I Cattivi Maestri
Inviato: mer 07 dic, 2011 6:00 pm
I CATTIVI MAESTRI
![Immagine](http://digilander.libero.it/alves.fraschetti/conpod/1.JPG)
Lui … è peggio di me!
Questa storia non mi fa onore, ma per dovere di cronaca non posso esimermi dal raccontarla.
Non molto tempo fa trovo nella mail box un messaggio di un certo Pod … Pod, Pod, si, non mi è nuovo, ci sono, deve essere un ES che ho visto in qualche evento mondano tipo Goduros o Cavalcata dei Forti, lo avevo notato, è quello che cavalca una Transalp nera scarenata!
Il giovine endurista, perchè di giovine si tratta, vorrebbe che portassi, lui ed un suo amico, a fare un giro ovviamente off road, magari il percorso “Gneppolino”, che lui, a quell'evento da me organizzato nel 2010, non c'era; si fa scrupolo e mette subito le gomme avanti, che è una pippa, che c'ha la Transalp, che non è buono … ma per me non è un problema, ho sempre avuto la vocazione ad insegnare ai giovani, fin da quando sacrificavo le estati della mia adolescenza come animatore dei bambini (o forse volevo intortarmi le animatrici … con scarso successo!). E poi questi bravi ragazzi sono disposti a partire all'alba dal piattume lagunare e salire fin nelle mie montagne, perdipiù in giorni feriali, perdipiù in statale perchè hanno le gomme fuori norma ... bisogna essere ospitali. Dico si, ma la organizzazione si trascina per qualche settimana, principalmente la mia XR da sistemare.
Quando tutto sembra deciso, la variabile imprevista: altra mail, del mio vecchio amico MassimoS il D-Istruttore, che mi chiede se esco in moto: mi aveva aiutato l'anno scorso al giro con gli ES, ma è da una vita che non si faceva un giro io e lui, soli soletti … chissà cosa potremmo combinare con le nostre enduro in una giornata intera! Ma purtroppo mi dice di essere operativo solo con la Africa Twin 650, niente enduro x-treme, anche se con Massimo non si può mai dire …
E allora perchè non unire il giro con Pod con quello con Massimo? Tantopiù che il mio amico ha sempre avuto il pallino della Istruzione dei fuoristradisti: Pod è in una botte di ferro!
![Immagine](http://digilander.libero.it/alves.fraschetti/conpod/2.JPG)
Ed eccoci pronti, la Valleogra ci aspetta.
Già da questa foto si vede come io giochi sporco: ho una moto con un cilindro e un quintale in meno delle compagne, e miglior sospensioni e gomme; Massimo guida la sua splendida Red Bullissima, con cui ha pure corso il rally d'Albania: livrea a parte, è abbastanza di serie, ma è notorio che la AT650 è una ottima moto da fuoristrada; Pod è quello messo peggio: la sua Transalp è un modello recente, di quando ahimè la Honda aveva già intrapreso la via della stradalizzazione spinta per le sue enduro; Pod ha fatto un bel lavoro “endureggiante”: via la carena, faretto da enduro racing, parafango alto da motard, tubi paracolpi, piastra paramotore, frecce piccole, telaio reggiborse posteriore, gomme on off … una bella moto da rally raid, ma purtroppo la dotazione tecnica Honda rimane scarsa, una forcelletta da cinquantino, una luce a terra degna di uno scooter. Il mio commento: “così bassa e con tutte quelle protezioni, tu i sentieri, più che scalarli, li spiani!”.
Basta cianciare, si parte; riprendiamo il percorso del Gneppolino, con alcune varianti; quello era studiato per un gruppo di 40 moto dual, quindi oltre che facile doveva essere scorrevole e non presentate imbuti atti a creare tappi: oggi invece posso permettermi anche paesaggi più guidati, siamo solo in 3, o a filo di case e dentro le contrade, ed anche qualche strappetto più difficile.
![Immagine](http://digilander.libero.it/alves.fraschetti/conpod/3.bis.JPG)
La giornata è a dir poco stupenda.
Il sottoscritto fa strada, dietro Massimo, infine Pod: è la classica situazione dove i veloci sono avanti, ed i principianti dietro: i primi arrivano, si fermano ad aspettare, si riposano, poi arriva finalmente l'ultimo, magari bisognoso di tirare il fiato dopo un pezzo difficile, e subito i bravi, vedendolo, esclamano:”Eccolo!” e ripartono a cannone, lasciando il povero compagno in agonia!
Però il primo svarione della giornata è mio; in un sentierino facile facile una disattenzione su un ostacolo facile facile mi fa scartare tutto verso monte, impiantandomi pur senza cadere sul pendio, se mi fosse successo verso sinistra sarei finito di sotto! Sotto gli occhi di Massimo, che si stupisce della mia defaillance … povero me.
Pod invece avanza con sicurezza, alla sua andatura, nemmeno troppo distante dalla nostra, e pure fuori dal facile sterrato non ha difficoltà; allora propongo a Massimo una variante in discesa un po' ripida, dubbioso se farla fare al Transalp, ma Massimo non ha dubbi, buttiamolo giù di là!
![Immagine](http://digilander.libero.it/alves.fraschetti/conpod/3.JPG)
Prima della discesa, San Massimo degli Enduristi da la sua benedizione ad un inginocchiato Pod.
Il veneziano si lancia nella discesa, sembra che la tenga (la moto), sembra che la perda, no la tiene, ma sul punto più ripido il complesso uomo mezzo va in crisi, la sua forcella è troppo bassa, il peso della bicilindrica va a caricarsi tutto sull'anteriore ed inevitabilmente il pilota casca.
![Immagine](http://digilander.libero.it/alves.fraschetti/conpod/4.JPG)
Chi ha messo quell'albero in mezzo alla mia foto?
![Immagine](http://digilander.libero.it/alves.fraschetti/conpod/5.JPG)
Ma il prode Pod si arrangia e riparte da solo.
![Immagine](http://digilander.libero.it/alves.fraschetti/conpod/6.JPG)
Eccolo spensierato e felice all'uscita del bosco.
Il mio pubblico si chiederà: ma com'è che fotografi sempre e solo Pod?
La mia tecnica fotografica è la seguente, quando sono guida: correre avanti prendendo vantaggio, aspettare l'arrivo degli inseguitori, e scattare. Ma con Massimo non funziona, è sempre dietro, sento immancabilmente il rumoreggiare dell'Arrow alle mie spalle, appena mi fermo non riesco ad estrarre la fotocamera che quello è già lì! La triste verità è questa, con la XR non riesco a staccare la AT di Massimo …
![Immagine](http://digilander.libero.it/alves.fraschetti/conpod/7.JPG)
Immancabile la foto sul tetto del forte Enna.
![Immagine](http://digilander.libero.it/alves.fraschetti/conpod/9.JPG)
Discesa: Massimo “Sempre In Piedi” D-istruttore affronta la curva col suo stile pulito ed elegante.
![Immagine](http://digilander.libero.it/alves.fraschetti/conpod/10.JPG)
Pod sembra alla guida di una pit-bike, ma è massimo ad essere oversize in altezza!
Percorriamo alcune mulattiere abbastanza strette e guidate, poi arriva la discesona fangosa e scavata (oggidì poco fangosa ma molto scavata) che mise molti in crisi al Gneppolino e al giro con gli Afrikans, una mulattiera un po' ostica, ma il Pod lemme lemme avanza imperterrito. Allora lo porto a fare una discesa abbastanza esagerata per un bicilindrico: la percorro per primo e mi pare troppo scivolosa e ripida, molto più della prima dove era caduto: “qui il veneziano si ammazza!” ed appena giunto dove riesco a sistemare la moto in cavalletto corro a dargli soccorso …. ma non serve: il ragazzo scende senza nemmeno cadere e dichiara alla stampa:” Mi sembrava peggio l'altra!”.
![Immagine](http://digilander.libero.it/alves.fraschetti/conpod/11.JPG)
Non pare ma era abbastanza in piedi. Notare la luce a terra del Transalp … inesistente!
![Immagine](http://digilander.libero.it/alves.fraschetti/conpod/12.JPG)
Torrente, laghetto e sterrata: uno scatto anche per la mia Xrina.
Pod dichiara di aver un problema alla moto, sente uno strano rumore, forse un sasso incastrato nella pinza freni; massimo prende il Transalp e lo guida, finchè dichiara che è tutto OK, mentre Pod è estasiato dalla guidabilità della Red Bullissima.
Andiamo a pranzo, da veri enduristi un panino caldo e via, ma è sempre piacevole la sosta al bar, come disse un mio amico il piacere della guida in moto è solo il 50%: il resto è raccontarsela prima e dopo il giro, che quanto a chiacchere i fuoristradisti non sono secondi a cacciatori, pescatori, ecc., ecc..
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Ma quanto bella è la Red Bullissima?
Si riparte, ed il percorso si alza di uno step, mulattiere un po' più scavate e ripide, con lame di roccia e tante, tante foglie a nascondere il tutto.
Pod fatica un po' di più, ma di certo non molla e sempre arriva: ottimo spirito e attitudine alla sofferenza, ho perso il conto di quelli che “il fango era troppo fangoso, i sassi erano troppo sassosi, era freddo, era caldo, la gomma non teneva, la forcella sbacchettava ...” magari in sella ad una racing pura.
![Immagine](http://digilander.libero.it/alves.fraschetti/conpod/14.JPG)
Il paesaggio invece non muta, sempre meraviglioso.
![Immagine](http://digilander.libero.it/alves.fraschetti/conpod/15.JPG)
Pod nei boschi dell'alta Valleogra.
In una rampa il nostro ha dei problemi, forse cade, forse no, mi pare che Massimo li porti su la moto per qualche moto, o forse no, fatto stà che il mio amico non si lascia sfuggire l'occasione di “istruire” il giovine virgulto enduristico: con un maestro così chissà dove arriverà il ragazzo!
Più avanti lo vedrò io cadere in diretta in un tornante strettissimo, ma non si spaventa, ride e va tirarsi su il mezzo, nemmeno vorrebbe che l'aiutassi, orgoglio di endurista, ma con 2 quintali di moto meglio evitare quando possibile il rischio di ernie.
Dopo questa sosta è Massimo a fare da guida, finalmente sono libero di guidare senza l'assillo di fare strada, ma però è un'altra botta al mio orgoglio: il Max schizza via come una fionda, facciamo mulattiere scavate in discesa e faccio fatica a tenere il contatto con la Red Bullissima … il mio umore va sotto i tasselli! Però guidare dietro a Massimo è un gusto, pulito e preciso, ma anche con quel tocco di aggressività che non guasta, come quando fa i tornanti in piedi intraversando la moto di accelleratore … chapeaux!
![Immagine](http://digilander.libero.it/alves.fraschetti/conpod/16.JPG)
Il capellone e lo spilungone; prendi appunti Pod!
Si va avanti, immersi nei caldi colori di un tramonto autunnale nei boschi dell'alta Valleogra; mulattiere, qualche sentiero, sterratoni … Massimo mi umilia ulteriormente mostrandomi un pezzo di sentiero che non conoscevo, praticamente a casa mia.
Ma anche lui, incredibilmente, a volte sbaglia; tornante in discesa, arriva lungo, comincia a derapare, prova a tenerla ma va oltre il limite della gravità, si sdraia e finisce fuori strada, e per fortuna che la moto si ferma prima di precipitare in mezzo ai massi nel bosco. Pochi strisci per la AT, una mano dolorante per Massimo: tutto sommato è andata bene, Massimo è stiloso anche nelle cadute!
![Immagine](http://digilander.libero.it/alves.fraschetti/conpod/17.JPG)
Uno scatto anche per me.
![Immagine](http://digilander.libero.it/alves.fraschetti/conpod/18.JPG)
Guardando Massimo viene da chiedersi a cosa servano le enduro racing … visto che fa le stesse cose con la AT!
La nostra cavalcata si conclude al passo Zovo; Massimo ritorna nella sua valle, io accompagno Pod in pianura e gli indico la strada per Bassano, Castelfranco, Venezia. Per lui le emozioni non finiscono qui: a 2 passi da casa il radiatore del Transalp comincia a perdere, ma forse è solo un tappo o una guarnizione che perde. Ma non basta questa sciocchezzuola a rovinare l'umore del ragazzo, sta già pensando alla prossima uscita con noi; non c'è dubbio, con questi cattivi maestri il Pod non può che finire sulla “cattiva” strada!.
Ciao
Alves
Lui … è peggio di me!
Questa storia non mi fa onore, ma per dovere di cronaca non posso esimermi dal raccontarla.
Non molto tempo fa trovo nella mail box un messaggio di un certo Pod … Pod, Pod, si, non mi è nuovo, ci sono, deve essere un ES che ho visto in qualche evento mondano tipo Goduros o Cavalcata dei Forti, lo avevo notato, è quello che cavalca una Transalp nera scarenata!
Il giovine endurista, perchè di giovine si tratta, vorrebbe che portassi, lui ed un suo amico, a fare un giro ovviamente off road, magari il percorso “Gneppolino”, che lui, a quell'evento da me organizzato nel 2010, non c'era; si fa scrupolo e mette subito le gomme avanti, che è una pippa, che c'ha la Transalp, che non è buono … ma per me non è un problema, ho sempre avuto la vocazione ad insegnare ai giovani, fin da quando sacrificavo le estati della mia adolescenza come animatore dei bambini (o forse volevo intortarmi le animatrici … con scarso successo!). E poi questi bravi ragazzi sono disposti a partire all'alba dal piattume lagunare e salire fin nelle mie montagne, perdipiù in giorni feriali, perdipiù in statale perchè hanno le gomme fuori norma ... bisogna essere ospitali. Dico si, ma la organizzazione si trascina per qualche settimana, principalmente la mia XR da sistemare.
Quando tutto sembra deciso, la variabile imprevista: altra mail, del mio vecchio amico MassimoS il D-Istruttore, che mi chiede se esco in moto: mi aveva aiutato l'anno scorso al giro con gli ES, ma è da una vita che non si faceva un giro io e lui, soli soletti … chissà cosa potremmo combinare con le nostre enduro in una giornata intera! Ma purtroppo mi dice di essere operativo solo con la Africa Twin 650, niente enduro x-treme, anche se con Massimo non si può mai dire …
E allora perchè non unire il giro con Pod con quello con Massimo? Tantopiù che il mio amico ha sempre avuto il pallino della Istruzione dei fuoristradisti: Pod è in una botte di ferro!
Ed eccoci pronti, la Valleogra ci aspetta.
Già da questa foto si vede come io giochi sporco: ho una moto con un cilindro e un quintale in meno delle compagne, e miglior sospensioni e gomme; Massimo guida la sua splendida Red Bullissima, con cui ha pure corso il rally d'Albania: livrea a parte, è abbastanza di serie, ma è notorio che la AT650 è una ottima moto da fuoristrada; Pod è quello messo peggio: la sua Transalp è un modello recente, di quando ahimè la Honda aveva già intrapreso la via della stradalizzazione spinta per le sue enduro; Pod ha fatto un bel lavoro “endureggiante”: via la carena, faretto da enduro racing, parafango alto da motard, tubi paracolpi, piastra paramotore, frecce piccole, telaio reggiborse posteriore, gomme on off … una bella moto da rally raid, ma purtroppo la dotazione tecnica Honda rimane scarsa, una forcelletta da cinquantino, una luce a terra degna di uno scooter. Il mio commento: “così bassa e con tutte quelle protezioni, tu i sentieri, più che scalarli, li spiani!”.
Basta cianciare, si parte; riprendiamo il percorso del Gneppolino, con alcune varianti; quello era studiato per un gruppo di 40 moto dual, quindi oltre che facile doveva essere scorrevole e non presentate imbuti atti a creare tappi: oggi invece posso permettermi anche paesaggi più guidati, siamo solo in 3, o a filo di case e dentro le contrade, ed anche qualche strappetto più difficile.
La giornata è a dir poco stupenda.
Il sottoscritto fa strada, dietro Massimo, infine Pod: è la classica situazione dove i veloci sono avanti, ed i principianti dietro: i primi arrivano, si fermano ad aspettare, si riposano, poi arriva finalmente l'ultimo, magari bisognoso di tirare il fiato dopo un pezzo difficile, e subito i bravi, vedendolo, esclamano:”Eccolo!” e ripartono a cannone, lasciando il povero compagno in agonia!
Però il primo svarione della giornata è mio; in un sentierino facile facile una disattenzione su un ostacolo facile facile mi fa scartare tutto verso monte, impiantandomi pur senza cadere sul pendio, se mi fosse successo verso sinistra sarei finito di sotto! Sotto gli occhi di Massimo, che si stupisce della mia defaillance … povero me.
Pod invece avanza con sicurezza, alla sua andatura, nemmeno troppo distante dalla nostra, e pure fuori dal facile sterrato non ha difficoltà; allora propongo a Massimo una variante in discesa un po' ripida, dubbioso se farla fare al Transalp, ma Massimo non ha dubbi, buttiamolo giù di là!
Prima della discesa, San Massimo degli Enduristi da la sua benedizione ad un inginocchiato Pod.
Il veneziano si lancia nella discesa, sembra che la tenga (la moto), sembra che la perda, no la tiene, ma sul punto più ripido il complesso uomo mezzo va in crisi, la sua forcella è troppo bassa, il peso della bicilindrica va a caricarsi tutto sull'anteriore ed inevitabilmente il pilota casca.
Chi ha messo quell'albero in mezzo alla mia foto?
Ma il prode Pod si arrangia e riparte da solo.
Eccolo spensierato e felice all'uscita del bosco.
Il mio pubblico si chiederà: ma com'è che fotografi sempre e solo Pod?
La mia tecnica fotografica è la seguente, quando sono guida: correre avanti prendendo vantaggio, aspettare l'arrivo degli inseguitori, e scattare. Ma con Massimo non funziona, è sempre dietro, sento immancabilmente il rumoreggiare dell'Arrow alle mie spalle, appena mi fermo non riesco ad estrarre la fotocamera che quello è già lì! La triste verità è questa, con la XR non riesco a staccare la AT di Massimo …
Immancabile la foto sul tetto del forte Enna.
Discesa: Massimo “Sempre In Piedi” D-istruttore affronta la curva col suo stile pulito ed elegante.
Pod sembra alla guida di una pit-bike, ma è massimo ad essere oversize in altezza!
Percorriamo alcune mulattiere abbastanza strette e guidate, poi arriva la discesona fangosa e scavata (oggidì poco fangosa ma molto scavata) che mise molti in crisi al Gneppolino e al giro con gli Afrikans, una mulattiera un po' ostica, ma il Pod lemme lemme avanza imperterrito. Allora lo porto a fare una discesa abbastanza esagerata per un bicilindrico: la percorro per primo e mi pare troppo scivolosa e ripida, molto più della prima dove era caduto: “qui il veneziano si ammazza!” ed appena giunto dove riesco a sistemare la moto in cavalletto corro a dargli soccorso …. ma non serve: il ragazzo scende senza nemmeno cadere e dichiara alla stampa:” Mi sembrava peggio l'altra!”.
Non pare ma era abbastanza in piedi. Notare la luce a terra del Transalp … inesistente!
Torrente, laghetto e sterrata: uno scatto anche per la mia Xrina.
Pod dichiara di aver un problema alla moto, sente uno strano rumore, forse un sasso incastrato nella pinza freni; massimo prende il Transalp e lo guida, finchè dichiara che è tutto OK, mentre Pod è estasiato dalla guidabilità della Red Bullissima.
Andiamo a pranzo, da veri enduristi un panino caldo e via, ma è sempre piacevole la sosta al bar, come disse un mio amico il piacere della guida in moto è solo il 50%: il resto è raccontarsela prima e dopo il giro, che quanto a chiacchere i fuoristradisti non sono secondi a cacciatori, pescatori, ecc., ecc..
Ma quanto bella è la Red Bullissima?
Si riparte, ed il percorso si alza di uno step, mulattiere un po' più scavate e ripide, con lame di roccia e tante, tante foglie a nascondere il tutto.
Pod fatica un po' di più, ma di certo non molla e sempre arriva: ottimo spirito e attitudine alla sofferenza, ho perso il conto di quelli che “il fango era troppo fangoso, i sassi erano troppo sassosi, era freddo, era caldo, la gomma non teneva, la forcella sbacchettava ...” magari in sella ad una racing pura.
Il paesaggio invece non muta, sempre meraviglioso.
Pod nei boschi dell'alta Valleogra.
In una rampa il nostro ha dei problemi, forse cade, forse no, mi pare che Massimo li porti su la moto per qualche moto, o forse no, fatto stà che il mio amico non si lascia sfuggire l'occasione di “istruire” il giovine virgulto enduristico: con un maestro così chissà dove arriverà il ragazzo!
Più avanti lo vedrò io cadere in diretta in un tornante strettissimo, ma non si spaventa, ride e va tirarsi su il mezzo, nemmeno vorrebbe che l'aiutassi, orgoglio di endurista, ma con 2 quintali di moto meglio evitare quando possibile il rischio di ernie.
Dopo questa sosta è Massimo a fare da guida, finalmente sono libero di guidare senza l'assillo di fare strada, ma però è un'altra botta al mio orgoglio: il Max schizza via come una fionda, facciamo mulattiere scavate in discesa e faccio fatica a tenere il contatto con la Red Bullissima … il mio umore va sotto i tasselli! Però guidare dietro a Massimo è un gusto, pulito e preciso, ma anche con quel tocco di aggressività che non guasta, come quando fa i tornanti in piedi intraversando la moto di accelleratore … chapeaux!
Il capellone e lo spilungone; prendi appunti Pod!
Si va avanti, immersi nei caldi colori di un tramonto autunnale nei boschi dell'alta Valleogra; mulattiere, qualche sentiero, sterratoni … Massimo mi umilia ulteriormente mostrandomi un pezzo di sentiero che non conoscevo, praticamente a casa mia.
Ma anche lui, incredibilmente, a volte sbaglia; tornante in discesa, arriva lungo, comincia a derapare, prova a tenerla ma va oltre il limite della gravità, si sdraia e finisce fuori strada, e per fortuna che la moto si ferma prima di precipitare in mezzo ai massi nel bosco. Pochi strisci per la AT, una mano dolorante per Massimo: tutto sommato è andata bene, Massimo è stiloso anche nelle cadute!
Uno scatto anche per me.
Guardando Massimo viene da chiedersi a cosa servano le enduro racing … visto che fa le stesse cose con la AT!
La nostra cavalcata si conclude al passo Zovo; Massimo ritorna nella sua valle, io accompagno Pod in pianura e gli indico la strada per Bassano, Castelfranco, Venezia. Per lui le emozioni non finiscono qui: a 2 passi da casa il radiatore del Transalp comincia a perdere, ma forse è solo un tappo o una guarnizione che perde. Ma non basta questa sciocchezzuola a rovinare l'umore del ragazzo, sta già pensando alla prossima uscita con noi; non c'è dubbio, con questi cattivi maestri il Pod non può che finire sulla “cattiva” strada!.
Ciao
Alves