Dall'Elba al tramonto
Inviato: ven 12 lug, 2013 3:49 am
In questi giorni sono in ferie all’Elba con famiglia ed amici; è la seconda volta che visito questa bellissima isola, ma già alla prima vacanza vidi splendide sterrate che si inerpicavano su per i boschi e la macchia mediterranea. Stavolta ho provato a portarmi la Multiuso, però la signora mi ha bocciato subito l’idea temendo di non vedermi per tutto il tempo; così mi sono ritrovato in spiaggia a fantasticare su quelle tracce visibili sui monti in lontananza. Ma ecco il colpo di scena: beta urban 200 special a noleggio. Wow, il mio primo amore che ritorna come una fiamma, tutta mia per un giorno dall’alba al tramonto.
Dopo un attento studio su internet e su mappa pianifico un giro di massima che prevede sterrati e asfalto per scoprire posti mai visti. Stranamente non trovo info sul primo tratto che intendo percorrere (poi capirò il perché), mentre la documentazione sulla parte est è dettagliata ed abbondante. Parto senza alcun tipo di protezione deciso a tornare indietro alla minima difficoltà; succede sempre così soprattutto quando esco da solo, ma al dunque le cose non vanno quasi mai in questo modo





La sterrata diventa presto una mula impestata e almeno ho l’accortezza di percorrerla prima a piedi in avanscoperta; continuo a ripetermi che non devo cadere, ma soltanto divertirmi. Lo stradello è devastato dallo scolo dell’acqua; in alcuni punti i solchi sono alti quanto me ed io non sono proprio un nano.







Una buca vista dall'alto...

La cosa comincia a spaventarmi soprattutto dove il passaggio misura qualche decina di cm tra solco e valle visto che la traccia corre a mezzacosta. In alcuni punti non ho spazio per poggiare i piedi e devo calcolare la partenza e l’arrivo senza possibilità di fermarmi. Ben presto capisco che tornare indietro sarebbe davvero difficile per non dire pericoloso e, non sapendo cosa troverò più in cima, l’ansia comincia a montare: che stupido!

Questo passaggio riesco ad aggirarlo...

...eccolo visto da sopra...

Fortunatamente la mulattiera diventa praticabile e arrivo in cima dove si incrociano 4 strade e la presenza di una panchina di legno mi fa capire che lì ci arrivano pure le persone normali.

Dopo quello che avete visto, pensereste mai che questa strada possa riservare brutte sorprese?...
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Purtroppo il coglione che è in me ha deciso che ancora non ha finito e quindi decide di prendere questa bella strada larga e carrabile (...tanto...se ci passa una macchina...). E proprio quando si sottovaluta una situazione ci si fa male: il dislivello comincia ad essere accentuato e mi accorgo toppo tardi dell’insidia: un sottile strato di sabbia...


La moto ha una configurazione stradale e questa è una di quelle circostanze in cui si sente la mancanza di un pignone con pochi denti. Pinzo delicatamente col freno anteriore e sono per terra in un nanosecondo. Rialzo la urban che continua a scivolare malgrado la marcia inserita; e vedo il sangue che sporca sella, mani e pantaloni. Mi spoglio e vedo un taglio sullo stinco oltre che sulla mano. Poco più giù c’è il mare, così butto la moto da una parte e vado a disinfettarmi con acqua salata; trovo una spiaggetta di sassi dove lavo il sangue dai vestiti e dalle ferite. E’ talmente bello il posto che, mentre faccio il bagno mi dimentico della disavventura e incredibilmente mi sento bene. Mi fa compagnia un gabbiano che nuota a pochi metri da me...

Nei pressi c’è un cantiere di ville in costruzione e una ruspa, forse l’unico mezzo capace di percorrere questa strada. Rigenerato nel fisico e nello spirito risalgo la collina per raggiungere la moto. Con l’aiuto dell’angelo custode risalgo la china fino al crocevia, un’occhiata a google earth e via verso una bella sterrata che mi riporta on road.

C’è ancora tempo di sterrare nella zona est tra le miniere e la costa dei gabbiani ...



...concludo la giornata col giro del litorale ovest (su asfalto).
Ma questa è un'altra storia.
Dopo un attento studio su internet e su mappa pianifico un giro di massima che prevede sterrati e asfalto per scoprire posti mai visti. Stranamente non trovo info sul primo tratto che intendo percorrere (poi capirò il perché), mentre la documentazione sulla parte est è dettagliata ed abbondante. Parto senza alcun tipo di protezione deciso a tornare indietro alla minima difficoltà; succede sempre così soprattutto quando esco da solo, ma al dunque le cose non vanno quasi mai in questo modo





La sterrata diventa presto una mula impestata e almeno ho l’accortezza di percorrerla prima a piedi in avanscoperta; continuo a ripetermi che non devo cadere, ma soltanto divertirmi. Lo stradello è devastato dallo scolo dell’acqua; in alcuni punti i solchi sono alti quanto me ed io non sono proprio un nano.







Una buca vista dall'alto...

La cosa comincia a spaventarmi soprattutto dove il passaggio misura qualche decina di cm tra solco e valle visto che la traccia corre a mezzacosta. In alcuni punti non ho spazio per poggiare i piedi e devo calcolare la partenza e l’arrivo senza possibilità di fermarmi. Ben presto capisco che tornare indietro sarebbe davvero difficile per non dire pericoloso e, non sapendo cosa troverò più in cima, l’ansia comincia a montare: che stupido!

Questo passaggio riesco ad aggirarlo...

...eccolo visto da sopra...

Fortunatamente la mulattiera diventa praticabile e arrivo in cima dove si incrociano 4 strade e la presenza di una panchina di legno mi fa capire che lì ci arrivano pure le persone normali.

Dopo quello che avete visto, pensereste mai che questa strada possa riservare brutte sorprese?...

Purtroppo il coglione che è in me ha deciso che ancora non ha finito e quindi decide di prendere questa bella strada larga e carrabile (...tanto...se ci passa una macchina...). E proprio quando si sottovaluta una situazione ci si fa male: il dislivello comincia ad essere accentuato e mi accorgo toppo tardi dell’insidia: un sottile strato di sabbia...


La moto ha una configurazione stradale e questa è una di quelle circostanze in cui si sente la mancanza di un pignone con pochi denti. Pinzo delicatamente col freno anteriore e sono per terra in un nanosecondo. Rialzo la urban che continua a scivolare malgrado la marcia inserita; e vedo il sangue che sporca sella, mani e pantaloni. Mi spoglio e vedo un taglio sullo stinco oltre che sulla mano. Poco più giù c’è il mare, così butto la moto da una parte e vado a disinfettarmi con acqua salata; trovo una spiaggetta di sassi dove lavo il sangue dai vestiti e dalle ferite. E’ talmente bello il posto che, mentre faccio il bagno mi dimentico della disavventura e incredibilmente mi sento bene. Mi fa compagnia un gabbiano che nuota a pochi metri da me...

Nei pressi c’è un cantiere di ville in costruzione e una ruspa, forse l’unico mezzo capace di percorrere questa strada. Rigenerato nel fisico e nello spirito risalgo la collina per raggiungere la moto. Con l’aiuto dell’angelo custode risalgo la china fino al crocevia, un’occhiata a google earth e via verso una bella sterrata che mi riporta on road.

C’è ancora tempo di sterrare nella zona est tra le miniere e la costa dei gabbiani ...



...concludo la giornata col giro del litorale ovest (su asfalto).
Ma questa è un'altra storia.