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Schianat’ill’atra vanda!

Inviato: lun 06 apr, 2009 12:29 am
da alp
“Schianat’ill’atra vanda!”


Sottotitolo: IL CACCIATORE DI CINGHIALI e il principio di serendipità.


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Foto 3

Prologo

Domenica di nuvolo e vento freddo. Sono convalescente. Chiuso in casa riguardo vecchie foto cercando di mettere un po’ d’ordine. OK, forse ci siamo. Ecco, dopo un’oretta di impegno il racconto prende corpo. Possiamo cominciare.

MARE, MONTI E CINGHIALI

Sono questi gli ingredienti che hanno caratterizzato questa nostra uscita che dalle spiagge del Mar Tirreno ci ha portati fino alle falde dell’Aspromonte, dove abbiamo gustato le prelibatezze locali in un ristorante ben fornito di vino, ricotta, cinghiale e salumi vari. Nel giro di oggi una sorpresa: l’incontro col cacciatore di cinghiali durante una battuta. Di fatto ci ha bloccati e dirottati su un altro sentiero. In effetti ci ha indirizzati verso una nuova via che, in ogni caso, ci ha permesso di arrivare lo stesso alla nostra meta, seguendo un percorso alternativo e interessante.

LA SABBIA

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Foto 2

La sabbia non è il mio forte: il motore poco potente della mia Alp non mi permette di galleggiare con facilità sulla spiaggia deserta. Se mi fermo sono perduto! Devo aiutarmi in tutte le maniere, anche sgambettando per evitare di innestare la prima e ritrovarmi a scavare una buca chilometrica. Per Eros e il suo KTM 450 è tutta un’altra storia. Quando serve il gas aziona la manopola destra e va.

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Foto 1

Ogni tanto qualche spruzzo incrocia le sue ruote: è un’onda anomala mal calcolata. L’aria è fresca ed è un piacere sentire la brezza marina col suo profumo. E’ ancora presto: i pescatori sono tranquillamente in attesa che i pesci abbocchino. Qualche barca al largo si muove cullata dalle onde di qualche nave che passa al largo. Sulla spiaggia, lunghe file di canne da pesca aspettano quiete una sferzata vitale che segnali al loro padrone che è arrivata l’ora di strattonare il pesce che ha abboccato. Ci gustiamo il profumo del mare e aspettiamo con calma l’arrivo degli altri amici.

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Foto 5

Uno dopo l’altro arrivano tutti: Natino, Maiolino, Peppe e Tino. Oggi saremo in sei a cavalcare per oltre 1300 metri di dislivello. L’idea è di risalire dal mare verso Lacerello, a quota 1200m slm per poi fare uno spuntino e scendere dal versante jonico. Ma si sa, quasi sempre i progetti saltano, per un motivo o per un altro. Il bello è anche questo: muoversi con serendipità!

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Foto 4

L’Etna è sempre lì, di fronte. Maestoso. Prima di riuscire a convincere il gruppo a partire ce n’è voluto. Eravamo tutti estasiati dalla bellezza del paesaggio. Alla fine, il senso del “dovere” ha prevalso sul puro piacere degli spruzzi d’acqua salata e, così, siamo partiti seguendo una delle tante fiumare che si arrampicano sempre più ripide verso Est.

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Foto 6 e 7

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“CU CANGIA A VECCHIA PA NOVA… MALU SI TROVA!”


Dal dialetto reggino: chi cambia la via vecchia per la nuova si trova male. In termini motoalpinistici è esattamente l’opposto del principio di serendipità che ci accompagna in molte delle nostre uscite. E proprio oggi, abbiamo voluto sfatare questo mito della tradizione locale: oggi tenteremo una nuova via. Arriviamo a Fiumara di Muro percorrendo quello che rimane del lungo sentiero in ciottoli e argilla. Da qui ci inerpichiamo verso Melia di San Roberto per poi giungere a Runci attraversando un pittoresco sterrato fra vigne e uliveti. Salendo per Flavioli il paesaggio si trasforma e la vegetazione diventa ricca di castagni.

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Foto 8

Il terreno è viscido per la presenza di foglie umide. Come al solito viaggio lentamente assaporando il profumo di terra bagnata. Dietro un curvone a gomito mi ritrovo Peppe per terra, con la moto girata al contrario: testacoda! La forcella del suo XR400 ha sbacchettato e ha perso il controllo. Lo aiuto a tirare su la moto e lo spingo in discesa per riavviare il motore ingolfato. Tutto OK, si riparte.

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Foto 9

IL CACCIATORE: “Schianat’ill’atra vanda!” (salite dall’altro lato!)


Il gruppo procede a elastico. Ci sono momenti in cui ci si ritrova agli incroci e si fa il punto della situazione. In zona Puntone di Guglielmazzo sono il primo della colonna. Dietro un curvone, improvvisamente spunta un uomo, vestito in modo strano: è un cacciatore di cinghiali che mi fa segno di fermarmi. Naturalmente accosto e spengo “l’elicottero”. Ha un grosso fucile, munizioni a spalla, apparecchio ricetrasmittente VHF. Esordisce cominciando a gesticolare con fare concitato e mi urla che di lì non possiamo passare, aggredendomi verbalmente. Intanto arrivano gli altri e il tono delle sue urla si abbassa. Qualcuno di noi sembra capire al volo: se andiamo oltre ci sparano! Con fare non molto ortodosso, il cacciatore mi fa capire che c’è una battuta in corso e procedere potrebbe essere pericoloso perché potremmo essere impallinati (e le munizioni dei fucili per la caccia al cinghiale sono mortali). In effetti, il rombo dei nostri motori potrebbe spaventare le prede e per il gruppo dei cacciatori sarebbe una giornata sprecata. I suoi atteggiamenti da “padrone di casa” non rientravano certo nelle modalità che definiremmo come tipiche e proverbiali dell’ospitalità calabrese. “Gentilmente” discutiamo per alcuni minuti. I toni si scaldano. Poi Maiolino, che scopriamo essere un cacciatore, glissa la discussione facendola slittare sulla nostra nuova destinazione e facendosi dare indicazioni precise di una zona che lui conosce abbastanza, per averla praticata negli anni passati, a caccia con amici suoi. A quel punto, il cacciatore, dopo aver capito che avremmo “seguito il suo consiglio”, ci indica una via alternativa per raggiungere la nostra meta. L’unica è tornare indietro per un paio di chilometri e deviare per Covala per poi cercare il sentiero che da Figurelle arriva in quota.

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Foto 11

A MONTE DI FIGURELLE

Il primo incrocio riusciamo a trovarlo subito, seguendo le indicazioni del cacciatore. Al secondo bivio, “i soliti velocisti” che procedono a palla continuano inesorabili con la loro andatura e non si accorgono della deviazione. Dopo aver perso un quarto d’ora per recuperarli e chiedere indicazioni a gente del luogo, imbocchiamo la deviazione che ci porterà in quota. In alcuni punti, l’esile striscia ritagliata fra l’erba si assottiglia al punto da scomparire e la sensazione che sia tutto finito ci attanaglia: finita la strada, finita l’avventura. Ma mi spingo oltre, in cerca di un segnale che mi dia una qualche indicazione che il viottolo continua la sua vita oltre un cespuglio o dietro un albero frondoso. Più volte ci ritroviamo in questa strana situazione e più volte il sentiero scompare e riappare magicamente cinque o venti metri oltre una siepe selvatica, oltre una sterpaglia spinosa o oltre un roccione.

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Foto 15

E’ bella e curiosa la sensazione di fine e di rinascita della strada: qualcosa senti che sta per morire e riappare improvvisamente. E’ l’angoscia infantile del bambino di fronte allo scomparire del proprio giocattolo preferito e la gioia al suo riapparire improvviso. Tutto questo nell’arco di qualche minuto per più volte di seguito. Che emozioni oggi!

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Foto 16

Poi l’intoppo. Il fondo diventa progressivamente sempre più viscido. Ampi gradoni attraversano trasversalmente il nostro procedere creando non poche difficoltà, specie in chi deve dosare l’enorme potenza del proprio motore. Il “gran Kappone” diventa ingovernabile ma subito intervengono il fido Maiolino e Natino che aiutano Eros a uscire dalla situazione di difficoltà. A ben pensarci, il nostro Eros ne ha fatto di fuoristrada da quando l’ho conosciuto la prima volta. (leggi il report dal titolo “Fuoristrada con gli EnDURIsti di San Giorgio” http://motoalpinismo.forumup.it/viewtop ... oalpinismo
).

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Foto 18 e 19

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Anche quello di Tino scivola da tutte le parti e i nostri prodi amici anche stavolta fanno la loro. Strana coppia Natino e Maiolino: amici per la pelle, sempre pronti a intervenire in aiuto di chi ha bisogno di una spinta. La generosità al primo posto: questo è vero motoalpinismo (anche se, a dire la verità, loro sono convinti di fare enduro. Chissà!?).

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Foto 10

Coi pochi CV della mia motoretta passo canaloni e gradoni con la primina senza esitare, tanto che Maiolino, stupito mi prende in giro dicendo che l’Alp sarà la sua prossima moto (e mi fa il verso dell’elicottero!).

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Foto 13

Si mette di mezzo a complicarci le cose anche un tubo dell’acquedotto che segue longitudinalmente il corso della carrareccia. Intanto l’XR di Peppe non ne vuole sapere di scavalcare un dosso ripidissimo. Prima e gas. Ma niente. Sciufff…. Si spegne. Riaccende e di nuovo come prima. Si decide di scendere tutti a dare aiuto.

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Foto 12

Di peso si prende il mezzo e lo si solleva grazie all’intervento “dei soliti amici” che sono sempre pronti a dare una mano. In quattro si spinge in salita la moto. E’ proprio vero che in casi come questo più si è e meglio è!

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Foto 21

Con la scusa delle foto (come al solito) mi evito la faticaccia. E si che sono il più anziano del gruppo e ogni tanto i sensi di colpa nei confronti degli amici mi attanagliano durante i miei incubi notturni. Però vuoi mettere il piacere di rivedersi in foto a distanza di tempo? Ormai sono considerato il fotoreporter del gruppo e perciò mi spetta l’esonero dai “lavori forzati”.

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foto 22

Spingono fino a liberare la moto dall’impaccio iniziale. Superato il forte dislivello, Natino monta su e avvia “il trattore”. Ecco il prode Natino (notare il fisicaccio) che inforcato l’XR, con fare deciso, salta gli ostacoli d’impeto e raggiunge gli altri più su.

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Foto 17

Il gruppo si ricompatta. Ci lecchiamo le ferite, ci riposiamo un po’. Si beve e si spiluccano carboidrati e vitamine (sotto forma di prelibatezze, ovviamente!). La sosta serve a farci fare il punto della situazione. Se i conti tornano dovremmo raggiungere lo stesso punto d’arrivo che ci eravamo prefissati, nonostante l’importante deviazione di una decina di chilometri impestati.

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foto 20


A TAVOLA!

Come volevasi dimostrare, secondo i nostri progetti, raggiungiamo i piani d’Aspromonte e ci avviamo verso la Cascina di Donna Jolanda dove spero di trovare conforto nel cibo. Macché, gli infaticabili enduristi chiedono ancora “sangue e sacrificio”: si continua. Trotterelliamo su e giù in lungo e in largo fino alle due, quando qualcuno si ricorda che il proprio serbatoio comincia a rimanere vuoto. Si corre ai ripari raggiungendo il più vicino distributore di benzina che, ovviamente, a quell’ora è chiuso e così si decide di dirottare il gruppo al ristorante dove ci aspetta un menù a base antipasti di salumi e formaggi locali (non mancherà, ovviamente, il solito capicollo), tagliolini fatti in casa al ragù di cinghiale e vino a volontà.

E, come al solito secondo l’ormai “millenaria” tradizione, anche questa volta ci congediamo con un bel brindisi agli amici di motortrip.

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Foto 24
(scusate per la foto mossa ma il cameriere che ce l’ha fatta era evidentemente ubriaco).






P.S.:
Non vi dico la fatica a risalire in moto! Ma, soprattutto, la fatica a stare in sella (o ancora peggio per me, in piedi sulle pedane per tutto il tragitto di ritorno). Meno male che dopo un pasto così luculliano abbiamo l’abitudine di rientrare molto tranquillamente. Ecco ci, infatti, all’uscita del locale e durante il tragitto di ritorno.

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Foto 25 e 26

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P.P.S.:
Sulla via del ritorno, procedevo tranquillamente sulla traiettoria di Peppe quando scivolo stupidamente con l’anteriore in una buca, quasi da fermo. Il mio compagno di viaggio ricambia la cortesia che, in salita, gli avevo fatto e mi aiuta a mettere su la moto e a ripartire. Grazie Peppe!

Schianat’ill’atra vanda!

Inviato: lun 06 apr, 2009 12:45 am
da husqvarna100
Finalmente. :lol: :lol:
Ti si rivede e rilegge. :wink:
Per il momento con avventure datate ma ,a breve,con le nuove avventure
in sella alla gialla Alpetta.

Ciao.
Claudio.

Schianat’ill’atra vanda!

Inviato: lun 06 apr, 2009 4:38 pm
da rerechan
Bel report, bravi, c'e' anche un retro-gusto horror in certe foto... he heh

Schianat’ill’atra vanda!

Inviato: lun 06 apr, 2009 6:06 pm
da mitnick
"Solito" splendido resoconto ALP, complimenti.
Cmq mi sembra di ricordare il periodo!!! A letto con la bronchite........ e in attesa della solita telefonata post uscita degli amici per raccontare la giornaliera avventura in fuoristrada (con un pizzico di sadismo nella voce da parte loro: "Peccato non sia venuto, ci siamo divertiti, 'ndi scialammu).
Mi avessero almeno chiesto: "come stai?".
Mah.........ENDURISTI.......
:lol: :lol: :lol:

Schianat’ill’atra vanda!

Inviato: lun 06 apr, 2009 11:47 pm
da max37
complimenti

VOGLIO VENIRE ANCH'IOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!1

Schianat’ill’atra vanda!

Inviato: mar 07 apr, 2009 9:19 am
da SuperHank
Finalmente è tornato!
Lui e la sua Calabria che nessuno mai ci ha fatto amare così.
Grazie Alp

Ciao
Alves

Schianat’ill’atra vanda!

Inviato: mar 07 apr, 2009 1:26 pm
da betaflo
E' stato talmente coinvolgente il tuo racconto, che mi è sembrato di stare lì con voi :P
Vedo, con un pizzico d'orgoglio, che anche dalle tue parti l'Alpetta si difende bene sul difficile!!!!

Schianat’ill’atra vanda!

Inviato: gio 09 apr, 2009 12:14 am
da alp
Beh, che dire: ho recuperato le foto scattate alcuni mesi fa, in una uscita di fine autunno. Per ora sono fermo e ho approfittato del brutto tempo per rivedere qualche appunto e buttare giù queste poche righe.

Per Max: siamo a oltre un migliaio di km a sud, è davvero un peccato che ci sia tutta questa distanza!

Schianat’ill’atra vanda!

Inviato: gio 09 apr, 2009 12:10 pm
da Ernesto
Caro Alp, tra le tante belle foto ed il racconto come al solito vivo e coinvolgente, mi ha colpito la tua osservazione sull'estinguersi e riapparire dei sentieri, sulla sottile angoscia ed euforia che questo ci causa. Davvero l'escursione sembra una metafora del confine tra diventare adulti e tornare bambini.

Elementi di motopsicologia aspromontana... :D

Schianat’ill’atra vanda!

Inviato: lun 20 apr, 2009 2:56 am
da triend
Bravissimo Alp, è sempre un piacere leggere i racconti delle tue avventure.