108 KM ALLA RICERCA DELLE FATE
Inviato: ven 10 apr, 2009 5:09 pm
108 KM ALLA RICERCA DELLE FATE
Questo è stato forse il più strano giro della mia ventennale carriera di endurista.
Non di certo il più bello, ma di sicuro non è stato il più brutto, anzi!
Una cosa è certa: per fare fuoristrada in moto bisogna essere matti.
Un endurista, un trialista, per quanto all’apparenza possano sembrare persone a modo nella vita di tutti i giorni, un pizzico di follia ce la hanno sempre: d'altronde, senno come farebbero ad essere felici di ruzzolare nel fango, nel sfuggire ad agguati tesi da contadini inferociti, ambientalisti estremisti, forze dell’ordine di ogni ordine e grado?
Prendete il Sig. Rerechan, apparso nel corso del 2008 nei 2 forum in cui scrivo di più, e in cui sono immeritato moderatore, moto alpinismo e motobruco; come firma ha:
Si presenta come un neo motociclista padovano, da un anno in sella ad una XT125, un bolso centoventicinque da 10 cv: cosa vuoi fare con una moto simile?
Però non mi era sfuggita questa sua dichiarazione:
Siamo in 3: Rerechan con il WR250R, io con la solita Elefant, ed infine Zimimmo degli enduro stradali in sella ad un Suzuki DR800 del 91; prima volta che giravo con simili moto, già questo mi rende contento, moto particolari invece delle solite K che hanno tutti i veri enduristi!
Allora si parte dal giardino di Rerechan, intendo proprio dal giardino: un cancello dietro la casa da su un campo d’erba, ci entriamo dritti, per poi convergere su una sterrata: il giro ha inizio!
foto a Rerechan e Zimimmo on board.
Guardando lo stradario non potevo non notare come Cittadella sia circondata da strade, paesi, borghi: dove trovare lo spazio per strade sterrate? Pare impossibile … eppure ci sono.
Rerechan ci fa entrare in una sterrata, attraversiamo un campo mentre l’orizzonte è chiuso da capannoni e fabbriche; la sterrata termina in una cascina, torniamo su asfalto, guidiamo fra le case, infiliamo una altra sterrata, poi costeggiamo un campo, poi un’altra sterrata, poi asfalto: un mosaico di sterrate, un labirinto di viottoli.
Credo che non abbiamo mai fatto pezzi a fondo naturale lunghi più di 1 km, forse 1 e mezzo; era un continuo dentro-fuori dalla terra.
I tipi di terreno erano sostanzialmente 2: la sterrata inghiaiata, a volte pure abitata, oppure la carrareccia in terra ad uso agricolo, che costeggia campi coltivati. Quest’ultima era la più difficile, per la presenza di grosse pozze di acqua e fango che rendevano difficile governare le grosse moto di noi ospiti; erano solo piccoli assaggi, il terreno era abbastanza secco in generale, di sicuro dopo forti piogge molti pezzi del percorso sarebbero stati impraticabili.
Laghetti in cave dismesse.
Il paesaggio era quello che era, senza offesa; non sono mancati scorci carini, come tratti lungo un laghetto, un allevamento di pesci, canali, boschetti, ma non ci fermavamo mai per fotografare. Però solitamente eravamo sempre in vista di case e strade, mancava proprio quella sensazione che si respira in montagna, o anche lungo un fiume, di essere nel wilderness, lontani apparentemente dalla civiltà.
Zimimmo.
Pausa nella campagna padovana.
Idem.
Il giro ci conduceva attorno ai paesi di Onara, San Giorgio in Bosco, San Martino di Lupari, questi i nomi che ricordo; ma quanto a rifare il giro, impossibile, un vero labirinto di stradine. E rerechan via dritto senza una esitazione, avremmo fatto inversione per errore forse una volta, forse …
Il rapporto sterrato-asfalto era 50-50, forse 55-45, ma devo dire che ci sono stati dei tratti dove abbiamo fatto tanto asfalto: anche questo contorto, spezzettato, incasinato, in mezzo a campagne e borghi. Non è il massimo con le bicilindriche (il Big lo considero in questa categoria): rettilinei brevi, curve strette, ero continuamente costretto a parzializzare il gas, viaggiando con marce basse; non è come sull’Adige o in Altipiano, dove ci sono sterratoni da fare in 5° marcia per minuti interi. Non a caso Rerechan ha inventato questo itinerario con un 125 4T: con motorette da pochi cv, cinquantini, ottantini, 125 ci si diverte a spremere quel poco che si ha, ecco mi piacerebbe rifarlo con un 50!
Alla fine siamo arrivati al Brenta, con percorsi più duri; sentieri pieni di buche e dossi, scavati da anni e anni di passaggio delle moto. Abbiamo risalito il fiume per qualche km, per poi ritornare per la campagna a casa di Rerechan.
Praterie lungo il Brenta.
Argine 1.
Argine 2.
Il grande fiume.
L’ultima foto è la più emblematica del giro: stradina di terra battuta, campi, abitazioni, edifici sullo sfondo, trattori, gente di tute le sorti incrociate, pure un calesse!
Al ritorno nel giardino di Rerechan, il mio GPS segnava 108 km attorno a Cittadella, il contakm della WR250R addirittura 135!
Incredibile!
Cavalieri diversi.
Grazie Rerechan, alla prossima, stavolta in montagna.
Ciao
Alves
Questo è stato forse il più strano giro della mia ventennale carriera di endurista.
Non di certo il più bello, ma di sicuro non è stato il più brutto, anzi!
Una cosa è certa: per fare fuoristrada in moto bisogna essere matti.
Un endurista, un trialista, per quanto all’apparenza possano sembrare persone a modo nella vita di tutti i giorni, un pizzico di follia ce la hanno sempre: d'altronde, senno come farebbero ad essere felici di ruzzolare nel fango, nel sfuggire ad agguati tesi da contadini inferociti, ambientalisti estremisti, forze dell’ordine di ogni ordine e grado?
Prendete il Sig. Rerechan, apparso nel corso del 2008 nei 2 forum in cui scrivo di più, e in cui sono immeritato moderatore, moto alpinismo e motobruco; come firma ha:
Le fate! E chi pensa alle fate, in sella alle enduro odierne da 50 cv alla ruota?chi va piano,
va sano e...
ammira il paesaggio.
(E magari vede le fate nei boschi!!)
Si presenta come un neo motociclista padovano, da un anno in sella ad una XT125, un bolso centoventicinque da 10 cv: cosa vuoi fare con una moto simile?
Però non mi era sfuggita questa sua dichiarazione:
Intanto il nostro eroe cambia moto, si compra il WR250R, non il modello racing, ma la recente versione Dual Sport lanciata da Yamaha, e sui forum di moto alpinismo ed enduro stradali lancia un invito per un giro attorno al suo paese:“S.Croce so che e' qui vicino, e' l'unica parte della zona che devo ancora esplorare... si perche' io esploro i dintorni a caccia di s-terra e poi su una mappa fatta con circa 60 pezzi di google maps mi evidenzio in colore le fuori-strade, cosi' se mi salta un giorno di fare un giro vicino faccio il "mosaico".... “
Cittadella … non ci sono montagne, non ci sono colline, non ci sono fiumi (Brenta a parte, ma dal tenore dell’invito mi pareva di capire che non ci si andava): perché andarci? Un endurista fatto e rifatto, con la puzza sotto il naso, avrebbe snobbato la proposta di andare in campagna a girare con uno che va in moto da qualche mese … ma io no! Non sono certo un santo, in realtà mi incuriosiva troppo vedere cosa aveva preparato Rerechan; e poi non mi stupisco più di nulla: uno dei più bei giri della mia vita l’ho fatto a Milano, in Brianza, tra Arcore e il Lambro, a 2 passi dalla casa di Berlusconi! Quindi il sottoscritto accetta, e dopo alcuni rinvii per maltempo, finalmente un pomeriggio ci si trova.Attorno a Cittadella PD, paese a 20 km da Vicenza e a 30 da Padova.
Una sessantina di Km di giro con almeno un terzo di sterrati che comprendono terra battuta e non, ghiaia fine lieve o profonda, erba e un po' di fango (al momento e' piuttosto secco, che e' meglio...) niente salite/discese, solo qualche buca; va benissimo anche per bicilindriche.
Chi non viene un week end puo' venire un altro, e' l'ideale per tenersi allenati il fisico ora che fa ancora un po' troppo freddo per le zone montane...
E' anche una buona occasione per chi volesse provare la mia wr-r!!
Attenzione, chi accetta questo giro che propongo, e' conscio che si va solo su stradine e sentieri PERMESSI, si passa anche vicino a laghetti e fiumi (...) ma non si oltrepassano i divieti; chi volesse oltrepassarli lo fa con un'altro giro organizzato diversamente...
Siamo in 3: Rerechan con il WR250R, io con la solita Elefant, ed infine Zimimmo degli enduro stradali in sella ad un Suzuki DR800 del 91; prima volta che giravo con simili moto, già questo mi rende contento, moto particolari invece delle solite K che hanno tutti i veri enduristi!
Allora si parte dal giardino di Rerechan, intendo proprio dal giardino: un cancello dietro la casa da su un campo d’erba, ci entriamo dritti, per poi convergere su una sterrata: il giro ha inizio!
foto a Rerechan e Zimimmo on board.
Guardando lo stradario non potevo non notare come Cittadella sia circondata da strade, paesi, borghi: dove trovare lo spazio per strade sterrate? Pare impossibile … eppure ci sono.
Rerechan ci fa entrare in una sterrata, attraversiamo un campo mentre l’orizzonte è chiuso da capannoni e fabbriche; la sterrata termina in una cascina, torniamo su asfalto, guidiamo fra le case, infiliamo una altra sterrata, poi costeggiamo un campo, poi un’altra sterrata, poi asfalto: un mosaico di sterrate, un labirinto di viottoli.
Credo che non abbiamo mai fatto pezzi a fondo naturale lunghi più di 1 km, forse 1 e mezzo; era un continuo dentro-fuori dalla terra.
I tipi di terreno erano sostanzialmente 2: la sterrata inghiaiata, a volte pure abitata, oppure la carrareccia in terra ad uso agricolo, che costeggia campi coltivati. Quest’ultima era la più difficile, per la presenza di grosse pozze di acqua e fango che rendevano difficile governare le grosse moto di noi ospiti; erano solo piccoli assaggi, il terreno era abbastanza secco in generale, di sicuro dopo forti piogge molti pezzi del percorso sarebbero stati impraticabili.
Laghetti in cave dismesse.
Il paesaggio era quello che era, senza offesa; non sono mancati scorci carini, come tratti lungo un laghetto, un allevamento di pesci, canali, boschetti, ma non ci fermavamo mai per fotografare. Però solitamente eravamo sempre in vista di case e strade, mancava proprio quella sensazione che si respira in montagna, o anche lungo un fiume, di essere nel wilderness, lontani apparentemente dalla civiltà.
Zimimmo.
Pausa nella campagna padovana.
Idem.
Il giro ci conduceva attorno ai paesi di Onara, San Giorgio in Bosco, San Martino di Lupari, questi i nomi che ricordo; ma quanto a rifare il giro, impossibile, un vero labirinto di stradine. E rerechan via dritto senza una esitazione, avremmo fatto inversione per errore forse una volta, forse …
Il rapporto sterrato-asfalto era 50-50, forse 55-45, ma devo dire che ci sono stati dei tratti dove abbiamo fatto tanto asfalto: anche questo contorto, spezzettato, incasinato, in mezzo a campagne e borghi. Non è il massimo con le bicilindriche (il Big lo considero in questa categoria): rettilinei brevi, curve strette, ero continuamente costretto a parzializzare il gas, viaggiando con marce basse; non è come sull’Adige o in Altipiano, dove ci sono sterratoni da fare in 5° marcia per minuti interi. Non a caso Rerechan ha inventato questo itinerario con un 125 4T: con motorette da pochi cv, cinquantini, ottantini, 125 ci si diverte a spremere quel poco che si ha, ecco mi piacerebbe rifarlo con un 50!
Alla fine siamo arrivati al Brenta, con percorsi più duri; sentieri pieni di buche e dossi, scavati da anni e anni di passaggio delle moto. Abbiamo risalito il fiume per qualche km, per poi ritornare per la campagna a casa di Rerechan.
Praterie lungo il Brenta.
Argine 1.
Argine 2.
Il grande fiume.
L’ultima foto è la più emblematica del giro: stradina di terra battuta, campi, abitazioni, edifici sullo sfondo, trattori, gente di tute le sorti incrociate, pure un calesse!
Al ritorno nel giardino di Rerechan, il mio GPS segnava 108 km attorno a Cittadella, il contakm della WR250R addirittura 135!
Incredibile!
Cavalieri diversi.
Grazie Rerechan, alla prossima, stavolta in montagna.
Ciao
Alves