[size=150]ATTENZIONE[/size]: oggi dalle 13:00 circa il forum sara' utilizzabile in sola lettura per operazioni di manutenzione. L'operazione dovrebbe durare alcuni minuti,

CAVALCATA CARNICA 2009 I

Qui troverai resoconti di escursioni e raduni realizzati in Piemonte, Lombardia, Liguria, Valle D'Aosta, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna
SuperHank
Messaggi: 689
Iscritto il: lun 04 giu, 2007 12:42 pm
Località: Vicenza

CAVALCATA CARNICA 2009 I

Messaggio da SuperHank » gio 17 set, 2009 7:54 pm

CAVALCATA CARNICA 2009

PROLOGO

A.D. 2008: alla perenne ricerca di nuove sterrate su cui posare i tasselli, mi spingo fino in Carnia, per calcare le piste d'alta quota di Sauris e la Panoramica delle Vette di Ravascletto.
In quest'ultima località mi imbatto nelle tracce di questo evento:

Immagine
Pizza KTM alla 1° Cavalcata delle Alpi Carniche.

Sono in prossimità del piazzale della cabinovia del monte Zoncolan, sede di partenza della 1° Cavalcata delle Alpi Carniche , svoltasi pochi gg prima del mio passaggio. Queste le mie riflessioni di allora:
“... credo la prima cavalcata in assoluto nel Triveneto.
Dai report letti in giro ho ricostruito il percorso a grandi linee … più o meno il giro che sto facendo io.
Ne hanno parlato tanto sui forum, si è detto che è stata a tratti impegnativa, con tappi e spinte; probabilmente non era a misura di bicilindrica, probabilmente gli organizzatori hanno tirato fuori un gran giro, usando sterrate aperte normalmente alla circolazione come quelle che ora sto percorrendo, unite da carrarecce meno note conosciute solo dai locali, magari vietate ed aperte al transito per l’occasione.
Per quanto mi riguarda sono contento del mio giro asociale, a 100 km di enduro guidato da frecce e scope preferisco i miei 50 scoperti a naso, percorsi in solitaria avventura, e poi anche i 200 km di trasferimento per arrivare fin qui hanno il loro fascino!”

Insomma, non pensavo certo che avrei partecipato alla seconda edizione, e sopratutto, in che modo vi avrei partecipato!
Ma nel corso del 2009 cominciano ad apparire, sui vari forum di appassionati, spot sulla 2° edizione, e questi si destarono il mio interesse! Si parlava di evento su 2 gg, percorsi hard e soft, percorsi per bicilindriche, e pure sconfinamento off in Austria! Inaudito! Fuoristrada in Austria? Sarei meno sorpreso se il Papa e tutto il Vaticano si pronunciassero a favore del libero amore, della pillola e del matrimonio dei preti tutto in una volta!
E allora segnalavo la cosa al Muz, come occasione di un servizio: d'altronde, una cavalcata che la rivista MF non aveva ancora recensito, che era la prima del genere in Triveneto, che durava 2 gg e andava pure all'estero, non poteva non interessare ai suoi padroni!
E poi, se Mario veniva in Triveneto, non potevo non partecipare anch'io! Anni fa prendeva in giro me e il nostro comune amico Walter Sbiroli, che non ci spingevamo mai nei nostri giri in moto oltre i confini del Veneto: eravamo chiusi nella “sacca” veneta, diceva!
E se Maometto non va alla montagna, che sia la montagna ad andare da Maometto!

PROGRAMMONE AFFLOSCIATO

Si definiva un programma FAVOLOSO, per me.
Alla cavalcata avrei partecipato come aiutante di Mario, quello che lui definisce con termine leggermente sadico “Schiavo”: gli avrei fatto da soggetto per parte delle foto, ubbidendo ciecamente si suoi voleri, anche se mi avesse ordinato di fare un doppio back flip sulle piste da sci dello Zoncolan! In cambio avrei partecipato all'evento come addetto stampa, evitando la menata della preiscrizione, perfino assicurato dalla rivista.
Si decideva che si sarebbe andati con moto leggere, perché, da contratto EDISPORT, bisognava fare l'HARD, a qualunque costo. XR400 per me, quindi.
Però Muz aveva una idea grandiosa: partire direttamente da Milano in moto il venerdì, recuperarmi nel pomeriggio su qualche passo dolomitico, scendere nelle grave friulane, dormire in tenda nell'immensa aridità del Meduna Cellina, e la mattina di sabato risalire il greto dei 2 fiumi, valicare il passo di M.te Rest, per calare su Ampezzo ed infine raggiungere la partenza della cavalcata a Ravascletto. MITICO!
Non mi sembrava il caso di piallare un nuovo treno di gomme per fare oltre 400 km di trasferimento su strade alpine; “tanto i percorsi della cavalcata li ho fatti l'anno scorso col 750, figurati se ho problemi con l'Honda!” lasciavo quindi le gomme che avevo, un anteriore al 70%, e un preoccupante posteriore oramai al 40-30% di tassello.
Mai scelta fu peggiore.
A 48 ore dalla cavalcata si veniva a sapere che:
bisognava essere alla partenza della cavalcata alle 8.30 (stikazzi) per fare una prova di guida (gulp!?!);
Muz avrebbe avuto la moto solo al pomeriggio;
Nessuno sarebbe partito con lui da Milano;

indi per cui il giornalista-fotografo-reporter d'assalto sarebbe partito in furgone da MI nel primo pomeriggio e mi avrebbe raccattato a VI: molto poco poetico.
Ci restava la speranza di farci una sgroppata serale sul Meduna Cellina, e poi decidere se fare una levataccia all'alba per fare gli 80 km tra le grave e Ravascletto in moto, oppure farli in trasferta notturna, con furgone.

CRAZY RAVASCLETTO'S DOWN TOWN NIGHT

E così, dopo 6 anni dalla nostra ultima, nonché prima, uscita insieme, io e Muz ci ritroviamo di persona, al casello di VI. Si parte verso est con la speranza di fare qualcosa in Friuli: sembra incredibile, ma un motociclista di lungo corso come Mario non è mai stato sulle grave, sarebbe bello colmare questa lacuna assieme.
Ma l'Esodo Estivo affonda definitivamente il programmone: dopo 2 ore siamo ancora intruppati nel passante di Mestre, invece di essere a PN in vista dei magredi. Ma il tempo in auto scorre veloce, fra chiacchiere varie: si parla degli amici in comune, di moto, è interessante sentirlo raccontare di retroscena di articoli, personaggi, eventi. In autostrada s incrociano auto carrellate con moto racing, vanno sicuramente alla cavalcata anche loro.
Noi si rinuncia del tutto al programmone, per raggiungere in unica tirata Ravascletto, dove giungiamo alle 9 e passa, con la speranza ultima di piantare la tenda in qualche tornate panoramico della Panoramica delle Vette, per svegliarsi l'indomani con il sole che ci indora. Ma promette pioggia, e qualche goccia già cade.
Ancora prima di giungere a Rascletto ci accolgono 2 amici del Muz, con cui si va a cena.
Sono Andy Randy e il Visconte: genovesi sessantenni, amici da una vita, motociclisti da una vita, gran signori, in sella a 2 curatissime BMW a 2 valvole, messe giù da fuoristrada, con ammortizzatori e forcelle rovesciate WP; anche l'abbigliamento è griffato BMW, sembrano 2 ufficiali delle Dakar anni 80!
Ravascletto è una metropoli di 625 abitanti (scritto su un cartello in paese), posta a ridosso della sella di Valcalda, un passo sui 900 metri che separa il massiccio del monte Crostis dallo Zoncolan; Ravascletto uptown è la parte vecchia, con il centro e la chiesa; nella parte downtown ci sono altri alberghi, seconde case, gli impianti di risalita.
Andiamo in centro con una missione: mangiare il frico, la buonissima pietanza fatta di polenta e formaggio fuso, tipica del Friuli!
Si rivela una “mission impossibile”: negli alberghi non ci fanno da mangiare, allora convinco il gruppo ad andare nella downtown, alla pizzeria “Scaletta”, dove mangiai l'anno prima.
Figura di mierda mia, non fanno il frico, solo pizze.
La cena è comunque piacevole in tale compagnia; andando in giro con Mario ad una cavalcata si è osservati peggio che avere la Canalis a fianco: ci sono quelli che lo guardano di sottecchi “Ma quello non è il Ciaccia di MF?”, quelli spudorati che si auto presentano “Piacere Ciaccia, sono un tuo lettore!”, insomma una star! E l'indomani sarà pure peggio.
Per fortuna ci sono anche simpaticissimi amici ed amici degli amici che ci vengono a salutare, come Gian e Maremoto di endurostradali.
Al momento di uscire dal locale la doccia fredda: piove a dirotto, “l'uragano Paulazzo” lo battezzerà Muz: penso alle mie gomme finite, e una vocina mi dice che l'indomani potrebbero essere cazzi amari per me! Andy Randy e il Visconte si fanno la doccia fino al paese dove alloggiano, io e il Muz dobbiamo rinunciare alla romantica tendata in quota; unica scappatoia, dormire in furgone, che piazziamo sotto un tendone, per scoprire subito dopo che ci siamo messi proprio di fronte agli uffici della cavalcata.
Torniamo alla “Scaletta” per espletare il bisogni fisiologici, ma la situazione è mutata: il locale è invaso di giovani ubriaconi che urlano a squarciagola, mentre altri avvinazzati giocano in un angolo ad una specie di morra; Mario si intristisce, io mi diverto ad osservare questo contesto, tipo il barista, ubriaco pure lui, che quando gli passo l'ordinazione di Mario, thè caldo a l limone, mi guarda come fossi un maniaco sessuale: “ è per il mio amico” gli dico imbarazzato, e subito rimedio con una birra per me!
Dopo questo stralcio di vita notturna ci infiliamo nel sacco a pelo, ma sarà dura: il materassino è forato e si sgonfia, mi trovo a dormire metà sul pianale, poi Mario russa come un 6 cilindri scarburato, almeno fosse sincronizzato mi cullerebbe, invece no, e per finire verso mattina mi frana addosso. Alle 5.30 dico basta, mi alzo e vado a spasso per Ravascletto down town, fra i camper degli enduristi.

Immagine
La nostra alcova.


BOCCIATI!

Cammino per un'ora avanti e indietro per la strada, fa pure freddo, non c'è un cane, i bar sono chiusi; finalmente in fondo al piazzale un capannello di enduristi si anima attorno ad un mezzo d'epoca, e mi avvicino. C'è un incredibile signore in tuta verde da meccanico che si affaccenda attorno ad una splendida moto inglese da trial, una Greeves Pathfinder 175 del 1970, quasi 40 anni! Bellissima! Tutta in metallo, mi sa che solo manopole e cavi sono in materiale plastico; di questa moto avevo letto un articolo proprio su Motociclismo molti anni fa, monta il motore austriaco Puch 175, fu uno degli ultimi acuti della produzione inglese nel campo del trial, prima che le spagnole invadessero il mercato. Il suo pilota, Mr. Grasso, invece lo avevo già visto, anch'esso su MF, fotografato su qualche cavalcata, e citato come padre di una giovane ralllysta: anch'io, nel 2036, voglio andare alle cavalcate con la mia vecchia Honda XR400, ed avere la figlia, od ormai la nipote, che corre gare di enduro/rally!
Certo che queste moto d'epoca sono belle, ma anche un po trappole: il mezzo pare perfetto ed in piena efficienza, ma Grasso si affaccenda a sistemare questo, a controllare quello, e poi l'olio per la miscela, il cavo che non torna … la mia Honda l'ho caricata sul furgone sporca ancora del fango dell'ultima uscita con i bruchi, senza il minimo controllo.

Immagine
Il piazzale si anima; notare il furgone di MF schiacciato dall'arco gonfiabile.

Finalmente il Ciaccia si sveglia, e si sono svegliati anche gli organizzatori, è tutto un lavoro: gonfiano l”arco di trionfo”, aprono la segreteria, preparano i tavoli per lo stand gastronomico, attaccano la musica … nel frattempo andiamo a fare colazione nell'albergo dove alloggiano 2 suoi amici, il mitico Coscienza Sporca, di cui ho letto tante avventure con Muz, alla cavalcata con Big Carlos, pilota sopraffino di Gas Gas 300.
Di nuovo alla partenza, Muz sparisce, forse per fare la cacca, non ricordo … fatto sta che mentre aspetto davanti al furgone di MF si avvicina un tizio e mi fa:”Sei di MF?”
Io:”Beh … bi ...boh ...”
Tizio:”Io ho la prima Rejiu 450 in ITALIA! Se vuoi fotografarla ...”
Dopo qualche secondo realizzo che la Rejiu è una marca di moto spagnola, che avesse un 450 in catalogo non lo sapevo, questo mi ha scambiato per uno che conta e vuole pubblicizzare la sua moto, potrei fingermi chissà chi “OK dopo passo ma almeno fammela guidare per mezza cavalcata ...” ma lascio perdere “sono solo un amico, quando torna glielo dico”.

Immagine
Fra tutte le moto fotografabili e fotografate, propongo solo questa: una pregevole XR600 1° serie, quella col carburatore doppio, famosa spaccacaviglie.

Andiamo dagli organizzatori, che ci spiegano la storia della prova: una salitona poco fuori il paese, da fare sotto gli occhi dei marshall per poi formare gruppi di pari livello. Muz sparisce a fare benzina, io mi cucco tutta la fila per ritirare pettorale e buoni pasto per i ristori; troppo bello quando al mio turno posso chiedere: “Anche Noi della stampa abbiamo i pettorali?” e quello mi da pettorali, una manciata di buoni per i ristori (1 al sabato e ben 4 la domenica), il tutto gratis!!!!!! Erano 40 € per il sabato e 45 per la domenica, 75 € in abbinata, mica bruscolini di questi tempi.
Ovviamente anche l'organizzatore vuole la sua parte, mi raccomanda di fermarci ai ristori, intervistare i locandieri, fare foto alle loto mangiatoie … ma lo capisco, e capirò ancor di più alla fine di tutto, hanno messo su un evento grandioso, non oso immaginare che razza di promesse abbiano fatto in giro pur di avere permessi ed appoggi.
Lo speaker chiama alla prova, ma Muz non c'è! Gli telefono, ma il mariolo è già appostato alla salitona dell'esame.
Inizia il ballo!
Esco dal paese per un paio di km, fino ad incontrare, in un tornante gli enduristi in coda per la prova, a cui mi accodo , in compagnia di Coscienza Sporca e Big Carlos.

Immagine
Esaminandi in coda.

Il tratto ”cronometrato” non inizia subito alla fine dell'asfalto, ma ben dentro il bosco; già nell'accesso alla partenza c'è gente che si pianta e spinge, cominciamo bene!
Trattasi di una carrareccia abbastanza larga, 2-3 metri, ma dal fondo di pietre viscide con radici, molto umido dopo il temporale della notte, e le decine di moto che ci stanno passando sopra non fanno che peggiorare le cose.
Arriva il mio turno: parto con qualche difficoltà, ma poi trovo un buon ritmo, supero anche qualche pilota fermo, un marshall mi fa “OK” e mi indica un sentiero in piano: FATTA! Credo...
In realtà è solo la prima parte; il sentierino si riduce ad un monotraccia largo come la ruota, guada un torrentello, fa un tornante, ed ecco di nuovo una rampaccia tutta canali e fango da affrontare, con i marshall che osservano; imbocco un canale, ma una pietra delle dimensioni di una anguria mi ferma: non ho abbastanza potenza per salire, ed accelerando la gomma usurata non fa presa, gira inutilmente a vuoto.
Qui sono succube della sindrome da gara, o da cavalcata: se fossi solo, o con amici, mi fermerei, metterei la moto in cavalletto, sposterei la pietra e con minima fatica ripartirei; oppure tornerei a valle per riprovare. Invece, pressato dai partecipanti che continuano ad arrivare, con gli occhi dei marshall addosso, continuo a spingere, senza speranza alcuna di uscirne da solo, affaticandomi solamente! Quando l'esaminatore ha deciso che ho sofferto abbastanza, mi da una spinta e riparto.

Immagine
Il tratto finale della prova.

L'ultimissimo pezzo è una rampa ripida che faccio a velocità ridotta, il culo in fondo alla sella per schiacciare la ruota motrice ed avere un minimo di trazione: brutto da vedere, non spettacolare come ammirare un 520 arrivare sparato in monoruota, ma arrivo in cima. Ma ecco la doccia fredda, il marshall sentenzia: “è così tutto il giorno, guarda, è meglio se fai il soft...”
Mi ha bocciato! Che vergogna! Non mi sentivo così umiliato da quando feci segna muta col prof di filosofia sulla Critica della Ragion Pura, e me la cavai dicendo che “avevo avuto una crisi gnoseologica”.
Balbettando dico al tizio “Ma io sono con MARIO CIACCIA, IL GIORNALISTA, dobbiamo fare l'articolo sulla cavalcata, dobbiamo fare l'hard!” ed indico la moto di Mario, la Beta Alp; e il marshall, schifato,: “Ma con quella l'hard non la fate di sicuro, voi fate il soft”. Depressione caspica.
Intanto Muz ha finito la sessione di foto, lo rendo edotto della questione, si ciancia un po' col l'esaminatore, alla fine mi cancella il segno del soft, e mi fa quello hard, a nostro rischio e pericolo.
Affranti scendiamo verso la partenza.
Quivi troviamo Andy Randy e il Visconte, in partenza per il percorso soft x bicilindriche: c'è di tutto, dalla HP2 messa giù da guerra fino alla Caponord con gomme stradali … mah!
Siamo in 4, io, Muz, Coscienza e Carlos, indecisi su cosa fare; Mario ha già abbastanza foto per il servizio, io sono preoccupato per la gomma, Coscienza non vuole faticare … ci diciamo che tanto vale fare il soft, ma stiamo fermi … e parte il primo gruppo soft, il secondo, il terzo, ecc. ecc. … e noi non ci muoviamo; alla fine rimane solo il gruppo HARD, e a momenti perdevamo pure quello!
Ci accodiamo ultimi, Coscienza, Carlos, io alle spalle di Muz, per esigenze fotografiche.
siamo in tutto 23 moto, comprese 3 guide.

Immagine
La commissione d'esame.

Immagine
Da sx: Big Carlos, Muz e Coscienza Sporca.

Immagine
Partono le bicilindriche: notare gomme stradali e “scarp da tennis”.

Immagine
Visconte e la libidinosa BMW TAG 1000; dietro di lui “0433” speaker e spammer nel web della manifestazione.

Immagine
Visconte ed Andy Randy.

Immagine
La partenza di un gruppo di enduristi “mono”del giro soft.


HARDISSIMISSIMO!

Si comincia salendo per la strada di servizio alle piste da sci, per poi rifare, ma in discesa il percorso della prova d'esame, dove già si forma, inspiegabilmente il primo tappo. Poi riprendiamo a vagare nei boschi di abeti alle pendici del monte Zoncolan. Il terreno è tipico di queste foreste, un sottile strato di humus che ricopre un fondo roccioso a scaglie, la pendenza è decisamente elevata; sul momento non mi pare nulla di speciale, ma ben presto mi ricrederò.

Immagine
Primo tappo dell'Hard.

Come è strutturato il giro?
Sfrutta tutte le possibilità di questo monte; la foresta è un vero labirinto di strade forestali e carrarecce, a servizio di boscaioli e impianti da sci, e queste sono facili; ma fra di loro ci sono sentieri che salgono diretti nel bosco, per la massima pendenza, ed su questi che ci portano i marshall! In sostanza continuiamo a salire e scendere per questi budelli nel bosco, ed ogni tanto uno scalino od un ostacolo più difficile degli altri obbliga quasi tutti a spingere o a farsi spingere.
Quando raggiungiamo una carrareccia dove tirare il fiato, è sempre per brevi minuti, poi ci rituffiamo nell'inferno verde.
In alcuni tratti facciamo dei veri e propri fuori pista nella foresta vergine; io e Muz ci attardiamo a fare foto, e in un attimo tutti sono spariti!
Proviamo a scendere, slalomando fra gli abeti neanche fossimo su una pista da sci, finchè non ritroviamo una guida, ed ovviamente si riprende a salire!
Non pensavo facessimo un off-road così spinto, sopratutto così fuori da ogni traccia di percorso: possibile che siano autorizzati, che alla forestale vada bene che ariamo il bosco intonso?
Speriamo di non scoprirlo!
Si fa molta strada, ma con questo continuo sali e scendi, avanzare in una direzione e poi fare il contrario, sembra sempre di essere allo stesso punto: la foresta è sempre più fitta che mai, le case di Ravascletto si intravedono piccole in basso, i pascoli sommitali del monte … chi li vede?


Immagine
E mò dove andiamo?

Immagine
2 tappo hard.

Il 2° tappo è così strutturato: tornante secco a sx, seguito da salitona che si impenna sempre più; da dove sono non riesco a vedere il finale, scorgo solamente le moto sparire, poi strida e gemiti di dolore di chi si schianta o spinge; al mio turno parto deciso, faccio bene il tornante e prendo slancio sulla salitona, che essendo cosparsa di sassi viscidi è assai infida; poi, nel lato che non vedevo, si fa un semi tornante ripido a dx, con gradini e radici; avrei abbastanza inerzia per passare, ma un pilota fermo mi occlude la traiettoria migliore e debbo tentare il passaggio all'interno, ma mi pianto a 2 metri dalla vetta; rischio di cadere, scendo dalla moto e spingo, ma da solo non riesco ad avanzare, subito 3 o 4 mi vengono a spingere, e sono in cima!
Stesso copione per Mario, che arriva per ultimo dopo aver fatto foto su foto.

Immagine
Muz esce dal 2° hard.

Nella ressa ho pure perso il cellulare, ma incredibilmente qualcuno lo vede, lo raccoglie, e più tardi mi verrà restituito dal marshall!
Si riprende con lo stesso copione; dire che il terreno è sdrucciolevole è dir poco, avanzare mi costa una fatica bestia, se accelero troppo la moto scoda per via del tassello finito, allora perdo velocità e mi tocca calare le marce, spengo il cervello e giro di più il gas, ma la prima scava, e allora giù di gran pedate per tenere dritta la moto ed avanzare: è lo “zampetting” tecnica di guida cara a Muz!
Sto facendo una fatica boia e non mi sto divertendo, e poi sono sempre troppo vestito, ho un marsupio pesantissimo per via della ferramenta che mi porto addosso, e la giacca (pur senza maniche) mi serve per macchina fotografica, documenti, occhiali, ma mi fa fare la sauna in questa foresta tropicale di Carnia!
Ma ecco che ho una visione, mi appare il Maestro, che mi dice:”Luke ... usa la forza ...” No, errore, non è Obi Uan Kenobi di Guerre Stellari, ascolto meglio, ricordo il mio maestro di enduro che diceva:”Alves … usa la seconda … e la frizione!”; grazie! 2 dita sulla frizione, seconda, cervello collegato, e riprendo a salire alla grande.
Ma il 2° hard ridimensionerà il mio ego.
Sto avanzando bel bello su un tappeto di “rolling stones”, quando il gruppo si ferma sotto ad una scogliera verticale piantata nel mezzo della foresta; il sentiero ci passa in mezzo, in una specie di trincea che sembra fatta da una smisurata spada che ha spaccato in 2 la terra; la pendenza è elevata, e perdi più nel punto di massima pendenza un groviglio di radici e scalini di pietra formano un gradino di mezzo metro oltremodo ostico.

Immagine
Io me medesimo dopo il 2° hard (notare l'infame cerchio cancellato sul pettorale!).

Immagine
In attesa di immolarsi sul 3° hardissimo.

Immagine
Muz si appropinqua al 3° hardissimo, in zampetting.

Immagine
Pure i marshall si fanno spingere qui!

Immagine
Figurati i comuni mortali …

è significativo che solo la prima guida, se non ricordo male, sia riuscita a passare indenne; praticamente nessuno, a parte qualche raro ultramanico, riesce a superare l'ostacolo da solo.
Comico che ogni tanto, quando il malcapitato di turno è passato, nessuno si affretti a partire, e dall'alto si senta il marshall gridare:”Allora, il prossimo!”.
Quando tocca a me, mi sono studiato cm x cm la salita, prima tutto a dx per acquisire velocità, poi tutto a sx dentro la chicane per evitare dei grossi sassi, indi tutto a dx per sfruttare un invito al gradino di radici: va anche bene, ma quando sono sotto al gradino riesco solo a buttare su l'anteriore, la ruota motrice si blocca inesorabilmente, e la compagnia della spinta fa il resto, spingendomi su.
Ma non è finita; oltre la “madre di tute le radici” ce ne sono altre piccole, e una di queste mi fa scivolare la ruota posteriore oltre il ciglio del sentiero, sospesa sull'abisso: sono così stanco che non ce la faccio a rimettere la moto sul sentiero, una cosa da nulla da freschi, e, con somma umiliazione, devono venire a tirarmi fuori.
Quando tutti sono passati, finalmente usciamo in una tornante di una sterrata, dove mi accascio a terra.

Immagine
Ogni tanto si respira.

ARRIBA ARRIGO!

Sono 2 ore che guidiamo così, e francamente non mi sto divertendo.
Scendiamo lungo la sterrata, quando incrociamo un altro gruppo “ a ramengo” per i boschi, ci fermiamo e le guide parlano fra loro lungamente.
In quei frangenti non capivo granché con l'unico neurone ancora funzionante, solo dopo ho ricostruito il tutto. Mentre noi ci immolavamo sulle pietraie dello Zoncolan, ad altri era andata peggio (o meglio, a seconda dei punti di vista!): si narra di guide inesperte che, di fronte a fili tirati, cancelli chiusi, abbiano fatto dietro front piantando in asso i partecipanti, i quali infuriati, sono tornati alla partenza per linciare gli organizzatori, mentre altri giravano a caso nei boschi, o venivano messi al seguito di altre guide richiamate in fretta e furia.
Una di queste è l'Arrigo, richiamato in servizio nonostante il maldischiena, che sta conducendo il gruppo che abbiamo incontrato; le nostre guide, stanche di spingere, invitano caldamente tutti quelli che non ce la fanno a “fare da soli” ad andare con Arrigo. Si forma così un nuovo gruppo di almeno 20 moto di tutti i tipi, compresi 1 KTM LC4 e un BMW X-Challenge (che vanno come treni sti 2, è un piacere stargli dietro ed osservarli in azione!), mentre i rimanenti ultra manici se ne vanno per la loro strada, fatta di sentieri da capre.
Noi 4 ci accodiamo al CRF di Arrigo.
Non è che inizialmente le cose cambino molto; Arrigo ci fa scendere per sentieri ripidi e accidentati, dove è un attimo capotarsi in avanti. Si raggiunge l'asfalto dove facciamo rifornimento e pausa bar, ma poi ritorniamo a salire per mule impervie come prima; una pare fosse il trasferimento di non so che gara, è talmente ripida che a terra sono state posate delle grate di ferro per aumentare la trazione .
Ma poi le cose cambiano.
Arry ci porta su una serie di panoramicissime sterrate che corrono alte sul canale di Gorto, la vallata di Ovaro, fino al paese di Trava, dove, come un branco di sciacalli, invadiamo la trattoria del ristoro. Sporchi e mezzi nudi, spazzoliamo tutto quello che il taverniere ci serve: un ottimo primo alla carne e funghi, e poi ancora carne, polenta e finalmente il frico: un pranzo leggero, come da tradizione enduristica!

Immagine
4° hard: il pilota su in lato ha sofferto come un porco: cadute, spinte, raspate a vuoto, e tutto da solo! Nessuno aveva energie di salire fin là ad aiutarlo.

Immagine
Arrigo al comando.

Immagine
Nella piazza di Trava.

Immagine
C'è sempre una gomma da riparare; Big Carlos al lavoro.


LA TRAVERSATA DEL MONTE ARVENIS E ZONCOLAN

Ma è nella seconda parte del pomeriggio che Arrigo da il meglio di se, e ci offre un giro da favola.
Dopo un po' di asfalto per guadagnare tempo, entriamo in un canyon chiuso da pareti rocciose incombenti, con la sterrata che corre fianco a fianco al torrente: molto bello, peccato non aver avuto il tempo di fotografare.
Dove la sterrata finisce noi si sale ancora per un mixi di sentieri erbosi e carrarecce nel bosco; superiamo un paio di punti un po' più difficili, ma nulla in confronto col mattino.
È bellissimo, attorno solo montagne, montagne, montagne in ogni dove, con pochissime costruzioni, e quando superiamo la quota limite del bosco ci troviamo a guidare nei pascoli d'alta quota, la situazione che prediligo, verso malghe dai camini fumanti, adagiate ai piedi di maestosi diedri di roccia, mentre lo sguardo spazia per valli e monti in ogni direzione.
Lo stesso Arrigo, che subito sembrava un po antipatico, sembrava tirarsela per essere il salvatore di noi pseudo enduristi, in realtà è un simpaticone, ci spiega di questo e di quello, ci racconta dei cervi e dei boschi, e continua a dire, indicando valli e monti “Qua, è tutto mio!” e mi ricorda quella novella del Verga, “La Roba”, dove c'era quel ricco avaro, Mazzarò, che era tutto suo!
Aggiriamo in senso antiorario il monte Arvenis, e perveniamo sulla sella dello Zoncolan, il pianoro sommitale dove arrivano le piste da sci. Questo per me è il massimo: l'anno prima avevo messo in programma lo Zoncolan, ma solo come giro asfaltato: pur se bitumata, è nota come una delle salite più ripide del ciclismo, era un obbligo culturale percorrerla in moto; ma dalle mappe non avevo scoperto percorsi off degli di nota, mai avrei immaginato di fare una traversata simile.
Arrigo è pure un maestro di vita: faccio attendere tutto il gruppo per un telefonata da casa, non posso esimermi dal giustificarmi: Alves:”Pare impossibile, ogni volta che la moglie dice di andare a fare un giro si finisce a far shopping e centri commerciali, oggi che non ci sono ha pensato bene di farsi un giro in montagna da sola con i figli e adesso si trova su un passo a 1.700 m.s.l.m. E non sa che strada fare, e mi chiede di spiegargliela!” E Arrigo:”Eh, le donne, bisogna prendere un grosso bastone e ...” un artista delle relazioni fra i sessi. E non parliamo dell'enduro; di fronte alla ennesima rampa dove tutti passano uno alla volta con difficoltà, sentenzia:”Per l'enduro estremo va bene solo il 2T, per le altre non ce n'è!” e detto da uno che guida con maestria un CRF450 è tutto dire!
Arrigo però non si smentisce: il giro non è finito, per scendere ci farà rifare i temibili boschi dello Zoncolan, dove non mancheranno discese al cardiopalma e piccoli strappi in salita da affrontare con calma e decisione: ma ormai siamo (s)fatti, e senza batter ciglio concludiamo il favoloso pomeriggio, raggiungendo Ravascletto verso le 19.00, con all'attivo circa 90 km di fuoristrada.

Immagine
Panoramica sulla valle del Tagliamento.

Immagine
Rampaccia viscida sul monte Arvenis.

Immagine
Landascape.

Immagine
Sosta per ricompattare il gruppo.

Immagine
Coscienza.

Immagine
Verso il monte Arvenis.

Immagine
Malghe d'alta quota.

Immagine
Pausa in quota.

Immagine
Muz & Alp.

Immagine
Muz il profeta ci indica la terra Promessa.

Immagine
Relax.

Immagine
Zoncolan, il monumento a Pantani.

Immagine
Col gilet giallo, il mitico Arrigo!

SUNSET PANORAMIC PIKES

Siamo finalmente a Ravascletto, abbiamo fatto un centinaio di km tosti, siamo ragionevolmente stanchi: niente di meglio di un altro giro in moto, per rilassarsi!
Scherzi a parte, io sarei stato anche sazio di moto, ma sopra di noi c'è la Panoramica delle Vette, sterrata che sale a 2.000 metri, non inclusa nel giro di domani; io l'ho già fatta, ma Muz no, e sarebbe un delitto non farla, è un dovere culturale!
E ne valeva la pena: usciti dal bosco ci troviamo a guidare nelle praterie d'alta quota, mentre la strada si snoda tenacemente attaccata ai pendi scoscesi, il burrone costantemente a lato.
Non ha nulla da invidiare alla Via del Sale o ad altre rinomate rotabili delle Alpi occidentali, se non la lunghezza: la P.d.V. Misura non più di 30 km, di cui metà sterrati. In una solitaria malga 3 moto enduro riposano all'esterno dell'edificio, come cavalli del selvaggio west al di fuori del saloon, mentre in una curva panoramicissima un piccolo camper si appresta a passare la notte: avevamo visto giusto a rimanere qui, ma ci tocca scendere in un banale, confortevole albergo. Una piacevolissima cena con AndyRandy, il Visconte, Coscienza Sporca e Big Carlos concluderà la giornata.

Immagine
Panoramica delle vette al Tramonto.

Continua…

Ciao
Alves

Avatar utente
walterxr
Messaggi: 7
Iscritto il: sab 08 ago, 2009 12:48 pm
Località: VR - TN

CAVALCATA CARNICA 2009 I

Messaggio da walterxr » gio 17 set, 2009 9:56 pm

"...ci infiliamo nel sacco a pelo, ma sarà dura: il materassino è forato e si sgonfia, mi trovo a dormire metà sul pianale, poi Mario russa come un 6 cilindri scarburato, almeno fosse sincronizzato mi cullerebbe, invece no, e per finire verso mattina mi frana addosso. Alle 5.30 dico basta, mi alzo e vado a spasso per Ravascletto down town..."



Già l'introduzione è uno spasso, conoscendo il Muz poi...
Il resto del racconto me lo sono letto d'un fiato e non sono andato neppure a cenare, tanto è avvincente. Mi sembrava di essere lì insieme a voi!

PS io non amo le cavalcate, come te preferisco 50 km o anche meno da scoprire che 100 di frecce e di tappi, ma questa mi tenta davvero..

magobix
Messaggi: 119
Iscritto il: lun 10 nov, 2008 11:23 am

CAVALCATA CARNICA 2009 I

Messaggio da magobix » ven 18 set, 2009 9:28 pm

Avvincente e degno di un endurista selvaggio :o
Aspetto la prossima parte :lol:

alp
Messaggi: 1368
Iscritto il: dom 11 feb, 2007 10:10 pm
Località: Reggio Calabria

CAVALCATA CARNICA 2009 I

Messaggio da alp » sab 19 set, 2009 11:05 pm

Alves, è semplicemente bellissima questa storia raccontata da te, specie dopo aver letto l'articolo di Mario Ciaccia su Motociclismo FUORIstrada.

Per noi che non ci siamo stati... beh, sembra quasi di aver assaggiato queste fantastiche sterrate.

Non c'è dubbio che il primo vero romanziere dell'enduro è proprio il nostro SuperHank.
A presto e...
Buon motortrip,

alp

Avatar utente
g91r
Messaggi: 10
Iscritto il: sab 24 ott, 2009 2:41 pm

CAVALCATA CARNICA 2009 I

Messaggio da g91r » gio 29 ott, 2009 9:55 pm

:shock: non ho parole bellissimi posti e il racconto è fatto davvero bene. complimenti
lumachetassellate.jimdo.com

husqvarna100
Messaggi: 2247
Iscritto il: ven 02 mag, 2008 11:39 pm
Località: varese

CAVALCATA CARNICA 2009 I

Messaggio da husqvarna100 » gio 29 ott, 2009 11:44 pm

Alves sei un mito.
Bravo.

Ciao.
Claudio.

Avatar utente
Juha
Messaggi: 11
Iscritto il: lun 16 giu, 2008 11:45 am
Località: valleogra

CAVALCATA CARNICA 2009 I

Messaggio da Juha » dom 01 nov, 2009 6:25 pm

Finalmente ho avuto la tranquillità per poter leggere il tuo racconto.
Compilmenti Alves!!

SuperHank
Messaggi: 689
Iscritto il: lun 04 giu, 2007 12:42 pm
Località: Vicenza

CAVALCATA CARNICA 2009 I

Messaggio da SuperHank » dom 01 nov, 2009 6:49 pm

Juha ha scritto:Finalmente ho avuto la tranquillità per poter leggere il tuo racconto.
L'hai letta anche la seconda parte? come paesaggi è pure meglio!

Grazie a tutti dei complimenti.
Ciao
Alves

Avatar utente
Juha
Messaggi: 11
Iscritto il: lun 16 giu, 2008 11:45 am
Località: valleogra

CAVALCATA CARNICA 2009 I

Messaggio da Juha » dom 01 nov, 2009 7:49 pm

SuperHank ha scritto: L'hai letta anche la seconda parte? come paesaggi è pure meglio!

Alves
Appena finita, che dire... una meraviglia!!! Non amo le cavalcate, ma i posti che avete percorso sono a dir poco stupendi, mi sa che per il 2010 ci faccio un pensiero :wink:

Avatar utente
katanaman
Messaggi: 55
Iscritto il: lun 31 dic, 2007 1:33 pm
Località: udine

frico

Messaggio da katanaman » lun 02 nov, 2009 11:29 am

La prossim volta che ti metti in direzione est, fammi un fischio , e prometto che il frico te lo preparo io, è una mia specialità.
Ah comunque non è composto da polenta e formaggio fuso, è un mix di patate e formaggio, a meno che tu non voglia il frico friabile, che è un mix di formaggi.
Mandi Gianluca :D
Suzuki V-Strom 650
Montesa Cota 4RT

Rispondi