Parto quindi di buon ora alla volta della Basilicata: strano a dirsi, la mattina presto le temperature in zona sono sub-polari... Raggiungo la SA - RC, proseguo verso Potenza e, dopo una sosta all' autogrill (per un brodino), lascio la basentana allo svincolo per Accettura.
Mi aspettano circa 30 km di bosco montano, l' altitudine massima raggiunta è di circa m 1000 slm.

Uploaded with ImageShack.us
Mi accorgo da subito che il paesaggio non delude affatto

Uploaded with ImageShack.us
Proseguo in mezzo ai monti orientandomi come posso

Uploaded with ImageShack.us
Per chi volesse sterrare un po' sembra esserci l imbarazzo della scelta. Numerose strade bianche partono dalla provinciale. Ne seguo una per diversi km

Uploaded with ImageShack.us

Uploaded with ImageShack.us

Uploaded with ImageShack.us
Il fondo è ghiaioso - sabbioso, la vegetazione fitta, tipo bosco e macchia mediterranea. Ai lati di queste strade si incontrano dei box colorati per le api. Non posso fare a meno di immaginarmi in fuga con uno sciame di insetti inca***ti dietro di me...

Uploaded with ImageShack.us
Dopo diversi km di sterri torno sui miei passi perchè il giro che vorrei completare è piuttosto lungo e rischio che una giornata non basti.
Durante una delle mie soste parlo con alcuni ciclisti del posto che mi danno alcune dritte per avvistare daini allo stato brado, proseguo però senza incontrarne alcuno (in verità avrei dovuto mollare la moto e fare un pezzo a piedi una volta raggiunta una certa località.... pigrizia....)
Improvvisamente, nei dintorni di San Mauro Forte, il paesaggio cambia

Uploaded with ImageShack.us
Ecco i calanchi!

Uploaded with ImageShack.us

Uploaded with ImageShack.us
Qualche sterratino tranquillo prima di ragguingere la prima delle mete del giorno: Craco, la città morta.

Uploaded with ImageShack.us

Uploaded with ImageShack.us
Craco era un comune di circa 2000 abitanti che nel ’63 fu abbandonato a causa di una frana. Gli abitanti furono spostati nel vicino abitato di Craco Peschiera e, fino a 2 anni fa, si era liberi di circolare all’ interno delle sue rovine.
Oggi invece, dopo che negli anni passati ignoti hanno saccheggiato i ruderi privandoli delle campane, dell altare della chiesa e di quanto altro hanno ritenuto opportuno, il turista si trova a pagare € 6 e a dover fare una visita guidata “in sicurezza”. Ciò significa che si può visionare solo una piccola parte delle rovine, e con un caschetto in testa.
Una visita in completa libertà sarebbe stata più affascinante ma le guide sono preparate e disponibili e non bisogna aspettare troppo tra un turno e l altro. Inoltre i numerosi dettagli storici raccontatici dai simpatici accompagnatori valgono ben più di quel po’ di caldo che si soffre sotto il caschetto.

Uploaded with ImageShack.us

Uploaded with ImageShack.us

Uploaded with ImageShack.us
Secondo Wikipedia la frana, durata circa 20 anni, “sembra essere stata provocata da lavori di infrastrutturazione, fogne e reti idriche, a servizio dell’abitato”. In effetti fu provocata dalla costruzione di un campo di calcio, proprio nella parte bassa del paese. I lavori di sbancamento per il campo da gioco diedero inizio a un crollo che si è fermato solo negli anni 80 anche grazie ad un bosco piantato per l occorrenza. Un campo da calcio ha tirato giù una città, storie d’ Italia.
La foto sotto mostra ciò che rimane della vecchia cisterna comunale dove si raccoglieva acqua che si credeva fosse sorgiva (guardando oltre si può vedere il bosco che è stato piantato pochi anni fa). Dopo analisi effettuate intorno agli anni 70 risultò che tale acqua proveniva da perdite dell acquedotto e della rete fognaria…

Uploaded with ImageShack.us
I resti di un forno

Uploaded with ImageShack.us
FINE PRIMA PARTE..... A DOMANI