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Tramonto alla Ficarazzara.

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alp
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Tramonto alla Ficarazzara.

Messaggio da alp » mar 18 set, 2007 11:35 pm

Tramonto alla Ficarazzara.


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Una buona giornata la riconosci dalla sera prima. Sai che farai un bel giro in moto!

Il risveglio al mattino ha un altro sapore rispetto alle solite giornate di lavoro: hai voglia di partire e senti la frenesia già mentre prepari la colazione. Fra te e te fischietti un motivetto allegro che ti dà una certa carica. Mangi tanto, non per nervosismo, ma perché sai di avere bisogno di energia e di smaltire tutto facilmente. La vestizione, poi, assomiglia ai momenti di preparazione dei cavalieri alla battaglia. Gli stivali, per me, danno il la. A questo punto sei pronto!

Controlli le gomme, lubrifichi la catena, indossi casco e guanti e vai. Hai un appuntamento con i compagni di gioco, con cui passerai delle ore indimenticabili, sempre. Nei vari giri, ogni tanto, ci sono dei momenti magici, carichi di una particolare atmosfera. Quel tramonto di fine estate, coi suoi colori e le sue ombre, per le sue luci strane e quel profumo di fichi, rimarrà impresso nella mia memoria.


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Siamo partiti con comodo quella mattina, giretto tranquillo di sei ore, compresa mezz’ora di sosta, passata con amici con cui abbiamo vissuto una indimenticabile giornata a ciaspolare sulla neve, sulle strade in cui, in estate, passiamo in moto. Con me c’è Pino, che si ostina a girare con un KLE500, costringendomi a percorsi quasi banali, sterrati tranquilli dove puoi solo passeggiare. Mi sento quasi in pensione!

Prendiamo una carreggiabile esposta al sole di settembre, caldo e umido. Lo scirocco comincia a colpire e l’ultimo sole matura gli ultimi fichi sulle ficarazzare. E’ il nostro tipico paesaggio jonico: sole, mare e ficarazze, le piante dei fichi d’india, piante grasse che hanno bisogno di pochissima acqua per vivere e i loro frutti, verdi, gialli o rossi, hanno sapori differenti secondo il colore della buccia e della polpa. Fuori, le spine, li proteggono dagli insetti e dagli animali che gradirebbero gustarli. Noi usiamo una canna, tagliata in tre longitudinalmente. Pezzetti di legno vengono infilati con cura per mantenere aperta la bocca della canna così da poterla infilare sopra il fico, roteando delicatamente il frutto si stacca dalla foglia e rimane impigliato nella canna. Col coltello si eliminano, con un taglio netto, i due poli e si prosegue con un taglio longitudinale della buccia. Così è possibile gustarlo. Tanto più la procedura è complicata, tanto più il gusto è saporito. Se li mangi sbucciati da qualcun altro hanno meno sapore, garantito!


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Tra fichi d’india e odore di benzina procediamo lungo la carreggiabile che ci conduce verso monte. Arriveremo da 0 a 1250 m slm in meno di ¾ d’ora percorrendo una decina di km d’asfalto ed una ventina di sterrato. Viaggiamo lungo il crinale di una catena di monti che, arrivati al mare, si inabissano nello Stretto di Messina per alcune centinaia di metri e riemergono dando vita ai Nebrodi. Ogni tanto ci affacciamo sullo Jonio, ogni tanto sul Tirreno, ogni tanto guardiamo il mare, l’Etna, il Lago di Ganzirri, le Isole Eolie, a mano a mano che saliamo il nostro campo di visione si restringe su Monte Basilicò. E’ la nostra destinazione, per oggi: un luogo fresco! Arrivati, incontriamo le solite famiglie che banchettano da un paio d’ore: il profumo di salsicce alla brace è irresistibile. Meglio tagliare la corda visto che siamo a corto di viveri. Decidiamo di scendere a valle, soprattutto per “bere” (che, nel gergo del mio anfitrione non significa acqua, perché nello stomaco può far la ruggine).


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Pino è un’ottima guida, le escursioni con lui sono più che sicure. Conosce luoghi e persone lungo il nostro tragitto. Ricorda eventi significativi: ora il salvataggio di un micologo, ora la caduta con gli sci di fondo. La sua esperienza nel Soccorso Alpino lo rendono assolutamente unico! Con lui abbiamo condiviso il freddo della neve (in moto o con gli sci da escursionismo) e l’umido delle cascate di Maisano e delle Forgiarelle. La sua esperienza motociclistica con me nasce con un vecchio DR350 che continuava a darci problemi all’avviamento con kick starter, passa ad un KLR650, si completa splendidamente con un KLX300 e si conclude, al momento con un KLE500: il declino della pensione! Non vedo l’ora che cambi moto: anche un endurino 125 4T ci permetterebbe di fare qualcosa di meglio!


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Comunque, anche oggi abbiamo fatto il nostro giro fra i profumi della mentuccia e quelli dell’origano, fra la resina degli abeti argentati e l’odore dei fichi d’india. Anche oggi possiamo dire grazie alle nostre moto che, con onestà e tranquillità ci hanno accompagnato fedelmente per oltre un centinaio di km di sterrati ampi e polverosi. E se è vero che nel motoalpinismo non è il mezzo che conta beh, ci accontentiamo della bella giornata passata assieme.

E poi, la sorpresa. Presi dalla fame, raggiungiamo il solito ristorante-bar per un bicchiere di vino (è uno dei tanti hobbies di Pino, che ci volete fare, io mi adeguo, anche con un certo fervore devo dire!). Faccio manovra e, a marcia indietro, becco un albero. Dietro sento ridere un gruppo di persone. Mi giro seccato e la risata diventa un boato: sono, Nuccio, Pasquale e altri amici che, seduti al sole si godono il calore degli ultimi raggi del pomeriggio. Ci offrono pane di grano con olio e origano e, immancabilmente, tirano fuori una bottiglia di Cirò che, immancabilmente finiamo. Mi bevo due bei bicchieroni e non vi nascondo che il motoalpinismo che cominciamo a fare subito dopo sembra essere ancora più interessante, ad ogni curva canti, ti guardi intorno e canti, il telefono continua a squillare e non te ne frega niente e continui a cantare. Meno male che sugli sterrati che facciamo non ci sono posti di blocco dove ci controllano il tasso alcoolemico.

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Ma nonostante i bassi livelli di sobrietà, all’uscita di una curva intaccio la moto, blocco anche Pino, abbassiamo i cavalletti e tiro fuori la mia Konica-Minolta Dimage Z5 per immortalare il fantastico tramonto in controluce, prima che il sole vada a nanna.

Continuiamo a scendere verso il mare lungo la sterrata che segue la Fiumara di Reggio. Un’altra giornata così e fate di me ciò che volete!!!!
A presto e...
Buon motortrip,

alp

SuperHank
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Tramonto alla Ficarazzara.

Messaggio da SuperHank » mer 19 set, 2007 10:30 am

Che bello quel passaggio tra i fichi!
Guardare queste foto per me è altrettanto esotico che osservare qualche paesaggio extraeuropeo, abituato come sono, dal basso verso l’alto, a foreste di latifoglie, abetaie, distese di pini mughi e praterie in quota.
Che bella l’Italia, che tiene percorsi tra olivi e fichi come abeti e mughi!

Ciao
Alves

Fabio F
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Iscritto il: lun 02 apr, 2007 10:26 am
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Tramonto alla Ficarazzara.

Messaggio da Fabio F » mer 19 set, 2007 12:46 pm

Vi prego, BASTA CON LE FOTO, BASTA CON QUESTA VIOLENZA !!!!

Scherzi a parte, come sempre posti fantastici, che spettacolo ...

pinof
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Bravo Alp

Messaggio da pinof » dom 23 set, 2007 8:08 pm

Non solo i luoghi sono fantastici, ma sei riuscito a fare il resoconto di quella giornata con la saggezza, l' ironia e la profondità che ti contraddistinguono; facendo godere, anche noi, dei profumi dei tuoi posti e dell'allegria dello stare insieme.
Bravo Alp!! E' una vera goduria leggere i tuoi scritti!

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