L'anello di Rivalta (sopra a Parma)
Inviato: sab 06 ott, 2012 9:58 pm
Questo post avrebbe anche potuto intitolarsi:
Motoalpinismo collinare con le muccone Yamaha
La storia parte dall'esigenza di collaudare il nuovo sistema di navigazione e geolocalizzazione reciproca che io ed i miei figli abbiamo installato su tutte le nostre moto (anche a scopi di Protezione Civile).
Scopo primario di tale sistema è, da un lato, di avere sempre sotto gli occhi una dettagliata mappa del territorio che si va ad esplorare. Ma, dall'altro lato, di sapere sempre in ogni istante dove si trovano i propri compagni di escursione...
E da casa, la moglie può controlare in ogni istante a che punto siamo...
Queste funzioni sono ottenibili a costo zero, utilizzando un qualunque telefono cellulare di moderna concezione, utilizzante i più comuni sistemi operativi, quali Symbian (telefoni Nokia), iOS (iPhone) o Android (praticamente tutti gli altri).
Ovviamente, andando in giro con lo schermo sempre acceso ed il GPS attivo, la batteria del telefono si scaricherebbe in un paio d'ore.
Quindi occorre un caricabatteria a manubrio.
Inoltre occorre un sistema che non solo alimenti il telefono, ma lo tenga ben visibile sul manubrio, proteggendolo da vibrazioni, urti e schizzi di fango, e che non costituisca intralcio o pericolo per il pilota.
Dopo un paio d'ore in officina ho realizzato dei supporti in alluminio lavorato dal pieno. Ecco quello che ho montato sulla mia Yamaha XT600E:

Per quanto riguarda il software, utilizziamo l'eccellente (e gratuito) programma View Ranger, che consente l'utilizzo di diversi tipi di mappe o foto satellitari. Per le escursioni in moto sono ideali le mappe Open Cycle Maps, gratuite e che mostrano tutti i sentieri percorribili in mountain bike (e quindi, tipicamente, anche in moto).
E veniamo al percorso di mercoledi' scorso, che io e mio figlio Adriano abbiamo fatto con le moto "grosse": io con la XT600E e lui con il Tenerè 660....
Il percorso lo chiamiamo ANELLO DI RIVALTA, si tratta di circa 30 km di stradine parzialmente inghiaiate e in piccola parte asfaltate. Almeno, cosi' lo ricordavo, lo facevo da ragazzo ai tempi della Mazzilli (era il tipico giro per "rodare il pistone", cosa che con quella moto mi capitava di dover fare ogni mese, o quasi).
Rivalta è un piccolo paesino sulle prime colline giusto sopra Parma, da cui dista circa 20 km di strada pianeggiante.
Il percorso fatto viene caricato automaticamente dai nostri cellulari sul sito del programma per cui lo potete vedere qui:
http://my.viewranger.com/track/details/MTcxMDU2
Ed ecco come appare sul sito:

Viceversa, sullo schermo dei cellulari, il percorso appare cosi':

Mentre si va, appaiono anche delle iconine che mostrano in tempo reale la posizione dei compagni (aggiornata ogni 30s)... Impossibile perdersi!
Giacchè Rivalta è su una "ciumella", scendiamo lungo la costa che parte dalla chiesetta, diretti a sud, e subito il panorama si apre sulla valle sottostante, in fondo alla quale stan correndo due caprioli, mentre un falco pelegrino volteggia sopra di loro, per cui ci fermiamo a cercare di fotografarli:

Giunti nel punto più basso, si tratta ora di risalire sulla coilina opposta: e qui sorgono i primi problemi, in quanto la pendenza è maggiore che in discesa, e la ghiaia rimasta sulla strada è poca, mentre sotto è fango assai viscido. Risultato: mentre mio figlio, a gas spalancato, riesce a salire, io mi pianto con la ruota posteriore che slitta (gomme stradali, che volete...).
però è un bel posto e mi fermo a fotografare la "piantata" aspettando che mio figlio vedendo sul suo cellulare la mia icona "ferma", capisca che è il caso di venire a darmi una mano:

Notare i 4 cm di fango misto a ghiaia incollati alla ruota anteriore.
E pensare che volevamo fare un giretto di un'ora, tutto su strada, giusto per provare i sistemi di navigazione...
La posteriore invece, fortunatamente, è rimasta pulita, a forza di pattinare:

Per fortuna mio figlio arriva dopo 3 o 4 minuti, e porta su lui la mia moto (io proprio non ho il manico per ste cose). Mica che poi lui abbia sto gran stile, come potete vedere qui, ma comunque è efficace:
Raggiungiamo cosi' la vetta pratosa della collina, all'estremità meridionale del giro, da cui si gode un panorama magnifico:


Il giro prosegue con facili carraie (stavolta ben inghiaiate) ed una parte asfaltata (ahimè molto più lunga che ai tempi della mia gioventu').
Risalendo verso Rivalta, però, si fa un'altra bellissima costa su cui corre una stradina sterrata, mentre il sole ormai scende vicino all'orizzonte...


Quest'ultimo tratto di percorso si rileva assai problematico per il Tenerè di mio figlio, in quanto il fango impastato coi sassi tende a bloccargli la ruota anteriore, per colpa del solito, malefico parafango basso...
Alla fine comunque arriviamo all'asfalto, e sembra che ormai non resti che tornare tranquillamente a Parma per le stradine di pianura.
Invece, dopo un chilometro di asfalto a velocità sostenuta, la moto di mio figlio si mette a fumare come una vaporiera!
La ruota anteriore "strusa" su quel malefico tappo di fango e sassi che si è formato sotto il parafango, facendo un puzzo di gomma bruciata che ammorba l'aria dell'intera valle.
Per fortuna ci fermiamo prima che la gomma prenda fuoco, e, dopo aver scoperto che nessuna delle due moto ha in dotazione una chiave a stella da 10, per cui è impossibile smontare il parafango, armati di santa pazienza cominciamo a scacciavitare via quella specie di conglomerato secco che si è cementato fra ruota e parafango:

E fu cosi' che arrivammo a casa che ormai era buio....[/b]
Motoalpinismo collinare con le muccone Yamaha
La storia parte dall'esigenza di collaudare il nuovo sistema di navigazione e geolocalizzazione reciproca che io ed i miei figli abbiamo installato su tutte le nostre moto (anche a scopi di Protezione Civile).
Scopo primario di tale sistema è, da un lato, di avere sempre sotto gli occhi una dettagliata mappa del territorio che si va ad esplorare. Ma, dall'altro lato, di sapere sempre in ogni istante dove si trovano i propri compagni di escursione...
E da casa, la moglie può controlare in ogni istante a che punto siamo...
Queste funzioni sono ottenibili a costo zero, utilizzando un qualunque telefono cellulare di moderna concezione, utilizzante i più comuni sistemi operativi, quali Symbian (telefoni Nokia), iOS (iPhone) o Android (praticamente tutti gli altri).
Ovviamente, andando in giro con lo schermo sempre acceso ed il GPS attivo, la batteria del telefono si scaricherebbe in un paio d'ore.
Quindi occorre un caricabatteria a manubrio.
Inoltre occorre un sistema che non solo alimenti il telefono, ma lo tenga ben visibile sul manubrio, proteggendolo da vibrazioni, urti e schizzi di fango, e che non costituisca intralcio o pericolo per il pilota.
Dopo un paio d'ore in officina ho realizzato dei supporti in alluminio lavorato dal pieno. Ecco quello che ho montato sulla mia Yamaha XT600E:

Per quanto riguarda il software, utilizziamo l'eccellente (e gratuito) programma View Ranger, che consente l'utilizzo di diversi tipi di mappe o foto satellitari. Per le escursioni in moto sono ideali le mappe Open Cycle Maps, gratuite e che mostrano tutti i sentieri percorribili in mountain bike (e quindi, tipicamente, anche in moto).
E veniamo al percorso di mercoledi' scorso, che io e mio figlio Adriano abbiamo fatto con le moto "grosse": io con la XT600E e lui con il Tenerè 660....
Il percorso lo chiamiamo ANELLO DI RIVALTA, si tratta di circa 30 km di stradine parzialmente inghiaiate e in piccola parte asfaltate. Almeno, cosi' lo ricordavo, lo facevo da ragazzo ai tempi della Mazzilli (era il tipico giro per "rodare il pistone", cosa che con quella moto mi capitava di dover fare ogni mese, o quasi).
Rivalta è un piccolo paesino sulle prime colline giusto sopra Parma, da cui dista circa 20 km di strada pianeggiante.
Il percorso fatto viene caricato automaticamente dai nostri cellulari sul sito del programma per cui lo potete vedere qui:
http://my.viewranger.com/track/details/MTcxMDU2
Ed ecco come appare sul sito:

Viceversa, sullo schermo dei cellulari, il percorso appare cosi':

Mentre si va, appaiono anche delle iconine che mostrano in tempo reale la posizione dei compagni (aggiornata ogni 30s)... Impossibile perdersi!
Giacchè Rivalta è su una "ciumella", scendiamo lungo la costa che parte dalla chiesetta, diretti a sud, e subito il panorama si apre sulla valle sottostante, in fondo alla quale stan correndo due caprioli, mentre un falco pelegrino volteggia sopra di loro, per cui ci fermiamo a cercare di fotografarli:

Giunti nel punto più basso, si tratta ora di risalire sulla coilina opposta: e qui sorgono i primi problemi, in quanto la pendenza è maggiore che in discesa, e la ghiaia rimasta sulla strada è poca, mentre sotto è fango assai viscido. Risultato: mentre mio figlio, a gas spalancato, riesce a salire, io mi pianto con la ruota posteriore che slitta (gomme stradali, che volete...).
però è un bel posto e mi fermo a fotografare la "piantata" aspettando che mio figlio vedendo sul suo cellulare la mia icona "ferma", capisca che è il caso di venire a darmi una mano:

Notare i 4 cm di fango misto a ghiaia incollati alla ruota anteriore.
E pensare che volevamo fare un giretto di un'ora, tutto su strada, giusto per provare i sistemi di navigazione...
La posteriore invece, fortunatamente, è rimasta pulita, a forza di pattinare:

Per fortuna mio figlio arriva dopo 3 o 4 minuti, e porta su lui la mia moto (io proprio non ho il manico per ste cose). Mica che poi lui abbia sto gran stile, come potete vedere qui, ma comunque è efficace:
Raggiungiamo cosi' la vetta pratosa della collina, all'estremità meridionale del giro, da cui si gode un panorama magnifico:


Il giro prosegue con facili carraie (stavolta ben inghiaiate) ed una parte asfaltata (ahimè molto più lunga che ai tempi della mia gioventu').
Risalendo verso Rivalta, però, si fa un'altra bellissima costa su cui corre una stradina sterrata, mentre il sole ormai scende vicino all'orizzonte...


Quest'ultimo tratto di percorso si rileva assai problematico per il Tenerè di mio figlio, in quanto il fango impastato coi sassi tende a bloccargli la ruota anteriore, per colpa del solito, malefico parafango basso...
Alla fine comunque arriviamo all'asfalto, e sembra che ormai non resti che tornare tranquillamente a Parma per le stradine di pianura.
Invece, dopo un chilometro di asfalto a velocità sostenuta, la moto di mio figlio si mette a fumare come una vaporiera!
La ruota anteriore "strusa" su quel malefico tappo di fango e sassi che si è formato sotto il parafango, facendo un puzzo di gomma bruciata che ammorba l'aria dell'intera valle.
Per fortuna ci fermiamo prima che la gomma prenda fuoco, e, dopo aver scoperto che nessuna delle due moto ha in dotazione una chiave a stella da 10, per cui è impossibile smontare il parafango, armati di santa pazienza cominciamo a scacciavitare via quella specie di conglomerato secco che si è cementato fra ruota e parafango:

E fu cosi' che arrivammo a casa che ormai era buio....[/b]