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Permuto motoalpinista!

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alp
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Permuto motoalpinista!

Messaggio da alp » dom 02 mar, 2008 7:16 pm

Permuto motoalpinista!


Causa inutilizzo per pensionamento a causa di disturbi alla cervicale, permuto motoalpinista usato da 5 anni con uno nuovo o seminuovo anche senza esperienza (in più sono disposto a dare via anche la sua MTB che ormai non può più utilizzare). Eventualmente sono disposto ad accettare in cambio anche endurista o trialista purche con spirito motoalpinista.

Si assicura massima serietà. (No perditempo).

Sulle sue condizioni vedi foto sotto
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A presto e...
Buon motortrip,

alp

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max37
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Permuto motoalpinista!

Messaggio da max37 » dom 02 mar, 2008 7:31 pm

:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
se è ricco lo adotta mia moglie :lol: :lol:
Max37

http://www.tecnicamotori.it/

La cosa più deliziosa non è non avere nulla da fare. E' avere qualcosa da fare e non farla.

Oggi non faccio niente perchè ieri non ho fatto niente ma non avevo finito.

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betaflo
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Permuto motoalpinista!

Messaggio da betaflo » dom 02 mar, 2008 8:06 pm

Provo a chiedere a mio marito se è favorevole alla permuta :lol:
Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina

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s.pazz
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Messaggio da s.pazz » lun 03 mar, 2008 5:02 pm

betaflo ha scritto:Provo a chiedere a mio marito se è favorevole alla permuta :lol:
fanc........ :shock:

:lol: :lol: :lol:

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sabari
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Messaggio da sabari » lun 03 mar, 2008 9:57 pm

...della serie: "visto e piaciuto" :D

alp
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Permuto motoalpinista!

Messaggio da alp » sab 04 ott, 2008 4:47 pm

Appena fatta la “revisione”! Un ritorno alla grande!

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PROLOGO

Oltre sette mesi fa vi avevo accennato tristemente all’addio al fuoristrada, per motivi di salute, del mio caro amico Pino. Oggi ho il piacere di annunciare il suo ritorno al mondo del tassello. Un ritorno alla grande. Appena acquistata la nuova moto, eccocci alla nostra prima uscita, assieme a Ciccio e, strano a dirsi, finalmente per la prima volta in 5 anni di onorata carriera, sono il più giovane della comitiva!

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OVER 50

Non è male essere nei pani del più giovane della combriccola. I grandi ti fanno fare. Scherzi a parte, tutti e tre insieme andavamo ben oltre i 155 anni d’età, un vero record dalle nostre parti. Più che altro sembrava una gita organizzata dall’ospizio per i vecchietti, solo che anziché le carrozzelle accompagnate da avvenenti infermiere eravamo a cavallo di moto da un quarto di litro circa (giusta coincidenza con la quantità di vino che ci siamo scolati con Pino durante la pausa pranzo).

Chi l’ha detto che fra vecchietti non ci si provochi a vicenda, chi lo dice che ad una certa età l’equilibrio e la saggezza prendono il posto della ricerca dell’avventura e della goliardia? Fatto sta che, di buon mattino, ci ritroviamo al solito distributore sulla via Reggio Campi a fare il pieno e a decidere il da farsi. Come al solito, si rimane sempre nel vago: seguiamo semplicemente il sole! Come ai vecchi tempi.

Già, come ai vecchi tempi! Era da tanto che non mi sentivo così! Con Pino è tutta un’altra storia: se ti va di andare piano… puoi! Se ti va ti prendere il sentiero difficile… ci provi. Sempre disponibile e sempre pronto a darti la dritta. Durante la sua assenza dagli sterrati, con altri amici abbiamo esplorato nuove vie ed è ovvio che in questi giorni Pino muoia dalla voglia di provarli.


IN RODAGGIO


Si parte verso un sentiero ostico. Pino ha qualche remora: la moto nuova e la sua cervicale sono entrambe in rodaggio. Ha un atteggiamento prudente. Meglio così! Ci arrampichiamo lungo lo stretto sterrato che ben presto scompare nel nulla e ci ritroviamo a inventarci la via per collegarci all’altro versante della collina attraversando campi incolti e sterpaglia.

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I miei due compagni di viaggio escono entrambi da un lungo periodo di stasi: oggi faremo lunghe e frequenti soste con l’idea che un buon inizio è sempre all’insegna della oculata progressione, consapevoli che “un rodaggio ottimale” ci porterà a durare di più. Il tempo è buono, la temperatura costante e il caldo asfissiante di agosto è ormai solo un ricordo. Come i pastori in transumanza, con l’arrivo della stagione autunnale ricominciamo a frequentare la mezza costa jonica, impraticabile in estate per via delle temperature africane.

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QUANDO SONO I PARTICOLARI CHE CONTANO

Le nuvole sono al di là dello Stretto, nessun problema. Il vento leggero che spira verso Sud-Ovest le porterà presto lontano dalla nostra portata. Ah! Dimenticavo di dire che i due compagni di gita sembra che abbiano la stessa moto ma, se fate attenzione, riuscite a cogliere qualche interessante particolare che le differenzia lievemente.

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IL NOSTRO PARADISO

Percorriamo in maniera fluida i tratturi che avevamo abbandonato nei mesi estivi, avendo rivolto la nostra attenzione verso il versante tirrenico, sicuramente più fresco e ventilato. Procediamo ad andature turistiche, senza fretta ma, soprattutto, ci godiamo i profumi dell’erba bagnata dopo la pioggia notturna: un paradiso!

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LA RISERVA NATURALE DEL WWF

La prima sosta è per ammirare il bel panorama della spiaggia di Pèllaro, una zona riservata a oasi naturale del WWF perché nidificano le “caretta caretta”, tartarughe marine tra le più comuni del Mar Jonio. Al momento questa specie è fortemente minacciata in tutto il bacino del Mediterraneo e ormai al limite dell’estinzione nelle acque territoriali italiane. Chi sa se ha contribuito all’estinzione la sua bassa velocità di crociera. Insomma, un po’ come i motoalpinisti. Immagino la tartaruga una specie di motoescursionista in via di estinzione per via della mancanza di “compagni di viaggio” che mantengano un’andatura lenta, come noi motortrippers che evitiamo moto gigantesche, supervelocie e prive di adeguati silenziatori. Certo, c’è da dire che le caretta caretta non hanno avuto l’idea di creare un forum ad hoc: nel nostro caso credo sia stato utile ad evitare l’estinzione della specie “homo motortripper”.


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DOVE SIAMO?

La tappa successiva è nei pressi di un vigneto. C’è poco da fare: ad una certa età è prudente sostare di frequente. Qualche foto, una bevuta d’acqua e via. Anche se sono il più giovane del gruppo, l’arteriosclerosi non si è dimenticata di me: per due volte imbrocco dei tratturi sbagliati e ci ritroviamo, immancabilmente, in piccoli poderi ai margini di colline che spiovono improvvisamente a valle lungo pendii praticabili solo da capre. Qualche telefonata arriva sempre e ogni scusa è buona per riprendere fiato. Ne approfittiamo con piacere ed io scatto qualche foto.

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Torniamo sulla via principale e recuperiamo l’orientamento per procedere verso Montebello seguendo la fiumare che scende lungo il versante a Ovest del paese e arriva nei pressi dello stadio.
Era da tanto che non percorrevamo più questi tratturi. Più a valle, grandi rocce scavate dall’acqua ci fanno ricordare di una brutta caduta del nostro eroe, qualche anno fa su un vecchio DR.

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VERSO TAGLIO MUSOLINO

Attraversiamo il centro del paese, do un’occhiata in farmacia per vedere se c’è l’amico Rino e scendiamo dall’altro lato della montagna per dirigerci a Nord. L’idea è quella di affrontare Taglio Musolino, una zona impervia, che nei nostri ricordi è sempre carica di adrenalina: grossi sassi lungo una salita esposta che non finisce mai. Con le mie forcelle è come fare l’elettroshock!

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CIAO CICCIO!

Appena sento aria di tracciati hard mi vengono in mente vecchi ricordi di qualche anno fa con Cesare, più o meno nella stessa zona. E’ più di un anno che il nostro trialista non ci segue più in montagna. Dalle nostre parti un vecchio proverbio dice: “si vvo’ perd’r l’amicu, maritulu o fallu zzitu!” che tradotto vuol dire: se vuoi perdere l’amico, sposalo o fallo fidanzato. Effettivamente, da quando Cesare si è innamorato, la moto non è più in posizione apicale nella gerarchia delle sue priorità. Chi sa se in futuro avremo qualche chance!?

Non ricordo bene da chi sia partita la proposta hard, di fatto mi ritrovo all’incrocio con le Paludi a chiacchierare con Pino sulla fattibilità del percorso, proprio mentre ci congediamo con Ciccio. Era nelle premesse del giorno. In effetti, Ciccio aveva anticipato la sua esigenza di rientrare (è la sua prima uscita dopo una brutta caduta durante la settimana bianca di sci estivo che gli ha causato dolori al polso). Nel congedarci da lui gli raccomandiamo di seguire l’asfalto una volta finito il tratto sterrato che lo avrebbe condotto al paese più vicino. Alla prossima Ciccio!


IL BICCHIERE DI CIRO’

Ci imbarchiamo, quindi, in quella che, sappiamo già, sarà un nuova avventura. Già perché le uscite con Pino hanno sempre il sapore della serendipità e, anche stavolta non ci deluderemo a vicenda! L’orario è tale per cui i nostri stomaci chiedono sazio. Puntiamo verso “La Lanterna” per un bicchiere di Cirò e un panino con il solito capicollo, ulive schiacciate e pecorino. La stanchezza si fa sentire. Ci sediamo a mangiare con la sensazione che, dopo il vino, di lì non ci alzeremo facilmente. Fuori la temperatura si è abbassata e sento il desiderio di qualcosa che mi scaldi: trovo delle barrette di cioccolato alla nocciola ma sono scadute da qualche mese: poco male, proviamo lo stesso! Per affrontare il freddo andranno più che bene. Ingurgitato il pieno di calorie, si parte alla volta di Cicutà, una zona che, di solito, è infestata da gruppi di cani sciolti. Anziché salire sull’Alpetta inforco la Yamahona di Pino e vado.


L’INCONTRO COI CANI


E, come volevasi dimostrare, dobbiamo darci da fare a scalciare un po’ per fare allontanare dalla portata dei loro denti aguzzi i nostri polpacci. Corri e corri, dopo una trentina di secondi che sembrano un’eternità, riusciamo a seminarli a possiamo, quindi moderare la velocità e goderci il panorama. A fermarci ora neanche a parlarne. Più in là, forse.

Arrivati ad un cancello chiuso, cambio moto ma mi accorgo, ben presto, di aver dimenticato i guanti da qualche parte. Alla “Lanterna”, penso. Dovrò tornare e riattraversare il postaccio coi cani: ce la farò! Faccio lo slalom fra le bestie che cercano di azzannarmi il copertone, visto che scalcio vistosamente per tenerli a distanza. Riesco a passare ma dei guanti neppure a parlarne. Dove c’era la moto è parcheggiata un’Alfa. Mi ci infilo di sotto ma… niente. Mestamente torno indietro oltrepassando le bestie inferocite (la qual cosa mi fa sentire molto vicino all’immortalità: se non mi hanno ammazzato oggi, probabilmente camperò ancora per cent’anni!). Raggiungo Pino e ritrovo i guanti nelle vicinanze del cancello. Bene! Riprendiamo il cammino.

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VERSO NUOVE FRONTIERE

E’ più forte di noi: appena percepiamo nel nostro campo visivo un tratturo sconosciuto ci scatta uno strano meccanismo che manda in tilt le nostre capacità di autocontrollo. Dobbiamo partire per vedere dove ci porta quella nuova strada, verso nuove frontiere. Anche oggi non poteva essere diversamente. Guardando in basso, mentre eravamo fermi a goderci il panorama, individuiamo una traccia che, a primo acchito, non sempre molto percorsa. Guardarci negli occhi e partire è stato un tutt’uno! VIA!!!!!

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L’inizio era meglio di quel che pareva da lontano ma, a mano a mano che procedevamo la strada si restringeva sempre più fino a scomparire. Rimaneva soltanto una traccia ad una distanza di qualche centinaio di metri oltre un tratto privo di qualsiasi segno per terra, con massi e rocce grandi quanto un melone a ostruire il passaggio. Subito mi fermo e faccio per scendere dalla moto. Vado in perlustrazione mentre Pino rimane arretrato.

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Mi rendo conto che posso farcela ma non sono troppo sicuro per Pino: con quella giraffa di moto non è facile poggiare i piedi quando sei in contropendenza. Glielo dico e metto in moto: vado a vedere com’è avanti. Ma dopo appena qualche minuto che procedo lentamente fra erba alta, sterpi secche, buche profonde e strapiombi nel vuoto sento dietro di me il rombo della Yamaha che mi ha raggiunto. Sorrido e andiamo avanti. ORA SI!

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Si va, si va. E’ faticoso passare fra i massi. Sono grossi e talvolta ci costringono al contatto col telaio delle moto (specie la mia che è più bassa). Alla fine del pezzo brutto riusciamo a recuperare una vecchia trazzera che ci riporta in quota e, nell’arco di poche decine di minuti recuperiamo un’ampia carreggiabile che ci permette di arrivare in meno di mezz’ora sull’asfalto proprio vicino Bagaladi.

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VERSO CASA

Non siamo fatti per l’asfalto! Avremmo mai potuto procedere dal paese fino a rientrare a casa dalla via maestra? MAI! Pensiamo bene di infilarci lungo un pendio che scende ripido verso la Fiumara di Milito: Texas puro! Qui ci vorrebbero due bei puledri per galoppare sulla sabbia. Ci accontentiamo dei nostri cavalli motore.

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Siamo stanchi ma, soprattutto, soddisfatti di questa nuova giornata di motoalpinismo. Una giornata piena, fatta di fatica ma anche di passione, di buon appetito e di sete: il solito miscuglio salutare di contrapposte emozioni! Che dire? A distanza di tanti mesi, troppi, non ci credevo più che mio compare Pino sarebbe tornato sui tasselli.

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BENTORNATO PINO!!!!!!!!!!!



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A presto e...
Buon motortrip,

alp

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Messaggio da max37 » sab 04 ott, 2008 5:58 pm

sempre fantastici questi posti.
bentornato
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Oggi non faccio niente perchè ieri non ho fatto niente ma non avevo finito.

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Messaggio da Ernesto » dom 02 nov, 2008 2:58 am

Un bentornato a Pino anche da parte mia.

E' molto istruttivo per noi giovani vedere come la passione e la perseveranza possano garantire ancora tanti anni di onorata pratica motoalpinistica... :D

E con la scusa del rientro di Pino ci hai sciorinato quest'altra cavalcata davvero alla John Ford. Complimenti a te e a questa Calabria che non smette di stupirci!

Che facciamo, lo spostiamo questo post dove merita?

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Messaggio da nolimit » dom 02 nov, 2008 9:35 am

Bentornato a Pino! Fa piacere leggere di questi ritorni :wink:

Mai mollare! 8)

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