiungersi al percorso principale e transitare, ora da un lato ora dall'altro, sul crinale tra Valleogra e Valle Agno, in direzione sud est, fino a calare nuovamente su Schio.
Km totali: 154; tempo di percorrenza : boh?????????????????????????
Del kilometraggio sono particolarmente fiero, tracciato in un ambito territoriale ridotto, un giro “intestinale”, avvolto su se stesso come le budella nella pancia, il che dava 2 vantaggi: in caso di problemi, si poteva riprendere il giro in un punto successivo senza fare km e km di asfalto; oppure, specularmente, si può tagliare pezzi di percorso per recuperare ritardi o accorciare il giro, senza snaturarlo.
Lo scouting era fatto, il tracking era fatto, mancava il Testing; ma per fare un test ci vogliono i tester!

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Guarda che posti!!!!

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Qui il Gneppolino scorrazzerà in lungo e in largo, fra qualche mese.


TESTING

Il solito MassimoS era indisponibile, a zonzo per il mondo, dovevo raccattare qualche conoscente fra gli ES che mi facessero da tester, e possibilmente anche da scopa; definizione di Scopa:”definiscesi scopa, in un giro motociclistico o cavalcata che sia, un buon samaritano che si sobbarca l'onere, senza onore (quello va solo alla Guida in testa!), di serrare il gruppo, come i cani da pastore col gregge, di tenerlo compatto, di recuperare gli immancabili dispersi, di essere l'ultima moto in fondo, beccandosi tutte le sassate e la polvere, accertandosi di non lasciare indietro nessuno; di solito si riconoscono da gilet più o meno fosforescenti”.
Lo trovavo, il mio poker d'assi (o d'ossi ?!?) fra alcuni ES che conoscevo di persona, per averci girato assieme, ed altri che, pur non avendo mai visto in carne ed ossa, avevo maturato una maggiore conoscenza sul web; in rigoroso disordine analfabetico: Max37, eclettico pilota di trial e KTM 950 SuperEnduro; una maxi dell'era moderna ci voleva, come cavia. Inoltre era in predicato di portare suo figlio Rxman con la XR400.
Rerechan, pilota di WRF250R in quel di Cittadella; con lui avevo fatto un solo, incredibile giro, 105 km tutti nelle campagne padovane, mai pezzi di sterrato lunghi più di un km, un patchwork di off-road; praticante da pochi anni, moto dual sport di piccola cilindrata, mi copriva questa fascia di utenza.
Korradok, altro pezzo da 90 (kg): endurista esperto, fortunato possessore di una caterva di moto vecchie e nuove, mi voleva venire col K520, il furbastro; lo obbligavo a venire con la Africa 650, per avere il parere di un bicilindrico anni 80 doc; ma forse avrei dovuto obbligarlo a presentarsi col GS1100, o con l'XT550 freni a tamburo, per avere il responso di una enduro prettamente stradale nel primo caso, o il parere di una utenza quasi d'epoca nel secondo. Lo sanno tutti che l'Africa 650 in fuoristrada va meglio di molti mono contemporanei.
Infine, Rokes, motoalpinista e fotografo sopraffino che, inusuale per la sua età, preferisce guidare la leggerezza di un 125 2T rispetto a bombardoni di cilindrata quadrupla.
Purtroppo il mio Dream Team durava ben poco; Max & Son non potevano partecipare ne alla ricognizione, ne al Gneppolino; Rokes pure lui non può alla ricognizione ma ci sarebbe stato il 4 settembre; per fortuna ci pensava Rere a trovare un altro tester: il suo amico Memo, su K690, ottimo, una dual sport di grossa cilindrata, che però non avrebbe partecipato al giro e quindi non avrebbe potuto, ammesso che volesse, fare la scopa
Avendo a disposizione solo una mattina, non si riusciva a percorrere tutto il giro, mi limitavo a mostrare alle future scope il tratto centrale, quello più guidato, irto di numerosi bivi, intersezioni, svolte, e che racchiudeva i 3 punti topici del giro: una coppia di salite mediamente difficili ed una discesa un po’ ostica.
La prima che si para sotto alle nostre ruote è la discesa; l’avevo testata con l’Elefant, percorrendola in senso contrario, cioè in salita, con un po’ di impegno ma riuscendoci: la consideravo omologabile in discesa. Sennonché nel frattempo le piogge ne avevano parecchio rovinato il fondo, scavando profondi canali e trasformando la dura terra in fango … uhmmm!!!!!
Nessun problema per la mia XR e il K di Memo, nonostante gomme finite per me e da duro per lui; Korradok lavora di braccia per tenere l’Africona, ma la promuove per il giro:”qui ci sarà da ridere!”. Rerechan arriva per ultimo, la trova impegnativa ma fattibile; però il ragazzo mi ha montato sulla ruota anteriore una gomma da trial, sfido che non riesci a tenerla nel fango, in più, per abbassare la sella della moto, ha sfilato tantissimo le canne della forcella, per cui ha poca stabilità davanti: per il mio modesto parere, ha un assetto sbagliato per le discese, e le gomme da trial … vanno sul trial.
Poi andiamo alle salite; la prima non è ripida, anzi, ma è una vera mulattiera nel bosco, dal fondo di sassi smossi, ed un simpatico ruscelletto spesso e volentieri esonda, bagnando le pietre, rendendole, se possibile, ancora più scivolose. Ma i miei compari passano senza colpo ferire, trovano i miei dubbi esagerati e la promuovono.
La seconda … è una strada boschiva di circa un km, con tornanti stretti, qualche rampa un po’ in piedi, e gli immancabili sassi smossi su tutto il fondo; io Memo e Korradok ce la facciamo a cannone, ma Rere non arriva, non arriva … Korradok torna giù, e non ritorna, e non ritorna …
Nell’atteso chiacchiero con Memo, mio concittadino; il ragazzo ha cominciato ad andare in moto da pochi anni, a 50 anni (!) ed ora mi pare possegga il K690, un K250 4T, una Alp, un Transalp, se ricordo bene ... beato lui!
Visto che nessuno sale, allora scendo io; prima trovo l’Africa, poi, molto più in giù, trovo Korradok; e Rere? Non ricordo bene la successione degli eventi, forse Korradok si è fermato per spingerlo ma il WRF non ripartiva, allora gli ha consigliato di scendere fino ad un tratto in piano e prendere la rincorsa, Rere lo ha fatto ma non riusciva più a risalire, Korradok è sceso a piedi per spingerlo, ma l’altro si è girato ed è tornato all’asfalto … più o meno così.
Carico il distrutto Korradok (è agosto, un caldo orrendo) sull’XR, è una vera tortura scender a valle con tutto sto peso, mio e suo, sui polsi, in qualche modo non ci ammazziamo e siamo da Rerechan.
Il padoan è cotto, di fare la sterra non se ne parla, raggiungiamo Memo per asfalto, in 2 sulla XR con Korradok senza casco. Lì per lì sono del parere di togliere la salita dal giro, ma Korradok mi convince a tenerla, è il pepe che insaporisce il resto del giro, la tribolazione che nel mentre si maledice chi ti ha portato, ma poi si ricorda con piacere; certamente, bisognerà fare le cose per bene, mettere le persone a dare una mano nei punti difficili, nei tornanti, fare partire le moto distanziate per non creare tappi, eventualmente studiare un by pass per asfalto; serve manodopera, ma al momento siamo solo in 4, e l’incerto massimo.
Il resto del giro scorre tranquillo, io a mezzogiorno saluto la compagnia, loro proseguono per altri lidi, sempre in off.

ES O NON ES? QUESTO IL DILEMMA!
Sul forum riferiamo il nostro lavoro al pubblico.
Alves, ottimista: ” stamattina giro di ricognizione, Presenti in 4: WRF250, XR400, KTM 690, AT 650. Non abbiamo fatto la prima parte del percorso, costituita da circa 30 km 50% asfalto, 50% sterrato facilissimo: qui nessun problema per nessuno. Riguardo la parte principale del percorso, 80% off 20% on, abbiamo trovato condizioni peggiorate sensibilmente causa pioggia.
3 i punti difficili.
Il primo una discesa fangosa e scavata da canali, lunga circa mezzo km.
Non c'è verso di farla senza tassello, sopratutto i BI.
Questo inverno l'avevo fatta in salita col BI, ora sarebbe molto molto difficile.
Farà perdere molto tempo.
Il secondo una salita pietrosa, sassi grossi e smossi, con canali e acqua corrente, ma dalla pendenza contenuta; tutti l'hanno fatta.
La terza una salita sempre pietrosa, sassi grossi e smossi, 3-4 tornanti, alcune rampe abbastanza ripide. Le moto grosse, compresa la bicilindrica, sono salite al primo tentativo senza aiuto. Abbiamo concluso che si può fare, con la dovuta calma.Farà perdere tempo, probabilmente.
Per il resto percorso scorrevole anche se scivoloso.
In 2 settimane può cambiare tutto, se fa caldo come oggi si asciuga tutto e diventa più facile, se continua ad un temporale al dì ... c'è fango!
In sintesi:
-TASSELLO OBBLIGATORIO (diciamo almeno gomme on off tipo Karoo, T63, ecc., non occorre la gomma da bagnato!)
-PILOTI CON UNA ESPERIENZA DI BASE DEL FUORISTRADA (no principianti assoluti, tipo prima volta in off)”;


e Korradok mi appoggia: ”Ne verrà fuori un giro molto bello e di grande soddisfazione per i partecipanti.Concordo con quanto scritto da hank. I Bi sono in grado di farsi tutto il giro a patto che siano tassellati ed il pilota abbia maturato esperienza di guida in fuoristrada .Noi abbiamo girato con condizioni di fondo a tratti molto umido non incontrando situazioni "non gestibili" Se non pioverà potrà essere molto + facile ma non sarà banale.Come ultima cosa voglio spendere una parola sul tipo di BI. L'africa 650 si comporta in modo diverso rispetto il GS. Con il GS le difficoltà aumentano e l'esperienza del conduttore dovrà essere proporzionalmente maggiore. Se potessi consigliare la mia moto ideale per questo tipo di percorso: grossi mono dual-sport”

ma Rerechan involontariamente mi silura:”Lascia stare il gs.... ... ... ...
In quanto a me,... mi sa che mi ritiro, a meno che il grande Hank non mi tiri fuori un paio di deviazioni....”


Queste dichiarazioni creano scompiglio, che moto usare, che gomme mettere, posso venire, non posso venire, i motopesantisti si inquietano, intervengono pure le alte sfere, Mr Muttley sentenzia: ”Comunque, se è veramente come scrivi, a questo punto mi sento di dire che quest'uscita non sia proprio nei canoni di ES, ai posteri l'ardua sentenza”.

Ci resto di “Shit”, ci ho lavorato con cura al percorso, non è una passeggiata da fare con la moglie sul sellino, serve un minimo di esperienza di off-road, ma è per quasi tutti. Come non bastasse, altre voci incontrollate si diffondono, mi telefona Rokes preoccupato, “ma è vero che il giro è per metà asfalto?”; i talebani del tassello si agitano, hanno paura di fare asfalto, i turisti entrofuoristrada temono sia troppo, è il colmo!
CiccioPasticcio, un racing: ”ma i 70 km di asfalto mi fanno un po paura!”
Urge una mia smentita ufficiale, Alves:”Stiamo parlando di una discesa e di una salita della lunghezza di un km cadauna, su un giro di 150 km …La discesa è in pessime condizione per il fango, se si asciuga sarà molto più fattibile; si può anche toglierla, aggirandola con 5-6 km di asfalto, per chi vuole. La salita si può togliere anch'essa, è una aggiunta che non pregiudica in nessun modo il resto del percorso … ripeto, si può sempre tagliare … Sono stato troppo prudente nell'indicare le % nel programma: questo è un giro prevalentemente off-road, 3 quarti è fuoristrada. potrebbe essere anche il 90% di off, ma il vincolo di non fare divieti e garantire un percorso fattibile a tutti impone dei tagli di sterrato ed inserimento di asfalto. ”.

Rerechan ritratta parzialmente la sua confessione:”Bene Hank, allora me lo spieghi meglio per MP come si fa a tagliare le due cose?? Se mi spieghi come tagliare magari poi chi vuole farlo mi segue (magari nessuno... ), anzi, prima mi aspetta e poi mi segue...”.
E si offre per fare da guida su asfalto nei by-pass asfaltati.
OK, ci siamo spiegati.
Nel frattempo si addensano altri problemi, il meteo prevede pioggia; in Valleogra è caccia all’endurista, fioccano multe … il percorso è tutto legale, solo un paio di strade boschive mi danno da pensare, ma oggettivamente non sono gabellate, ma io comincio a preoccuparmi, 30 moto (limite max) sono tante. Korradok mi rassicura “tanto non vengono mai tutti!” E difatti alla mattina del sabato siamo in 40, fra partecipanti, riserve, scope! Non mancherà nessuno.
E purtroppo devo registrare la defezione di Rerechan: chi mi guiderà la gente sul by pass?
Per fortuna ci sono anche novità positive: come pranzo avevo proposto una malga, Korradok organizza lui tutto al meglio col malgaro; Massimo conferma la sua presenza; diversi conoscenti si fanno avanti per fare da guide: Corradoc, Acoktm, Giovanni detto Braccini.

SI PARTE!
Sabato mattina arrivo in anticipo al ritrovo, già ci sono partecipanti.
Sono teso come una corda di violino, vorrei fare amicizia e 4 chiacchiere con tutti, ma non mi viene; qualcuno mi riconosce come la Guida, mi domanda di questo e di quello, tipo un gentile ragazzo con una transalp stradalissima, gomme slick, poca esperienza,che mi domanda delle difficoltà: se lo terrorizzo dicendogli che con quelle gomme non ce la farà mi sento uno stronzo che se la tira, se faccio il noncurante e poi si schianta mi sentirò un superficiale … dura la vita delle Guide!

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Parco moto ES.

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Il motociclista che non deve chiedere mai (benzina al distributore)!

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Troppo figa … road book degno della Dakar, GPS, tanica, cassetta militare … ragazzi, è un giro di 150 km, non 1500!

Per fortuna arrivano le mie fidate scope: Massimo_S, KorradoK, Rokes, Corradoc, Acoktm, Braccini.In questi casi dovrei tenere un briefing sul giro, ma cosa dire a 40 persone semi sconosciute? Sono in panico!
Chi mi ama mi segua? Noooo …
Precedenza a donne e bambini? .noooo …
Non sgasate fra le case? Già meglio ….
Ci pensa Korradok a togliermi le castagne da fuoco, illustrando la tecnica di conduzione: io davanti a fare da guida, Massimo in ultima posizione a chiudere; il resto delle guide davanti, poi progressivamente dirò loro a quali bivi fermarsi a controllare, poi man mano le scope finite in fondo torneranno in cima la gruppo,e il tutto si ripete.
Il parco moto è in gran parte enduro monocilindriche racing e dual sport, ma ci sono anche alcune bicilindriche che potrebbero avere problemi, delle Transalp gommate stradali, ad esempio.
Eccoli, i coraggiosi partecipanti:
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MATTINA – L’INVASIONE DELLA VALLEOGRA
Pochi km e siamo alle falde del monte Sommano; giriamo verso il bosco e, al primo bivio, lo sbaglio!!! Seguo l’apparente principale, che in realtà muore in un campo, invece di prendere a dx la traccia corretta: figura di M:::!per fortuna riesco a fare inversione subito, trascinando solo pochi ES con me.
Affrontiamo delle brevi sterrate fra le cave dismesse alla base del monte; non sono facilissime, hanno alcune rampe un po’ ripide, avevo qualche timore, ma tutti passano bene: ottimo!

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Sosta riordino dopo le cave: il morale è alto.

Un po’ di asfalto e subito una piacevole sterrata fra campi e boschi, pianeggiante ma con tornanti, fondo liscio; ancora asfalto fino al paese di S. Rocco, poi la salite del facilissimo anello sterrato fino al passo del Colletto Grande di Velo, ameno località di pic nic fra la Valleogra e la Valdastico.
Alla soste riordino del Colletto di Velo però qualcosa non torna, manca Korradok; ci son ostati un po’ di casini in fondo al gruppo: nella prima sterrata Massimo era convinto di essere l’ultimo, ed anche Korradok, e i ascondo è rimasto ad attendere; inoltre qualcuno ha saltato il tratto off ed ha fatto asfalto, ma per sbaglio.
Mi dispiace, finalmente i colleghi arrivano; però la truppa è visibilmente contenta, il giro finora piace a tutti.

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Sosta riordino al Colletto di Velo.

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Moto Alves e moto Massimo; io a sx che passo in rivista la truppa.

Scendiamo alla località di Bosco di Tretto e ci portiamo, per asfalto, a Santa Caterina, per una divertente strada asfaltata, stretta e a tornanti.
Qui sento un rumore osceno piombarmi alle spalle: è il mostruoso TTR di Morenol, lo scarico più aperto di tutto il Triveneto (ed sì che ha messo il db-killer, dice lui!) BROOM, BROOM, pare mi voglia montare in groppa. Scesi a Santa Caterina, saliamo verso la cima del monte Enna, a circa 1.000 metri, per la sterrata a tornanti; anche qui Morenol mi tampina, vorrebbe superare ma sono la Guida, caxxo supera, pare di guidare con un bisonte ingrifato che vuole incularti!
Morenol, non si fa, non si fa!

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Salendo al Forte Enna.

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Idem.

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2 scope:Korradok e Aco

Raggiungiamo il tetto del forte, sosta, foto di rito, piccola digressione storica sull’opera tenuta dal sottoscritto.
Il forte di Monte Enna era stato costruito intorno al 1912-13 sullo spigolo nord ovest del monte, a poco meno di 1000 metri di quota; il blocco batterie, armato di 4 cannoni in cupola girevole da 149 mm, teneva sotto tiro tutta la Valleogra, in particolare le possibile vie di invasione che l’Austria avrebbe potuto sfruttare per entrare nella valle. Il blocco servizi e caserma era anch’esso scavato all’interno del monte, a quota più bassa, collegato alle soprastanti batterie da camminamenti sotterranei; altre gallerie erano state scavate successivamente ai lati del forte, per alloggiarvi batterie campali da 75 mm.

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Gli ES arrivano sul forte, attraversando il fossato di gola sul terrapieno.

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L’imponente struttura sulla destra è la cisterna del forte.

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Massimo_S ci mostra come si fa a passare un gradino di mezzo metro con l’enduro

Nel primo anno di guerra non entrò mai in azione, perché il fronte si era portato, grazie alle avanzate degli italiani, fin sotto Rovereto. Poi, nel maggio giugno 1916, ci fu la famosa offensiva degli Altipiani, la Spedizione Punitiva austriaca, ed il nemico arrivò fino al monte Novegno, il grande vicino del monte Enna, ultimo baluardo prima della pianura veneta; allora le batterie del forte entrarono in azione, ma bombardarono le truppe italiane invece del nemico!
Il forte fu fatto tacere, il comandante destituito, e quella fu l’unica sua azione di guerra; l’episodio è controverso, le linee italiane sul Novegno stavano cedendo e, secondo alcuni storici, probabilmente a causa di difetto nelle comunicazioni, il forte, come da tecnica militare, procedette con il cosiddetto “fuoco di contro batteria”, cioè bombardare le proprie linee abbandonate dalle truppe amiche, per impedire che le fanterie nemiche avanzassero: ma i fanti italiani erano ancora nelle trincee!

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Blocco batterie, recentemente ripulito dai volontari.

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Le moto parcheggiate tra i crateri che furono le sedi delle cupole corazzate.

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Foto di gruppo.

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Korradok mi omaggia di una fellatio per la bellezza del giro … ma così in pubblico, no dai!

La discesa avviene per la stessa via, non si poteva fare altrimenti, le alternative sono tutte vietate.
Massimo_S si piazza all’uscita del perimetro del forte ad immortalare il passaggio del gruppo:

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Si scende; questo sono io.

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Papimoto.

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Morenol “scarico sverto”.

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Cielo e la sua Rat bike.

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BMW …

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… BMW.

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Grosse Dual nuove e vecchie.

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Discesa dall’Enna.

Da qui in avanti giravamo attorno alla base del monte Enna, per inoltrarci nella Valleogra. Un breve tratto di sentiero terroso non mette in difficoltà il gruppo, solo qualche ovvio rallentamento in una breve ma accidentata discesa. Poi seguono delle sterrate su cui non ho nessun timore di incorrere in problemi, ed invece alla contrada mi ritrovo con un terzo del gruppo; eppure avevo lasciato il gentile Papimoto a fare la vedetta ad un bivio … torno indietro, con la paura di fare un frontale. Ci sono stati 2 problemi, già risolti; ad un bivio la truppa non sapeva dove andare, bivio che nemmeno avevo considerato, perché portava dentro una casa, , ma non potevano saperlo. Secondo problema, Morenol ha fatto il dritto, senza grossi danni a moto e pilota, ma almeno ha calmato i bollori.

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Beh? Dove siete tutti?

Si prosegue verso la famigerata discesa fangosa.
Il grosso del gruppo scende per detta via, anche un Transalp con gomme slick, chapeau!
Un piccolo gruppo fa la lunga deviazione per asfalto, forse è stato anche questo un errore della Guida, si poteva tutti scendere da qui.
Il resto del giro prosegue scorrevolmente sulle sinuose sterrate della dx Valleogra, puro piacere di guida, per tutti. Passiamo per le contrade, i bambini escono a guardare il serpente di moto, mi raccontano di aver visto un bimbo che con le dita segnava il passaggio dei mezzi, 1, 2, 3, 4, 5, 6, … ma non gli bastano nemmeno quelle dei piedi per contarci tutti.
Proprio al termine di questa tratta un XL600 fora, poco male, siamo in vista della pausa caffè e benzina; scendiamo in centro a Valli del Pasubio, Massimo_S si trasforma in gommista, mentre gli altri si sparpagliano nei bar del paese. I volti sono contenti, il giro piace e diverte, mi sto rilassando e pure divertendo, ora.

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Vai Massimo, rimetti in pista the old XL.

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Sosta benzina; le vespe e il Ducati non erano dei nostri!

Sono le 11 passare, alle 13 dobbiamo essere in malga, il tempo stringe, e dobbiamo fare le 2 salite.
Dietro a me ho gente scafata con moto giuste, Papimoto, Cicciopasticcio, un DRZ, passiamo agevolmente il pezzo con l’acqua.

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Coda nel bosco.

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Qualcuno mi trova degno di uno scatto … incredibile!

Dopo un po’ dobbiamo spostarci, non c’è abbastanza posto per tutte le moto, e saliamo sulla strada. Le altre moto arrivano col contagocce, immagino che la compagnia della spinta sia in azione, Korradok ce ne da la prova fotografica:

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Rincorsa … notare il torrentello sulla destra che regolarmente esonda sulla mulattiera.

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Con le gomme stradali non è il massimo passare di qui.

Ma pian pianino tutti arrivano:

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Fuori dal tunnel.

Qui però vedo qualche faccia meno contenta rispetto alla pausa caffè; per qualcuno questo è già eccessivo, domandano, vogliono capire quanto ce n’è ancora, come è quell’ancora, quando si mangia … mezzogiorno è passato, andare a fare la seconda, VERA salita impestata? Non si può calcolare il tempo occorrente. Korradok vorrebbe farla, o almeno fare 2 gruppi, l’Hard sulla salita, gli altri per asfalto; io sono di parere opposto, c’è pochissimo tempo, potrebbero nascere casini … si decide di tagliare il pezzo, che tanto aveva fatto discutere sul forum: peccato! Ma rimane in serbo per la prossima edizione.
A spron battuto percorriamo tutto il versante sx della valle, forse il pezzo più bello, come guida, dl giro, verso il passo del Col Xomo, fra Valleogra e Val Posina; dallo Xomo ultimi km di salita fino a malga Campiglia, dove il malgaro ha già buttato la pasta.
Il tempo butta male, e la sistemazione è all’aperto sotto una tettoia, ma per fortuna non pioverà; il panorama è bellissimo, a volo d’uccello su tutta la Val Posina, il massiccio del Novegno, i primi contrafforti dell’Altipiano dei 7 Comuni, a far da sfondo il Pasubio immerso nelle nubi.
La pausa pranzo ci darà modo di chiacchierare a lungo, almeno nel mio tavolo di moto, moto, moto, il mio argomento preferito; purtroppo le cibarie arrivano col contagocce e nemmeno in gran quantità; negli accordi avevamo detto che eravamo in 30-35 max, invece siamo il 40, qui è su ordinazione, non hanno scorte; per una massa di persone così grande è meglio optare per strutture più organizzate, veri ristoranti o agriturismo, una lezione per la prossima volta.

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Arrivo a malga Campiglia.

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Malga Campiglia, sventola orgoglioso il Tricolore.

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2 good boys: Corradoc & Giovanni.

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Papimoto, Mighe e Rokes cercano di rubare all’oste la sua personale razione di rosso!

POMERIGGIO – LA TRUPPA SI SBANDA

Le lancette dell’orologio volgono verso le 3, quando ci rimettiamo in marcia; il mio programma prevedeva l’ennesima discesa in fondovalle, altri km di sottobosco guidato, fino a riguadagnare il culmine della valle, il passo Pian delle Fugazze, per poi piegare verso Recoaro.
Ma la truppa da segni di stanchezza, quanta strada, ma è come la mattina, è difficile, a che ora rientriamo, io dovrei andare verso casa … basta ho capito, qui si deve andare di forbice.
Con grande dolore di Papimoto, facciamo tutto asfalto fino al Pian delle Fugazze, a prendere la sterrata che scende sotto all’Ossario; ma la sfiga ci mette lo zampino, è chiusa per lavori; in 40 moti intralciamo il traffico della SS, che fare, passare o non passare? Io e Ciccio andiamo in ricognizione, stanno ricostruendo le cabalette di scolo e il cemento fresco taglia in 2 la carreggiata: passare vorrebbe dire distruggere il lavoro degli operai … si ritorna a valle.
Al paese diSan Antonio riprendiamo lo sterrato; si sale al forte Maso, altro notevole esempio di architettura militare, continuiamo a salire verso il monte Castelliero per un bella sterrata di fattura militare, scendiamo indi in Ma lunga, passando per i prati che videro la P.S. fettucciata del Triveneto 2009, proseguiamo verso Staro; qui si sarebbe innestato sul percorso l’anello attorno a Reocaro, ma è troppo tardi per farlo, e viene tagliato del tutto.
Imbocchiamo il classicissimo itinerario che, dal passo Xon, segue il crinale tra Valleogra e Valle Agno, per Busellati, Rovegliana, Passo dei Branchi, passo Camonda, passo Civilllina.
Prima di arrivare a contrà Busellati la strada è franata, ma le moto da fuoristrada hanno già tracciato la rampa di lancio per superarla:

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Divertente senza essere pericoloso.

Queste sono le ultime emozioni della giornata. Speditamente cavalchiamo tutta la successione di piccoli passi lungo la dorsale; al Civillina ci sarebbe da fare l’anello fino al passo Zovo e ritorno, ma tagliamo pure quello; Massimo e Papimoto ci salutano, se ne vanno verso Valdagno, mentre noi scendiamo la bellissima ed impegnativa sterrata della Val dei Mercanti fino a Pievebelvicino: il giro è finito, si rientra al parcheggio.
Facce soddisfatte e contente, il giro è riuscito.
Un grazie alla correttezza di tutto il gruppo, non pensavo fosse così facile guidare 40 moto, e un grande grazie al gruppo “scopatori”, Massimo_s, Korradok, Corradoc, Aco, Giovanni, Rokes.

Ciao
Alves

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Messaggio da Brianza » ven 12 nov, 2010 10:42 pm

Complimenti Alves,
bellissimi racconti, mi è sembrato di essere li con voi. :shock:

Molto bravi i piloti con le grosse enduro stradali, io non ho mai provato a portarne una,
deve essere molto faticoso, tra l’altro dal tuo racconto e dalle foto ho visto passaggi non proprio sempli.
Certo che la soddisfazione di condurre e portare questi bestioni lungo strade di montagne sterrate deve essere veramente grande.:wink:

ciao.
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Messaggio da Ciuss » lun 15 nov, 2010 9:20 pm

Bellissimo!!!

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Messaggio da max37 » lun 15 nov, 2010 10:42 pm

sempre grande alves
Max37

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La cosa più deliziosa non è non avere nulla da fare. E' avere qualcosa da fare e non farla.

Oggi non faccio niente perchè ieri non ho fatto niente ma non avevo finito.

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Messaggio da cichetelo » mar 16 nov, 2010 8:12 pm

Bravo Alves complimenti!!!

Ciao Raffaele
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Messaggio da alp » mar 16 nov, 2010 8:45 pm

Alves è sempre il migliore! E' il più bravo a cavalcar le moto (se la cava niente male con tutte le tipologie), a trovare i sentieri giusti e a raccontare le sue avventure. In questa veste di guida di un gruppo così numeroso non ti avevo mai visto. Mi farebbe piacere conoscere, in sintesi, quali sono state le difficoltà maggiori dal punto di vista organizzativo (dovrò fare qualcosa di simile fra due settimane). Grazie.
A presto e...
Buon motortrip,

alp

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Messaggio da SuperHank » gio 18 nov, 2010 9:09 am

alp ha scritto:Alves è sempre il migliore! E' il più bravo a cavalcar le moto (se la cava niente male con tutte le tipologie), a trovare i sentieri giusti e a raccontare le sue avventure. In questa veste di guida di un gruppo così numeroso non ti avevo mai visto. Mi farebbe piacere conoscere, in sintesi, quali sono state le difficoltà maggiori dal punto di vista organizzativo (dovrò fare qualcosa di simile fra due settimane). Grazie.
Più o meno ho già detto tutto nel racconto.

Il percorso deve essere tarato bene sul livello medio del gruppo.
Le difficoltà meglio metterle in discesa che in salita: in giù più o meno si va tutti.
Avere un percorso molto lungo: meglio tagliare il troppo che trovarsi a metà giornata e non saper dove andare ancora.
Prevedere tagli dei pezzi difficili.

La cosa più importante sono le scope; più sono, meglio è, più tanti di loro conoscono il giro meglio è.
Se hai domande più specifiche ...

Ciao
Alves

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Messaggio da alp » ven 19 nov, 2010 9:31 pm

Perfetto! Sei stato di grande aiuto anche se poi... il problema è proprio quello: trovare le scope. Persone disponibili a sacrificarsi una giornata per gli altri e che abbiano competenze sia dal punto di vista tecnico-motoristico (problemi alle moto) che logistico (conoscenza del percorso). Vedremo!!!
A presto e...
Buon motortrip,

alp

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