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Long Way Gransasso (Lungo)

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stew74
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Long Way Gransasso (Lungo)

Messaggio da stew74 » lun 24 giu, 2013 7:01 pm

Long Way Gransasso
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I forum ti permettono di fare giri nuovi e conoscere tante persone, ma gli appuntamenti fatti sui forum hanno una caratteristica: devi sempre controllare fino all’ultimo se l’appuntamento è cambiato o peggio ancora cancellato. Ma io ero talmente contento di uscire in moto che non ho controllato. Quindi, quando arrivo al distributore scelto per il ritrovo e non vedo moto da enduro, capisco di aver commesso una leggerezza. Ma ormai sono già per strada, bardato di tutto punto, ho pure due panini nello zaino, camelback pieno, non ci penso neanche: vado da solo.

Penso subito al giro da fare: da Rascino a Campo imperatore per sterrati. Lo conosco quasi a memoria, i vari tratti li ho già percorsi, ma mai tutto d’un fiato, e mai con il GS650. Parto subito per il lago del Salto, per arrivare in fretta alla partenza del giro, mi faccio pure l’autostrada, uno dei vantaggi delle dual sport è anche questo, perché non approfittarne? Alle nove e mezza sono già all’uscita del casello di valle del Salto, punto deciso verso Petrella Salto. Per arrivarci però prendo una deviazione che avevo visto sulle mappe online, sembrava sterrata, ma invece è tutta asfaltata anche se stretta e tortuosa. Ma ha di bello che sbuca dentro un paesino semi abbandonato che sembra preso di peso dal Trentino e spostato qui nel Lazio:

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Ripresa la strada provinciale inizio la salita verso l’altopiano del xxxx, da questa parte non sono mai salito, di solito salgo dal versante Abruzzese, invece la salita dal versante laziale è purtroppo tutta asfaltata, e per assurdo, anche più pericolosa di una sterrata. Con l’asfalto, gli automobilisti che salgono e scendono vanno molto più veloci e perciò le curve strette e cieche sono molto più pericolose per chi è in moto. Oltretutto l’hanno sì asfaltata ma la sede sempre stretta è, quindi ci vuole attenzione.

Arrivato in cima si apre lo spettacolo dell'altopiano, davvero bello in questa stagione:

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Da qui parte una miriade di strade bianche, una di queste sembra invitante, la prendo con calma per sgranchire un po’ le gambe, arrivato a metà salita un leprotto zompa via disturbato dalla moto. La strada però poco dopo si perde nei pratoni di fronte ad una casa semi abbandonata.

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Torno sulla strada principale, e finalmente finisce l’asfalto, sono le dieci e mezza passate, inizia a fare caldo anche qui su, le gomme le lascio a 1.7, non ho leve ne camere d’aria e non voglio bucare. Proprio mentre inizio a pensare alle forcelle che non forcellano e alle gomme troppo consumate, mi viene incontro sulla strada sterrata un tipo con un Bandit 600, in magliettina e senza casco, è il dio del motociclista che mi manda un segnale che mi dice di non pensare alle tentazioni delle nuove proposte motociclistiche e di divertirmi con quello che ho.

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Gironzolo un po’ per l’altopiano, poi prendo la salita che mi dovrebbe portare a sconfinare in Abruzzo, all’inizio è facile e, il mezzo da cantiere che vedo in lontananza, mi illude che sia bella liscia:

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Invece si rivela essere bella bucata come me la ricordavo.

Arrivato al valico, provo a cercare una nuova strada per scendere a xxxxx, ma nella valle le tracce portano a dei viottoli che non mi sento di esplorare con GS, sarà per la prossima volta.
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Per cui scendo sul percorso conosciuto, all’imbocco due signori del posto mi rassicurano sul fatto che “la fanno pure i camion della legna”, bugiardi, lo sanno benissimo che è una pietraia infame, tutta scalini e pietroni smossi, le forcelle del GS rimbalzano e scartano, le braccia iniziano a diventare di legno, e rischio di fare un frontale con un quad, che benché mi avesse visto in lontananza, non si accosta, fiducioso del fatto che io potessi fermarmi in tempo. Appena riesco a fermarmi, a due centimetri dal suo paraurti, il tipo tutto tranquillo mi chiede in quanti siamo, e appena gli dico che non ce ne sono altri, mi scarta e riprende la salita. La discesa intanto è sempre peggio, mi verrebbe voglia di fermarmi per prendere fiato, ma è più faticoso trovare un equilibrio statico che far scendere la moto di freno motore in prima.

Arrivo alla fine della pietraia con il dubbio di aver sbagliato l’ultimo bivio qualche centinaio di metri prima, il che vorrebbe dire far inversione e tentare una risalita, per fortuna tutte le sterrate del bivio si raccordano e arrivo sulla statale.

Per scendere c’ho messo venti minuti, sono fradicio di sudore, la tempesta di caldo prevista dal meteo è veramente arrivata, imbocco l’asfalto cercando un po’ di rinfresco con la velocità. Il tentativo però dura poco, neanche due km che inizia la risalita per il prossimo altopiano. Fa talmente caldo che non mi fermo a fare foto, e parto con la salita per xxxx. Sugli sterrati facili il giessino corre veloce, e in neanche dieci minuti sono di nuovo in quota. Mi vorrei fermare a mangiare, ma so che la discesa verso xxxx è un po’ ostica e vorrei farla “a caldo”, mi fermo solo a controllare la moto, vedere la scorta d’acqua e fare un po’ di foto:
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La discesa in realtà si rivela meglio di quello che mi ricordassi, è solo fatta di una ghiaietta sottilissima che fa slittare la ruota posteriore con il solo freno motore. La sterrata però è larga e senza difficoltà si arriva all’asfalto a xxxx. Sono le 12 e tre quarti, sono in moto da 4 ore e su sterrati da due, è giunto il momento di una sosta per mangiare. Mi fermo all’ombra di una cappellina montata e mi mangio un panino.

Riparto per cercare un distributore e mi imbatto in una processione con tanto di santo portato in spalla e banda al seguito, sembra una scena da altri tempi per uno che viene dalla città.

Mi faccio un pezzetto della ferrovia abbandonata xxx - xxxx, e noto che il viottolo che porta al guado sul fiume xxxx che faccio di solito è diventato recintato, boh, capisco le esigenze di chi lavora la terra, ma recintarsi una strada segnata sulle carte mi pare un po’ troppo.

Poco male, prendo l’asfalto e faccio benzina a xxxx. E’ l’una, ho già fatto 100km da quando ho lasciato l’autostrada a valle del salto, il caldo nella valle è opprimente, ma poco male, ormai la strada la so a memoria e non mi devo fermare a controllare le tracce.

Imboccata la sterrata ad xxxx mi fermo a fare rifornimento camelback a questa antica fonte, è l’una e mi sono finito già la scorta d’acqua:

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Riparto cercando di nuovo le alture, siccome come dicevo ricordo le strade a memoria, imbocco la salita sbagliata. Riprendo la sterrata giusta, una pietraia bucatissima che sembra una frana con i tornanti. Se nei tratti rettilinei si riesce a salire, i tornanti, tra il peso del GS e il suo non invidiabile raggio di sterzata, mi mettono in difficoltà. Bisogna affrontarli con calma, reggendosi in equilibrio ma senza fermarsi, pena rimanere bloccati. Il GS ha una prima lunghissima che nelle ripartenze sullo smosso fa scavare solo buche. Il fermarsi vorrebbe dire invertire la moto e ripartire da un tratto in piano o quasi.

Arrivati di nuovo in cima si apre il paradiso del motoalpinista: una serie di sterrati con navigazione a vista, che invitano all’esplorazione.
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Ma Campo Imperatore è ancora lontano e ancora più in alto. Prendo una stretta salita con il fondo ancora ghiaioso e smosso, ma posso anche evitare di dirlo, l’Abruzzo è quasi tutto così. In più si aggiunge il fatto che a quest’ora il bianco delle strade è talmente forte da essere quasi accecante.

Sono a quota 1400m s.l.m., fa ancora caldo ma il paesaggio è splendido, finalmente si iniziano a vedere le montagne del Gransasso. Una mandria di cavalli pascola libera, li attraverso a motore spento. Sembrerebbe una melensa nota poetica ma in realtà si tratta anche di un piccolo sollievo per il povero monocilindrico Rotax che da ore sta frullando tra prima e seconda marcia con un caldo micidiale e ventola quasi sempre accesa.

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La discesa è il tallone d’achille delle duasport, passo lungo, peso esagerato e forcelle stradali non vanno d’accordo con le pietraie da fare in discesa. Speri sempre che non ti serva fermare la moto in maniera imprevista, perché l’inerzia sarebbe difficile da reggere in situazioni precarie. L’abs lo lascio inserito, è vero che non si può bloccare il posteriore che in emergenza può servire, ma sapere che l’anteriore non blocca e scarta di lato è una bella sensazione.

L’ultimo tratto della discesa è una stradona sterrata che all’apparenza sembra facile, ma che in realtà assomiglia più al letto di un torrente, con canali che fanno zigzag in mezzo al tracciato e che a volte diventano pericolosamente profondi. Guai a finirci dentro. Questo pezzo finisce proprio costeggiando la A24, grosse macchine con l’aria condizionata sfrecciano accanto ad un motociclista tutto sudato che lotta per tenere dritta una moto a 30 all’ora.

Finalmente giungo sull’asfalto all’altezza di xxxx, lancio la moto per avere un po’ freso e quasi subito mi entra un insetto dentro il casco e si va a ficcare nell’orecchio! Incredulità mista a solletico. Mi fermo bordo strada, mi slaccio tutto e con il camelback tenuto in alto con la mano, mi verso l’acqua dentro l’orecchio. Non sento più l’insetto che fa il solletico per cui deduco che o è uscito o è morto. Mi verrebbe l’idea di cercare una guardia medica ma a quest’ora e di domenica risulterebbe un’avventura nell’avventura.

Mi rivesto e riprendo la strada, un paio di tornanti su asfalto e inizia la sterrata, l’ultima, che da xxx porta a Campo Imperatore. Il bello è che inizia un po nascosta appena dopo un bar frequentato da motociclisti stradaioli: quello che per loro è un punto d’arrivo per me è l’inizio del divertimento. In questa stagione però questo pezzo non l’ho mai fatto, quindi mi fermo un po’ più di volte del solito a fare foto, e mi vengono in mente le parole del poeta: “il verde brillante della prateria dimostrava in maniera lampante l’esistenza di Dio...”.

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Da qui in poi la traccia è semplice semplice, ricordo una volta di averci incontrato un tizio con una Varadero con zavorra e baulettone da 50 litri che mi chiedeva indicazioni per una chiesetta di campagna. In questa condizioni il giessino è divertente, la massa ed il passo lungo lo fanno andare dritto come un treno, puoi stare di terza piena con un passo molto spedito.

Arrivo sotto xxxx e prendo una deviazione per l’ultimo tratto, sono le 4 del pomeriggio abbondanti, sono tentato di mollare per iniziare a prendere la strada del ritorno, ma Campo Imperatore è come un finisterrae, è il punto più alto a cui si può arrivare (per oggi), vale la pena toccarlo questo limite.

Per cui inizio la salita finale, inizio ad essere un po’ stanco e la sterrata non aiuta, pezzi lisci alternati a buche e pietroni all’improvviso, bisogna essere svegli e concentrati, infatti appena mi rilasso un secondo per vedere il panorama sotto di me, arrivo ad una pietrona che schivo all’ultimo con l’anteriore, ma prendo con la ruota dietro, la moto sobbalza e quasi mi disarciona.

Cascare proprio all’ultimo e in un posto dove non passa nessuno non mi pare il caso, per cui decido di guardare meno panorami e più terreno.

Oltretutto me la ricordavo più semplice questa sterrata, invece sembra che non ci passi nessuno da un bel po’, per cui i rovi ai lati ogni tanto assottigliano il passaggio. A quel punto invece di stare su una delle due tracce scoperte dove passano le ruote delle auto, bisogna passare con le ruote nella striscia centrale, coperta dall’erba alta, che non sai mai cosa ti possa riservare.

Ma più si va avanti e più si sale di quota e i rovi lasciano spazio solo ad erba neanche tanto alta.

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Dopo mezz’ora di salita arrivo finalmente allo scollinamento che mi fa scendere su Campo Imperatore, l’ultima discesa pietrosa e arrivo sull’altipiano.

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Frotte di suvvettoni assaporano l’avventura parcheggiando le ruote poco fuori l’asfalto della provinciale che attraversa il pianoro, ci passo accanto e vado a parcheggiarmi qualche centinaio di metri dalla strada, spengo tutto, metto casco guanti e giacca ad asciugare al sole e mi mangio l’ultimo panino con vista gransasso.


Sono le 4 e mezza e dopo 8 ore dalla partenza sono finalmente arrivato.
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Ultima modifica di stew74 il gio 01 gen, 1970 1:00 am, modificato 1 volta in totale.
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rokes
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Messaggio da rokes » lun 24 giu, 2013 8:28 pm

Ti sei regalato proprio una bella giornata, malgrado il caldo, il viottolo recintato ed il guado mancato :mrgreen:,
ma le foto descrivono a meraviglia la bellezza di quei posti!
Fortunato te... :wink:

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Special77k
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Messaggio da Special77k » lun 24 giu, 2013 10:29 pm

Bel racconto e bellissime foto!
Come hai fatto a scattare così?
In perenne ricerca delle moto ideali...

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max37
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Long Way Gransasso (Lungo)

Messaggio da max37 » lun 24 giu, 2013 11:14 pm

fantastico veramente
Max37

http://www.tecnicamotori.it/

La cosa più deliziosa non è non avere nulla da fare. E' avere qualcosa da fare e non farla.

Oggi non faccio niente perchè ieri non ho fatto niente ma non avevo finito.

ttr
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Messaggio da ttr » mar 25 giu, 2013 9:37 am

Bel giro,

Quando vuoi si va insieme!

radio nezz
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Re: Long Way Gransasso (Lungo)

Messaggio da radio nezz » mar 25 giu, 2013 11:03 am

stew74 ha scritto: In questa stagione però questo pezzo non l’ho mai fatto, quindi mi fermo un po’ più di volte del solito a fare foto, e mi vengono in mente le parole del poeta: “il verde brillante della prateria dimostrava in maniera lampante l’esistenza di Dio...”.

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Questa foto è pazzesca, la guardo intensamente e chiudo gli occhi, quando li riapro vedo in lontananza una piccola nube di polvere che si avvicina sempre di più, è una diligenza inseguita dagli indiani :P .
Sogni a parte hai fatto davvero un giro e delle foto splendide, bravo e grazie.
Multi..datato

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stew74
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Messaggio da stew74 » mar 25 giu, 2013 10:51 pm

Special77k ha scritto:Bel racconto e bellissime foto!
Come hai fatto a scattare così?
Grazie. Le foto sono fatte con un telefonino che ha la funzione "panorama". Spesso non ci azzecca benissimo e la qualità non è eccelsa, però mi piace molto il formato "cinemascope". :D
ttr ha scritto:Bel giro,

Quando vuoi si va insieme!
Certo.

* ha scritto:
Grazie a tutti quelli che hanno letto fino in fondo. Questa volta sono stato un po prolisso ma il giro m'era piaciuto veramente tanto.

:D
690R. Ex TW125, ex DRz 400 (in prestito), ex XR400, ex BMW GS 650 Dakar, Urban 200 (in prestito pure questa ma ancora per poco...) ma sono caduto su pietraie con un sacco di altre moto...

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Messaggio da jacklospin8 » mar 25 giu, 2013 11:33 pm

Ciao Stew, questo giro è veramente bello. Ad agosto cercherò di farlo anch'io, quindi ti chiederò qualche dritta: stay tuned! Mi stuzzica anche l'idea dei tratturi...
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vadasi
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Messaggio da vadasi » sab 06 lug, 2013 8:53 pm

Che meraviglia di posti!
A quanto vai su quegli sterratoni?
vusempreaspass

dario62
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Long Way Gransasso (Lungo)

Messaggio da dario62 » dom 07 lug, 2013 5:29 pm

fantastico report e foto splendide
grazie per il giro virtuale che mi hai fatto fare stando seduto sul divano a casa mia mentre fuori piove
per la scelta d'andare da solo ti dico :chi rischia rosica :D oppure meglio soli che..
le mie moto:dream bike 910 polini,
morini corsarino 50, beta rev 3 270, ktm exc 200

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