“ciao Tango, tutto a posto?”
“si certo alla grande! Senti è da un po’ troppo tempo che non ci si vede, come sei messo sabato? Verrei con Virgola 43 (al secolo Andrea) se per te va bene”
“certo alla grande! Sento anche il Presidente e concordiamo i dettagli”
telefonata DUE
“dino!”
“quando?”
“sabato”
“a che ora”
“nove e mezza”
A volte nemmeno ci salutiamo, ci lasciamo il piacere di farlo di persona…
Bello avere dei compari con un’altissima percentuale di multisintonia: pochi minuti, zero ciance e tutto è bello che organizzato senza fraintendimenti o cose lasciate sospese per quieto vivere.
Ci si muove dalle mie parti – avrei voluto andare un po’ per monti ma già intorno ai 600/700mt c’era il forte rischio di trovare una sostanza bianca, umida, pesante che potrebbe ricordare la neve ma è solo un gel biancastro mangia energie che potrebbe compromettere il piacere di un giro-in-giro tra compagni di merende. Avendo un conto aperto con il mio senso dell’orientamento e la cocciutaggine (sentimento che frequento da anni e credo alberghi annidato nei miei caschi) vorrei FINALMENTE chiudere una mia sfida personale: raggiungere Chicago da Detroit in fuoristrada-fuorisentiero-fuoritraccia per riuscire ad avvicinarsi alle spone del lago Michigan con il minor tratto di orrido bitume possibile.
È da quasi un anno che ci provo, è uno dei pochi giri che ho ripetuto più volte (mi fosse mai riuscito a farlo due volte uguale…) senza risolvere questa piccola grande sfida ma sento che potrebbe essere giunta l’ora di vincere questa sfida. Nemmeno il vecchio Santiago descritto da Hemingway con il suo Marlin c’ha messo tanto tempo… che resti tra noi, a me il “Vecchio e il mare” non m’è nemmeno piaciuto molto come libro!
Eppoi c’è una grande novità da testare – tra poco la troverete fotografata e testata oltre che da me anche da Tango.
Gli amici milanesi arrivano a bordo di un vascello che certo non potrebbe passare inosservato!
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Ecco le belvette fremere in attesa che i loro cavalieri si svestano da tutte le convenzioni sociali per tornare bambini e quindi fidati cavalieri
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Ed eccola finalmente arrivata la MAXXIS “trialmax” che viene montata di primo equipaggiamento sulla KTM Freeride 250cc (quella 2t):
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Le primissime impressioni di guida su asfalto – breve test serale non appena ritirata dal meccanico – sono inquietanti: tra la mousse che monto al posteriore e la carcassa morbidissima dei tasselli (svariate volte più morbidi di quella della Mitas di serie, copertura della quale non posso che parlare benissimo: 5.000km di pura trazione e massima sincerità) mi pare di essere su uno di quegli skateboard a due sole ruote che usano i ragazzini di oggi! La moto pare avere uno snodo al centro del telaio che rende quasi indipendente la ruota anteriore da quella posteriore! Mi chiedo davvero come possa un gomma del genere durare più di 1.000km sotto l’esubero di potenza della più piccola delle belve made tra Austria e India… se cercate una gomma adatta anche a piccoli trasferimenti, statele lontani – qualcuno tra loro signori potrebbe obiettare “e grazie al cavolo pure la mousse c’hai messo e ora vorresti poterci andare per strada tranquillamente?” ed è a loro che vorrei dire che un po’ me la sono cercata però con la Mitas al posteriore i miei piccoli trasferimenti (tra i 20 e i 30km al massimo prima di immergermi tra boschi e monti, con velocità supersonica compresa tra i 50 e i 60km/h che per me è il vero viaggiare) a velocità ridotta li facevo tranquillissimamente, ora c’è quasi da aver paura a fare un cenno di curva su strada!
Poco prima di entrare in sala giochi, veniamo avvicinati da un tizio a sua volta pieno di gettoni per le giostre. È attratto dalle MULTIUSO, già perché oggi ne può vedere tre in un colpo solo: la mitica numero Uno di Tango, la più veloce-del-mondo-se-non-fosse-che-per-il-suo-pilota color prosecco e la mia amatissima. Dice di averla vista e ammirata sempre e solo su foto ed era felicissimo di vederne dal vivo. Ci chiede di unirci a lui che a sua volta stava raggiungendo un suo amico (pare frequentatore di questo forum) per andare a girare più a nord, quasi al confine con il Canada. La cosa ci fa piacere ma eravamo già con il gettone in mano per salire su questa giostra a pochi metri dal nostro naso e non ce la sentiamo di ricaricare tutte e tutti in macchina per un seppur breve ulteriore trasferimento. Sarà per la prossima. Prima di salutarci lo inzigo chiedendogli il suo parere circa quale delle versioni, se verdona o prosecco, gli piaceva di più. Feci questa domanda perché mi era parso più attratto da quella verdona altrimenti con il piffero che avrei dato ancora soddisfazioni a Vadasi ancora in stratosfera per le parole incaute di Gianmaria che affermò non curante degli effetti, che la sua sembra andare un millimetro meglio della mia (non vivo più dal giorno di quel nefasto intervento pubblico di gianve!). Lui senza esitare ci guarda negli occhi ad uno a uno e poi indica quella… di Virgola43 “perché ho anch’io una beta alp 200 e mi piace un casino!” e così imparo a cercare vittorie facili…
L’inizio della gita sembra disegnato da Geppetto per il suo adorato Pinocchio, dove Geppetto è il dio dei boschi e degli alberi caduti per lungo sulle tracce che seguiamo e Geppetto è interpretato da Tango! La prima volta che entrai in quella selva oscura pensai subito “ci fosse Tango impazzirebbe di gioia” e se prima mi ero sbagliato sui gusti del nostro amico dalla passione per le Borile e le sentenze facili, questa volta c’avevo visto giusto! Tango aveva scolpito in faccia un sorriso che si allargava ogni slato di tronco sempre di più, tanto che al 15esimo il sorriso era ormai a 360°!
Dopo il primo pezzo di salti, salti, saltoni una prima sosta che mi ha permesso di condividere con i miei settimini di turno una certa prima soddisfazione per la nuova gomma che se da un lato è da panico su strada sul morbido fondo di un bosco mi ha trasmesso sensazioni molti positive
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“Marco questo inizio mi ha fatto godere come un fagiano! Dici che troveremo anche del sabbione per sfogarci un po’” mi chiede Tango con il suo sorriso a 360° - non so se vi è mai capitato ma è davvero impressionante vedere un sorriso fare il giro della nuca di un motoalpinista!
“non ti aspettare grandi cose ma qualcosa troveremo” – e di fatti ho modo di testare la MAXXIS anche su sabbia e mi sento una cacchetta ripensando a quanto poco mi era piaciuta alla primissima impressione su strada
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Quando ci fermiamo per toglierci i granelli di sabbia conficcati tra i molari e i canini Tango ci mostra i suoi componenti da pilota ufficiale BRC: il coprifaro è robbbba hand-made in Italy ma il nuovo faro argenteo con rinforzi è l’ennesimo componente racing che Umberto e Gianmaria danno in prima battuta solo al loro pilota ufficiale
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Nonostante abbia fatto parecchi tratti di questo giro-in-giro altre volte mi sono divertito a divertire anche me introducendo qualche piccola variante, possibilmente più critica e indaginosa di quanto già non conoscessi (altrimenti che gusto ci sarebbe). Pochi metri sulla nostra destra ci sarebbe uno sterrato ma vuoi mettere?...
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Al corso di motoalpinismo che abbiamo fatto l’anno scorso, il vecchio Mario Alesina aveva provato ad insegnarci (a Vadasi e a me) come saltare “piccoli” ostacoli come questo ma quando c’è una chiusa tanto comoda perché far vedere agli altri quanto siamo più bravi?...
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Traccia, traccetta chi è il bimbo più felice sulla terra? Io! Ce l’ho fatta, non so come ma la tratta Chicago da Detroit è risolta tutta in rigoroso fuori strada!!!! Sono felicissimo, un godimento indescrivibile: sapevo che c’era il modo di farlo e l’abbiamo trovato! Anche la nuova gomma, forse merito dell’euforia, mi pare meno da film de paura durante il piccolo trasferimento su asfalto che di porta in riva la Lago Michigan per una colazione da Tiffany con Beta Alp.
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Dopo il pranzo da Tiffany ci siamo presentati presso la filiale dell’Harry’s Bar sul lago di Michigan per una birretta digestiva e un caffè (per me pagare 1,50euro un caffè in un baretto grande come due MULTIUSO affiancate serviti da una cortese ma scarsamente attraente signora è un’offesa personale!) propongo di andarci a prendere qualche grana a gratis, le migliori. Un giro di sguardi, la concomitanza con la digestione che a caldo raffredda un po’ gli entusiasmi, poi un brevissimo trasferimento ancora su asfalto e rivedo su tutti noi i 32denti fare a gara per mostrarsi per primo gli uni agli altri.
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Rampette ripide, tornanti stretti, una vecchietta molto poco ospitale con i motoalpinisti ed eccoci in questo angolo di paradiso in terra
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Conquistata la piccola collina, vedo la grande collina: impossibile resisterle! Abbandono il sentiero e mi lancio alla sua conquista: fondo morbido, parecchie foglie, diversi cambi di pendenza. Ingranata la seconda è il momento di soppesare le qualità della nuova scarpa che ho regalato alla mia Cenerentola made in Vò. Collina conquistata senza alcun problema. Da lassù aspetto di godermi la salita di Tango. Primo tentativo, anche lui in seconda, il motore spinge ma i cambi di pendenza gli succhiano slancio. Secondo tentativo, Tango prende una bella rincorsa, i 2/3 della salita se li beve in scioltezza ma esaurito lo slancio è costretto a rinunciare. Federico non è uno che la da vinta facilmente quindi un terzo tentativo e poi un quarto. V&V (Vadasi e Virgola43) vedendo le difficoltà di Tango, uno con un discreto manico, rinunciano sulla fiducia dopo il loro prima tentativo mentre io ridiscendo dalla collina grande.
“Fede la mia è salita senza esitazione e a parità di mezzo non ho dubbi, è merito della gomma. Vuoi provare con la mia?”
In un batter di ciglia Tango conquista la collina!
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È anche il giro-in-giro destinato a passare nella mia piccola vicenda personale come quello dei primi 5.000km con la MULTIUSO e credetemi non c’era posto migliore dove festeggiarlo: una bella discesa strettissima, con tanto di trono e doppia curva strettissima prima destra poi sinistra! Ammetto di aver chiesto una mano a Tango per trovare una posizione “sicura” di discesa. Buon chilometranno mia amatissima motoretta
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Uno scorcio da quassù
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Oggi non ci siamo certo risparmiati, tanto che per il ritorno ipotizziamo qualcosa di tranquillo per lo più su strada ma un conto sono le intenzioni un altro le tentazioni… eppoi con la mia gomma cicca mi vien male fare asfalto e così eccoci in battaglia schierati tra le fila dell’Esercito della Gioia combattere una guerra fatta di sorrisi e divertimento con un percorso che aspettava noi per darsi un senso
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Non mi va di ripercorrere esattamente lo stesso percorso dell’andata, ho rostrato a fondo questa zona quindi inserisco qualche variante, alcune delle quali fingendo di conoscerla ma la verità ha questo orrendo vizio di non tradire il suo destino e ci troviamo nel bel mezzo del nulla. È colpa o “merito” mio quindi sta a me trovare la soluzione. Lascio la moto e avanzo a piedi alla ricerca di una via d’uscita: siamo ostaggio di un piccolo corso d’acqua dal fondo particolarmente melmoso, l’acqua è bella trasparente ma il fondo è proprio melma. Dopo qualche breve indagine pedestre decreto che da qua si passa! (certo non gratis e non facilissimamente ma si diceva pur che “volere è potere” o no?)
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Grande idea la tua Virgola43 quella di dotarti di una comoda maniglia frontale…
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“Dino, bello deciso! Non veloce ma deciso” – prendo in prestito un commento arrivatomi poco fa da Danilo “la situazione ricorda la canzone che diceva "quando i bambini fanno hoo....... che meraviglia" .............. solo che i bambini in questo caso sono i "pendenti " e fanno "aih....... che dolore". Ho visto raramente una schiacciata di palle così”. Peccato le foto non abbiano il sonoro!!!!!!!!!!!!!!!
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Ho letto delle perplessità sulle quote della marmitta della MULTIUSO ma ho visto la motoretta con il livello dell’acqua ben superiore all’altezza dello scarico – tenete conto che lo sfiato della marmitta era pure girato in modo tale che la corrente dell’acqua potesse entrare facilmente eppure la motoretta si è spenta e riaccesa più di una volta. Le parole son parole ma le prove sono oggettive
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Al diavolo la privacy, motociclisticamente parlando non vorrei aver segreti per voi: eccovi testuale la mail (corredata dalla foto che trovate qui sotto) che ho ricevuto stamattina da Vadasi! Sono quasi caduto dalla sedia dal ridere!!!
“tre giorni di Voltaren e antidolorifici: GRAZIE MAXXIS!”
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Questo è quanto, posto prima di rileggere quindi mi riservo di fare qualche piccola modifica entro sera ma la fretta di condividere mi spinge a postare prima di una vera e propria opera di editing – per la serie “quel che conta è la sostanza, per la forma c’è sempre tempo”