Una leggenda ricorre nelle lunghe serate invernali, in cui vecchi regolaristi e giovani e aitanti enduristi trascorrono ai tavoli delle osterie dove hanno sede i motoclub, la leggenda dell’endurista errante.
Con un filo di voce, come si addice quando s’ha da comunicare un segreto, i vecchi tramandano questa storia che pochi conoscono al di fuori del ristretto circolo degli appassionati di fuoristrada.
La leggenda, ogni volta diversa, ogni volta arricchita di nuovi episodi e fronzoli, racconta di un giovane endurista da destino avverso.
Nella suo giovanile ardore, che sconfinava nella superbia, l’endurista si gloriava di saper superare con la sua moto le mulattiere più ardite, i sentieri più ostici.
Quanto più l’ostacolo era difficile, quanto più le condizioni erano terribili, tanto più godeva nel superarle!
Non voleva nessuno con se, non reputava nessuno alla sua altezza, alla sua bravura!
Ma la sua protervia fu punita; la maledizione fu scagliata dalle divinità dell’enduro, il pilota fu obbligato a guidare in eterno la sua moto, sui sentieri dei monti, nella valli fra le colline, suoi compagni la nebbia il freddo e la neve.
Se vi aggirate fra i monti in un’alba di un giorno che non vuol nascere, stroncato in culla dalla nebbia e dalla neve, forse, quando sentirete una cupa nota dilaniare il velo di nebbia, forse lo incontrerete, l’Endurista Errante.
Ma io l’ho visto:
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Ecco la sua moto, apparire solitaria dal culmine della collina, gli alberi nudi alle spalle come artigli di giganti pronti a seguirlo!
E di fronte a lui, l’indeterminato orizzonte di montagne avvolte nella foschia, il suo regno.
Oppure lo potreste incontrare qui, in sentieri scalfitti nel bosco come ferite di spade, fra rocce pronte a serrarsi al suo passaggio.
Ma è nelle gelide lande dalle nevi eterne che più facilmente lo si trova, magari seguendone i segni.
Eccolo, salire per mulattiere che sembrano portare agli inferi.
E per finire, qualche rara volta gli dei sono benevoli con l’Endurista Errante, gli concedono un infimo riposo al suo peregrinare!
Ciao
Alves