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ES & HANK I°: MY 1st GODUROS

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SuperHank
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ES & HANK I°: MY 1st GODUROS

Messaggio da SuperHank » ven 12 nov, 2010 2:06 am

ES & HANK I°
MY FIRST GODUROS - 2010


PREMESSA
Con soli 5 mesi di ritardo ho completato il mio report sul Goduros, ma ci tenevo a farlo, perchè concettualmente si lega al Gneppolino Tour da me organizzato per il sito Endurostradali il 4 settembre.
Stavolta, contrariamente al mio solito, non ho fatto quasi foto, mi sono concentrato esclusivamente sul piacere di guida; pertanto per corredare il mio piccolo racconto ho attinto alle foto della Gallery ES: per non appesantire troppo le didascalie non ho indicato foto per foto gli autori, ringrazio anticipatamente i fotografi Gomez, Fagran, Muttley, e chiunque abbia involontariamente dimenticato, sperando che non abbiano a male della mia appropriazione indebita!

INCIPIT
17 giugno 2010, ho fatto il mio primo GODUROS.
E che è, si domanderanno i più … una gara estrema tipo Erzberg o la Roof of Africa? Oppure trattasi di un raduno techno-lesbo-omo-bisex, stile “gay pride” o “love parade”?
Ammetto che il sostantivo “goduros” può far sogghignare i più maliziosi, ma non è ne una gara estrema di enduro, ne un raduno orgiastico: trattasi semplicemente dell'evento clou nel cartellone proposto dal sito Enduro Stradali (ES), appunto il Goduros, acronimo che starebbe più o meno per “Godi l'Enduro Stradale”.

ENDURISTA SOLITARIO
motociclisticamente sono nato solitario.
Nella mia breve parentesi ciclomotoristica, durata circa un anno e mezzo, giravo già da solo per i monti e le campagne attorno alla mia città; con gli amici motorizzati era più facile vagare per il quartiere che intraprendere gite di un minimo impegno, anche se qualcosa si faceva, il top 12 km di montagna per raggiungere la seconda casa di uno di noi.
Poi, a 16 anni e 4 mesi, la grandissima fortuna di entrare in possesso di una moto enduro stradale, il Cagiva Tamanaco 125, che ben si prestava per giri a medio e lungo raggio; ma ciò mi portò alla solitudine totale. Nessuno, nelle 2 compagnie che frequentavo, si comprò la moto, e il divario fra un 125 da 30 cv e dei miseri ciclomotori monomarcia (che costituivano la maggior parte del parco mezzi della compagnia) era abissale ed incolmabile.
Per 3 anni buoni girai sempre solo; i miei coetanei (che non conoscevo) con le enduro sembravano più interessati ad impennare nei parcheggi delle discoteche che ad esplorare sterrati nei monti, e neanche mi passava per la testa di iscrivermi ad un MC, col mio piccolo 125 mi sentivo inferiore rispetto a motociclisti di età e cubatura superiore. Il web era agli albori, non era ancora il tempo di siti e forum dove incontrare appassionati di moto di tutte le risme come oggi.

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RU ed Alves nella Selva di Tarnova, Slovenia 1995.

Una boccata d'ossigeno in questa solitudine mi fu offerta da Ru, amico ed ex-compagno di liceo, che a 20 suonati si prese un 125 enduro simile al mio, solo di marca Gilera, il per me bellissimo R1S. Per un paio d'anni fu il mio solo compagno di avventure, e riuscimmo anche a fare cose interessanti, una su tutte il viaggio in Slovenia. Ma uscire in moto con Ru era più difficile che avere udienza dal Papa, aveva sempre da studiare, preparare esami, studiare, preparare esami … mica come me, che per rilassarmi andavo a fare enduro pure il giorno prima dell'esame! Morale della favola, sebbene ci fosse Ru, continuavo imperterrito a girare da solo.
Poi, la svolta, fine 1995 acquistai la superba XR600; per motivi contingenti aspettai ancora un anno, ma a fine 1996 mi recai nel locale MC ed entrai nel giro giusto, quello degli enduristi smanettoni, manetta aperta e via, tutti con moto racing, io con l'”ERRE”, come chiamavano il 600 Honda, ero il più sfigato. Fu una grande scuola di guida, ma all'inizio, non tenendo il loro passo, fui dirottato e presentato ad un altro endurista “scartato” dal gruppo: era il mitico Diego, con cui diedi inizio ad un sodalizio che dura tutt'ora, e che da compagni di gite ci ha visto diventare amici, tanto da essere stato lui il mio testimone di nozze;.

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Partenza di uno dei tanti giri del sabato pomeriggio; notare le bellissime giacche Axo uguali.

Da allora, per una buona mezza dozzina d'anni fummo inseparabili compagni di uscite, a cui un paio di anni dopo si unì l'inimitabile Big Paulus: un terzetto perfetto; di tanto in tanto si univano estemporanei compagni di gite, ma non giravamo mai in più di 3-4, al massimo 5. d'altronde erano troppo evidenti, ai miei occhi, i vantaggi di questa tattica, già allora avevo capito che andare in pochi, tenendo un profilo basso e lo scarico chiuso, erano garanzia di girate tranquille: gli smanettoni del MC si muovevano anche in 10-12, facendo casino, i contadini si incazzavano e non mancavano spiacevoli episodi di scontri che rasentavano il contatto fisico; noi invece, prendevamo si parole, ma a volte capitava pure che i montanari fossero gentili e addirittura ci incitassero!
Nel frattempo si era aggiunto pure il web, come serbatoio di compagni di gite, e ne conobbi a decine. In più, mi appassionai a raccontare le storie delle mie uscite e, in un secondo momento, col digitale, a documentarle con foto; una grandissima soddisfazione e piacere condividere queste avventure con chi poteva capirle: quando al sabato sera, dopo l'uscita pomeridiana di enduro, la raccontavo agli amici non motociclisti, mi ascoltavano con cortesia e magari pure commentavano, ma lo vedevo che la cosa non la capivano intensamente … non parliamo poi delle femmine, tipo quella che mi chiese che senso aveva andare nel deserto in moto che tanto è tutta sabbia!
Il contrappasso di ciò fu il crearsi, alla mia porta virtuale, di una fila di persone che elemosinavano un giro, spesso con insistenza, mentre gli smanettoni del MC mi facevano velatamente notare il loro disappunto per la pubblicità che facevo ai “loro-nostri” posti. Perciò rinunciai ai siti dai grandi numeri, e mi diedi 3 paletti:

-mai inviti aperti alla massa, solo inviti selezionati.
-mai gruppi numerosi.
-mai partecipazione ad eventi di massa.

Riguardo i primi 2 punti, ho sempre fatto delle eccezioni, organizzando uscite numerose (7-8-10 persone), sia con i ragazzi di xr-italia, sia con i motobruchi;

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Alves alle Orobiche, Borno 1998.

Riguardo l'ultimo punto, lo disattesi più volte; nel 1998 partecipai con sommo godimento alla Cavalcata delle Valli Orobiche, e dal 2002 al 2006 andai a quasi tutti i raduni XR organizzati dall'omonimo sito in Valpolicella; ma fra me e me pensavo che sprecare una giornata intera per fare magari solo 70 km non ne valeva la pena, se giravo con i soliti amici fidati nello stesso intervallo di tempo di km ne avrei fatti 300!

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V° Raduno XR, Lessinia 2006.

Dulcis in fundo, con l'avanzare della vita vennero avanti nuove situazioni: casa, moglie, figli e il tempo per l'enduro, che era il sacrosanto sabato pomeriggio, divenne sempre più aleatorio, le uscite più rare e sparse, 3 ore qui, 2 ore là, la mattina presto, il pomeriggio tardo, nei giorni feriali smaltendo ferie non godute …
Così, un po' per necessità un po' per piacere, nell'ultimo lustro ho vissuto perlopiù avventure in solitaria, tanto che pure il Muz, nella presentazione che mi fece nell'articolo sulla cavalcata delle Alpi Carniche, mi definì un “amante delle esplorazioni in solitaria”!
Devo confessare che il girare da solo non mi dispiace, anzi, mi permette di assaporare al massimo gli stimoli e le sensazioni che si generano nel girare per boschi e valli; anche perché non ho pressioni di alcun tipo: negli anni si è consolidata la mia fama di grande esploratore, od almeno di guida esperta di sentieri e mulattiere, per cui quasi ogni volta che esco in compagnia finisce che mi tocca fare la guida; la cosa mi piace, ma è anche una responsabilità ed una fatica, e spesso c'è stato chi si lamentava che il percorso era troppo tecnico, troppo poco tecnico, troppo fangoso, troppo pietroso, troppo lontano da casa … neanche avessero pagato il biglietto!
Talmente convinto della mia scelta filosofica, discutevo con alcuni amici, abituali partecipanti ai giri organizzati dai siti, sostenendo che organizzare raduni di 50 moto sono controproducenti per l'immagine dell'enduro, anche se i piloti sono (ma è impossibile che lo siano tutti!) tutti corretti e viaggiano con marmitte originali a 20 km/h: per l'uomo qualunque, a passeggio su una sterrata, il vedersi passare 50 moto fa sempre l'effetto di una banda di selvaggi in libera uscita; invece, se almeno c'è la copertura organizzativa di un MC, patrocinato dal comune, con avvisi di cosa sta succedendo, può essere anche che l'uomo qualunque pensi:”Ah, c'è un “rally” di moto, visti che siamo qui vediamo un po' che combinano sti matti ...” e magari si mette pure a fare lo spettatore.
So bene come funzionano certe cose, basta che un camminatore testa di minchia, infastidito dalle moto, vada a protestare in comune e i solerti amministratori ci mettono un baleno ad emettere una ordinanza di divieto alle moto!

L'UOMO CHE RINNEGO' SE SE STESSO 3 VOLTE

Ma le cose cambiano. Siamo già nel 2009 e vado con Muz alla mia seconda cavalcata in 10 anni, la favolosa Alpi Carniche; 2 giorni di godimento puro, enduro hardissimo la mattina del sabato, nel pomeriggio enduro hard alternato alternato a meravigliose attraversate di montagne, la sera, come aperitivo, il tramonto sulla Panoramica delle Vette con Muz; il secondo giorno, un vero viaggio fra le montagne di Carnia ed Austria, con fiuming alpino e scalata finale al rifugio Marinelli: GRANDIOSO! Oltre al paesaggio, la riscoperta del gusto di essere dentro un evento, decine di moto di tutti i tipi, incontri con enduristi di tutti i tipi.

Nel mio “Pensieri Sporchi”, a suggello della spedizione carnica, avevo la pretesa di parlare dello stato dell'enduro amatoriale Triveneto, e non potevo non citare i siti che organizzano queste cavalcate abusive, i motobruchi, ES, ecc..
Già gli ES; su quel forum ero ricordato sopratutto per la trilogia del Brocon, dove narravo i miei reiterati e comici tentativi di raggiungere il passo in off road direttamente da casa, frustati 2 volte su 3 da panne del Cagiva Elefant. La saga del Brocon piacque così tanto agli ES che estrapolarono il racconto dal forum e lo misero nel sito; ancora oggi, a 4 anni di distanza, ogni tanto qualcuno si ricorda del “mio” Brocon e riesuma il post portandolo in evidenza nel forum: son soddisfazioni!
Dopo il Brocon non scrissi praticamente più sul loro forum, senza un particolare motivo, forse perché alla resa dei conti non posso scrivere su tutti i forum esistenti, anche se mi piacerebbe ...

3 mesi dopo le Alpi Carniche, Cavalcata dei Forti ad Asiago organizzata dal MC Spinea, col supporto decisivo degli ES; La mia prima reazione però fu di campanilismo acuto: possibile che con tutti i MC della pedemontana, i cui affiliati frequentano abitualmente l'Altipiano, dovesse essere un MC Veneziano ad organizzare un evento sui Nostri monti? E poi, come disse qualche amico, perché pagare l'iscrizione per fare un giro che facciamo sempre? Ma la curiosità era troppa, ed ho partecipato: anche qui un evento più da turisti che da smanettoni, meno di 200 moto, dalla Guzzi Stelvio alle Morini anni 80, troppo bello, troppo bello trovarsi a chiacchierare di persona con persone conosciute sul web, come Martinofix e la sua compagnia, o rivedere amici come KorradoK e MassimoS.
Proprio con Massimo, al ristoro di Roana, discuto della ultima novità escogitata dagli ES: per il 2010 lo staff del sito organizzerà solo 3 uscite Ufficiali (Goduros, Transdolomitica, ecc.); per le altre lasciano l'onore ed onere di organizzare qualcosa di ufficiale a chi del forum se la senta, previa approvazione del direttivo.

Al legger ciò nella mia mente si accende una lampadina, il mio ragionamento suona pressapoco così:
“- continuo a predicare l'enduro carbonaro e solitario ma i grandi gruppi organizzati dai siti ci sono e ci saranno sempre;
- evito di dare indicazioni dei percorsi che faccio ma tanto la gente non è scema , ci arriva lo stesso su quei percorsi; … a questo punto, tanto vale portare in giro la gente dove si può e da chi sa come muoversi sul territorio … ed infine, la cosa poteva anche essere divertente!”
ne parlavo a MassimoS, e decidevamo di proporci come organizzatori di una uscita ufficiale, e così è stato:

04/09/2010 - Gneppolino Tour (Massimo S - Hank)
Tour inedito in off road, nelle zone di Valdagno, un nome una garanzia, bei posti e ottimi organizzatori.


E così 2 dei miei 3 paletti furono rinnegati: da esploratore solitario ad organizzatore di eventi di massa in un click.

GODUROS VIII 2010 – IL RADUNO

Il 3 ed ultimo paletto invece, l'ho rinnegato partecipando alla 8° edizione del Goduros.
D'altronde, se avrei dovuto guidare una mandria di ES per i monti, almeno una volta dovevo vederne qualcuno in faccia, capire come sono organizzati i loro giri, il livello tecnico, lo spirito di gruppo, se sono etero o omo, ecc. …
il tempo, mentre mi dirigo verso la birreria “Ai Trenti”, posta all'imbocco della superstrada Valsugana, alle porte di Bassano del Grappa, è cupo e minaccioso: acqua assicurata, dicono le previsioni.

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MassimoS, Hank-Alves ed altri eminenti nonché a me sconosciuti esponenti di ES mentre discuto dei problemi dell'enduro mondiale.

Poco prima della birreria supero un distributore AGIP dove saranno ammassate decine di enduro, sorrido pensando ai 20 litri del serbatoio Elefant.
In birreria c'è ancora poca gente, di faccia non conosco nessuno, mi sento un po' a disagio, dei pochi presenti sembrano tutti amiconi, si raccontano di questo e di quello.
Finalmente arriva MassimoS, sono contento di vederlo, per mail ci si sente con una certa frequenza, ma dal vivo è parecchio che non lo vedo; mi inserisco con lui in un gruppetto, si parla della recente avventura con la AT650 al Rally d'Albania, minchia se lo invidio!

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ES invasion!

Intanto continuano ad arrivare moto di tutti i tipi, mi sembra che il limite di iscrizione sia 50 o addirittura 60 mezzi! È un parco moto stupendo, c'è quasi tutta la produzione enduro degli ultimi 25 anni: monocilindriche anni 80 dure e pure come le XR e le TT, dual sport dalla Dominator al nuovo K690, vecchie bicilindriche pistolatissime e altre nuove di pacca, mastodontiche BMW da crociera e perfino mezzi a mio avviso già puramente stradali come Aprilia Caponord e Suzuki V-Strom, oltre, ovviamente, alle onnipresenti mono racing di ultimissima generazione, come le nuove Beta motore “made in Tuscany”.
Ma di tutte le moto presenti, i paparazzi di ES beccano proprio questa:

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Le madri di tutte le valige in alluminio.

La mia Elefant è una moto che spacca, le folle si girano ad ammirarla, e poi quei cassoni in alluminio sono la morte sua, difficile passare inosservati!
O forse, più probabilmente, la gente si domanda perché li abbia fatti così abnormi, e cosa ci metta dentro … risposta: ho cannato le misure, sono troppo grandi per guidare in off con cattiveria, e, per quanto concerne il contenuto, al Goduros erano vuoti, a parte uno zainetto con gli attrezzi!
Ed ora apro un “flash-ahead” (l'opposto del flash-back!) perché, prima, durante e dopo il giro alcuni mi diranno o scriveranno “Ah, finalmente Hank ... ti si vede di persona, ti leggo, sei forte, com'è il giro di settembre ...”
Che dire se non che arrossisco di ciò, sono fondamentalmente timido, mi faccio involontariamente pubblicità sul web non perché voglia apparire a tutti i costi, ma perché mi piace raccontare storie. Però, d'altro canto, sono anche a disagio, perché pubblicizzo i miei giri in solitaria senza mai che venga un invito da parte mia, e non vorrei mai che gli altri pensassero “ecco quello stronzo di Hank , si crede troppo “radical chic” per girare con noi comuni mortali!!!”
insomma, sono imbarazzato!

Ma andiamo avanti col racconto.
Pare incredibile, ma la mia non era la unica Elefant del gruppo, anzi dovevano essercene 3, la terza all'ultimo non è venuta, la cosa incredibile è che il proprietario lo conoscevo, Baruk da Bassano, ma non sapevo che aveva pure una Ele; l'unica volta che avevamo girato insieme, nel lontano 2003, mi aveva fatto da guida sul Grappa in un giro S T R E P I T O S O !!!!!!
L'altra Ele è questa:

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La pistolatissima Elefant di Mop.

Mop l'ho conosciuto nella mailing list degli Elefanti Italiani pochi giorni prima del Goduros, dove mi aveva contattato avendo visto il mio nome fra gli iscritti all'evento ES.
Ingegnere, si vede dalla sua bellissima 900: colpiscono i maxi fianchetti posteriori (che non celano però alcun serbatoio supplementare, come farebbero supporre) e la colorazione “Lucky Explorer”, ma sotto il vestito pulsa il motore raffreddato ad acqua della Ducati ST2!!!
come per molti altri Elefanti, la sua moto è un “work in progress” che non ha mai fine.
fra le special curatissime, come quella di Mop, c'è posto anche per le rat bike.

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Post Atomic Bike.

Se non la riconoscete, è una SUPERTENERE'! Pare abbia preso fuoco, e il proprietario l' ha risistemata, si fa per dire, con il look postatomico alla Mad Max: mi piace un botto!
intanto continua ad arrivare gente, vedo con piacere il buon Korradok, mio compagno di avventure al Laguna Rally, allora in sella alla XT550, qui con una ben più imponente BMW GS 1150 moderatamente kittata da off, gomme paracilindri … ma basta indugiare, il giro sta per partire!

GODUROS VIII 2010 – IL GIRO IN GIRO

Essere in mezzo ad un serpente di 60 moto che invadono i paesetti della pedemontana fa impressione, nonostante si vada piano il rumore è potente come un temporale d'agosto, le donne si barricano in casa, le vecchie sgranano il rosario recitando litanie, i negozianti abbassano le serrande … scherzo, ma sono convinto che nemmeno la pula oserebbe fermarci per controllare i documenti!
La salita al Grappa prevedeva uno sterrato dalle parti di Borso, ma pare che 2 settimane prima sia comparso il divieto ed allora si sale per la Strada Cadorna, principale via di accesso al massiccio montuoso. Credo di conoscere quale sia la strada neo vietata; è sempre peggio, uno stillicidio di brutte notizie sul fronte divieti ed asfaltature; più tardi, durante una pausa, chiacchierando con Magobix mi renderà edotto che hanno asfaltato parte della salita al Col Visentin, nel bellunese.
Non c'è futuro che non sia carbonaro, o di sopravvivenza in riserve autorizzate tipo cavalcate, per l'enduro, medito. Penso ai cacciatori, loro sono regolati dalle leggi regionali e da quelle devono difendersi: 20 regioni in tutto. Anche i fuoristradisti hanno contro 20 leggi regionali, ma ci sono pure 100 province che hanno potestà sulla viabilità, e circa 8.000 comuni che per qualsiasi motivo possono mettere un divieto su una strada: ve la immaginate la FMI fare causa ad ogni comune per le sterrate chiuse ingiustamente? Impossibile, neanche l'ONU ci riuscirebbe …
ma torniamo sulla strada Cadorna, abituale circuito di pizzaioli stradali sulle loro ipersportive; il gruppone si sfilaccia lungi gli innumerevoli tornanti della strada, quando un ES in sella ad un K400 sorpassa tutti in impennata! 1 tornante dopo, lo ritroviamo disteso sull'asfalto, assistito da altri ES: “cominciamo bene, altro che giro turistico!”non posso fare a meno di pensare; per fortuna il tipo non si è fatto male, e questa rimarrà l'unica grave intemperanza del giro.

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Solagna dai Colli Alti.

Giunti in quota, sui 1.000 metri, dalle parti di Campo Solagna, dopo la prima di tante lunghe soste per ricompattare il gruppone, finalmente il primo sterrato: i Colli Alti.
È questa una carrozzabile che percorre i pascoli occidentali del Grappa, giusto sul ciglio verticalissimo che cade nel Canale del Brenta; panoramica, facile, assai piacevole, l'avevo fatta altre volte. Il Goduros non ha un giro fisso, nella sua esistenza si è spostato un po' in tutte le Prealpi Venete, avrei sperato che in questa edizione si disputasse più verso il feltrino ed il bellunese, zone che frequento e conosco meno rispetto al Grappa e all'Altipiano dei 7 Comuni, ma vabbè, l'importante è girare in moto.
I Colli Alti si prestano ottimamente a scatti fotografici, e i paparazzi di ES ci danno dentro:

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Sosta riordino gruppo.

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MassimoS e la sua Redbullissima: molto stiloso!

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Sfida tra Transalpisti vecchi e nuovi.

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Mop; denota una certa grinta ...

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Questo sono io; quando mi hanno fatto la foto credevo di star producendo un gran spettacolo di guida, invece sembro fermo! Alle mie spalle Pop mi insidia col suo V-Strom; a differenza di me, lui preferisce le borse morbide.

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Old Yamaha TT600 59X.

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Questo si che è dare spettacolo!

In questa fase mi trovo intruppato dietro un pilota di Transalp che va davvero piano, adotta lo stile di guida “verticale”, ossia la moto è sempre perpendicolare al terreno, anche in curva!

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Bella foto, ma sono più rigido di un baccalà, altro che posa plastica!

I monocilindrici ci passano con facilità, io vorrei fare altrettanto ma la carreggiata è molto stretta, ho paura di speronarlo con le mie borse laterali, e poi non voglio nemmeno mitragliarlo di sassi in fase di accelerazione, per cui me ne sto buono buono dietro, finché non compare un rettilineo abbastanza lungo per passarlo.
Riflettendo alla mia futuro tour con gli ES, non posso non essere preoccupato: questo che vedo è un livello veramente basso, da principiante assoluto di fuoristrada, il giro che ho i mente persone così non lo concludono …
finita la sterrata dei colli, per altra via a fondo naturale ci addentriamo nel massiccio del Grappa, verso la località del Lepre e di Finestron; all'uscita di una sterra KorradoK si ferma, gli sembra di aver bucato: mi fermo per aiutarlo, ma mi vien male a dover cambiare una gomma! Invece non ha bucato, gli si sono solo allentati i dadi che tengono la ruota motrice del suo BMW ancorata al complesso forcellone cardano: sti cazzi, stava perdendo la ruota!
4 giri di chiave ed è di nuovo in pista.



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Un esultante KorradoK durante una ennesima sosta in val delle Bocchette.

Dal Finestron il giro prosegue costeggiando le tonde pendici del monte Asolone, su strade a tratti asfaltate, a tratti sterrate, queste ultime sempre però carrabili da comuni autovetture.

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Magobix, pilota di Aprilia Caponord; di lui ho visto foto in cui gira nei ghiaioni del Piave e su mulattiere di montagna; un vero Mago!

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Non che Pop sia un peso piuma pure lui … come moto!

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Ancora Mop.

Giungiamo così alla località Forcelletto, sulla rotabile asfaltata che scende verso Seren, nel feltrino; il Grappa è un massiccio isolato, chiuso ad ovest dalla valle del Brenta e del suo affluente Cismon, ad est e a nord dal Piave e dai suoi affluenti, ed è più lungo che largo, prendendo come riferimento la pianura pedemontana. Il giro ora volta deciso verso nord, in direzione di Seren, percorrendo una strada per me inedita, un affascinate stradello sterrato fra i boschi della lunga valle del torrente Stizzon. Sono molto contento di questa novità, meno che allo sterrato si alternino troppo spesso tratti di asfalto di recente posatura, il che mi fa pensare che il rimanente sterrato abbia le ore contate. Meno ancora mi piace che le rade gocce cadute finora si siano trasformate in una fastidiosa pioggia!
Ma va bene così, anzi meglio così, l'endurista, che sia un ES o un racing infoiato, non può permettersi il bel tempo; se vuole godere dei percorsi naturali deve dimenticare le giornate tiepide e fresche, il sole splendente e il cielo azzurro, la domenica e i dì di festa; suoi sono l'inverno, il freddo, l'umido, la poca luce, le mattine presto e le notti, i luoghi dimenticati ed abbandonati.
Ovviamente il giro avanza a singhiozzo, con lunghe pause che non si capisce se sono dovute al semplice riordino del gruppo, oppure dovute a ritardi, guasti, cadute, ecc.., sono comunque occasioni per chiacchierare e conoscere chi hai intorno.
Ritornati sulla SS per Seren, la abbandoniamo subito per l'opposto versante della dorsale montuosa, quello che scende verso il lago artificiale del Corlo. Trattasi di una bella sterra che ho fatto più volte, con tanti tanti tornanti, alternati a traversi in alcuni casi decisamente ripidi, e con un fondo smosso abbastanza insidioso. Mop, che ho davanti, scende lentamente con la sua magnifica Elefant Special. Gli sto dietro per un po', poi riesco a passarlo ed a fare il mio ritmo; qui mi faccio prendere dall'emozione della bagarre con un gruppetto di leggere monocilindriche, ricordo una Tricker, un DRZ; in ingresso di curva sono lento, non mi fido a sollecitare troppo i freni del Cagiva, soggetti a fenomeni di fading, e gli “avversari” si avvicinano; ma nei tornanti piego il 750 al limite dello sfregamento delle valigie, in uscita spalanco il gas e guadagno metri, e alla fine della sterrataho mantenuto la posizione: son piccole soddisfazioni!
Ad Arsiè ennesimo e lungo riordino e rifornimento benzina, ed attesa di una parte del gruppo che aveva fatto una discesa alternativa dal Grappa, la strada che sbuca proprio in groppa alla diga: bellissima l'uscita dal tunnel direttamente sulla diga, la conosco ben ma l'avrei rifatta volentieri …

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Gli ES in piazza ad Arsiè.

Si riparte, scendendo in Valsugana per le Scale di Primolano, l'antica strada ora sorpassata da un tunnel di 3 km: bella perché in un paio di tornanti si snoda attraverso la vecchia fortificazione militare, peccato che nessuno abbia fotografato il passaggio del gruppo in questo contesto.
Da Primolano facciamo un po' di fiuming del Brenta, ma è un fiuming scialbo, la strada è asfaltata; a Selva di Grigno, oramai in Trentino, saliamo verso l'Altipiano di Asiago per la strada del Col del Vento, una delle uniche 2 rotabili che dalla Valsugana salgono in Altipiano; costruita dagli austriaci se non erro, fino a non tanti anni fa era una splendida sterrata che si arrampicava, con gallerie e ponti, per un pendio verticale; vietata, consentito solo il passaggio ai residenti del comune di Grigno. Ora è tutta asfaltata, ed ancora vietata, salvo chiedere il permesso in comune; permesso che non credo proprio avessimo ... se ci avesse beccato una pattuglia dei vigili urbani avrebbero fatto festa, con 60 moto da multare avrebbero rimpolpato le casse del comune per i prossimi 5 anni!

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Scorcio caratteristico della salita al Col del Vento.

Eppure anche questa strada miete delle vittime, in particolare il magico Magobix, che vola a terra con la sua inimitabile CapoNord, tradito da un ponticello in legno gettato sopra un vajo, più viscido della pelle di un rospo; per fortuna danni lievi alla moto e nessuno al pilota.
Dalla foresta si esce nella piana di Marcesina, ed è sempre una emozione; questa landa pianeggiante ed aperta, alta 1600 metri, un altipiano nell'altipiano, mi affascina ogni volta con la sua bellezza, che sia estate o che sia inverno, che sia indorata dal sole o incupita dalla pioggia; anzi, col brutto tempo, deserta e desolata, spoglia di presenze umane, è ancora più seducente.
Al rifugio Marcesina ci aspettano per il pranzo, sono sicuro che i gestori non saranno mai tra quelli che vogliono vietare alle moto: in una giornata uggiosa come la odierna sarebbe stato tanto se avessero incassato un cinquantone, visto il tasso di spopolamento turistico della zona; con gli ES hanno preso 20 volte tanto! Al momento della partenza ci hanno pure fatto un filmino! Si sta bene al calduccio in sala da pranzo, dopo il lauto pasto sarebbe da affittare una camera al piano di sopra e fare la siesta nel lettone con piumone … ma ci tocca ripartire in moto, sotto la pioggia: grama la vita!

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Albergo Marcesina.

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Idem.

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2 Elefanti a Marcesina.

La sessione pomeridiana del GODUROS ci porta verso il piazzale Lozze, porta di accesso all'Ortigara; delle 2-3 alternative possibili per raggiungerlo da Marcesina, prendiamo quella che passa per le scogliere del monte Magari, già utilizzata come pezzo “hard” durante la cavalcata dei Forti nell'ottobre precedente. Sono contento di farla perché, durante la cavalcata, avevo fatto la variante facile in quanto mio fratello, in quella fase in sella al mio 750, ligio alle indicazioni, aveva seguito le frecce “x bicilindriche” che venivano deviate sul percorso facile.
In realtà è fattibile anche con le bicilindriche, basta un minimo di mestiere; le pendenze, come tutte le strade militari, sono lievi, ma il fondo è molto rovinato, gradini di roccia e scaglia grossa e smossa; in più, durante il passaggio del GODUROS, la pioggia ha reso il fondo viscido come la bava di una lumaca. Quando arriva il mio turno a passare nei pezzi brutti, vedo 2-3 piloti in evidente difficoltà, la limite della fermata definitiva; sono situazioni imbarazzanti: io sono più veloce e riesco ad avere trazione grazie anche alla inerzia che mi da la “quantità di moto” accumulata dalla massa del mio mezzo (se ricordo ancora le nozioni di fisica apprese al liceo) ma se mi fermassi ripartire su quella bava di lumaca mi riuscirebbe assai difficile.
Con un guizzo, propiziato da un lembo di terreno consistente, riesco a passare i piloti in difficoltà e, mantenendo il mio ritmo, raggiungere la radura dove la pista si immette nella importante strada verso il Lozze.

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Dalle parti del Lozze.

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KorradoK in posa plastica.

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La Post Atomic Bike è la migliore in assoluto delle bike partecipanti al giro, quanto ad originalità!

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Questo sono io, mosso …

Questo è l'ultimo acuto del GODUROS, segue solita sosta riordino del gruppo. Una volta arrivati tutti, non si va verso il Lozze ma si scende verso Malga Fiara e Campomulo., e da quest'ultima località di nuovo verso Marcesina, per le solite strade bianche, larghe e sassose, che sono la caratteristica di queste terre; grandi pozzanghere invadono l'ultimo tratto prima dell'asfalto, e i paparazzi di ES ci danno dentro con l'obiettivo:

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Splash!

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Ancora splash!

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Tutta la cattiveria di Mago in uno scatto.

a questo punto, il menù ES prevede un ultimo breve sterrato in direzione Val maron, il comprensorio sciistico di Enego, poi tutto asfalto con la discesa a Valstagna per la tortuosa strada teatro anche di P.S. Di rally, indi ultimi km in fondovalle fino alla birreria punto di partenza e arrivo del giro. Sono 30-40 km di asfalto sotto la pioggia, a cui dovrei aggiungerne ulteriori 40 dalla birreria a casa … non ne vale la pena, e KorradoK la pensa come me.
Ci congediamo dagli ES e ci dirigiamo verso la pianura alto vicentina; Foza, Gallio, Turcio, l'ultima sterrata nella valle del Barenthal, monte Corno e l'interminabile discesa del Castelletto fino in pedemontana, dove ci separiamo, dopo ettolitri di acqua piovana presa.
Ed anche questa avventura si è conclusa, positivamente: mi sono divertito, ho fatto un bel po' di km in moto, sono stato con gente simpatica.
Adesso verrà il bello: fare da guida agli ES nelle mie vallate, a settembre.

Ciao
Alves

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rokes
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Messaggio da rokes » sab 13 nov, 2010 2:32 am

Gran bel racconto Alves!
Il Goduros non ha mai avuto niente di Hard, fatto salvo alcune "scorciatoie" nell'edizione 2008.
Ma la compagnia è veramente ottima.

Ora vado a leggermi la suite...

Ciao, a presto
Paolo

alp
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Messaggio da alp » sab 13 nov, 2010 7:28 pm

Molto godibile!
Anche se non mi azzarderei mai a percorrere sterrati con elefanti simili
è bello vedere chi si appassiona con moto di oltre due quintali.
Purtroppo ho già dato (BMW F 650).
Leggerò con piacere il resto.
Grazie Alves!
A presto e...
Buon motortrip,

alp

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max37
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Messaggio da max37 » dom 14 nov, 2010 1:18 am

complimenti come sempre
Max37

http://www.tecnicamotori.it/

La cosa più deliziosa non è non avere nulla da fare. E' avere qualcosa da fare e non farla.

Oggi non faccio niente perchè ieri non ho fatto niente ma non avevo finito.

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anALPhaBETA
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Messaggio da anALPhaBETA » dom 14 nov, 2010 6:44 pm

.
… non parliamo poi delle femmine, tipo quella che mi chiese che senso aveva andare nel deserto in moto che tanto è tutta sabbia!
... anche io faccio parte di "quelle" femmine che chiedono il motivo che spinge ad andare nel deserto, a Capo Nord o in altre località cosi tanto appetibili ai motociclisti "veri" (io non mi considero una motociclista e tanto ne sono convinta che il sentirmelo dire mi crea imbarazzo e mi mette molto a disagio) poiché tanto amo e bramo il "mio" territorio che a causa del lavoro ancora non conosco, che davvero i paradisi degli altri non riescono a catturare il mio desiderio.
Già gli ES; su quel forum ero ricordato sopratutto per la trilogia del Brocon, dove narravo i miei reiterati e comici tentativi di raggiungere il passo in off road direttamente da casa, frustati 2 volte su 3 da panne del Cagiva Elefant. La saga del Brocon piacque così tanto agli ES che estrapolarono il racconto dal forum e lo misero nel sito; ancora oggi, a 4 anni di distanza, ogni tanto qualcuno si ricorda del “mio” Brocon e riesuma il post portandolo in evidenza nel forum: son soddisfazioni!
Quella che tu chiami "la saga del Brocon" è a mio avviso un'autentica opera d'arte e l'unico motivo che mi ha indotto a registrarmi sul sito di ES in un momento, poi, che farei carte false piuttosto che scrivere e/o registrarmi.
Non so se è stato vedere foto e resoconto dei "miei" adorati posti o leggere in un report la perfezione assoluta di un'equilibrata, armonica e coinvolgente descrizione di impegno, paesaggio, storia, contrattempi, ricordi ... oltre a foto stupende e capacità di trasmettere emozioni quali difficilmente riesco a provare leggendo un testo, o ancora "credere" che sarebbe possibile anche a me raccogliere questi "frutti" succulenti, o forse tutte e tre le cose insieme a farmi decidere di entrare in un' altra comunità dove, come in questa, mi sento fuori posto a causa dell'enorme divario tecnico e culturale.
Quando si "investe" tutto in un progetto che diventa poi irrangiungibile può succedere non si riesca più a scrivere però non può essere una scusa valida per esimersi dall'esprimere l'assoluta meraviglia e l'impagabile piacere nel leggerti.

Sai usare le parole in modo che arrivino direttamente nella sfera emozionale, anche io "vedo" e sento a pelle che ciò che dico su quanto provo e vivo non può venir capito da colleghe, amici e (haimé) marito, non credo di aver io stessa capacità per capire nella giusta intensità le tue emozioni e l'impegno che è costato organizzare, percorrere queste "strade" scrivere i resoconti però, chiedendo umilmente perdono per aver taciuto prima, mi sento obbligata a ringraziarti per l'intensità dei tuoi scritti, l'intensità di emozioni che provochi nel lettore e l'intensità con cui si scatena la mia fantasia che sola è in grado di seguirti e condividere le tue esperienze.

Grazie Alves, anche in questo tuo report gratifichi il lettore con quella deliziosa vena umoristica che ti caratterizza, questo come gli altri inchiodano fino a fine lettura e pretendono poi di essre riletti ... grazie ancora,
grazie di cuore
A mio più modesto parere alcune "Donne" dovrebbero fare un "attimino" di pratica prima di "scrivere" certe "sentenze ingiuste" ...

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Ciuss
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Messaggio da Ciuss » lun 15 nov, 2010 9:04 pm

Il prossimo anno, non mi perderò questo genere di eventi per nessuna ragione.
Preparerò il Transalp con pneumatici adeguati :twisted:

Grazie Alves, mi sono appena iscritto al forum di enduro stradali, spero la prossima primavera di unirmi a queste uscite.

SuperHank
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Messaggio da SuperHank » gio 18 nov, 2010 9:11 am

anALPhaBETA ha scritto:.

Quella che tu chiami "la saga del Brocon" è a mio avviso un'autentica opera d'arte
Non so che dire .... forse solo GRAZIE!
Questa è una delle più belle, forse la PIU' BELLA, risposta che ho ricevuto in tanti report.
Ho dovuto andare a rileggermi la trilogia del Brocon, (era da tanto che la scorrevo, sai, non amo rileggermi) per capire se veramente poteva sucitare simili consensi ... non so rispondermi, immodestamente devo ammettere che "mi è venuta bene" ... modestamente mi pare impossibile che possa toccare così profondamente le corde emotive di una persona.
>... anche io faccio parte di "quelle" femmine che chiedono il motivo che spinge ad andare nel deserto, a Capo Nord o in altre località cosi tanto appetibili >ai motociclisti "veri" (io non mi considero una motociclista e tanto ne sono convinta che il sentirmelo dire mi crea imbarazzo e mi mette molto a disagio) >poiché tanto amo e bramo il "mio" territorio che a causa del lavoro ancora non conosco, che davvero i paradisi degli altri non riescono a catturare il mio >desiderio.
Qui non si tratta di "femmine" e motociclisti fasulli VS moticlisti Veri; ho scritto così perchè era un episodio realmente accaduto, ed io scrivo solo di cose accadure, non ho fantasia.
Si tratta della contrapposizione tra chi capisce una emozione e chi non la capisce; io mi son oemozionato allo stesso modo attravesando un cordone di dune o un torrente nella campagna vicentina: la persona di cui sopra non capirerebbe l'emozione di entrambe le cose.
Un'anima che apprezza il sentiero dietro casa può apprezzare anche la più esotica delle mete, anche se non ci andrà mai; però chi è infarcito di esotismo a volte non comprende la bellezza del poco, si perde tantissimo: non è il mio caso.
>"arebbe possibile anche a me raccogliere questi "frutti" succulenti, o forse tutte e tre le cose insieme a farmi decidere di entrare in un' altra comunità >dove, come in questa, mi sento fuori posto a causa dell'enorme divario tecnico e culturale."
Non demordere, qui come su ES abbiamo tutti la stessa passione, poi che uno sappia domare o meno una moto da 100 cv o portare un trial su percorsi verticali non conta ... e si migliora sempre con la pratica.

Ciao e grazie ancora
Alves

husqvarna100
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Messaggio da husqvarna100 » gio 18 nov, 2010 10:40 am

Bravissimo come sempre Alves.
Dovresti cambiare attivita' e fare lo scrittore.
I tuoi scritti sono molto coinvolgenti,riesci a farci vivere le tue emozioni.
Come ti avevo gia' precedentemente detto,ci fai rivivere e vedere con
occhio diverso anche localita' che conosciamo benissimo e che ,forse per
quello,non apprezziamo come dovremmo.
GRAZIE.

Claudio.

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anALPhaBETA
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Messaggio da anALPhaBETA » sab 20 nov, 2010 4:04 am

Ho dovuto andare a rileggermi la trilogia del Brocon, per capire se veramente poteva sucitare simili consensi ... non so rispondermi, immodestamente devo ammettere che "mi è venuta bene" ... modestamente mi pare impossibile che possa toccare così profondamente le corde emotive di una persona.
Beh, i consensi non puoi dire non vengano suscitati se
A - il tuo racconto è nella home di ES,
B - "ancora oggi, a 4 anni di distanza, ogni tanto qualcuno si ricorda del “mio” Brocon e riesuma il post portandolo in evidenza nel forum: son soddisfazioni!"
certo che sono soddisfazioni e son soddisfazioni anche leggere i tuoi scritti.

Curiosando qui e li mi sono imbattuta nella "trilogia" riportata a galla ed ero li pronta a copiare il tutto quando ho letto che ti chiedevano il permesso di metterlo nella home page, allora ho desistito perché non ho più temuto dover fare lunga ricerca ma avrei prontamente ritrovato il report, l'unica cosa che mi da fastidio è che hanno riportato i tre racconti separati invece che riunirli tutti in uno ... ai fini di una lettura tutta d'un fiato la cosa "rompe" molto però mi rompe di più star li a copiare testo e foto su un word anche perché perderebbe un po' l'anima, e allora mi adatto però lo vorrei diviso in tre capitoli ma tutto insieme e non orfano delle immagini ... magari sono capace di copiarlo in pover point ... se in questa veste non lo sento svilito ma integro te lo mando
Sentendo parlare in questa maniera dei posti che amo, non ho corde ma una esplosione emotiva, purtroppo li conosco sopratutto via asfalto e pochissimo in sterrato, poi kayak (lago del Corlo e Senaiga sono una favola) sci sull'altopiano e scarponi ad accompagnarmi dove se non c'è nesuno è meglio così niente mi disturba e ho l'illusione sia tutto mio, spero che la mia Birba riesca ad insegnarmi l'enduro così potrà accompagnarmi dove desidero.
A mio più modesto parere alcune "Donne" dovrebbero fare un "attimino" di pratica prima di "scrivere" certe "sentenze ingiuste" ...

SuperHank
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Messaggio da SuperHank » sab 20 nov, 2010 5:36 pm

anALPhaBETA ha scritto: l'unica cosa che mi da fastidio è che hanno riportato i tre racconti separati invece che riunirli tutti in uno ... ... però lo vorrei diviso in tre capitoli ma tutto insieme e non orfano delle immagini ...
Se è solo per questo mandami la tua mail in MP che ti mando le 3 parti in formato PDF! 8)

Ciao
Alves

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