Le fatiche dell'enduro
Inviato: mar 15 giu, 2010 4:36 pm
La parola stessa "enduro" evoca fatica, sudore, percorsi difficili e duri; la moda dell' enduro hard ha polarizzato
ulteriormente la situazione e ora sembra, per qualcuno almeno, che non ci si possa divertire in un giro in moto se non
si e' sputato sangue e lasciato litri di sudore in mulattiera spingendo la moto in percorsi impossibili. Be', per
fortuna non e' sempre cosi'.
Un gruppo di enduristi locali organizza un giro con destinazione... be', ci arriveremo. Io decido di risparmiarmi il
percorso con loro; vanno decisamente piu' di me, e per di piu' l'Easy e' ancora fuori servizio, cosi' mi rimane solo
l'Alp che e' ancora troppo nuova per massacrarla subito in fuoristrada (sono finiti i tempi in cui prendevo a calci il
fuoristrada nuovo fiammante per far tacere gli amici che mi chiedevano di non fare percorsi che potessero
rovinarlo). Decido di raggiungere il gruppo a passando per un percorso facile, in parte asfaltato, che parte
praticamente dal mare e risale all'interno.
La strada asfaltata e' comunque abbastanza interessante; a tratti la larghezza e' assai ridotta dalla vegetazione, e'
piena di sabbietta e brecciolino (che rende interessanti e, come dire, ballerini gli incontri con auto in senso opposto)
ed e' interrotta da alcuni guadi:
Questi sono stati resi un po' piu' movimentati dall'asfaltatura, in quanto le rampe di accesso sono state mangiate
dall'acqua e hanno formato dei bei gradini, che qualcuno ha cercato di addolcire ammucchiando un po' di pietre alla
bell'e meglio.
La strada passa davanti a una vecchia costruzione, nota come Dispensa Vecchia:
Da qui parte una strada, decisamente piu impegnativa di quella fatta finora, che pero' e' stata bloccata dal pastore che
possiede i terreni attraversati piu' su, stufo del casino fatto dal passaggio delle moto (ne ho parlato gia' altre
volte, a proposito del rumore e della stupidita' degli scarichi aperti):
E dopo un po' di asfalto (pieno di belle curve) si arriva qui:
Il posto non e' del tutto disabitato:
Cosa saremo mai venuti a fare in un posto cosi'? La risposta e' ovvia:
In alcuni punti sembra di essere in un documentario (l'endurista ha sempre un posto in prima fila):
Be', come vedete l'enduro non e' sempre lacrime e sangue, ma ci sono anche dei momenti relax. Altro che centro
benessere!
ulteriormente la situazione e ora sembra, per qualcuno almeno, che non ci si possa divertire in un giro in moto se non
si e' sputato sangue e lasciato litri di sudore in mulattiera spingendo la moto in percorsi impossibili. Be', per
fortuna non e' sempre cosi'.
Un gruppo di enduristi locali organizza un giro con destinazione... be', ci arriveremo. Io decido di risparmiarmi il
percorso con loro; vanno decisamente piu' di me, e per di piu' l'Easy e' ancora fuori servizio, cosi' mi rimane solo
l'Alp che e' ancora troppo nuova per massacrarla subito in fuoristrada (sono finiti i tempi in cui prendevo a calci il
fuoristrada nuovo fiammante per far tacere gli amici che mi chiedevano di non fare percorsi che potessero
rovinarlo). Decido di raggiungere il gruppo a passando per un percorso facile, in parte asfaltato, che parte
praticamente dal mare e risale all'interno.
La strada asfaltata e' comunque abbastanza interessante; a tratti la larghezza e' assai ridotta dalla vegetazione, e'
piena di sabbietta e brecciolino (che rende interessanti e, come dire, ballerini gli incontri con auto in senso opposto)
ed e' interrotta da alcuni guadi:
Questi sono stati resi un po' piu' movimentati dall'asfaltatura, in quanto le rampe di accesso sono state mangiate
dall'acqua e hanno formato dei bei gradini, che qualcuno ha cercato di addolcire ammucchiando un po' di pietre alla
bell'e meglio.
La strada passa davanti a una vecchia costruzione, nota come Dispensa Vecchia:
Da qui parte una strada, decisamente piu impegnativa di quella fatta finora, che pero' e' stata bloccata dal pastore che
possiede i terreni attraversati piu' su, stufo del casino fatto dal passaggio delle moto (ne ho parlato gia' altre
volte, a proposito del rumore e della stupidita' degli scarichi aperti):
E dopo un po' di asfalto (pieno di belle curve) si arriva qui:
Il posto non e' del tutto disabitato:
Cosa saremo mai venuti a fare in un posto cosi'? La risposta e' ovvia:
In alcuni punti sembra di essere in un documentario (l'endurista ha sempre un posto in prima fila):
Be', come vedete l'enduro non e' sempre lacrime e sangue, ma ci sono anche dei momenti relax. Altro che centro
benessere!
