[size=150]ATTENZIONE[/size]: oggi dalle 13:00 circa il forum sara' utilizzabile in sola lettura per operazioni di manutenzione. L'operazione dovrebbe durare alcuni minuti,

MOTORALLY DELLA LAGUNA VENETA

Qui troverai resoconti di escursioni e raduni realizzati in Piemonte, Lombardia, Liguria, Valle D'Aosta, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna
Rispondi
SuperHank
Messaggi: 689
Iscritto il: lun 04 giu, 2007 12:42 pm
Località: Vicenza

MOTORALLY DELLA LAGUNA VENETA

Messaggio da SuperHank » sab 27 mar, 2010 3:24 am

Assolutamente non motoalpinistico, ma consentitemi ...

MOTORALLY DELLA LAGUNA VENETA
Di come ho vinto la mia prima gara!

VEDO, PREVEDO, STRAVEDO …
Devo possedere qualche facoltà di inconsapevole divinazione, che però funziona solo in negativo: penso ad una cosa che mai accadrà, e quella puntualmente accade!
Estate 2009: nel mio articoletto su MF descrivo la situazione dell'enduro in Veneto come assolutamente priva di eventi organizzati ufficialmente come le cavalcate, di cui auspico la venuta, ma con la stessa inutile speranza con cui si perora la causa della pace nel mondo ... e BAM!!! 2 mesi dopo il MC Spinea mi organizza una cavalcata, motocavalcata dei forti , proprio nei monti sopra casa!
Inverno 2010: sbavo saliva sul n° xx di MF, dove c'è una retrospettiva sui motorally anni 80, stessa cosa sulla tastiera del PC, al sito soloenduro, motorally vintage , un emozionante 3d su gare di cui so poco o nulla, corse pure nella mia regione, come il Faraone's rally in Polesine e il motorally della Laguna Veneta; immaginavo e sognavo come doveva essere stato bello, negli anni 80, vivere queste piccole avventure ... e BAM! Scopro che il solito MC Spinea organizza la rievocazione del Motorally della Laguna in versione non competitiva, il 14 marzo 2010, 19 anni dopo l'ultima edizione!
Adesso sto provando con tutte le forze a pensare che non vincerò mai la lotteria, ma non vinco nulla: la mia magia funziona solo con le moto!

DE MOTORALLYBUS PREPARATIONEM
Il motorally è una gara dove ti danno un rotolo simile alla carta igienica, il road-book, da mettere in un scatolotto sul manubrio, il porta road-book, con su scritti numeri, freccette, disegni, le cosiddette “note”, e combinando queste indicazioni con la rilevazione del contakm, devi trovare da te il percorso: evidente la differenza dall'enduro, in cui corsi un paio d'anni, dove il percorso è “frecciato”, indicato da frecce. Il motorally era nato sulla scia delle maratone africane, per dar modo anche a chi non poteva andare in Africa di provare emozioni simili, vivere una gara avventura dove oltre alla corsa c'era la scoperta da se di un territorio; ancora si può dire che il motorally, pur essendo una competizione, è meno impegnativo per piloti e mezzi dell'enduro. Quest'ultima cosa si vedeva chiaramente un tempo, negli anni 80, nelle foto del parco mezzi di un motorally: non solo mezzi racing, ma anche enduro stradali; questo mi ha sempre affascinato, pensare che le moto che sognavo da quindicenne, le Aprilia Tuareg, RX, le Gilera RC, R1, le Cagiva, ecc. avevano avuto un trascorso “agonistico”.
Inoltre mi intrigava l'idea di correre in fuoristrada in un ambiente tanto diverso dalle solite montagne; intendiamoci, non c'è nulla che dia maggior soddisfazione di una mulattiera impestata nelle Prealpi, o un passo d'alta quota sterrato, ma ogni tanto è bello divagare, scoprire un modo diverso di fare enduro, c'è chi lo fa lungo i fiumi, chi attorno alle grandi città, andiamo a vedere come lo fanno in Laguna.
In men che non si dica mi iscrivevo al Motorally della Laguna, addirittura ero il sesto!
Il porta road-book l'avevo, un Acerbis ad avanzamento manuale, fondo di magazzino, l'esperienza di navigazione … pure, nel senso che già 2 volte avevo navigato col R-B.

Immagine
Cartina arrotolata.

La prima volta era stato un uso improprio, in quanto non ci avevo inserito delle note, ma la fotocopia ritagliata di una carta topografica relativa al fiume Brenta, per seguirlo tutto fino alla foce.

Immagine
Frasassi rally.

La seconda volta invece avevo proprio navigato, in quel di Frasassi, nelle Marche, Frasassi rally ; scaricato un R-B su internet, avevo provato a fare il giro secondo le indicazioni; tra errori miei ed errori madornali del R-B stesso, tipo nomi dei paesi sbagliati, ero presto andato in palla tra conteggio km da R-B e contakm della moto, e mi ero ridotto a girare a casaccio! Fondamentale sarebbe infatti, nel rally, avere un contakm parziale azzerrabile alla nota precedente, ossia che possa “tornare indietro” nei km fino alla ultima nota giusta.
Questo accessorio non lo possiedo, ma pensavo di usare a tal uopo il GPS nella modalità “dati di viaggio” impostando uno o più contakm parziali sul display.
Le moto le avevo, si trattava solo di scegliere quale; inizialmente pensavo al 750 Elefant Bifaro: gareggiare con un mezzo dell'89, perdipiù lontano parente delle bicilindriche vittoriose in terra d'Africa con Orioli e De Petri, aveva il suo fascino; e poi il percorso si annunciava facile, sterrate fra i campi e sugli argini, con molto asfalto. Infine io, solito megalomane, immaginavo di andare e venire dalla Laguna direttamente in sella, possibilmente facendo off lungo i fiumi, in caso di bisogno usando l'autostrada, quindi il 750 ci andava a pennello.

Immagine
Elefant “ready to race”.

Avevo già mezzo accordo di andare con l'amico Korradok e la sua Africa Twin, mentre col Ciaccia, che arrivava in loco la sera, si vagheggiava di fare parte del ritorno insieme, sempre lungo qualche fiume.
Sarebbe stato bello farla anche col 125 Cagiva, il Tamanaco “piccola Elefant”, per onorare lo spirito dei pionieri del motorally, ma non era a posto di gomme e revisione.
Ero già proiettato col 750, preparata la plancia da rally, spurgata la frizione idraulica, tallone d'Achille di questa moto, quando il Generale Inverno dava il suo ultimo colpo di coda: dapprima a marzo pioveva a dirotto, poi sul più bello, quando si sperava che asciugasse, la depressione baltica o siberiana che sia faceva nevicare in tutto il Veneto, Venezia compresa, a pochi giorni dal motorally!
Il MC Spinea avvisava della presenza sul percorso di fangoni assassini, a 3 gg dall'evento decidevo di andare sul sicuro e presentarmi al via con l'XR, che preparavo in tutta fretta solo 2 gg prima, montando la strumentazione e pure il serbatoio maggiorato della Acerbis da 22 L, una esagerazione ma che fa tanto pilotone da rally!
Korradok mi dava pacco alla discesa on the road, lui rinunciava alla Africa Twin e sarebbe venuto con la gloriosa XT550, ma caricata sul carrello, assieme all'amico GDZ kappadotato; il passaggio carrello me lo offriva, ma non riuscivo a combinare le operazioni di carico con lui, pertanto decidevo di fare in sella alla XR i circa 80 km fino a Fusina, nei pressi di Marghera, partenza del rally. Korradok mi suggeriva di contattare un gruppo di BMWisti di Vicenza, i “Magnasassi” (ossia Mangia sassi, parodia del sopranome dato al popolo vicentino, “Magnagati”, ovvero “Mangia gatti”, chissà per quale arcana origine...) che, tradendo la Casa dell'Elica, sarebbero andati direttamente in sella, per asfalto e strada statale, a Fusina, con delle venerande Honda XL600.

UN'ALBA RADIOSA?
Ma io voglio fare a modo mio, e volevo fare enduro anche nel trasferimento, per cui NON contattavo i Magnasassi e, solo soletto, alle 6.45 A.M. Di domenica 14 marzo, imboccavo il primo sterrato della campagna verso il mare.
Sull'argine del Timonchio andava tutto bene, che allegria correre in fuoristrada all'alba, accompagnati dai primi raggi di sole, mentre tutti sono ancora immersi nel sonno. Ad un tratto un balenare di specchi mi danzava sotto gli occhi, con orrore mi accorgevo di aver perso il coperchio in plexiglas del porta R-B! Mi fermavo, e con pazienza camminavo a ritroso lungo il sentiero: colpo di culo, ritrovavo il pezzo mancante; riparazione volante e via al galoppo. Ma mi rendevo conto che, continuando a sterrare, non sarei giunto in tempo utile a Fusina per l'iscrizione e le operazioni preliminari. Perciò a Vicenza prendevo l'autostrada, una vera goduria con una enduro “racing” come l'XR. Me ne stavo tranquillo in prima corsia ai 90 km/h, ma dopo Padova duplice sfiga: prima rompevo la corda del tachimetro/contakm originale dell'XR, un accessorio indispensabile per il motorally, fortuna che avevo avuto la pensata di portarmi il GPS! Seconda, ben peggiore, entravo in un banco di nebbia fittissima, da paura, la visibilità era di 20 metri massimo, perdipiù prima mi si ghiacciavano gli occhialoni da cross, poi gli occhiali da vista, visibilità ridotta a zero, poi toglievo anche quelli da vista, ma la miopia è troppa!
Comincio a pensare di aver fatto male ad usare l'XR, il doppio faro dell'Elefant qui sarebbe stato una garanzia di salvezza in più!
Dalla prima corsia passavo a guidare in quella di emergenza, da quella di emergenza passavo a guidare a filo del gard-rail, praticamente a passo d'uomo, sperando che nessun automezzo mi falciasse, data anche la mia scarsissima visibilità!
Per grazia di Dio appariva fra le nebbie un casello di uscita, Dolo, e senza indugio abbandonavo l'autostrada.
E chi trovavo fermi oltre la barriera? 1 BMW e 3-4 XL600: avevo raggiunto i “Magnasassi”!
Non avevo la minima idea di come, da quel luogo, raggiungere la SS della Riviera del Brenta ed arrivare a Fusina, sopratutto in quelle condizioni di visibilità: mi accodavo ai Magnasassi, che con calma trovavano la strada per la Riviera del Brenta ed indi per Fusina; nei pressi della laguna la fittissima cappa di nebbia lasciava il passo al sole, ma banchi di nebbia continueranno ad incrociarsi con il percorso del motorally per tutta la giornata.

Immagine
Piloti alla partenza.

Alle 9.15 ero finalmente al campeggio di Fusina, annunciato dall'aria rancida tipica della laguna, epicentro della manifestazione.
Incontravo subito il buon Korradok e la sua banda, tra cui una vecchia conoscenza, il mitico Yamafaga. Eravamo in 5-6 persone, ma solo io e Korradok avevamo il porta aR-B, per cui ci si accordava di aspettarci dopo il via e procedere assieme formando 2 gruppetti, in barba alle raccomandazioni date al briefing di viaggiare in solitaria, sia per vivere appieno lo spirito del motorally, cercare da se la strada, sia per non formare trenini di moto a zonzo per la campagna, dando fastidio agli abitanti delle zone.


Immagine
Il simpatico Yamafaga.

Iscrizione, gadget, controllo assicurazione, verifica sommaria della moto, consegna tabella di marcia da far vidimare ai controlli durante il percorso, consegna e montaggio R-B, facevo tutto in fretta ma mi perdevo l'inizio del briefing, dove ci dicevano, oltre alle solite raccomandazioni di rispettare tutto e tutti, che in una zona ci sarebbe stato un percorso frecciato: in una specie di palude si doveva per forza seguire il tracciato, uscirne poteva essere pericolo:”voi vedete 10 cm di erba verde e credete di poter passare , ma sotto potrebbe esserci un metro d'acqua!”
Comincio a pensare di aver fatto bene ad usare l'XR!
Cerco il Ciaccia ma non lo trovo, avrebbe dovuto essere in loco dalla sera prima col buon Baypiss, dopo aver fatto il fiuming dell'Adige, ma non risponde, sarà già appostato sul percorso per immortalare i partecipanti.
Partecipanti che non sono molti, 73 i partenti; questa manifestazione era sotto l'ala protettrice della FMI, tramite la formula “Hobby Sport”, che da copertura assicurativa agli organizzatori di eventi sportivi non competitivi, come le cavalcate. Quindi i partecipanti devono essere tesserati FMI, oppure fare la tessera giornaliera valevole solo per la manifestazione: solo che in questo caso la quota passava da 35 a 50 €, una bella botta di quattrini... logico che molti abbiano rinunciato; poi qualcuno si sarà spaventato dalla titolazione “motorally”, invece di “motocavalcata”, oppure non aveva il porta road book (ma per questi c'era il road book in formato A4 sciolti, da mettere su un comune portablocco da ufficio), oppure ritenevano i percorsi di pianura non interessanti.
Parco moto molto vario e perciò bellissimo, dalle racing enduro pistolate da rally, con castelletti di strumentazione degni della Dakar, a BMW a 2 e 4 valvole di tutti i tipi, bicilindriche Africa Twin messe giù da guerra, monocilindrici vecchi e nuovi di tutte le cilindrate, XR, TT, XT, DR, leggere 2T.

Immagine
Km 0,00.

La partenza veniva data in modo molto professionale, uno alla volta ad intervalli di 1'30” , con tanto di annuncio dello speaker di nome pilota e moto, direttore che dava i 10” di conto alla rovescia e notevolissima miss, (purtroppo non in costume date le temperature polari!); mi sentivo un pilotone, che bello, anche se non c'era classifica (credevo!) assaporavo le antiche sensazioni di quando gareggiavo nel Triveneto Enduro: sono un “gentlmen driver” mai corso per vincere o fare risultato, ma la competizione da sempre quel pizzico di adrenalina in più che anche il più bello o difficile dei giri turistici non avrà mai.

Immagine
Start.


IL RALLY
5,4,3,2,1...VIA! Ed eccomi in corsa.
Cerco il Korradok e Yamafaga, ma sono spariti; credo di trovarli più avanti, si saranno imboscati per non farsi vedere dall'organizzazione che facciamo un trenino, ma nulla, sono spariti! Ma non si doveva viaggiare assieme? Comincio ad avere il sospetto che quei loschi figuri vogliano “vincere” la gara, mi abbiano teso un tranello per sviarmi dall'ambitissimo trofeo!
Me ne vado da solo per la campagna veneta, seguendo le note del R-B; su asfalto è facile e divertente; dopo un po', un po' troppo a dirla tutta, ecco il primo, breve sterrato, sull'argine di un canale: difficoltà zero, lunghezza scarsa. Altro asfalto, in cui cicco una nota e finisco sulla strada Romea in direzione Ravenna (!), poi si entra in una azienda agricola che ha concesso il passaggio: dall'aia della fattoria un vecchio mi fa un cenno ambiguo, saluto, “vai piano”, o “vai a fan c..lo”?
Non lo saprò mai. Dalla sterrata inghiaiata, dura come marmo, si passa, dopo il primo controllo passaggio, all'argine fangoso di un canale di scolo, dove la vita è più movimentata, perché se non altro fare un dritto comporterebbe un tuffo nell'acqua gelida e putrida.

Immagine
Primi campi.

Immagine
Primi fossi.

Immagine
Paesaggio rurale.

Residui di neve della recente nevicata resistono sulle sponde dei canali, singolare ma non sufficiente a rendere inconsueto il paesaggio, altra storia se tutto fosse ancora innevato. Siamo nelle campagne del paese di Mira, il paesaggio non è granché, nonostante la piattezza del terreno non si ha la sensazione di vastità propria della pianura, ovunque all'orizzonte ci sono borgate, casali, strade; ma sinceramente non so dove nella pianura padana sia diverso: ricordo però la gara che corsi nelle Valli Grandi Veronesi, area di bonifica nel sud della provincia di VR, dove gli spazi mi parevano molto più dilatati.
Il percorso monta in groppa all'argine di un grosso canale, l'Idrovia Veneta, e sull'altra riva, in senso opposto, vedo passare altri partecipanti, tra cui Korradok e Yamafaga; mi lancio all'inseguimento, ma hanno troppo vantaggio.


Immagine
Chiuse.

Immagine
Un partecipante.

Immagine
Yamafaga in fuga.

LA PALUDE DEL FANGO VIVENTE
Di giro in giro ripassiamo per Malcontenta, dove imbocchiamo una stradina inghiaiata; incrocio un paio di BMW Adventure 1200 che tornano indietro, faccio segno con le dita se ho sbagliato strada, invece mi danno l'Ok per proseguire: sono arrivato al tratto “fettucciato”, il campo carri, la terribile palude dei Lagunari. È un luogo strano, campi incolti percorsi da canali e filari di siepi, punteggiati da strane costruzioni soffocate dalle piante rampicanti, lontane, basse costruzioni della caserma, una torre idrica a vigilare su tutto, e gruppi di moto, o singoli piloti, che vagano in mezzo a questa campagna, tra spruzzi di fango.


Immagine
Costruzioni misteriose 1.

Immagine
Costruzioni misteriose 2.

Immagine
Piccole pozzanghere.

Il fondo erboso è abbastanza consistente, ma nei punti di passaggio obbligato si sono formate pozzone di fango dove le moto sprofondano fino ai mozzi e si fa una fatica boia a tenerle.
Vedo più di un volo, e un paio di grandissimi in sella all'Africa Twin che, sprofondati nel guado più profondo, ne escono vincitori; non so se con l'Elefant sarei riuscito a passare …

Immagine
Percorso obbligato.

Immagine
La cisterna.

Immagine
La palude assassina.



Immagine
Grandissimi!


Immagine
Il nostro “non ricordo più il nome”!

Immagine
Korradok ai fanghi 1.

Immagine
Riparte.

Immagine
Korradok ai fanghi 2.

Immagine
Korradok ai fanghi 3.

Immagine
In navigazione nella palta.
Immagine
Uscita.

Edo ora il mio passaggio, immortalato da Gomez di endurostradali:

Immagine
Alves 1 (Foto by Gomez).

Immagine
Alves 2 (Foto by Gomez).

Immagine
Alves 3 (Foto by Gomez).

Immagine
Alves 4 (Foto by Gomez).

Immagine
Alves 5 (Foto by Gomez).

ENDURO URBANO
Al termine della palude ritrovo finalmente Korradok, Yamafaga & Co., si riparte insieme in direzione Jesolo Beach. Qui mi casca un po' l'umore: Mestre è una grande agglomerato urbano, lo attraversiamo tutto, ovviamente di fuoristrada nemmeno l'ombra; Jesolo poi è distantissimo, e ci faremo parecchi km di asfalto sulla odiosa strada che faccio da una vita quando vado al mare.
Però l'attraversamento della zona industriale portuale di Marghera ha un suo fascino decadente: i consunti edifici industriali di metà '900, le verticali grandezze di silos e gru, i binari ferroviari in ogni dove senza sbarre, le prostitute all'opera in pieno giorno, fa tutto molto “Fronte del Porto”.

Immagine
Enduro al porto.
Immagine
Piccioni.

LUNGO IL SILE
Dopo una tirata in asfalto attraverso Mestre, oltre l'aeroporto, finalmente si ritorna sullo sterro: da Portegrandi dapprima una sterrata arginale, che poi diventa un vero e proprio sentiero monotraccia, tutto a gobbe, dall'impegno fisico non indifferente, ci porta verso Caposile. È una sottile lingua di terra tra le acque, a sinistra ci accompagna il corso del Sile, ovvero il taglio che fecero i Veneziani per non farlo sfociare nella laguna veneta, col relativo rischio di interramento; a destra la laguna vera e propria, la valle di Cà Zane e la Palude Maggiore, con a sud-ovest le isole di Burano e Torcello.
Da Portegrandi continuiamo a seguire il Sile verso la foce, rimanendo sulla sponda destra, dapprima su fondo asfaltato, poi sterrato; c'è il sole, ma l'aria
Questo tratto del fiume viene chiamato anche “Piave Vecchia” in quanto era l'antico letto del Piave, anch'esso sfociante in laguna; prima i veneziani portaro il Piave fuori dalla laguna, verso Jesolo, poi lo spostarono ancora più in là, dov'è ora, sfociante a Cortellazzo; e il Sile andò a scorrere nella “Piave Vecchia”: tutto chiaro?

Immagine
Verso Caposile.

Immagine
Valle di Ca Zane.
Immagine
Banchi di nebbia.

Immagine
Monotraccia sull'argine.

JESOLO BEACH
Sul Sile perdiamo Yamafaga, che denunciava problemi di carburazione al suo TT350, ma finalmente trovo Ciaccia, il vecchio Baypiss e Giada, eclettica motociclista qui in sella ad una LC4: complimenti!
Io sono un po' stufo dell'asfalto, come già detto per me questi posti non sono nuovi, loro invece sono molto colpiti dall'ambiente lagunare, insolito scenario per una endurata. Ci promettiamo, concluso il rally, di tornare assieme verso ovest, facendo qualche fiume in off-road, da buoni amici.
Per stare con Ciaccia & Co. Perdo Korrado & Co., mi sa che il marrano vuole vincere a tutti i costi! con i nuovi compagni terminiamo il tratto sterrato del Sile fino a Jesolo Lido, dove il R-B ci fa andare verso la zona del faro, e, nella rediviva nebbia, entro nel fettucciato tracciato in spiaggia!
Non è un vero fettucciato, con curve, strette, tornanti, chicane, piuttosto è un attraversamento della spiaggia in senso longitudinale con semi curve che lo fanno sembrare la silhouette di un serpente marciante; ma basta e avanza, per i miei gusti; la sabbia delle nostre spiagge non è impalpabile e sottile come quella africana, è più grossa e pastosa; smossa fuori dalle decine di moto già transitate si è trasformata in un a giungla di canali intrecciati, dove le ruote non hanno alcuna sponda e la moto sbanda e rischia di cadere ad ogni metro. Solo dove la sabbia è intonsa si riesce a procedere bene, ma non sono certo il primo a scoprirlo, per cui lo spazio utile è già stato tutto o quasi arato!

Immagine
Baypiss arenato.


Immagine
E non è il solo.

Cado una prima volta, e vengo raggiunto da Baypiss, ma lui si ferma ad aspettare Muz, tra foto ed insabbiamenti ci metteranno ore ad uscire dalla spiaggia, mi vien da pensare.
Cado una seconda volta, ma non sono l'unico, in tutto il percorso solitari piloti insabbiati attendono l'aiuto divino per ripartire, o formano capannelli di persone in attento studio di come disincagliare le petroliere arenate sulla battigia. Penso di aver fatto proprio bene ad usare l'XR, qui con la Elefant mi sarei scavato la fossa da solo, ed avrei bruciato la frizione per NON venirne fuori: onore al merito per chi l'ha affrontato con moto grosse.
“Qui mi sto giocando la vittoria del Rally, maledizione!” penso, stringo i denti e finalmente sono fuori dalla spiaggia. Circa mezzo km è durato il tracciato, e nemmeno un istante sono riuscito a vedere il mare o il faro di Jesolo, dalla nebbia!

Immagine
Uno.


Immagine
Un'altro.

Immagine
Questa è la prova che ero in spiaggia.

VOLATA PER LA VITTORIA
Abbastanza stanco, mi appropinquo al ristoro, dove 2 o 3 panini e un paio di bicchieri di bianco mi rimettono in sesto: la vittoria non potrà sfuggirmi! Ritrovo il Korradok, armeggiante sul manubrio della XT550, non so come è andato sulla sabbia. Intanto appare una barba in sella ad un DRZ, è il Muz, accidenti è uscito dal sabbione prima del previsto. Ma io sono oramai preda del demone della Vittoria: se aspetto stì fermoni col cavolo che vinco il rally: e così li abbandono al loro ristoro, e vado con Korradok a cercare la via del ritorno.
Una nota non è chiara, dice di andare verso Cavallino, che è oltre un ponte, in realtà bisogna entrare in una stradina piccolissima che sembra il cancello di una casa e montare sull'argine sinistro del Sile, opposto a quanto fatto alla discesa. Korradok e gli altri vanno a fare benzina, io non lo so e seguendo altri piloti rientro nel percorso giusto: non li vedrò più fino all'arrivo.
Si fa un po' di strada sull'argine, sospesi fra il placido fiume, campi coltivati e qualche casa colonica, quando, di fronte ad una sbarra, la nota dice di abbandonare l'argine, andare sulla strada principale, dove fare alcune rotonde sulla direttrice Jesolo – San Donà di Piave.

Immagine
Lungo il Sile.

l gruppo che mi segue procede diritto sull'argine, evidentemente la voglia di sterrare è troppa, ma se per caso c'è un controllo timbro da qualche parte? Ma sopratutto, se li becca la Forestale fuori dal percorso autorizzato?
Vado su asfalto, ma non mi ritrovo con le note, o meglio con le rotonde: sul R-B ne segnano 2, ma sono ben di più. Arrivo ad un benzinaio dove ci sono molte altre moto, faccio rifornimento, era da Vicenza che non mettevo benzina nel serbatoio, ma potevo pure fare a meno della sosta, faccio circa 10 litri, ne avevo ancora altrettanti nella cisterna!
Il gruppone delle racing riparte in direzione Jesolo, non capisco, si dovrebbe proseguire, per la strada principale, verso S.Maria di Piave: “questi la gara la perdono di sicuro”, penso. Solo soletto vado in direzione opposta, ma sono completamente in palla con le note: le scorro tutte fino alla fine, vedo che c'è poco sterrato, sono a circa 40 km da Fusina, sono stufo, ho fame, devo fare ancora un sacco di strada fino a casa … in culo alla gara, decido di tornare direttamente per asfalto!
Lo sto facendo, quando con la coda dell'occhio vedo il cartello “S.Maria di Piave”! Giro dentro il paese, e mi trovo il controllo timbro: se avessi proseguito lo avrei perso, sarei stato fuori dalla lotta per la vittoria!

Immagine
Attraversamento pedonale a S.Maria di Piave (foto by Mutley di endurostradali).

Di nuovo in gara, riprendo il percorso risalendo ancora lui, il Sile, di nuovo fino a Capo Sile; da lì si imbocca la litoranea lagunare che porta verso Tessera e Mestre, ma il R-B dice di deviare a destra, sullo sterrato arginale di uno degli innumerevoli canali di bonifica dell'entroterra; sono il solo a girare, diversi piloti tirano dritti.
Da qui in avanti vago per mezzora nelle campagne di fra Meolo ed Altino, con tanto asfalto e poco sterrato; nessun'altra moto incontro in questa tratta, mi sa che hanno tutti tirato dritto.
Dopo l'ultimo sterrato del R-B mi stufo definitivamente, ed invece di girare per la campagna veneta vado diretto per la principale verso Mestre.


Immagine
Ponte sul canale Millepertiche.

Ai distributori vedo code di piloti di moto racing in attesa del rifornimento, io col mio maxi serbatoio passo oltre, ho giocato la strategia giusta per il rifornimento, come in Formula 1, il podio non può sfuggirmi!
In centro a Mestre raggiungo Korradok,GDZ e gli altri, assieme percorriamo gli ultimi km fino a Fusina, dove ci fanno salire di nuovo sulla pedana e ci prendono il tempo di arrivo.
Ci consigliano di andare subito a mangiare, la trattoria è piccola, e tosto andiamo, nella miglior tradizione enduristica, in tenuta da moto (per me l'unica, visto che ero li in sella).
“Trattoria Al Cacciatore”, “specialità marinare”, un ossimoro, il posto è fantastico, di quelli dove mia moglie non metterebbe mai piede, perlinato anni 70 e arredamento idem, gestione cinese, sembrava le trattorie dei film di Bud Spencer come “Bomber” e “Buldozer”, mancava solo che arrivassero le MP americane a far rissa! Spaghetti allo scoglio e frittura molto buoni.
Sono ancora alle prese con i gamberetti fritti quando una torma di persone fanno irruzione nel locale;”dov'è, dov'è il vincitore?” urlano, e mi si fanno attorno armati di flash e telecamere; ebbene si, contavo di arrivare nei primi 10, speravo di salire sul podio, ma non credevo che mi sarebbe riuscito il colpaccio: con 73,37 punti di penalità, sono il 1° CLASSIFICATO del Motorally della Laguna Veneta!



Immagine
Minchia che spettacolo!

7 anni dopo la mia ultima gara titolata, centravo il gradino più alto del podio al primo tentativo: meglio di Shumacher, che nella stessa domenica, al suo rientro in F1, faceva solo un ottavo posto.
Degna di nota anche la prestazione del Korradok, 8° assoluto.
Mi trascinano in sala premiazioni e conferenze, la televisione vuole intervistarmi, la miss vuole baciarmi, gli altri piloti mi applaudono, il direttivo del MC Spinea mi consegna coppa e assegnone, mi vorrebbero con loro ad un party in mio onore da Harry's a Torcello, l'Autorità Pubblica, nella persona del Presidente della Bocciofila Terza Età di Malcontenta, vuole farmi Socio Onorario della loro società...ma io non mi lascio irretire dalle Sirene della Gloria, sono un “gentleman driver”, corro perché è mio piacere farlo, non per vincere qualcosa o contro qualcuno; ringrazio i miei fans, ma a casa c'è una famiglia che mi aspetta, novello Cincinnato, rinuncio alla gloria per il mio “orto”; solitario come sempre, salgo in sella e mi dirigo incontro al tramonto, sulla dolce strada di casa.
Rifaccio al contrario la Riviera del Brenta fino a Padova, oltre la Città del Santo l'ultimo argine della giornata mi porta verso le mie montagne, e al volgere del giorno in notte rientro vincitore alla mia magione.

Immagine
Si ritorna a casa.

Immagine
Tramonto.

P.S.: Sarebbe stato bello fosse stato così, ma l'unica realtà è che ho vinto, ma inconsapevolmente!
Finito di pranzare, ho salutato gli amici e mi sono incamminato solo soletto verso casa, lungo gli argini dei fiumi. Solo dopo un paio di giorni ho scoperto su internet, grazie al tam tam degli amici, che ero arrivato primo.
Non avevo capito, e credo con me la maggior parte dei partecipanti, che ci sarebbe stata una classifica; ho girato alla mia andatura turistica, quasi sempre con Korradok, fermandomi a fare foto e telefonare. Ma i ragazzi del MC Spinea avevano pensato a fare una classifica di regolarità: preso ora di partenza e di arrivo del pilota, c'era un tempo prestabilito per fare il giro; più uno si discostava da tale tempo teorico, sia in più che in meno, più prendeva penalità.
Io ho fatto meno penalità di tutti, ed ho vinto, ma fa ridere che persone arrivate ore prima di me abbiano preso tante penalità e siano finite in fondo classifica!

Ciao
Alves
(Vincitore per caso)

Avatar utente
massimo s
Messaggi: 108
Iscritto il: mer 16 apr, 2008 11:32 pm
Località: Vicenza

MOTORALLY DELLA LAGUNA VENETA

Messaggio da massimo s » sab 27 mar, 2010 7:47 pm

bel racconto !!!!! :wink:
D-istruttore enduro :)

furmiga
Messaggi: 8
Iscritto il: mar 22 set, 2009 1:45 pm
Località: Flero (Bs)

MOTORALLY DELLA LAGUNA VENETA

Messaggio da furmiga » dom 28 mar, 2010 1:32 am

Grande come sempre....

Io ero solo e ho portato in giro il tuo amico yamahafaga tutto il giorno in quanto sprovvisto di road book :D

nella foro in cui si endura al porto sono quello di spalle fuori dall'asfalto...

ciao

mi spiace non averti salutato (mi son fatto riguardo visto che non sai chi sono) visto che leggendoti nei vari forum ti avevo riconosciuto..

ciao e complimenti ancora! :D :wink:
Stelvio 1200 4v
Honda Cb 1300
Beta 450 RR

alp
Messaggi: 1368
Iscritto il: dom 11 feb, 2007 10:10 pm
Località: Reggio Calabria

MOTORALLY DELLA LAGUNA VENETA

Messaggio da alp » dom 28 mar, 2010 1:46 pm

Gran bel racconto, Alves. Come sempre la tua vena poetica riesce a dare valore e significato a luoghi e situazioni che potrebbero averne molto meno agli occhi del...solito endurista.

Devo dire sinceramente che la laguna non mi entusiasma dal punto di vista paesaggistico e tutto quel fango non fa che aumentare la mia perplessità. Vedere, però, tutte quelle moto DOC dà un senso a questa manifestazione.

Complimenti agli organizzatori ma, soprattutto, al vincitore: IO LO CONOSCO! Potrò dire agli amici :lol:

Stupenda la foto al tramonto del tuo XR!
A presto e...
Buon motortrip,

alp

Avatar utente
rerechan
Messaggi: 1790
Iscritto il: dom 24 ago, 2008 3:08 pm
Località: Cittadella PD

MOTORALLY DELLA LAGUNA VENETA

Messaggio da rerechan » lun 29 mar, 2010 6:34 pm

Toh, strano che non lo sapevo, non parole per congratularni...
Ottima come sempre la vena poetica delle foto!!
chi va piano,
va sano e...
ammira il paesaggio.
(E magari vede le fate nei boschi!!)

SuperHank
Messaggi: 689
Iscritto il: lun 04 giu, 2007 12:42 pm
Località: Vicenza

MOTORALLY DELLA LAGUNA VENETA

Messaggio da SuperHank » lun 29 mar, 2010 10:45 pm

Caro Alp,
sei veramente “motoalpinista inside” se apprezzi solo il fuoristrada in “verticale” (le montagne) e non quello “orizzontale” (fiumi, lagune, spiagge): ti facevo più curioso di sperimentare!
Io, pur non amando il fango, trovo affascinanti queste lande sospese fra terra ed acqua; la vera noia è che sono troppo urbanizzate, tra industrie, porti e villaggi turistici, per cui anche lì di spazio naturale ne rimane in realtà ben poco.

X Furmiga:

Ma potevi anche salutarmi, riguardo di che?
Vorrà dire che ci saluteremo all'evento che sto organizzando per ES a settembre.

Ciao
Alves

Avatar utente
menca
Messaggi: 354
Iscritto il: mar 08 set, 2009 6:41 pm
Località: Triangolo Lariano

MOTORALLY DELLA LAGUNA VENETA

Messaggio da menca » lun 29 mar, 2010 10:58 pm

A me le foto nella nebbia piacciono tantissimo...........mi danno un senso di ovatta.........come essere in mezzo alle nuvole con la moto :D

Complimenti Hank :D

Drews
Messaggi: 34
Iscritto il: dom 20 giu, 2010 7:57 pm
Località: Mirano

MOTORALLY DELLA LAGUNA VENETA

Messaggio da Drews » mer 23 giu, 2010 10:07 pm

Gustosissimo resoconto da leggere tutto d'un fiato! Avevo letto un reportage su FUORI di questo motorally, ma niente a che vedere con la dovizia di spunti qui contenuta!!
Davvero complimenti, spero di essere all'altezza di seguirti la prossima occasione, anche solo fare da porta acqua sarebbe un onore!

Drews

Rispondi