è mercoledì mattina, finalmente una strepitosa giornata di sole
è una di quelle albe che rendono molto amaro il doversi rinchiudere in auto e ufficio, e di fatti raggiungo il mio posto di lavoro con una voglia quasi indomabile di stare all'aria aperta a godermi una scheggia di vita
ad un certo punto squilla il telefono del mio interno, e per essere una giornata che avrei voluto passare ovunque ma non rinchiuso in ufficio è l'ennesima di una lunga serie di telefonate delle quali non sentivo particolarmente bisogno che iniziano più o meno tutte con un "come stai? o "come va?"
a tutte queste telefonate ho risposto a mia volta con frasi fatte ma in cuor mio avrei voluto poter rispondere "e come vuoi che stia? hai visto là fuori che giornata? è stato un inferno resistere al richiamo dell'alba che mi incitava a stare all'aperto. ma dimmi, come posso esserti utile...." già perchè oggi, mercoledì, l'unica persona a cui potrei essere utile è un altrui diverso da me
"siiiii?" - non provo nemmeno a mentire iniziando con una forma meno secca
"ufficio del personale"
"dica" - che abbiano letto nel mio pensiero e sappiano che solo il mio corpo è al lavoro mentre la mia mente è rimasta rapita dal desiderio di libertà?
"lei ha troppe ferie, dovrebbe consumarne quante più possibili da qui al 31.12" - è alla fine di questa frase che mi trattengo dal chiedere perchè c***o non m'avessero chiamato ieri....
Ho sempre avuto un atteggiamento rispettoso nei confronti delle richieste aziendali quindi mi presto a dare seguito a questo vivo e vibrante invito a vivere!
"capisco, farò richiesta di ferie sia per domani che venerdì"
"perfetto, la ringraziamo"
peccato che certe frasi, come per l'appunto "come stai? o tutto bene?" non vengano usate in chiusura di conversazione, intendo ora che avrei potuto rispondere onestamente...
giovedì, complice una bellissima giornata di sole (e vento ma lo scoprirò troppo tardi...) e la compagnia di un amico andiamo a fare una pellatina con gli sci da alpinismo in val d'aosta
purtroppo un forte vento ci impedisce di conquistare la cima che ci eravamo prefissati ma a volte si può rinunciare a cuor leggero, infondo le nostre tre orette in salita le avevamo comunque godute
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tornato a casa, dopo aver riposto l'attrezzatura da sci in cantina ma prima di salire a casa passo dal garage (mi ero apposta portato dietro le chiavi per andarci)
mentre apro il lucchettone della porta del garage sento l'amatissima MULTIUSO scodinzolare
entro e la trovo che mi fissa in trepidante attesa
"domani tocca a te, fai sogni d'oro e fango"
avreste dovuto vedere quei suoi occhioni, brillavano come se avesse avuto gli abbaglianti accesi!
venerdì (giorno di quest’uscita, ndr) la meteo è buona ma nulla a che vedere con mercoledì e leggermente meno serena di ieri, la sorpresa però è la temperatura: per la prima volta durante quest'autunno monsonico è scesa sino a -3°
è per questo che non ho alcun dubbio circa la meta di questo giro-in-giro, si va al lago dove la temperatura sarà sicuramente più mite ma ci si va secondo fantasiose traiettorie che mi obbligano a frequenti sopralluoghi prima di procedere per evitare di essere sorpreso da tratti ghiacciati e coperti da fogliame
ho già un indole prudente ma quando sono da solo, come oggi, il protocollo è ancora più restrittivo e sono quindi portato a lasciare spesso la motoretta per delle ispezioni a piedi
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è andando a caccia di tracce che trovo la perfetta sintonia emotiva con la belvetta made in Vò
le luci, questa sensazione di libertà, lo stato d'animo che mi sta facendo vivere appieno questi ultimi due giorni mi portano a deliri personali tutti indirizzati a lei
non c'è volta che non la osservi che non mi rapisca il cuore e mi faccia capire che nella vita può succedere di tutto ma certi sentimenti fanno da punti cardinali della propria esistenza, e quello che provo per lei è uno di questi
ci sono persone che non capiscono l'affetto che si può provare per un oggetto, così io non capisco quello per un canarino tenuto in gabbia o una squadra di calcio
ogni volta che lascio la MULTIUSO mentre vado in avanscoperta per studiare il terreno e quindi il passaggio migliore, la ritrovo più bella di quando l'ho lasciata
pare che assorba la bellezza degli scenari boschivi e li irradi potenziati dai suoi bellissimi occhioni
"ehi"
"sono pronta, da dove passiamo"
"no, non è questo. ora che siamo soli vorrei chiederti una cosa..."
"non sarà mica la prima volta che siamo soli io e te"
"hai ragione solo che..."
"e da quando fai il vergognoso con me?"
"voglio dire sono ormai due anni che io e te..."
"oh mamma mia! Mi vuoi dire o devo chiamare la questura?..."
"ecco, pensavo... insomma... non è facile... cioè, mi vuoi sposare?"
questa non se l’aspettava proprio, ed eccovi la sua espressione a caldo
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è solo dopo qualche istante che, illuminandosi, mi risponde di SI
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da questo punto in poi abbiamo vissuto il nostro giro-in-giro come una tappa di un lungo viaggio di nozze che immaginiamo spalmato negli anni a venire, finché morte non ci separi per esser chiari!
come tutte le relazioni stabili anche la nostra è caratterizzata da alti e bassi, e risalire dal "basso" all'”alto” dal quale scatto questa foto non è stata una passeggiatina... mi sono già ripromesso di portarmi nello zaino un paio di metri di fettuccia di quelle che si usano per le tapparelle, oggi mi sarebbe stata davvero utile per aiutarmi a sollevare la motoretta in taluni tratti
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la salita era iniziata mostrando un certo caratterino con cui darsi da fare ma è solo dopo un paio di ripidi tornanti che s'è palesata per quello che era: una carogna!
sino a qui ci sono arrivato più o meno agevolmente ma da qui in poi ho sudato sette camicie per risalirla!
portare la mia sposa qui non è stato facilissimo...
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fatto di passaggi tra sassoni, radici...
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e per sassoni intendo ragazzini di questa fatta, in gran parte ricoperti da fogliame bagnato ed è su uno di questi che lasciamo una nostra firma
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conosco queste zone ma non bene come altre e rimango molto stupito nel trovare questi sassoni che solitamente fanno parte dell'arredo fluviale qua sopra una crestina pre-lacustre
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la temperatura rimane bella rigida - finalmente aggiungo - ma il cielo man mano che mi allontano dalla pianura avvicinandomi al lago, si fa decisamente più terso
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continuiamo a prenderci e a lasciarci, a volte quasi ci perdiamo
partendo per perlustrazioni mi capita di farmi prendere da qualcosa cominciando a camminare anche per diversi minuti lasciandomi la mia signora meccanica alle spalle
questo vizietto m'ha già regalato più di una volta una sorta di caccia al tesoro per ritrovare il punto di partenza
a volte mi lascio alle spalle qualche rametto spezzato per aiutarmi nel ritrovare la strada di ritorno, non sempre…
altre volte sono quasi sicuro che la mia signora si sia spostata da sola per farmi degli scherzi...
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e così mi capita un paio di volte oggi di perdermi e perderla per poi ritrovarci
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dopo un bel tribulare per conquistare l'ennesima costa della giornata mi accorgo di aver fatto una gran fatica per nulla: da questa costa a quella antistante che dovrei raggiungere per continuare in direzione del lago mi tocca per forza tornare indietro: troppo ripide sia la discesa che la salita
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la cosa però non mi rattrista più di tanto, la mia filosofia è : finchè non ci metti il becco non puoi saperlo
ed ora lo so...
è uscendo dai fitti boschi, avvicinandomi alla civiltà che trovo una pietra miliare della mia formazione
da ragazzino, diciamo in piena adolescenza, avevo idee abbastanza confuse e fantasiose circa i rapporti con le ragazze e furono ritrovamenti come questo a chiarirmi la faccenda riproduttiva in maniera esplicita...
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dopo un brevissimo tratto di asfalto la mia piccola belvetta ed io ci riportiamo lontano da tutto quanto ci ricorda l'ovvio e troviamo quella che potrebbe essere la nostra casa dei sogni
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infine eccoci sulle sponde del lago di Fantasialopoli, con il suo caratteristico ponte a più strati
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sul lato opposto uno scorcio squarciante di bellezza lacustre
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un ricco svizzero decide di farsi portare a casa il suo giocattolo galleggiante affidandosi ad una compagnia di trasporti italo-olandese, ed è proprio uno dei lavoranti olandesi che mi viene incontro e si fa raccontare tutto della MULTIUSO rimanendone affascinato
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dopo una sosta a base di bresaola e primitivo ritorniamo nei nostri boschi, nella nostra sala giochi senza pareti con il soffitto fatto di cielo e il pavimento di velluto d'humus
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ma è sul finire del giro-in-giro di oggi che trovo questi posticini a davvero uno schioppo da casa che ci fanno particolarmente gola
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purtroppo le lancette dell'orologio hanno finito di affettare la barra di tempo oggi a mia disposizione ed è ora di tornare verso casa, non prima però di esser passati da un caro amico per portare avanti una sorpresa a cui sto lavorando per farle un regalo - qui anticipo solo uno step evolutivo che dice poco, e quel poco parla di un verde opaco lontano da quelle che erano le mie aspettative....
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siamo giunti alla fine di un'altra bella giornata targata Borile, è il tempo di un pò di cazzeggio...
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alla prossima
