Un week-end come pochi!
Inviato: lun 01 nov, 2010 8:38 pm
UN WEEK-END COME POCHI!
Due giorni di moto su sterrati di montagna è un appuntamento a cui non si può rinunciare. Stavolta a organizzare l’evento è stato il nostro Pino (k450 su motortrip, anche se ha da poco acquistato un fiammante 690). Questo è ormai diventato un evento classico nella nostra zona. In massa è presente il gruppo Awanagain, di cui si è ampiamente parlate in report precedenti. Saremo in tanti. Destinazione Serra San Bruno (Vibo Valentia). Di supporto alle moto ci saranno due 4X4 con bagagli e attrezzatura al seguito.
Il tempo, nei giorni che hanno preceduta la partenza, è stato veramente pessimo: mercoledì la città di Reggio è stata inondata da un acquazzone che ha allagato buona parte della zona bassa, venerdì ancora tanta pioggia. La serata prima della partenza è stato un continuo consultare servizi meteo e telefonarci l’un l’altro per rincuorarci. Per quanto potessimo essere ottimisti non avremmo mai immaginato di poter percorrere i 385 km del nostro viaggio senza bagnarci. La nottata trascorre in fervida attesa. Al mattino presto mi alzo per vedere che tempo c’è e la presenza di qualche scorcio di cielo fra le nuvole chiare mi mette addosso la voglia di prepararmi.
Chiacchiere prima della partenza
Il cruscotto della KTM690
SI PARTE!
Si sa, gli appuntamenti sono difficili da rispettare, specie se si è in tanti e stavolta eravamo in 20 con 12 moto, 4 quad e 2 4X4. Partiamo con tre quarti d’ora di ritardo e, per recuperare, affrontiamo l’asfalto per una decina di km prima di cominciare ad affrontare la montagna su una sterrata che risale lungo il crinale di una catena di monti fra le fiumare di Gallico e Catona.
Montagne di arenaria a Calanna. Qui milioni di anni fa era tutto sommerso dal mare.
Il terreno è bagnato e fangoso, il tempo è buono. Il morale del gruppo è alle stelle: la sera prima pioveva copiosamente e i pronostici non sembravano dei migliori. Due dei nostri, infatti, hanno rinunciato per paura dell’acqua. Procediamo ad andatura costante: gli amici sempre avanti, io sempre dietro! Sono lento con la mia alpetta che arranca fra pietroni smossi e fanghiglia. C’è un profumo di funghi che ogni tanto attrae il mio olfatto, l’umidità dell’aria ne esalta l’odore.
Primo rifornimento
Dopo una trentina di km arriviamo alla prima fermata: rifornimento, caffè e si riparte con cattivi nuvoloni proprio nella direzione verso la quale siamo diretti. Ci equipaggiamo ben bene indossando le nostre cerate. “Qui le cose si mettono male” è il pensiero condiviso ma inespresso da tutti. Fingiamo ottimismo per sconfiggere la paura del tempaccio e proseguiamo il nostro viaggio verso nord imboccando una strada sterrata piena di auto che portano anziani signori in cerca di funghi. Procediamo a passo prudente infilandoci lungo una deviazione che ci farà recuperare l’asfalto evitando uno stretto sentiero impraticabile per le nostre 4X4. Avanti a tutti Domenico, con un potente 620, che sottovalutando la profondità di un pantano di fango affonda dentro con l’acqua ben oltre il mozzo anteriore. Manovre di recupero e giri di evitamento per superare il tratto disagevole, poi allunghiamo il passo fino all’incrocio dove prenderemo la provinciale per Gesumino.
Prime moto impantanate
I quad 4X4 passano tranquillamente
Consapevole della mia lentezza avverto gli altri che li precederò aspettandoli al prossimo incrocio che ci porterà a Carmelia. Mi da fastidio essere di peso e mentre passeggio sull’asfalto rifletto sulla necessità o meno di adottare la tattica di chi si fa avanti per non restare indietro: il gruppo è veloce e la mia andatura potrebbe innervosirli (come è già successo). Mio malgrado so di non poter rischiare forzandomi nel correre oltre quelle che sono le mie capacità di tenuta della strada (la guida veloce mi farebbe sicuramente cadere) e nel tempo (devo pensare a stare in piedi sulla moto per due giorni di seguito: 8 ore al giorno!). Devo controllarmi e dosare opportunamente la fatica altrimenti sono spacciato!
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By-passo la pozza di fango[/size]
Due giorni di moto su sterrati di montagna è un appuntamento a cui non si può rinunciare. Stavolta a organizzare l’evento è stato il nostro Pino (k450 su motortrip, anche se ha da poco acquistato un fiammante 690). Questo è ormai diventato un evento classico nella nostra zona. In massa è presente il gruppo Awanagain, di cui si è ampiamente parlate in report precedenti. Saremo in tanti. Destinazione Serra San Bruno (Vibo Valentia). Di supporto alle moto ci saranno due 4X4 con bagagli e attrezzatura al seguito.
Il tempo, nei giorni che hanno preceduta la partenza, è stato veramente pessimo: mercoledì la città di Reggio è stata inondata da un acquazzone che ha allagato buona parte della zona bassa, venerdì ancora tanta pioggia. La serata prima della partenza è stato un continuo consultare servizi meteo e telefonarci l’un l’altro per rincuorarci. Per quanto potessimo essere ottimisti non avremmo mai immaginato di poter percorrere i 385 km del nostro viaggio senza bagnarci. La nottata trascorre in fervida attesa. Al mattino presto mi alzo per vedere che tempo c’è e la presenza di qualche scorcio di cielo fra le nuvole chiare mi mette addosso la voglia di prepararmi.
Chiacchiere prima della partenza
Il cruscotto della KTM690
SI PARTE!
Si sa, gli appuntamenti sono difficili da rispettare, specie se si è in tanti e stavolta eravamo in 20 con 12 moto, 4 quad e 2 4X4. Partiamo con tre quarti d’ora di ritardo e, per recuperare, affrontiamo l’asfalto per una decina di km prima di cominciare ad affrontare la montagna su una sterrata che risale lungo il crinale di una catena di monti fra le fiumare di Gallico e Catona.
Montagne di arenaria a Calanna. Qui milioni di anni fa era tutto sommerso dal mare.
Il terreno è bagnato e fangoso, il tempo è buono. Il morale del gruppo è alle stelle: la sera prima pioveva copiosamente e i pronostici non sembravano dei migliori. Due dei nostri, infatti, hanno rinunciato per paura dell’acqua. Procediamo ad andatura costante: gli amici sempre avanti, io sempre dietro! Sono lento con la mia alpetta che arranca fra pietroni smossi e fanghiglia. C’è un profumo di funghi che ogni tanto attrae il mio olfatto, l’umidità dell’aria ne esalta l’odore.
Primo rifornimento
Dopo una trentina di km arriviamo alla prima fermata: rifornimento, caffè e si riparte con cattivi nuvoloni proprio nella direzione verso la quale siamo diretti. Ci equipaggiamo ben bene indossando le nostre cerate. “Qui le cose si mettono male” è il pensiero condiviso ma inespresso da tutti. Fingiamo ottimismo per sconfiggere la paura del tempaccio e proseguiamo il nostro viaggio verso nord imboccando una strada sterrata piena di auto che portano anziani signori in cerca di funghi. Procediamo a passo prudente infilandoci lungo una deviazione che ci farà recuperare l’asfalto evitando uno stretto sentiero impraticabile per le nostre 4X4. Avanti a tutti Domenico, con un potente 620, che sottovalutando la profondità di un pantano di fango affonda dentro con l’acqua ben oltre il mozzo anteriore. Manovre di recupero e giri di evitamento per superare il tratto disagevole, poi allunghiamo il passo fino all’incrocio dove prenderemo la provinciale per Gesumino.
Prime moto impantanate
I quad 4X4 passano tranquillamente
Consapevole della mia lentezza avverto gli altri che li precederò aspettandoli al prossimo incrocio che ci porterà a Carmelia. Mi da fastidio essere di peso e mentre passeggio sull’asfalto rifletto sulla necessità o meno di adottare la tattica di chi si fa avanti per non restare indietro: il gruppo è veloce e la mia andatura potrebbe innervosirli (come è già successo). Mio malgrado so di non poter rischiare forzandomi nel correre oltre quelle che sono le mie capacità di tenuta della strada (la guida veloce mi farebbe sicuramente cadere) e nel tempo (devo pensare a stare in piedi sulla moto per due giorni di seguito: 8 ore al giorno!). Devo controllarmi e dosare opportunamente la fatica altrimenti sono spacciato!
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By-passo la pozza di fango[/size]