“Dino, stamattina l’ho sentita guarire: mi si è spezzato il cuore. Le ho promesso di portarla a spasso domani. Tu ci saresti”
“Certo!”
“Andata, solito posto, solita ora”
Ad organizzare una multi uscita ci vogliono non più di 30secondi.
Mentre aspetto Dino-Vadasi conquisto l’attenzione di un bellissimo felino (solo durante la giornata capiremo che il regno animale sotto forma di mufloni in libertà, poiane, aironi cenerini e canidi avrebbero dimostrato il loro fascino verso le nostre multiuso)
Forse anche perché infine ho montato le pedane passeggero…
Attraversare i boschi risalendo un fiume è un’attività che alimenta diversi punti di vista, anche a costo di violare il buon senso e la grammatica
Ci dedichiamo al bosching estremo con molta cautela date le spine…
Arriviamo al castello dopo un bellissimo tratto di importanti salite su fondo calcareo tra filari di nebbiolo e altri eccellenti filari di vespolina e bonarda e le nostre principesse si sentono perfettamente a loro agio
Da lassù si aprono le porte della percezione dello spettacolo della natura quando l’uomo non ne fa scempio
Dino-Vadasi vuole vederci chiaro e cerca di domare le sue viticole emozioni
Giochiamo con i ruderi: where is mister Dino?
Mister Dino is at the window!
La solita ed irrisolvibile domanda si ripropone e lo stagno del castello – dopo attenta “riflessione” – non pare avere dubbi al riguardo: la più bella del reame è verde militare!
Giro-in-giro dentro e fuori la taglia fuoco segnando il territorio – proprio in quel punto ci attira un single caratterizzato da una forte pendenza, in discesa è alla nostra portata ma se fossimo costretti a rifarlo in salita? Desistiamo ma il destino non è un affare gestibile dagli umani, sicché dopo una mezz’oretta ci siamo ritrovati alle prese con un single in salita molto ripido ed impegnativo per conquistare l’ignoto… arrivati in cima ci siamo trovati proprio laddove avevamo in precedenza desistito per prudenza! (mentre digito la faccenda ancora rido a crepa pelle!)
Certo abbiamo riconquistato nostro malgrado la vetta con testardaggine e non poca fatica. Resta che la motoretta ci riconferma che ha nei suoi destrieri il suo unico limite ma siccome siamo gente dura a morire ci facciamo perdonare e portiamo a compimento l’inconsapevole conquista
Sulla via del ritorno riconosco un tratto di bosco che conobbi due settimane fa e porto Dino al “manubrio” caratterizzato da zone trialistiche dove vidi in azione i miei nuovi amici durante il giro-in-giro precedente. Le nostre ragazze vestono ora i panni delle fate del bosco
Dino osserva la mia multiuso militare, decretata la più bella del reame dallo stagno magico del castello della mattina e decreta “al giorno d’oggi anche gli stagni magici non capiscono un c***o, come si fa a dire che la militare è più bella della mia sand?!?!”
Usciamo dai boschi dopo una giornata magnifica, trascorsa senza meta e quindi raggiungendo l’ovunque e simpatizziamo con dei canidi cui facciamo dono del poco cibo rimastoci in cambusa
Giusto il tempo di ultimo scatto nei pressi del ponte di Verrazzano e siamo costretti nostro malgrado a rientrare su asflato (saliti tu che salgo io, destra, sinistra, proviamo di quà ora di là e abbiam fatto quasi le cinque!). Dopo un ultimo eroico tratto di strade secondarie torniamo alla base poco prima dell’imbrunire
Ricaricando le moto sul carrello notiamo questo dettaglio che ci da molta goduria!
alla prossima!
