IL GNEPPOLINO COLPISCE ANCORA!
Nel settembre del 2010 avevo avuto l'onere, e l'onore, di organizzare col mio amico Massimo il D-Istruttore una Uscita Ufficiale del calendario ES, IL GNEPPOLINO TOUR, in cui avevo condotto oltre 40 moto in giro per la Valleogra: Gneppolino Tour.
Massimo aveva messo la faccia, mi aveva dato consigli e sopratutto svolto il ruolo di scopa da recupero del gruppo e dei dispersi/sfiancati dal giro, ma la paternità del giro fu interamente mia, e ne vado orgoglioso: 150 km di strade di collina montagna, a cavallo delle vallate che preferisco, la Valleogra e la Valle dell'Agno, di cui almeno 2/3 sterrate, queste ultime al 90% aperte al transito veicolare, il restante 10 % privo di divieti espliciti (i classici percorsi nel limbo tra legalità e illegalità). Percorso non di banali sterrate, ma anche mulattiere, sentieri, e le stesse sterrate erano in gran parte strette, contorte, non certo da passeggiata per bicilindrici con passeggera, insomma, esaltano il piacere di guida.
Non ero però solo con Massimo al giro, come scope si aggiungevano i Corradi, Aco, Braccini, Rokes; non ero solo, grazie! Korradok, nei giorni seguenti, mi chiedeva se ero disposto l'anno successivo a proporre lo stesso itinerario al suo club, l'Africa Twin 3 Venezie, da ora in poi AT3V. Potevo rifiutarmi, dopo l'aiuto che mi aveva dato? No. Ma in realtà era l'orgoglio che mi spingeva: vuoi mettere vedere 20 AT seguire una Elefant? Impagabile, Claudio Castiglioni, patron Cagiva, sarebbe stato fiero di me!
SI FA? NON SI FA?
Purtroppo le previsioni meteo per domenica 17 settembre 2011, giorno del tour, erano pessime: piogge abbondanti tutto il giorno, anche a carattere temporalesco. Korradok mi palesava la probabile rinuncia di molti, ma alla fine si dicideva di tentare lo stesso: noi organizzatori ci saremmo presentati alla partenza comunque, chi c'è c'è, e poi si vedrà.
Erano attesi, maltempo a parte, una ventina di moto, e contavo molto di riuscire a fare con i AT3V quello che non mi era riuscito con gli ES: al Gneppolino eravamo risuciti a fare una 80 ina di km prima del pranzo, poi la volontà di guidare del gruppo è scesa a 0, per cui invece dei restanti 70 km ho cucito tagli su tagli per riportare il gruppone a Schio, per un totale di 110 km percorsi. Con gli Afrikans speravo di fare tutti i 150 km.
Al gruppo si aggregavano anche i miei amici del motobruco Hurrycane, possessore di una splendida AT650, e Martinofix, fuoiri luogo con la leggera Husqvarna 610 ( ma non sarebbe stato il solo).
Al ritrovo il primo però è Dario, L'Uomo Che Ride (UCR), poiché nelle foto in moto appare sempre ghignare sotto al casco! Guida una AT750, perfetta e stradalissima con gomme lisce; io ed i miei amici parliamo del giro, di altri giri, vengono fuori espressioni tipo, “forse ci sarà da spingere ed aiutarsi” … “rampona scivolosa” … “ma facciamo la mulattiera del Triveneto?”; ad un certo punto UCR argomenta di aver qualcosa di sospeso a casa, chiede dove possiamo ritrovarci e se ne va!
Le sghignazzate fra di noi si sprecano, mai mi era successo di avere un partecipante che mollava PRIMA del giro, ma poi sarò smentito: il buon UCR riapparirà durante il tour in sella ad una XT550 maxi serbatoiata, e si farà tutto il giro senza problemi, e la settimana successiva lo rivedrò, sempre con la XT, al SORMOG (il raduno dei motobruchi) in Grappa.
Arriva poi Korradok e qualche altro, siamo ancora in pochi, quando da est ariva una colonna di moto una più spettacolare dell'altra: alla fine quasi nessuno ha paccato, partiamo in 17, onore agli Afrikans!
Ci siamo tutti.
Parecchie AT, 650 e 750, ovviamente, un paio di TTE/TTR 600, XT550, Transalp, un DR600 irriconoscibile, un K690 e sopratutto LEI, la moto del Presidente, Sandro:
Un autentico ordigno da rally, favolososa! (anche se il Presidente degli AT3V dovrebbe presentarsi con la Honda, eh, eh!)
IN AZIONE
Si parte, verso i primi sterrati facili del monte Summano; ancora prima di affrontare il monte ci sono dei rallentamenti, sembra che il Kappone abbia buacato, poi mi docono di proseguire, ma quando siamo al primo bivio importante ne mancano una cifra; abbiamo adottato il metodo dell'elastico, cioè avere sempre nello specchietto i 2-3 che ci seguono, se non li si vede più occore fermarsi e a catena tutto il gruppo si ferma, fino alla guida; ma qualcuno non lo farà mai, per cui in tutto il giro avremo problemi a tener unito il gruppo, col contestuale aumento dell'incazzamento di Korradok che è scopa!
L'unica foto che mi riguarda: il mio Cagivone in testa al gruppo, al primo pit stop forzato alle cave di Santorso.
Ricompattato il gruppo, procediamo l'ascesa per facil sterrati fino al colletto di Velo, dove guidiamo nella nebbia; indi discesa al Tretto e trasferimento verso il monte Enna ed omonimo forte.
OK, fin al Colletto ci siamo arrivati.
Ascesa al monte Enna.
Luci nella Nebbia, al forte.
Il tempo è schifoso, in cielo nubi cariche di piogia sembrano esplodere da un momento all'altro, ma finora siamo fortunati, sembra reggere; al forte pausa, dove tengo la mia lezioncina di storia patria, poi decidiamo di scendere per la strada alternativa; una volta c'era il cartello di divieto, ora è sparito, a dire di alcuni perchè la strada è privata e non aveva diritto il comune o chi altri a vietarla, sencondo me invece hanno semplicemente fatto sparire il cartello … comunque sia scendiamo da là e ci va bene, nessun forestale a multarci:
Eccole, le mie prodi scope.
Ci siamo tutti?
Da qui in avanti scatta il pezzo più interessante del giro, che si insinua in profondità entro la Valleogra, per anguste sterrate ed anche qualche mulattiera; il pezzo forte è una lunga discesa fino in fondovalle, che le alluvioni dell'ultimo anno hanno devastato: profondi canali, buche, sassoni in mezzo, alberi caduti a lato: non era facile da fare con le moto ciccione, sopratutto se non gommate da off. Tutti ne scendono, ma con diversi tempi di transito, per qualcuno sarà un bel calvario!
A vederne l'arrivo sembra facile …
Purtroppo non ci sono altre immagini …
Dopo questa perigliosa prova, non posso esimermi da condurre il gruppo all'aperitivo, sono quasi le 12; pertanto mi tocca tagliare la prima tranche di percorso che toccava la DX Valleogra, con sommo dispiacere; come non bastasse, nella lunga attesa ho lasciato il quadro elettrico acceso, e complici una batteria andante e le continue accensioni dovute alle soste per riordinare il gruppo, mi trovo senza avviamento elettrico! Niente paura, grazie alla leggera discesa, una corsa di lancio con slato in sella al volo, stile Gran Premio anni 60-70, e il Ducati prende vita. Stessa cosa al bar di Valli, poi la batteria si riprenderà.
Ma dopo l'aperitivo c'è lo stuzzichino, in questo caso sterrato, una mulattiera sassosa, discretamente scavata, che già al Gneppolino aveva mietuto delle vittime; un Transalp ( Gigi il pilota, credo) ha bisogno di qualche spinta, ma nessun problema a salire:
Una bella sassara, non c'è che dire!
Il gruppo è bello tosto, passi per le monocilindriche, ma portare le bic in questi posti non è da tutti, belle manette; un TTR ha problemi al freno causa botta, ma lo ripara alla svelta. A questo pezzo purtroppo non partecipano Benedetto K690, troppo affaticato dalla discesa precedente, che accompagna Hurrycane su asfalto nella ricerca di una mangiatoia; infatti si era previsto di mangiare in malga, all'aperto, ma dato il tempo non è il caso; dei 3 possibili ristoranti agriturismi lungo il percorso non si riesce a contattarli telefonicamente (!!!!!!) per cui Matteo va in avanscoperta per prenotarci il tavolo, ed alla fine lo trova al rifugio Passo Xomo: perfetto, al'ora giusta ed al postto giusto nell'economia del giro.
Però, dopo la salita difficile deve necessariamente seguire la discesa facile … Nooo, sbagliato, si prosegue sul difficile (sempre nell'ottica delle moto bicilindriche); ed allora segue uno stretto sentiero in discesa, dal fondo ciottoloso che mette alla prova l'abilità nel controllare le moto dei partecipanti; e dove confluisce in una mulattiera più larga bisogna fare una secca curva a gomito verso destra; i più bravi riescono a farla direttamente, chi non se la sente di manovrare in bilico sulle punte (non solo le ballerine di classica stanno sulle punte, anche gli enduristi!) o semplicemente scende con troppa grinta, va a girarsi nel campo sottostante; ecco alcuni scatti:
Tinkara, credo?
Il mio amico Martinofix pare decisamente soddisfatto del giro!
O è questo Tinkara? Con tutte queste AT sembrano tutti uguali!
Dario UCR, redidivo con la XT550.
Gigi il Temerario.
Non ricordo il nome: chi sa, parli!
E questo? Altra Africa, versione RD04, la prima 750, giusto?
Primi piani.
Manovre di inversione.
Ah no, mi sbagliavo, anche in questa foto c'è la mia Elefant: chi altri gira con le taniche del latte?
Anche questo scatto è frutto di una lunga attesa: fuori dal sentiero c isi immetteva in una sterrata, da scendere: io ne avevo dietro un paio e scendevo, ma gli altri andavano tutti in su: per fortuna che la strada era cieca, e quindi poi scendevano tutti!
Ma i problemi di vruppo non finivano con questo episodio; ci aspettava la scalata finale allo Xomo, prima su una lunga sterrata in costa che conduce all'ultima contrada prima del passo, indi salitona sterro-cementata fino al medesimo; un misto stretto impegnativo, per fondo, quantità e qualità delle curve, ma di gran soddisfazione; arrivavo alla contrada e vedevo dietro di me almeno 5-6 piloti, sia di mono che di bic, e decidevo di proseguire la salita: gravissimo errore, avrei dovuto fare un riordino del gruppo, perchè esso si era spezzato e il moncon finale non era ancora giunto alla contrada.
Salendo inoltre, mi trovavo alle spalle l'arrembante DR600, e mi ingarellavo con lui, o meglio, di sicuro non mi avrebbe sorpassato dato che ero la guida, ma volevo rendergli faticoso starmi dietro, c'ho una reputazione da difendere! Io tiravo, lui tirava, e staccavamo il resto del gruppo; solo che questi ultimi, si trovavano di fronte un bivio apparentemente di pari valore, di cui io nemmeno consideravo l'esistenza: infatti era una strada cieca che moriva di li a poco, ma loro non lo potevano sapere, e si fermavano ad aspettare. Nel frattempo, dopo aver minacciato per tutta la mattina, iniziava la pioggia, accompagnata da un vento gelido:nà goduria.
Io ed il DR arrivavamo al passo, e dietro il vuoto:
Si vede il tetto del rifugio e siamo rimasti in 2.
Tempo da lupi; la foto purtroppo non rende merito a come era preparato questo DR!
Dopo una lunga attesa ci portiamo al rifugio, dove ci sono Hurrycane e Benedetto; partono le telefonate, riesco a contattare Korradok, “lievemente” incazzato per questo continuo perdersi, e sono sinceramente dispiaciuto per lui, fare la scopa richiede abnegazione, spirito di sacrificio e pazienza: ecco perchè io faccio la guida! Anche il gruppo di Tinkara quando arriva mi pare abbastanza seccato, ma credo e spero che fosse solo una seccatura passeggera.
2 parole ma merita anche la bettola dove abbiamo mangiato: il gestore, un aiutante palesemente alcolizzato ed un giovanissimo garzone, credo tutti e 3 imparentati; di menù non se ne parla, “ di primo bigoli alla boscaiola, oppure fettuccine alla boscaiola, oppure gargati alla boscaiola … qualsiasi cosa, prchè boscaiola!” Di secondo affettati, sottaceti e formaggi. Il primo show lo facciamo noi: sebbene questa sia una compagnia veramente educata e molto a modo (altro che certi selvaggi, in moto e a tavola, con cui mi è capitato di girare) siamo pur sempre 15 enduristi puzzolenti, sporchi e pieni di vestiti ingombranti che invadono un rifugio di montagna; all'interno c'erano già 2-3 coppie di camminatori: immaginate delle persone che hanno camminato per ore, al freddo, con il peso dello zaino, sotto la pioggia, distrutte, che entrano in un accogliente, silenzioso baretto di montagna … ed arriva un branco di motociclisti a far casino: e come se in una pizzeria ci fosse un convento di suore a cena e al tavolo a fianco gli arriva Rocco Siffreddi col cast e troupe del suo film hard!
Ma il clou dello spettacolo lo da il cameriere alcolizzato: prima si cimenta in barzellette sconce, poi ci racconta di quando a Roma è andato al ristorante “La Parolaccia”, quello del film di Fantozzi, e cita pedissequamente tutti i torpiloqui a cui ha partecipato … ovviamente urlando! Da morire dal ridere, nel mentre le coppie fuggono via!
Per la cronaca, la boscaiola era appena appena passabile, sarà stata un vasetto Buitoni; ristorante vivamente consigliato, se volete fare brutta figura, magari con una racchia di cui volete liberarvi: di sicuro non uscirà più con voi, dopo tale esperienza.
Sterrate in Val Posina.
Quando, verso le 3, finiamo di pranzare, magicamente cessa anche di piovere; abbiamo fatto 60 km del giro, tagliando qualcosa, ma recuperare gli altri 70 è improponibile; qualcuno ci ha già abbandonato, allora decidiamo di cambiare tutto, invece di andare verso la Valleogra e poi Recoaro, scendiamo in Val Posina; costeggiamo il laghetto, poi si fanno un po' di facile sterrate verso Arsiero ed attorno al sudetto paese e Velo d'Astico; ma anche qui riusciamo a perderci, e mi ritrovo col Presidente, Martinofix fedele come l'ombra e qualche altro nella zone industriale di Seghe. Perdipiù una manifestazione motoristica di auto ci blocca il passaggio, dato che con Korradok si era detto di andare in birreria Summano per i saluti finali, tosto ci dirigiamo là; Korradok c'è, ma molti sono andati via.
Alla fine sono stati circa 100 km, con le condizioni meteo non si poteva fare molto di più, è stato comunque un bel giro, i commenti di tutti mi sembrano positivi: alla prossima Africani!
Ciao
Alves