Un mercoledì da fannulloni!
Inviato: sab 05 feb, 2011 2:54 am
Nell'alba di un freddo mattino di mezzo inverno, mentre il mondo è indaffarato dalle sue 1000 attività, un vecchio monocilindrico a 4 tempi fa sentire per l'ennesima volta il suo ruggito nelle vallate cristallizzate dall'inverno: io e la mia fida XR, in missione per conto di … non lo posso dire, qualcuno già sa cosa avverrà a breve in queste montagne!
Vago senza un percorso preciso in mente, anche se a fine mattina mi renderò conto di aver fatto un esatto giro orario nei versanti della valle; provo nuovi sentieri, ripercorro i vecchi per tenerli a mente e non perderli nel limbo del tempo che passa … ecco qualche scatto:

L'estrema mi strema!


Vecchie baite diroccate stanno scomparendo inghiottite dal bosco: quante storie avrebbero da raccontare quelle 4 pietre?

Il fondovalle è ancora in ombra, le montagne si accendono nei primi raggi di sole.

Esili sentieri sono la mia strada, ma l'ostacolo è in agguato …

… ma una sega da 35 cm vince anche tronchi di una certa dimensione! Sarei passato lo stesso, con qualche acrobazia, ma vuoi mettere la soddisfazione di fare manutenzione al sentiero? (questa foto dovrei mandarla alla Forestale!)

Vittoria! Ora posso riprendere il mio cammino fra i bucaneve.

Famose montagne osservano severe il mio passaggio.

Ed al fine scesi al grande fiume ...

… ma solo per salire in un più ripido versante ...

… prestando attenzione a dove posare gli artigli, pardon, i tasselli: 10 cm di troppo ed è troppo tardi per raccontarlo.

Una mela succosa, il sole che mi scalda, un panorama stupendo: che ci vorrebbe di più?
Ma un amico, come cantava Venditti.
E l'amico ce l'ho, il Navaho, solo che mi aspetta parecchie decine di km a sud est, ai piedi dei suoi colli per un pomeriggio di enduro!

Ed allora qualche decina di km di corsa sull'argine fangoso del fiume, e dalle aspre Prealpi passo ai dolci profili dei Colli Berici.
Panino e caffè, e partiamo per una 3 ore non stop sui colli, inanellando un sentiero più bello dell'altro. Li conosco abbastanza i colli, riesco a muovermi al loro interno, ma non posso certamente vantare la conoscenza di un indigeno, meglio ancora, di una guida indiana, di un navaho! E allora su e giù per i monti, qualche sterratone, qualche carrareccia fangosa nel fondovalle, sentieri “spaccabrasseti” e whoops naturali che ti sparano in aria, sentieri avvolti su se stessi che sembrano morire in un campo ma poi rinascono fra la boscaglia, priare abbandonate, boscaioli al lavoro, contrade deserte, ville da Beverly Hills, lo specchio del lago che di tanto in tanto appare fra gli alberi, un panino e una birra.
Tutto perfetto quindi?
Nooooo! Quel Navaho non si fermava mai, cazzarola, nemmeno una foto sono riuscito a fare!
2 febbraio 2011
“CANDELORA CANDELORA, CON IL SOLE DA L'INVERNO SEMO FORA MA SE TIRA PIOVA O VENTO, NE L'INVERNO SEMO ANCORA DRENTO”
Una giornata invernale, fredda ma di pieno sole, non poteva essere vanamente lasciata ad ingrossare il conto dei giorni andati. Alves mi contatta, ci accordiamo per una uscita pomeridiana sui “miei” Berici, che da troppo tempo non solco con l’amato tassello. Al borbottio delle nostre XR si aggiunge spesso il sibilo del duetempi delle motoseghe. Difatti incontriamo molti boscaioli, tutti indaffarati e tutti oramai con il proprio trattore al seguito, che quando ci va bene scartiamo di lato - rischiando il ruzzolone a valle - e che quando ci va male ci obbliga al più mesto dei dietrofront, che nell’enduro, si sa, è cosa assai antipatica, specialmente quando si ha in testa un giro “speciale”, un percorso ad anello con pochissimo asfalto. Ma il mio compagno pare non prendersela, d'altronde lui vaga già dal mattino, ha iniziato solcando i luoghi della “sua” terra per scendere poi, appunto, in quelli della “mia”, attraverso gli argini dei “nostri” fiumi. E così, inventandomi improvvisate alternative, si endura in lungo e in largo dentro questa magnifica cornice naturale, che sa rivelarsi ad ogni stagione sempre nuova, anche agli occhi di chi, come me, la conosce da quando, quattordicenne, la solcava con l’indimenticata Aspes Navaho. Una bella giornata di enduro, un buon amico, un panino, una birra, quattro ciaccole, un caffè. Eccola qua la fotografia di questo mio breve racconto, cose semplici, che anche Voi amici motobruchi già conoscete, che però a volte aiutano, a ricaricare il nostro cammino a saliscendi.
Ciao.
Navaho”
Ciao
Alves
Vago senza un percorso preciso in mente, anche se a fine mattina mi renderò conto di aver fatto un esatto giro orario nei versanti della valle; provo nuovi sentieri, ripercorro i vecchi per tenerli a mente e non perderli nel limbo del tempo che passa … ecco qualche scatto:
L'estrema mi strema!
Vecchie baite diroccate stanno scomparendo inghiottite dal bosco: quante storie avrebbero da raccontare quelle 4 pietre?
Il fondovalle è ancora in ombra, le montagne si accendono nei primi raggi di sole.
Esili sentieri sono la mia strada, ma l'ostacolo è in agguato …
… ma una sega da 35 cm vince anche tronchi di una certa dimensione! Sarei passato lo stesso, con qualche acrobazia, ma vuoi mettere la soddisfazione di fare manutenzione al sentiero? (questa foto dovrei mandarla alla Forestale!)
Vittoria! Ora posso riprendere il mio cammino fra i bucaneve.
Famose montagne osservano severe il mio passaggio.
Ed al fine scesi al grande fiume ...
… ma solo per salire in un più ripido versante ...
… prestando attenzione a dove posare gli artigli, pardon, i tasselli: 10 cm di troppo ed è troppo tardi per raccontarlo.
Una mela succosa, il sole che mi scalda, un panorama stupendo: che ci vorrebbe di più?
Ma un amico, come cantava Venditti.
E l'amico ce l'ho, il Navaho, solo che mi aspetta parecchie decine di km a sud est, ai piedi dei suoi colli per un pomeriggio di enduro!
Ed allora qualche decina di km di corsa sull'argine fangoso del fiume, e dalle aspre Prealpi passo ai dolci profili dei Colli Berici.
Panino e caffè, e partiamo per una 3 ore non stop sui colli, inanellando un sentiero più bello dell'altro. Li conosco abbastanza i colli, riesco a muovermi al loro interno, ma non posso certamente vantare la conoscenza di un indigeno, meglio ancora, di una guida indiana, di un navaho! E allora su e giù per i monti, qualche sterratone, qualche carrareccia fangosa nel fondovalle, sentieri “spaccabrasseti” e whoops naturali che ti sparano in aria, sentieri avvolti su se stessi che sembrano morire in un campo ma poi rinascono fra la boscaglia, priare abbandonate, boscaioli al lavoro, contrade deserte, ville da Beverly Hills, lo specchio del lago che di tanto in tanto appare fra gli alberi, un panino e una birra.
Tutto perfetto quindi?
Nooooo! Quel Navaho non si fermava mai, cazzarola, nemmeno una foto sono riuscito a fare!
2 febbraio 2011
“CANDELORA CANDELORA, CON IL SOLE DA L'INVERNO SEMO FORA MA SE TIRA PIOVA O VENTO, NE L'INVERNO SEMO ANCORA DRENTO”
Una giornata invernale, fredda ma di pieno sole, non poteva essere vanamente lasciata ad ingrossare il conto dei giorni andati. Alves mi contatta, ci accordiamo per una uscita pomeridiana sui “miei” Berici, che da troppo tempo non solco con l’amato tassello. Al borbottio delle nostre XR si aggiunge spesso il sibilo del duetempi delle motoseghe. Difatti incontriamo molti boscaioli, tutti indaffarati e tutti oramai con il proprio trattore al seguito, che quando ci va bene scartiamo di lato - rischiando il ruzzolone a valle - e che quando ci va male ci obbliga al più mesto dei dietrofront, che nell’enduro, si sa, è cosa assai antipatica, specialmente quando si ha in testa un giro “speciale”, un percorso ad anello con pochissimo asfalto. Ma il mio compagno pare non prendersela, d'altronde lui vaga già dal mattino, ha iniziato solcando i luoghi della “sua” terra per scendere poi, appunto, in quelli della “mia”, attraverso gli argini dei “nostri” fiumi. E così, inventandomi improvvisate alternative, si endura in lungo e in largo dentro questa magnifica cornice naturale, che sa rivelarsi ad ogni stagione sempre nuova, anche agli occhi di chi, come me, la conosce da quando, quattordicenne, la solcava con l’indimenticata Aspes Navaho. Una bella giornata di enduro, un buon amico, un panino, una birra, quattro ciaccole, un caffè. Eccola qua la fotografia di questo mio breve racconto, cose semplici, che anche Voi amici motobruchi già conoscete, che però a volte aiutano, a ricaricare il nostro cammino a saliscendi.
Ciao.
Navaho”
Ciao
Alves