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Le Grotte di Trèmusa

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alp
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Le Grotte di Trèmusa

Messaggio da alp » mar 26 giu, 2007 5:29 pm

Le Grotte di Trèmusa
Ovvero, la ciliegina su una torta già gustosa.





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Un luogo unico, dove l'oscurità richiama i profondi fantasmi della nostra mente



Ogni uscita in moto sugli sterrati ha una sua connotazione ben precisa. Non è un dato obiettivo ma è l’interpretazione e il ricordo che quella motoescursione ha suscitati in noi. La motocavalcate di oggi ha sicuramente un sapore particolare: quello delle Grotte di Trèmusa.


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Nell'inconscio risiedono le paure più infantili, irrazionali e oniriche. Forse le Grotte di Trémusa sono nel nostro inconscio collettivo



Sabato pomeriggio mi telefona Peppe: “Usciamo domattina?”. “Certo!” rispondo. Ci accordiamo sull’orario e il luogo dell’appuntamento. “Verrà anche il figlio di un amico, si è da poco comprato un bell’enduro”.


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Al in azione lungo un facile sterratone che risale il letto ormai asciutto di una fiumara



Non sono più un ragazzo da un lustro ma il sabato sera , o meglio, la domenica, faccio le ore piccole. A nanna alle 2:15. Faccio il giro: passo a prendere le figlie che sono uscite con gli amici e accompagno tutti a casa (mezz’ora solo di giro in auto per la città che, stranamente, anche a quest’ora è piena di macchine. Sembra di essere all’ora di punta dello shopping!)

Sveglia alle 7:00. Me la sono voluta io! I miei coetanei dormono ancora (se hanno fatto la nottata) o quelli che si alzano presto per fare sport (e ne ho incontrati quando sono uscito alle 7:30 a comprare il pane) la sera del sabato sono andati a nanna presto. “Sto proprio abusando di me! Chissà se arriverò a stasera!?”

Ho già messo da parte tutto quello che mi serve:
pantaloni
fascia elastica
casco
occhialoni (per la polvere)
K-way (non si sa mai!)
Zaino
Guanti
Fotocamera
Acqua
Bomboletta per le gomme
Attrezzi
Occhiali da sole
Coltellino multiuso

Vado in cantina e prendo lo spray per la catena, lo spruzzo, controllo con il manometro la pressione delle gomme e mi infilo stivali e protezioni. Sono pronto. L’appuntamento è alle 8:15. Sono in ritardo. Premo il bottoncino dell’avviamento elettrico e… silenzio! Non va! Sono quattro anni che la batteria originale non mi ha mai dato noie. Apro la pedivella e con due colpi ben assestati la moto parte. OK, è fatta!

Arrivo da Peppe in ritardo e ad aspettarmi chi c’è? Una “vecchia conoscenza”: Al, il figlio di un caro e vecchio amico endurista, uno di quelli che è passato dalla Triumph Trident al Transalp attraverso decine di moto di vario genere. Quattro anni fa eravamo usciti insieme, lui, io e i suoi due figli attrezzati con la mia Alp, la sua Transalp, un Beta 50 da Minicross e un piccolo quad 50. Devo dire che mi fa proprio piacere vedere Al su un TM 125 da enduro. Certo, per il motoalpinismo non è il massimo. Vedremo?!

Ci salutiamo e, nell’attesa che Peppe si prepari, facciamo due chiacchiere. Con rammarico ho notato subito la sua maglietta a maniche corte e la mancanza di protezioni di qualsiasi genere. In questi casi, anche se faccio la parte del “vecchio rompi”, non posso trattenermi dal farglielo notare. Non ha neanche olio sintetico per preparare la miscela (è un po’ alle prime armi con le escursioni!).

Peppe, intanto, è pronto e mi racconta della bella serata passata a casa sua in compagnia di un amico comune, anche lui motoalpinista. “Abbiamo tentato di entrare nel forum ma non dava segni di vita”. Non so se l’avete notato ma ogni tanto c’è una interruzione nel funzionamento del forum dovuta alla manutenzione da parte dei gestori dei ForumUp. Ammicco e partiamo.



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La morbida strada bianca non presenta difficoltà alcuna neanche per la pesante Africa Twin



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Ampi spazi semipianeggianti invitano a guardarsi intorno serenamente



Sotto il suo integrale Al suda e se la ride sotto i baffi, è felice come una pasqua. Sembra un cucciolo che, per la prima volta, esce in campagna a caccia. Abituato a girare nella pista da cross, Al ha assaporato il gusto dell’avventura. Si vede che è entusiasta anche se, forse, teme di esprimersi esultando. Avrò modo di notare la sua prudenza e l’ottimo controllo sul mezzo. Per avere 16 anni è abbastanza maturo (motoalpinisticamente!). Certo, manca l’esperienza! La prossima volta porterà con sé della miscela supplementare, calzerà protezioni adeguate e indosserà una maglia con le maniche lunghe, anche se il caldo avanza.


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Quando il gioco si fa duro, siamo pronti ad accettare la sfida



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La grinta dell'endurista è qualcosa che rimane e che si vede anche a distanza di trent'anni



La sterrata che ci porta da 0 a 1300m slm si allunga per una quindicina di km, non è difficile, altrimenti non l’avrei proposta a Peppe con la sua Africa Twin. Sale esattamente lungo la crinale che divide due fiumare. Gran panorama sia da un lato che dall’altro. Fa caldo ma salendo in quota e entrando nel bosco iniziamo a star meglio. Ad un tratto: un miraggio! La mia attenzione viene attratta da qualcosa di rossa su sfondo verde. Freno di colpo alzando dietro un polverone che ritorna su di me. Quando la “nebbia” si dirada, anche i miei “compagni di cordata” rimangono affascinati dalla maestosità della visione: uno splendido albero di ciliegie. Scendiamo subito dalle moto e iniziamo a gustare questi meravigliosi frutti dal sapore unico, come nei miei ricordi d’infanzia, al paese di mio nonno. Riempita la “panza” ripartiamo.



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Tutti fermi! Qui si mangia!



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Una ciliegia tira l'altra! (Antico proverbio delle nostre parti. Niente di più vero!)



La carrareccia è attraversata da canali di scolo per l’acqua piovana che creano qualche difficoltà alla grossa bicilindrica. Copiare i loro dossi significa impuntarsi con l’anteriore. Dopo due o tre passaggi infelici, Peppe stabilisce che è meglio caricare il posteriore e impennare leggermente l’avantreno: uno spettacolo! Vederlo pilotare quel bisonte non sembra vero. Oltre due quintali di metallo rombante che Peppe domina e fa danzare come un damerino (vista la sua corporatura non proprio da body-builder).

Seguendo il molto motoalpinistico principio di serendipità, ad un incrocio imbocco uno sterratino collaterale che, essendo poco frequentato è infestato di erba alta che impedisce quasi il transito. Lo percorriamo faticosamente, facendo molta attenzione a dove mettiamo le ruote (non riusciamo a vedere il terreno). Al ricorderà certamente di mettere una maglia a maniche lunghe la prossima volta (sembra quasi che glielo abbia fatto apposta, a pensarci adesso).



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I luoghi oscuri nascondono i misteri di cui abbiamo paura. Qualche volta noi li attraversiamo e poi ci sentiamo migliori



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Buio e polvere si mescolano insieme per incutere terrore agli stranieri. Ma ormai noi siamo di casa a "Nuciddari"



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Passaggio difficoltoso, dove la macchia ha coperto la base della carrareccia a causa dell'abbandono progressivo da parte degli abituali transitatori (è più comodo fare il giro da valle sull'asfalto)



Il mio ruolo di scout mi impone di procedere segnando il percorso. Vado avanti ad andatura non sostenuta perché sulla carreggiabile che stiamo percorrendo si incrociano frequentemente auto in senso inverso. Ad un curvone veloce mi ritrovo davanti un gregge. Nessun problema, rallento quasi a fermarmi quando tre cani pastore iniziano, da lontano, ad abbaiare verso di me e, in pochi secondi stanno per circondarmi. Capisco al volo quando è ora di tagliare la corda. Do gas e cerco, invano, di seminarli. Corro per oltre trecento metri ma continuano a seguirmi abbaiando. Si stancheranno prima o poi, penso. E’ così. Una volta stancati, i tre animali hanno desistito dal ripetere la loro performance con gli altri due motociclisti. Morale della favola: “se potete, mandate avanti qualcun altro!”

Da lì in poi non incontriamo particolari ostacoli. Le moto procedono fluidamente. Nonostante la variazione sul tema, riusciamo a recuperare la via principale che ci porterà al laghetto, la nostra prima tappa, dove ci fermiamo a fare uno spuntino e qui, come al solito, Peppe incontra un amico con cui si ferma a parlare per un quarto d’ora. Poco male, il vecchietto (io, naturalmente) deve recuperare energie. Mangiamo, quindi un gelato (è ciò che preferisco, in questi casi). Peppe, al solito, fa storie: vorrebbe fermarsi per mangiare un piatto di spaghetti al sugo di capra, come lo fanno da queste parti. “Non c’è tempo!” dico. E tiro avanti fino al distributore.



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Un lago è un luogo dove risiedono pace e tranquillità. Proprio ciò che cercavamo!



Faccio il pieno mentre Al non trova l’olio per la miscela. Bel problema. Dobbiamo rinunciare ad almeno 50 dei previsti 110 km di giro (ma gli enduristi 2 tempi come fanno a gareggiare con così poca autonomia?). E’ in queste situazioni che risalta la differenza fra moto da enduro e da escursione. Sembra una sciocchezza ma se non hai un buon serbatoio ti devi organizzare diversamente (e gli under 18 devono mangiarne ancora di polvere sugli sterrati).

Decidiamo, quindi, di tagliare il nostro percorso per come era stato progettato la mattina e li porto a vedere le Grotte di Trèmusa che nessuno dei due aveva mai visto prima (entrambi mi ringrazieranno per questa visita).



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Ripartiamo dal laghetto verso Pidima e percorriamo una decina di km d’asfalto fino a Melìa. Dal borgo ci avviamo nei meandri di una stradina interpoderale che ci porta alle grotte dove troviamo un folto gruppo di “lupetti” che stanno campeggiando. Ci fermiamo anche noi e i maschietti del “branco” ci circondano chiedendoci informazioni sulle moto (sarà il cromosoma Y?). Naturalmente sono affascinati dal TM e dal ragazzino che la cavalca. Faccio leggere il cartellone che illustra il sito e ci avviamo per la visita. Con noi, fedele compagna, la mia fotocamera, una Konica Minolta Z5, compatta ma sufficientemente prestazionale per quello che le chiedo.



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Paura di entrare nel sancta sanctorum delle nostre angosce



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Il piacere di rivedere la luce



Contenti per questa inaspettata visita a Trèmusa, Peppe e Al si guardano intorno, come per imprimere meglio nella loro mente il luogo e i suoi profumi. Hanno un’espressione beata (altro che meditazione trascendentale). Si riparte dopo una mezz’ora e ci ritroviamo fra freschi boschi e fondi sabbiosi, in un paesaggio che cambia continuamente fisionomia. Abbiamo fatto un bel giro, anche se avremmo potuto allungare molto di più se non avessimo avuto difficoltà con la miscela (errori di gioventù).



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Le telecomunicazioni ci permettono di viaggiare più sicuri in montagna. E allora questo è un giusto omaggio alla telefonia cellulare



Decidiamo di rientrare a casa per l’una, così da poter andare al mare con le rispettive famiglie.

Neanche il tempo di pranzare. Alle 15:00 sono già al porto per prendere il gommone: destinazione Sicilia (forse è questa la ciliegina?). Dopo un lungo bagno a Capo Raso Colmo rientro a casa alle 20:00. Il rientro in porto è allucinante (nel senso migliore del termine). E’ quell’ora magica in cui la brezza di mare fa capolino fra i canali di Chianalea. Le prime luci cominciano a riflettersi sull’acqua. Vorresti fermare il tempo. Ma la mia giornata è già stata lunga e non è ancora finita.



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Le luci sul mare. Lo scenario che più amo di Chianalea.



Dopo la pulizia del gommone si cena e ora sono qui che aspetto che si faccia l’1:00 per fare il mio giro di accompagnamento, come ieri.

Stanco? Si! Ma soddisfatto!





Titoli di coda.

I protagonisti presenti nella storia:
Un anziano professore
Un’avvocato della RAI
Un surfista
Tre cani pastore
Un gregge di pecore
Un bisonte di metallo
Un mulo di metallo
Uno stambecco di metallo

…e quelli che non c’erano:
due litri di miscela
una maglia con le maniche lunghe
le protezioni
un pastore
e…
un bel piatto di spaghetti (è l’alimento principale di Peppe. La prossima volta organizzeremo il suo bauletto con un forellino da campo per cucinare).
A presto e...
Buon motortrip,

alp

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joflo
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Località: Sardegna

Magnifico!

Messaggio da joflo » mer 27 giu, 2007 12:44 am

che bella escursione :D jo

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max37
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Località: Dueville ( Vi ) Moto: Cagiva Navigator 1000 Beta Alp 200

Le Grotte di Trèmusa

Messaggio da max37 » mer 27 giu, 2007 1:00 am

bei posti.
Max37

http://www.tecnicamotori.it/

La cosa più deliziosa non è non avere nulla da fare. E' avere qualcosa da fare e non farla.

Oggi non faccio niente perchè ieri non ho fatto niente ma non avevo finito.

acasile95
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Le Grotte di Trèmusa

Messaggio da acasile95 » gio 13 mar, 2008 6:37 pm

QUESTA LA DOBBIAMO PROPRIO RIFARE

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