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Motoescursione alla Woodwardia Radicans

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alp
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Motoescursione alla Woodwardia Radicans

Messaggio da alp » lun 03 set, 2007 1:03 am

Motoescursione alla Woodwardia Radicans

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Eccomi ancora a raccontare le mie motoescursioni, questa volta in versione estiva.

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Siamo usciti un paio di volte, Gino ed io, lui col suo DR400 filava una meraviglia sui lunghi rettilinei e impostava le curve derapando, uno stile tutto endurista, è il suo passato, concediamoglielo.

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L’ho guidato su sentieri freschi, abitati da aquile solitarie, io avanti, lui mi seguiva silenziosamente. Un momento magico è stato quando mi ha urlato di fermarmi per dirmi che, nel bosco, dopo essere passato io, un’aquila ha spiccato il volo fra gli alberi e, non potendo volare alta , ha sorvolato per qualche decina di metri la mia testa a due metri d’altezza per poi abbandonare il bosco non appena gli alberi si sono diradati, con una virata mozzafiato. Per lui deve essere stata una bella esperienza, io non me ne sono neanche accorto, ma mentre me lo raccontava, un brivido ha percorso la mia schiena!

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Ci siamo divertiti su terreni impervi, non dico trialistici ma quasi, dove abbiamo messo a dura prova la sua abilità sul difficile… e devo dire che se l’è cavata proprio bene, d’altra parte, la sua bella esperienza ultra trentennale di endurista ce l’ha.

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Ormai da un anno ha lasciato la sua moto a Reggio e ogni tanto prende l’aereo e, con una scusa qualsiasi, viene a trovarmi. Quest’estate abbiamo trascorso due magnifiche giornate percorrendo oltre un centinaio di chilometri sugli sterrati della provincia. Mi ha dato molti consigli, qualcuno l’ho apprezzato molto, qualche altro non l’ho proprio preso in considerazione però mi ha fatto riflettere: “cambia moto, questa ormai l’hai consumata!”. Mi sono sentito quasi offeso! Ma come? Vendere la mia Alpetta? Ma va così bene! Forse anche lei ha un’anima perché oggi ha dato proprio il massimo. Intanto, già dopo la nostra prima giornata di escursione aveva iniziato a parlare di portare giù un vecchio trial 125, così suo figlio Miky fa pratica (ci credete che il destinatario non sia proprio lui che ha iniziato ad apprezzare la pratica del motoalpinismo?).

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Ma andiamo avanti con ordine. L’emozione si vedeva nei nostri volti quando siamo andati a fare il pieno: “dove andiamo?” mi fa, e io: “dove una volta i briganti si appostavano per le imboscate ai mercanti che attraversavano la montagna per passare da una costa all’altra del litorale e vendere i loro prodotti”. E così si parte. Affrontiamo il primo sterrato per scaldare un po’ le moto e prendere dimestichezza col terreno polveroso, ci teniamo a distanza prima di arrampicarci. Lì non avremo più questo problema perché attraverseremo boschi di lecci, faggi e abeti e un manto ben compatto ci seguirà per tutto il giorno.

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E’ proprio strano accorgersi di come ciascuno di noi possa vivere la medesima esperienza con una percezione ambientale completamente diversa: mentre io aspiravo il profumo della resina lui immaginava di organizzare una prova speciale. Strana gente gli enduristi! Ha dovuto faticare non poco ad abituarsi alla mia andatura, lente e continua, in aderenza e in piedi. Forse sarà stata la moto ma, inizialmente si ostinava a sgommare. Tirava per poi fermarsi. Lasciava lunghe impronte sul terreno morbido e si ostinava a poggiare il suo sedere comodamente sulla sella. Devo ammettere che il suo stile, dopo due giornate di motoalpinismo, è cambiato non poco.

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Abbiamo anche passeggiato, lasciando le moto in sosta dove sarebbe stato arduo continuare. Ci siamo avvicinati ad alte rupi nel vuoto, abbiamo ridisceso una cascata e sostato a lungo sotto le sue fresche acque ammirando la Woodwardia Radicans, una felce che ha origini preistoriche e che nel particolare microambiente in cui vive è riuscita a non estinguersi nel corso dei millenni. Ci siamo anche sdraiati all’ombra di strani alberi cavi e cercato funghi, dopo averne sentito il forte odore attraversando una zona particolarmente umida. Anche questo è motoalpinismo!

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Non sono mancati i tratti hard dove Gino avrebbe tranquillamente continuato a cavalcare la sua belva ma, su consiglio del suo caro amico, ha capito che era il caso di desistere e mi ha dato la possibilità di aiutarlo a tenere la moto in equilibrio: non è un disonore nel motoalpinismo!

Abbiamo ammirato insieme il volteggiare dell’aquila del Bonelli, un esemplare raro che gli esperti di birdwatching del WWF, a turno, controllano per la nidificazione.

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Abbiamo anche incontrato mucche e vitellini. Una volta hanno provato a impedito il passaggio e io, da esperto, ho lanciato un ramo spezzato per farli allontanare, con l’intenzione di alzare un po’ di polvere e fare rumore. Con la mia eccellente mira, ovviamente, cosa ho fatto? Sono andato a colpirne una proprio sul dorso. Non me ne vogliate! Per non parlare dei cani che mi inseguivano (ero sempre il primo, a guidare il giro) e, dopo essersi ben stancati (li lasciavo indietro solo dopo essere riuscito a tirar ben bene tutte e tre le prime marce) non avevano più la forza né la voglia di giocare con lui che passava liscio.

Abbiamo anche, con una piccola dose di serendipità, lasciato vecchie vie conosciute per tentare nuovi percorsi, senza successo. Già era tanto se, con le piogge invernali e le grosse frane, riuscivamo ad attraversare le solite carreggiabili. Ogni tanto una frana ha provato a impedirci il passaggio. Da esperti non le abbiamo dato troppa confidenza e siamo andati oltre.

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Ci è mancato il cibo, quello si! Le nostre intenzioni iniziali erano quelle di rientrare per pranzo, poi la voglia di continuare ha sopraffatto qualsiasi pulsione fisiologica di sopravvivenza e paradossalmente, nonostante le ore in moto, abbiamo continuato felici a cavalcare i nostri cavalli-motore. L’acqua non ci è mancata: ad ogni fontanella sostavamo per bere, rifornirci e rinfrescarci. Non abbiamo sofferto il caldo. Le felpe a manica lunga ci hanno protetto adeguatamente dalle spine lungo gli sterrati e non ci hanno impedito di sudare quel tanto che basta per star bene.

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Ogni tanto qualche foto, ovviamente nei punti meno interessanti. Sul difficile, neanche a pensarci, troppa attenzione a superare gli ostacoli. Nei luoghi più belli eravamo talmente immersi nel percepire il mondo intorno a noi e la gioia dentro di noi da dimenticare completamente di immortalare quel momento che non possiamo condividere se non fra noi due. Qualche foto di rito, giusto per ricordare, fra una decina d’anni, quando FORSE avremo smesso di giocare al motoalpinismo, di quanto siamo stati bene in moto fra i boschi.


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Ultima modifica di alp il gio 01 gen, 1970 1:00 am, modificato 1 volta in totale.
A presto e...
Buon motortrip,

alp

SuperHank
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Motoescursione alla Woodwardia Radicans

Messaggio da SuperHank » lun 03 set, 2007 4:39 pm

Parole e immagini sempre affascinanti!
In una torrida estate in cui tutto il Mediterraneo va a fuoco, Alp ci fa vedere una Calabria sconosciuta, con tanto di cascate e felci, torrenti e guadi: tanto di cappello!
Ciao

Alves

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hurricane
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Motoescursione alla Woodwardia Radicans

Messaggio da hurricane » lun 03 set, 2007 4:51 pm

belle foto Alp.
invidiabile giro :wink:

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ciccio72
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ben tornato

Messaggio da ciccio72 » lun 03 set, 2007 10:06 pm

Ciao Alp,
davvero ben tornato!!!! Accidenti non ho davvero parole per descrivere l'emozione che mi hai dato con questa tua meravigliosa escursione. Sinceramente penso sia quella che mi ha più colpito tra quelle lette finora, forse perchè l'ambiente che mi hai mostrato più si identifica nei miei sogni escursionistici. Sembra addirittura estemporaneo!! :shock:
Complimenti !!!!!
guardati in giro e stai sereno

Fabio F
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Motoescursione alla Woodwardia Radicans

Messaggio da Fabio F » lun 03 set, 2007 10:13 pm

Veramente stupenda l'escursione e splendide le foto.
Il tuo è stato un "rientro" in grande stile :shock: :shock: :shock:

Davvero complimenti

acasile95
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Motoescursione alla Woodwardia Radicans

Messaggio da acasile95 » gio 13 mar, 2008 6:35 pm

QUESTA LA DOBBIAMO PROPRIO RIFARE

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