Nel 2015, forse, leggerete quello di quest'anno ...
IWTF 2013
“è la compagnia che conta, il legame di complicità, la solidarietà stile “fanculo tutto!” dei dannati”.
Paul Auster “Uomo nel buio”.
Cosa altro c'è da raccontare della IWTF, dopo aver letto le poche parole di un famoso scrittore contemporaneo? Una frase tratta da un contesto completamente avulso alla IWTF, ma oltremodo perfetta per descrivere la 2 gg di enduro vissuta il 23-24 novembre 2013.
IWTF non è una gara, non è un raduno, non ci sono compensi, non ci sono autorità che premiano; e allora perché tutti vogliono partecipare?
La risposta sta nella citazione: il MC Thiene propone una sfida, tanti la raccolgono, si forma una compagnia di gente poco o per nulla conosciuta, tenuta assieme dalla voglia di arrivare in fondo, solidali nell'aiutarsi nella peste del percorso, complici come solo possono essere dei praticanti di un attività bandita dai salotti del politically correct. Fanculo tutto, quindi, la pioggia, il freddo, la neve, il fango, il buio, la fatica, i sassi, i torrenti, gli alberi franati, chi ci vuole male e ci mette i bastoni fra le ruote: mai come quest'anno l'IWTF è stata un girone dantesco di Dannati!
“La mia fama mi precede”, direbbe la IWTF se fosse una persona; nei mesi precedenti, persone che si informano, “quando la fate? Mi raccomando, chiamami!”, richieste da ogni dove, “ posso portare gli amici?” c'è chi ringrazia per l'invito, si sente inorgoglito solo per essere stato messo nella rosa dei possibili partecipanti, quasi non ne fosse degno; chi fa di tutto per esserci ma purtroppo non riesce, chi per arrivare al via si fa decine, centinaia di km di solitaria trasferta.
E qui non possiamo non citare la fantastica Vlasta Gregis, giunta da Milano per essere con noi, che gagliardamente non ha mollato sotto l'impietoso clima del sabato; non ci piace dire che è stata brava in quanto donna, no, è stata brava, stop (anche perchè, al confronto, qualche maschietto pare abbia chiesto se non era il caso di rinviare, considerando il meteo!).
Chapeau!
Il meteo: a novembre dicembre il clima è impietoso, si sa; è per questo che facciamo la IWTF a fine anno, lapalissiano! Questa edizione però è stata effettivamente durissima, almeno il primo giorno. Pioggia continua, insistente, fredda, da giorni, quindi con terreni fradici, che quand'anche ci fosse stata qualche schiarita, l'acqua depositata nelle piante ed a terra era più che sufficiente a lavare da capo a piedi ogni pilota. Se i motociclisti hanno un girone all'inferno, è sicuramente fatto da acqua.
Lo staff.
Ogni anno un qualcosa in più, è l'ambizione della IWTF; 2013, introduzione delle P.S., fortemente volute dal Mr. Pres. Aramini. Goliardiche, ovviamente, per stilare una “classifica” su cui ridere alla sera in ristorante; ma anche da considerare, le prove, come una citazione ed un tributo ai tempi eroici della regolarità, quando le gare erano prove di abilità a tutto tondo, e non un mero limare il tempo sul giro in piste, crossodromi, fettucciati; ecco allora la prova di ABILITA' alla partenza, nel cortile davanti Area Moto Zanè: birilli, tronchi, ed addirittura una pedana mobile, tipo altalena, dove esibire le proprie doti di equilibrista, come nelle antiche gimcane che facevano i nostri nonni con le Vespe e Lambrette.
E poi lungo il percorso il CROSS TEST, un anello cronometrato in una cava dismessa di caolino, per nulla banale; la prova di ACCELERAZIONE, un rettilineo da percorrere nel minor tempo possibile; il gran finale in piazza, con ulteriore prova di ABILITA' e la scalata della gradinata che conduce in paese (col permesso del sindaco!).
Purtroppo non è stato proprio così, ma andiamo con ordine.
Briefing.
Si parte!
Quasi 30 piloti al via, tutti con moto ultracompetitive, in maggioranza leggere e potenti 2t di grossa cilindrata. Leggiamoli questi nomi, in rigoroso disordine alfabetico: BELFIORIZENEREPIETRAPOROSALUCAZANCAN
ALBERTOSEGANFREDO
GIANCARLOSOLA’ZESSIVANCASTELLO
GASPEREVALENTINODALSANTOANDREA
MAXCOSTAMARIOTORRESANKARPIATODAROIT
GIOVANNIZICHEICIODEMURIFAGAALVESIGORFRASCHETTI
GIORGIOTISATOVLASTAGREGISUGOCARTAMENEGHELLO
ANDREABRASOLAFAMILYROMAGNA.
Cazzeggio, messa a punto mezzi, spunciotti, vestizione briefing, foto, pioggia a più non posso: alla fine ci tocca partire.
Si fa la prova di abilità, qualche svirgolone, nulla di che, e siamo finalmente in marcia nella campagna allagata. forse aveva ragione chi era del partito del rinvio: poche centinaia di metri nelle sterrate pozzangherose, più simili a piscine che a pozze, e si è completamente fradici.
1° P.S. Di equilibrismo da freddi.
Altalena, come nelle gimcane del tempo che fu.
ma è tempo, come da tradizione IWTF, di aprire le danze col primo dei torrenti, la Rozzola di Thiene, perla dell'urban enduro; una teoria di sassi, pressoché sempre in secca, che dalla periferia campagnola si insinua verso il centro città, con i suoi gradoni di cemento, i ponticelli da sottopassare, i claustrofobici e bassi tunnel da percorrere sdraiati sulla moto.
Quest'anno la si fa verso valle, almeno è risparmiata la scalata dei gradini, bene o male in giù la moto frana sempre; ma non è certo una passeggiata; i tempi si allungano fra un pilota e l'altro, tutti arrivano all'uscita "caldi", tenere la moto fra le pietre umide è un supplizio. Al fratello di chi scrive, trialista provetto, dichiarante alla partenza, con aria di sufficienza, " si vabbè ma l'enduro in pianura ..." bastano queste poche centinaia di metri a cambiare parere.
Urban enduro.
Attraversamento della città, ed è secondo torrente; più breve, forse più facile, anch'esso con i suoi spot significativi, l'inizio con gli scivoli in cemento, il passaggio del ponte ferroviario.
All'uscita, già qualcuno domanda "quanto c'è ancora?" ce n'è, ce n'è …
Terzo torrente, in quel di Marano; lo vedi dalla riva e sembra una strada, tanto è largo, piatto e dal fondo uniforme, da fare con uno scooter; ma da bagnato la moto scarta dappertutto, snervante e stancante, in più lo risaliamo troppo e rischiamo di infilarci nelle fogne sotterranee di Marano! L'uscita poi è una ecatombe: le ripide rive del torrente, attaccate dalle ruote motrici, si sfaldano, le moto franano dentro l'alveo, il viscido delle pietre impedisce di prendere una pur minima rincorsa; spinte, cadute, impennate, fuorigiri, finalmente, prima che arrivi la pula, tutti siamo fuori.
Qui è facile, ma il peggio deve ancora venire ...
Il Faga nel ruolo di scopa.
Ci sarebbe la quarta parte, ossia la stessa roggia, ma nel tratto a monte dell'abitato, ma si decide di tagliarla: troppa acqua, troppo il ritardo sulla tabella di marcia. Il gruppo si è spaccato, si perde tempo a cercarsi, poi Zess ha rotto la moto, perdita da un radiatore, prova a sistemare ma poi si ritira.
Intanto il presidente è già su in collina, in cava a preparare la P.S. CROSS, messaggia di continuo, mentre noi siamo ancora nella piatta campagna.
finalmente ci approcciamo alle colline, primi sentieri nel bosco, su fango e radici infide, poi un lungo sentiero a mezzacosta, sospeso sulla profonda valle dove il torrente mugghia minaccioso; sentiero riaperto a colpi di motosega dal sottoscritto, non so se mi spiego … stretti tornanti ci fanno scendere al guado, si attraversa e si risale il versante opposto; emozionante vedere la coda del gruppo sull'altro versante della valle, ogni tanto una moto, un faro, una macchia di colore, appaiono nei vuoti della mimetica coltre boschiva.
Finalmente nei boschi.
un pò di sterro e siamo finalmente alla P.S., con ore di ritardo. la pioggia non desiste dal martoriarci con le sue fredde gocce, qui si è un fastidio insopportabile: col bel tempo la P.S. sarebbe stata un momento spassoso e rilassante, uno alla volta i piloti in prova e gli altri svaccati sul campo a tifare e motteggiare gli altri ... invece tocca stare fermi al freddo, riparati a malapena da una barcollante tettoia, in attesa del proprio via.
Bella però la P.S., un doppio anello, un 8, in contropendenza, salite, discese, canali e boschetti da attraversare, apprezzato da tutti.
P.S. N° 2, la cava.
Ora è il momento di aprire un inciso; il percorso originale, il piano A, della IWTF, prevedeva una veloce discesa a fondovalle, una risalita fatta di 3 step a difficoltà crescente, per poi di nuovo precipitare a valle i partecipanti per una impestatissima discesa nel bosco, una prova da downhill al termine della quale ci aspettava il ristoro volante. Quest'ultima altra nuova idea: invece di fermarsi in un bar, e perdere tempo, e cercare in paese un distributore, e perdere altro tempo, perchè non farci raggiungere in un luogo concordato dai nostri amici col pickup carico di taniche di benzina e panini?
Così avrebbe dovuto essere, ma galeotto fu il panino; ordinandoli nella osteria più prossima al ristoro volante, ci scappava di parlare, a grandi linee, della IWTF; ma il nemico Vi ascolta, sempre! Non era il bar sede di un gruppo di Mountain bikers? La barista, innocentemente o colpevolmente, non lo sapremo mai, non raccontava loro del nostro evento? E i biciclettari, preoccupati che violentassimo con le nostre migliaia di HP i loro sentierini, non allertavano, o minacciavano di farlo, la Forestale?
Questo ci veniva riferito 24 ore prima di iniziare la IWTF; che fare? Ma il piano B, ovvio! Ogni organizzazione che si rispetti ce l'ha! Anche noi: ecco a tavolino un nuovo itinerario, il più possibile lontano dai bikers, e "fanculo tutto!".
Si riparte, sempre sotto la pioggia.
Esuberanza “giovanile”.
Allora si riparte, e piove (ma va?). Il piano B prevede di salire ancora di quota, una rampa gradinata ci fa tribolare un pò, si marcia a singhiozzo; chiaramente se uno si blocca tutti si fermano, ma quand'anche il primo riesca a ripartire, non è detto che quelli alle spalle, costretti a fermarsi magari in posizioni non idonee alla ripartenza, riescano quindi a riprendere la guida immediatamente: il classico tappo.
E continua a piovere, ed in su appare la neve, e qualcuno rompe pure la moto!
Siamo a 900 m.s.l.m., il sole sta tramontando, siamo non troppo lontani da Posina, se modifichiamo brutalmente il percorso; infatti era previsto di scendere in fondovalle, dove effettuare la P.S. Accelerazione, e subito dopo usufruire del ristoro/rifornimento volante, approntato dai volonterosi Korrado e Bepj Kost, ma siamo in ritardo di oltre 2 ore, sarebbe da puntare direttamente verso la meta finale.
La prima a saltare è la P.S., purtroppo, io sarei dell'avviso di fare lo stesso col ristoro, od al limite far muovere lo staff verso di noi; ma Korrado non ci sta: dopo aver rimescolato il thè per 4 ore, PRETENDE che andiamo da loro, giustamente.
Ed allora lentamente scendiamo a valle, al buio nella neve, non si contano gli alberi caduti che ci costringono a fuoripista nel bosco od acrobazie per passarci sopra o sotto.
Disfatti, sono le 17 passate quando arriviamo dai nostri amici, pronti a rifocillarci con panini e tè caldo; torna in pista anche Zess, portata la moto dal meccanico si è fatto dare un altro mezzo, rientra in "gara" col muletto, da vero ufficiale; anche questo è IWTF!
Ora il programma minimo è arrivare a Posina in tempo utile: via di asfalto, ed ovviamente sterrato ove possibile, evitare sentieri dove potremmo trovare sorprese; abbiamo perso il contatto col Presidente, ma è chiaro che, con questo tempo (mai la pioggia ha smesso!) e con tale ritardo, salta anche la P.S. a Posina paese: gran dispiacere, per una volta che c'era l'autorizzazione della pubblica autorità.
Qualcuno approfitta della discesa nella civiltà per tornare a casa, o per raggiungere Posina via asfalto.
Noi si torna a prendere quota, velocissimamente, senza inconvenienti giungiamo all'ultima contrada prima della salita al colle Xomo, valico tra la Valleogra e la Val Posina, nostra meta finale.
Primo tornante e ... sorpresa, di nuovo la neve a terra; nessun problema, pochi cm.
Ma la sorpresa pochi metri di quota sopra: la coltre nevosa aumenta a vista d'occhio, 10, 20, 30 cm di neve fresca e farinosa; probabilmente la conformazione della valle ne ha favorito l'accumulo, più su si arriva anche a 40 cm ed oltre!
È il momento più carico di pathos di tutta la IWTF, quello che tutti ricorderanno a distanza di anni; il gruppo si dissolve, non c'è più regola, solo istinto, che ti dice di arrivare al passo, ad ogni costo. Ognuno fa per se, non per egoismo, semplicemente non ce n'è energia per aiutare gli altri, quando ne hai a malapena per te stesso: è una battaglia, ed ogni pilota è solo la fuori nell'affrontarla.
Si cerca di guidare nelle scie aperte dagli apripista, ma arriva sempre il momento che questi, per stanchezza o per un cumulo di neve che quasi ti disarciona, si fermano; ed allora si passa in testa, per essere poi superati a propria volta quando ci ferma, in un crescendo di avanzate a scatti, ogni curva superata, ogni tornante percorso è una conquista; quando ci si affianca, un rapido cenno di OK, una domanda più con gli atteggiamenti che con le parole, un incoraggiamento a non mollare, di più non si può fare, siamo soli con le nostre forze nella lotta contro gli elementi. anche i mezzi soffrono, alla mia Honda cede la frizione, non stacca, regolo furiosamente con le mani gelate il registro, ma non c'è modo di avere un pò di gioco.
come un miraggio ecco la sommità del passo, col il suo rifugio, chiuso ovviamente, immerso nel buio e nella neve. Siamo un gruppetto non molto numeroso, non sappiamo quanti siano già passati, quanti ancora a combattere nella neve. La sorpresa che non ci aspettavamo, anche le strade asfaltate che convergono al passo sono ingombre di neve, tutta la viabilità ordinaria della zona è chiusa; significa che, se qualcuno non riuscisse nella scalata della sterrata innevata e meditasse di ripiegare su asfalto, si ritroverebbe ad affrontare lo stesso una consistente barriera nevosa ... e raggiungere Posina per i fondovalle sono oltre 40 km!
Ma adesso non ci pensiamo, solo ci interessa arrivare in paese, lentamente scendendo la strada innevata, dimenticandoci di avere dei freni, con marce basse e movimenti dolci ed anticipati.
Il passo è conquistato, la battaglia contro la neve è vinta!
Soddisfazione!
A Posina non c'è l'arrivo trionfale previsto, si abbandonano le moto nel garage e parte la caccia alle camere dell'alpino, calde ed accoglienti; si fa la conta, c'è, c'è, c'è, andato a casa, ecc. ... mancano Vlasta e Giorgio, li hanno visti fermi nella neve; non si riesce a contattarli, manca campo cellulare, che fare? si sta già pensando di organizzare una spedizione di soccorso, partire col 4x4 per cercarli, ma non c'è bisogno, arrivano anche loro, un'ora dopo i penultimi.
Grandissimi, grandissima Vlasta! Durante la giornata aveva faticato non poco, con la guida esperta di Giorgio aveva tagliato qualche pezzo per risparmiare energia, ma poi rientrava sempre, sempre più distrutta, ma non incazzata col mondo o con gli organizzatori, anzi! (quando c'era chi continuava a lamentarsi dei torrenti perchè torrenti, i sentieri perchè sentieri, e la neve, ecc.!!!!!)
E non si è persa il gran finale a sorpresa (pure per noi dello staff!) ed è riuscita a venire fuori dalla tempesta perfetta del colle Xomo.
Onore al merito.
La serata all'Alpino scorre lieta e piacevole; ai piloti della IWTF si aggiungono parenti ed amici saliti fin quassù per la cena, le tavolate del MC Thiene raccolgono circa 50 persone. la sottile barriera delle imposte divide un fuori fatto di pioggia (ancora!), freddo, neve in quota, notte color pece su tutta la valle, da un dentro fatto di calore e luce, stufe accese, legno chiaro, facce stanche ma sorridenti, risate ed allegria; e, ultima ma non ultima, la semplice e gustosa cucina dello chef "Alpino".
Segue l'usuale consegna della targhetta ricordo ed omaggi da parte del Presidente, poi pian piano il gruppo si spezzetta, chi si ritira in camera, chi si ferma per il bicchiere della staffa, chi si sposta negli altri locali del paese.
Festa.
La premiazione del sottoscritto.
L'alba di domenica vede ancora la pioggia cadere su Posina: per fortuna! Non sarebbe IWTF senza! Anzi, quando arriva il momento della partenza e le gocce si diradano fino a cessare del tutto, qualcuno dei piloti sbuffa e protesta, non vuole partire se non piove!
In realtà guidare un pò asciutti fa piacere a tutti, e nel corso della giornata apparirà, incredibile, il sole, ed avremo pure caldo e sudore: le gioie del fuoristrada.
Pronti a partire per il 2° giorno.
Ci spostiamo verso la Valdastico, per le placide sterrate della Val Posina, seguiamo per un pò il torrente Astico, ne percorriamo le campagne adiacenti; troppo facile, qualcuno vorrebbe ancora soffrire. Peccato che Vla ci abbia salutato, giustamente tanta era la strada verso casa, ma si sarebbe divertita oggi.
Salendo di quota incontriamo di nuovo la neve, ma non con gli esiti della notte precedente: è solo una spolveratina che non pregiudica la nostra marcia.
Siamo nel territorio dei ragazzi della Valdastico e del MC Cogollo, direi quasi loro ospiti, pare quasi scortesia non accettare i loro suggerimenti per aggiungere un pò di pepe alle fasi finali della IWTF. Veloce consumazione del Survival Kit (panino, bibita e Mars) in una radura, e Giorgio Area Moto, unitosi a noi dalla sera, offrirebbe il caffè a tutti, ma i ragazzi sono troppo infoiati, niente caffè!
Scenari vari in Valdastico.
Ci buttano dentro un toboga di sentierini racchiusi in un fazzoletto di montagna alle spalle del paese: discese a motore spento con marcia inserita e frenata calibrata al millimetro per non ribaltarsi in avanti, magari sopra una roccia grossa come una anguria, poi sentierino in salita su selciato viscido, foriero di cadute, spinte a iosa e lingue fuori dai denti dal caldo.
Grazie ragazzi, siete dei veri Enduristi Bastardi che godono a far soffrire gli "amici" sui peggiori sentieri di casa loro: per questo Vi apprezziamo, sul serio, tutti si gustano deliziati questa chicca finale di vero enduro. L'endurista è masochista, si sa …
Siamo così giunti alle ultime battute della IWTF 2013; sopravvissuti anche alla extreme cogollese, ci dirigiamo rapidi verso Thiene. seguiamo ancora le fangose sterrate lungo l'Astico fino al paese di Lugo, veloce scalata alle colline delle Bregonze, discesa per la classicissima sterrata delle fontanelle, e praticamente siamo arrivati. aperitivo in piazza, con le moto schierate sul marciapiedi, ultime foto, in compagnia del nostro amico rallysta Carlo Seminara, in partenza per la imminente Dakar (e ci omaggerà del distintivo IWTF MC Thiene FMI sulla sua carena!).
Saluti, abbracci, no baci (che siamo tutti brutti, pelosi e sporchi, un vero schifo!), ultimo trasferimento fino da Giorgio a riprendere bagagli e mezzi a 4 ruote.
La I WANT TO FINISH 2013 è conclusa, con pieno successo.
The end.
Doverosi ringraziamenti, in ordine sparso: a Giorgio, che mette sempre la sua attività a disposizione per la logistica; al suo Papà, che ha costruito gli ostacoli della P.S.; a tutto lo staff di Area Moto, per la disponibilità; ai grandissimi Mario Costa alias Bepj Kost e Corrado Molo alias KorradoK, per l'abnegazione di aspettare 4 ore al freddo, sotto la pensilina di un bus, l'arrivo dei piloti al ristoro, e per il servizio trasporto; Aco, per il supporto nelle ricognizioni e lungo il percorso; il Presidente Aramini, insostituibile nel tenere collegato tutto l'insieme P.S.-Logistica-contatto coi piloti, con una situazione in imprevedibile divenire, sopratutto al sabato, e comunque nella organizzazione "tout court" dell'evento; Alves, per aver tracciato il giro, ma sopratutto per estrarre dal cilindro il sentiero giusto al momento giusto, a seconda dell'evolversi del giro; il Faga, per aver messo su tutto il carrozzone e dirigerlo con lucida follia.
L'Appuntamento è per il 2014.
IWTF!