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ALLA RICERCA DELL’ENDURO PERDUTO II°

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SuperHank
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ALLA RICERCA DELL’ENDURO PERDUTO II°

Messaggio da SuperHank » ven 31 ago, 2007 3:59 pm

ALLA RICERCA DELL’ENDURO PERDUTO II°:
ALL’OMBRA DEL GRAPPA IN FIORE

IL MONTE GRAPPA: ALTRA PEZZA MANCANTE

Pronunciare monte Grappa è parlare di storia, dell’epopea del 1915-18, della resistenza italiana all’avanzata austriaca, del baluardo della patria, tanta retorica ma anche tanta storia, con una natura magnifica a far da scenario.
Definirlo monte è riduttivo, in realtà è un vasto acrocoro montuoso che si estende tra il fiume Brenta e il Piave, lambendo con le sue estreme propaggini Bassano del Grappa e la zona di Feltre; a differenza del vicino Altipiano dei 7 comuni, di cui condivide la natura carsica (quindi pressoché totale assenza di acque superficiali naturali), il Grappa non ha una zona semi pianeggiante in cui sono sorti paesi e contrade, esso è totalmente montuoso, la presenza umana si è limitata alle maghe e alle casere, qualche località turistica non ne ha intaccato il fascino solitario.
Noi scledensi non siamo tanto frequentatori del monte Grappa, non tanto per i circa 40 km che ci sono in mezzo, ma più probabilmente perché siamo già troppo presi con i nostri monti, Novegno, Pasubio, 7 Comuni, per pensare anche al Grappa.
Nonostante sia percorso da molte rotabili asfaltate, prima fra tutte la “Strada Cadorna” che arriva proprio in vetta a cima Grappa, ci sono negli spazi fra queste ancora molte opportunità per l’appassionato di sterrati quale sono.
La prima puntata in loco la feci ancora nel 1994, col fido Ru in sella alla Gilera R1 125, io ancora col Tamanaco; esplorammo le zone attorno al remoto lago del Corlo, compresa l’omonima località, raggiungibile solamente attraverso il murazzo della diga che origina il lago ed una strada a spirale scavata nella roccia. Dalla sponda orientale cercammo di risalire il ripido pendio verso la dorsale che conduce al monte Grappa, ma la sterrata principale era franata. Cercammo una via alternativa lungo qualche mulattiera, ma sempre si perdevano nel bosco o terminavano in abbandonate e antiche contrade.
Ripiegammo quindi a Seren del Grappa, direzione Feltre, e da lì percorremmo tutta la Strada Cadorna fino a Cima Grappa, e quindi Bassano.
Poco fuoristrada quindi.
La volta successiva fu nel 2000; andai a trovare un ex-compagno di università a Belluno, ovviamente in moto, facendo il 2 gg prima il Grappa e il Monte Cesen, poi la dorsale passo San Boldo – Col Visentin il secondo dì.
Anche quella volta non combinai granchè, riuscii solo a percorrere alcune sterrate nella zona dei Colli Alti, sopra il Canale del Brenta, per scendere verso il Piave. Volevo esplorare le zone più ad est del massiccio, le malghe verso Alano, ma una nebbia fittissima mi indusse a tralasciare e scendere a valle per il Monfenera.
Nel 2003 invece fu un endurista bassanese conosciuto su web, Stefano, che mi fece da guida in un FAVOLOSO tour da Borso del Grappa al lago del Corlo, attraverso mulattiere da panico, sterratone da 5° piena, discese mozzafiato, panettoni erbosi.
Luoghi che ritrovai pochi anni dopo al SORMOG, Soft Off Road Monte Grappa, in cui quella sagoma del Frasca conduce Bruconi di tutte le razze motociclistiche in lungo e largo sul massiccio.
Ma anche il Frasca mi ha sempre fatto stare ad ovest, come nei miei giri solitari e quello con Stefano, mi mancavano ancora le terre dell’est: un’altra pezza da mettere ai miei giri incompiuti!

TERRE DA “SIORI”

Mentre attraverso i paesi della pedemontana trevigiana, Crespano, Borso, Possagno, rifletto su come queste terre venete siano così diverse da quelle dove abito, anche se ad un napoletano sembriamo tutti polentoni alla stessa maniera.
Ovviamente c’è una inflessione dialettale diversa, a Bassano non si parla come a Schio, ma ora questo non lo posso sentire in moto! Diversi sono i paesaggi, i paesi; ci sono sempre le onnipresenti fabbriche e capannoni dell’industrioso Veneto, ma la pedemontana del Grappa la sento più signorile, più elegante, forse anche più snob dell’alto vicentino. Lungo la strada vedo ristoranti col minimo alto, osterie che lo sono solo di nome ma dove ti spennano a dovere; abbondano agriturismi dove c’è anche l’alloggio, maneggi, e campi da golf, pretenziose case e ville in cotto, al posto del più vile cemento.
Dalle mie parti non c’è tutto questo, trovare affittacamere è un’impresa, per fortuna oltre ai ristoranti alla moda ci sono anche trattorie “pane e salame ed enduro”, non ci sono cipressi e ulivi ad ornare i giardini, e soprattutto non c’è il campo da golf!
Asolo, Possagno, sono quelle tipiche località che piacciono al turismo anglosassone, buon cibo, arte, cultura, “dolce collina italiana”; a Schio solo fabbriche e capannoni.
Perso in queste elucubrazioni arrivo a Possagno, faccio benzina al distributore e il vecchietto mi dice, vedendo la moto:” è Moby Dick!” e aggiunge dalla sua centenaria saggezza ”oggi piove prima del pomeriggio!”: tiè, brutto iettatore (grattatina propiziatoria!).
foto di rito davanti al Tempio del Canova e sono pronto all’exploring.

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Partenza monumentale

ASCESA AL GRAPPA

Giusto dietro il Tempio parte una ripida e stretta strada che conduce ad una casa religiosa.
Nei tornanti affiora a tratti il vecchio “saliso” del fondo, ricordo di quando si passava di lì con carri e quadrupedi.
Dopo l’istituti religioso la via si fa sterrata, un facile e compatto sterrato che sale immersa nel bosco, con qualche tratto cementato.
La tempesta del giorno prima ha fatto cadere un albero sulla strada, bloccando il passaggio di un’auto; nessun problema per il mio Cagiva, c’è abbastanza spazio per strisciare sotto:

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Primo ostacolo superato

La sterrata confluisce sulla rotabile asfaltata che, da Cima Grappa, percorre tutto il ciglio del massiccio, che per forcella Boccaor, monte Meatte, cima della Mandria, monte Palon, Castel Cesil, monte Tomba e Monfenera, scende a Pederobba.
Il Grappa che nel versante bellunese si sviluppa il una serie di lunghe valli e crinali montani, sul versante della pianura si eleva rapidissimo con pareti ripide e scoscese, regalando un panorama solenne e grandioso:

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I colli asolani

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A dx il Montello, a sx il Piave, grande fiume che ancora manca alla mia collezione di fiumi endurati!

È piacevole risalire i tornanti e le rampe di questa strada, anche se bitumata; il 750 Ducati sale apparentemente senza sforzo nell’aria fredda della montagna di fine estate, che tiene lontani i turisti.
Non posso fare a meno di notare i numerosi sentieri che risalgono le scabre pareti; già nella sterrata ne avevo visti, ovviamente vietati, quindi sicuramente motociclabili: ovvio, no?

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Avreste coraggio di salire da lì?

IL GIRO DELLE MALGHE

Finalmente alla Bocca di Forca inizia il giro delle malghe, dai nomi uno più suggestivo dell’altro: Malga Archeset, Paradiso, Camparona, Camporanetta, Domador, Solarol, Valderoa, Dumella, sembra uno scioglilingua!
Alcuni tratti sono purtroppo asfaltati, di solito curve o ripide “pontare”, capisco che i malgari abbiamo bisogno di strade accessibili alla loro attività, non di piste da cross, ma come stona il nero bitume in quota, toglie tonnellate di poesia alla natura…

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Sterrate che si inseguono.

Scendendo verso malga Camparona noto da lontano l’inconfondibile siluette di 2 moto enduro parcheggiate davanti all’edificio, i proprietari incuriositi dal rumore escono e mi fotografano mentre scendo! Raggiante raggiungo i fratelli di tassello, ma quelli entrano nella malga e nemmeno si degnano di venire a curiosare: cafoni, solo perché c’hanno le moto “fiche” e “vintage”!
Ma io non serbo rancore e una loro foto ve la mostro:

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2 XT550 così perfette mi sa non c’erano nemmeno negli anni 80; credo sia la prima serie, ancora col tamburo anteriore; BELLISSIME, e più che mai adatte al contesto “pane e salame”.

Proseguo fino alla Malga Domador, da cui dovrei invertire la direzione per riportarmi verso cima Grappa; ma la sterrata prosegue, a toccare altre malghe; dei boscaioli mi dicono di passare pure, e proseguo la mia corsa in queste vallate maestose che scendono verso il bellunese. Se le sterrate di pochi minuti prima erano facilmente carrabili al limite della noia, queste sono moltooo più scavate, rotte e rovinate, in più inizia a piovere insistentemente, come da previsione del benzinaio.
Proseguo fino all’ultimo divieto, indi inverto la rotta: tante sono le deviazioni possibili, i segni rossi di sentieri che precipitano verso valle, che scavalcano i crinali, ma quella è pasta per vero motoalpinismo, con leggere enduro e trial, non certo col Cagiva Moby Dick.
Non appena esco dalla foresta anche la pioggia cessa di colpo, quasi per magia, e il malgaro mi guarda strano con il mio scafandro blu antiacqua.
Quale la mia sorpresa, nell’incontrare qui una vecchia amica:

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La pecora nera!

Ripresa la via del Grappa, passo per un agriturismo meraviglioso, che vedrei benissimo per il prossimo SORMOG, Frasca pensaci!

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Cason del Sol.

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Sterrato i love you!

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Laghetto delle Mure

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Valle San Liberale nella nebbia


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Il riposo del cow-boy: birra, il cavallo fuori dal portico…

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…un Fido amico…


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…il cow-boy!

DRIVING IN THE RAIN

Rifocillato da un piatto da vero cowboy, spezzatino e piselli, riprendevo la via verso Cima Grappa, salendo dalla valle delle Foglie alla vetta, per poi scendere verso il Pertica e ai Colli Alti, sulle tracce del SORMOG:

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Val delle Foglie

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Prima neve, agosto 2007!

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Panorama eccelso a Cima Grappa!

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Quiz: è storto Alves, la porta, o la macchina fotografica? Per la cronaca sono a Magnola, dove abbiamo scattato la foto del SORMOG II°, sotto il diluvio universale.

Date le avverse condizioni climatiche rinunciavo a recarmi verso Corlo, puntando a percorere la sterrata dei Colli Alti; ma, una volta al Finestron, considerando il tempo favorevole alle uscite “carbonare”, infilavo lo sterrato (ahimè vietato) che passo sotto quello dei colli, e che avevo già percorso nel 2.000.
All’epoca in un punto era franato, e ridotto ad un striscia di terra, ma lo hanno messo a posto, largo, ben battuto, con massi enormi a sostenere il pendio a monte:

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Ora è più potabile per tutti…

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…dicesi precipizio…

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…corre, corre fra le balze, stupendo!

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Con un monumento ho aperto, con un monumento chiudo: la chiesetta della Madonna del Buon Consiglio all’imbocco di Valle S. Felicita, fuori Romano Alto

E anche in Grappa ci ho messo la pezza che mancava.
Alla Prossima.

Ciao
Alves

Fabio F
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ALLA RICERCA DELL’ENDURO PERDUTO II°

Messaggio da Fabio F » ven 31 ago, 2007 6:31 pm

Sbalorditivo :shock: :shock: :shock:

Ti invidio un bel po' ...

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cichetelo
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Località: Sovizzo Vi

grappa

Messaggio da cichetelo » ven 31 ago, 2007 8:22 pm

Bel reportage Alves complimenti (speta che abbia la moto).
Presto il giro sul Grappa lo farò anch'io visto che è qui vicino, se arriva sta moto. (Alpetta Gialla :) tanto per cambiare).
Ciao Raffaele
Raffaele - Alp 200 - Rev3

alp
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Località: Reggio Calabria

Magnifico report!!!

Messaggio da alp » ven 31 ago, 2007 11:55 pm

Magnifico report!!!

Mi lasci sempre a bocca aperta: i luoghi, le foto, le descizioni, le emozioni!

Eccezionale Alves.
A presto e...
Buon motortrip,

alp

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rerechan
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ALLA RICERCA DELL’ENDURO PERDUTO II°

Messaggio da rerechan » dom 24 ago, 2008 9:38 pm

Ciao, si puo' avere qualche suggerimento per raggiungere tali posti??
Thanks
chi va piano,
va sano e...
ammira il paesaggio.
(E magari vede le fate nei boschi!!)

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