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AVVENTURA PRE PASQUALE E PIETRA KAPPA

Qui troverai resoconti di escursioni e raduni realizzati in Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania e Molise.
acasile95
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AVVENTURA PRE PASQUALE E PIETRA KAPPA

Messaggio da acasile95 » dom 23 mar, 2008 5:49 pm

Giornata indimenticabile sul versante jonico dell'aspromonte insieme ad ALP che in veste di GPS ci ha confuso quelle poche idee che ci eravamo fatti della zona tra SAN LUCA e il santuario della madonna di POLSI.
Fra cascate, frane, paesaggi lunari è passata la mattinata.
Qualche sgasata per non venir meno alla nostra indole enduristica ,qualche bel guado su una ruota,qualche bel passaggio tra neve e fango e un grande bella pausa pranzo a base di capicollo,pecorino,melanzane sott'olio e pane di grano.
poi un attimo di sconforto al pensiero di non avere tanta benzina per il lungo rientro.
dopo una veloce consultazione si rientra passando per mannoli,santo stefano d'asromonte,podargoni,orti fino alla nostra reggio.
desidero ringraziare tutti i partecipanti a questa gita ed in particolare ALP ed ANTONIO.
Il primo perchè è meglio del GPS più evoluto ed il secondo perchè stoicamente,dopo una brutta caduta è rientrato insistendo perchè il gruppo non si dividesse.
alla prossima avventura.
saluti e auguri a tutti.
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SUPERAMENTO DI UNA FRANA
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ALP A LAVORO
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CASCATA VISTA DALL'ALTO

IMPORTANTE LE FOTO CHE SI POSSONO CHIAMARE CON QUESTO NOME VERRANNO POSTATE DA ALP

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max37
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Messaggio da max37 » dom 23 mar, 2008 10:33 pm

sempre bei posti
Max37

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La cosa più deliziosa non è non avere nulla da fare. E' avere qualcosa da fare e non farla.

Oggi non faccio niente perchè ieri non ho fatto niente ma non avevo finito.

alp
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AVVENTURA PRE PASQUALE E PIETRA KAPPA

Messaggio da alp » mar 25 mar, 2008 1:06 am

Ed ecco le foto del nostro tour.

Prima parte.

Il giro è stato una sorpresa per il fatto di essere per la prima volta insieme con un gruppo di cinque nuovi enduristi (escluso Alex, che ormai considero il mio giovane e fedele scudiero! colui che erediterà il sapere empirico relativo alle mappe dei percorsi). Quattro superattrezzati motociclisti e un quad: due HM 450 4t, una Yamaha 250 2t ed una Honda XR400. Lo stesso motore equipaggiava il quad. Gente motociclisticamente esperta ma che, per la prima volta si accingeva a realizzare un’escursione così lunga: otto ore! Ragazzi abituati a dare il massimo di se stessi nel giro di un paio d’ore ma che sulla distanza non hanno mai provato a dosare le energie, situazione tipica del motoalpinismo.

Da Reggio siamo arrivati fino al comune di San Luca e rientrati: 180 km di cui almeno 2/3 di sterrate più o meno facili.

Il percorso:

Reggio
Gallico
Villa San Giuseppe
Rosalì
Lirdo
Passo di Praca
Gambarie
Carmelia
Vocale
Casello di San Giorgio
Rocche di San Pietro
Serro Cropanelli
Gesumino
Gambarie
Santo Stefano
Ortì
Reggio

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La partenza dalla rotonda. La giornata sembra proprio splendida, nonostante le cattive previsioni. Siamo in zona Sant’Antonio e, ne approfitto per presentarvi la combriccola. Senza un briciolo di fantasia, sono circondato da quattro Antoni. Alex è alla fotocamera. Fra un po’ partiamo per raggiungere Gennaro al rondò di Gallico.

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Il percorso realizzato è ampiamente e minuziosamente descritto nel nostro stesso forum, in relazione alla motocavalcate realizzata lo scorso anno più o meno nello stesso periodo. La foto di sopra fissa un istante immediatamente successivo alla prima caduta della giornata. Antonello ne fa le spese: ginocchio e clavicola doloranti. Niente di gravissimo, per fortuna.

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Si cerca di rimettere in sesto la moto che, comunque, non ha subito danni significativi. Per il pilota, nonostante l’Aulin il fastidio è forte.

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Stoicamente (per citare “acasile”) il nostro eroe continuerà fino al paese per poi rientrare, lungo la provinciale da solo, a casa per non spezzare la comitiva. Un sentito grazie anche da parte mia! Notizie dell’ultima ora (giorno di Pasquetta) ci informano che Antonello ha ripreso a camminare in modo naturale dopo un evidente zoppicare durato fino a tutta domenica. In bocca al lupo!!!!

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Il nostro Gennaro, personaggio unico, che osserva perplesso l’alpetta. Ma che c…!
Anche gli altri amici più avanti sembrano chiedersi: ma dove vuole andare con quella cosa? E’ evidente la diffidenza verso oggetti simili. Stranamente c’è una maggiore perplessità verso la betina anziché nei riguardi di attrezzi tipo quad. Ma si tratta semplicemente di pregiudizi e, come testualmente citano tutti i manuali di sociologia, non c’è niente di meglio per superare i pregiudizi che mettere la gente a contatto con l’oggetto in questione. E’ quello che abbiamo fatto. A quanto pare, la piccola alpetta ha superato con la sufficienza piena il giudizio critico del popolo degli enduristi duri. Bene!!!

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Il nostro “acasile”, in piena azione lungo una carreggiabile pianeggiante. Il nostro Antonello è una persona molto disponibile, sempre pronto a dare una mano quando serve. E’ un piacere averlo come amico. Sempre col sorriso sulle labbra e la gentilezza nel cuore. Ah, dimenticavo che fra le altre qualità è anche un grandissimo manico: con la sua 450 fa cose incredibili su una ruota!!!

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Antonio Yamaha: di lui, dire che è un trapezista o uno stuntman è riduttivo. Avreste dovuto vedere il volo che ha fatto lungo la carreggiabile che porta a Pietra K, il perfetto atterraggio in piedi e come è risalito dal burrone fresco e riposato, come se niente fosse. Fiato a volontà e altro grande manico!

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Sosta caffè, un classico! Ci fermiamo al bar di Fabio, presidente del locale club che riunisce gli appassionati di MTB della provincia di Reggio, da un paio d’anni eccellente organizzatore di competizioni nazionali, grande esperto dei sentieri dell’Aspromonte.

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Il pieno! Antonio Yamaha, col suo 250 2tempi, al rientro è rimasto a secco a 6 km dal distributore (abbiamo tirato i conti che ha una autonomia inferiore ai 90 km!). Prontamente Alex lo ha rifornito (fra Yamahe ci si aiuta!).

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Breve sosta per fare un primo spuntino e preparare il panino per più tardi.

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Due papere…

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…e tanti CV.

Torrente in piena.

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Acqua fresca.

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La frana.

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“acasile” in siesta? Macché, ora vedrete che gran lavoratore!

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Di forza ha spostato enormi massi per permettere il passaggio del quad! e meno male che Gennaro non è venuto col Kawasaki 750 4WD: probabilmente con oltre 2 quintali e mezzo di peso e una larghezza da portaerei non ce l’avrebbe fatta a passare con la stessa facilità.

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E dove i CV non ce la fanno, ecco la forza e la generosità dell’uomo!

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Vai Gennaro!

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Ops!?!

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Si! Così!

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Un ultimo sforzo che ormai è fatta!

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OK Gennaro! Gran goliarda e guascone del quad! Guascone non perché sia originario della Guascogna, regione sudoccidentale della Francia, ma perché nello stereotipo culturale condiviso gli abitanti di quella zona vengono considerati, a torto o a ragione, degli spacconi, dei gradassi, persone che manifestano spavalderia e litigiosità, millantatori e smargiassi. Termini tutti piuttosto negativi, ma nel caso del nostro Gennaro dobbiamo, invece, immaginare un personaggio-jolly, un simpaticone! Un uomo libero da convenzioni sociali, apparentemente spensierato, un allegrone. Un ragazzone di compagnia con cui trascorrere spensieratamente una giornata allegramente, fra battute e risate. Che poi, detto fra noi… è padre di cinque (dico cinque!!!) figlie.

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Ora i ruoli si invertono.

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Antonio Yama in piena azione.

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E’ incredibile l’agilità di quest’uomo!

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L’inconfondibile fumo del 2 tempi.

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Ops!?!

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E vai!!!!

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Antonio XR: uno serio, tecnico. Uno con un gran cervello!

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Una persona molto equilibrata. Più che un endurista direi quasi… un motoalpinista (da intendere come un complimento, ovviamente!).

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Fatto!

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Dai Gennariello, acchiappami al volo!

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Beh?

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OK ragazzi, fatemi fare bella figura con gli amici di motortip!

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E anch’io ce l’ho fatta!

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Alex alla prova.

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Il generosissimo Gennaro è sempre pronto a darti una mano quando serve.

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Dai che ci siamo tutti! Si riparte!

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Antonio XR in attesa che la comitiva riprenda gli zaini lasciati al di là della frana, ci metta dentro fotocamera, bottigliette d’acqua e appendicoli vari e si riprenda tutti il cammino.

L’avventura continua!!!!!!!
Ultima modifica di alp il gio 01 gen, 1970 1:00 am, modificato 2 volte in totale.
A presto e...
Buon motortrip,

alp

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Messaggio da max37 » mar 25 mar, 2008 1:44 am

non ho parole
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La cosa più deliziosa non è non avere nulla da fare. E' avere qualcosa da fare e non farla.

Oggi non faccio niente perchè ieri non ho fatto niente ma non avevo finito.

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Messaggio da acasile95 » mar 25 mar, 2008 4:44 pm

IL MIO RENDICONTO RISPETTO A QUELLO DI ALP E' SEMPLICEMENTE RIDICOLO NON MI CONFRONTERO' PIU CON QUESTO "GRANDE" MA SE SARA' NECESSARIO INTEGRERO' LA NARRAZIONE DELL'ESCURSIONE CON QUALCHE SUA DIMENTICANZA.
COLGO PUBBLICAMENTE L'OCCASIONE DI RINGRAZIARE ALP PER I COMPLIMENTI E LA SPLENDIDA GIORNATA TRASCORSA INSIEME.
AH,DIMENTICAVO, SECONDO ME IL NIKNAME DI ALP E' ERRATO SI DOVREBBE CHIAMARE GPS

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Messaggio da alp » mar 25 mar, 2008 8:30 pm

Ho sbagliato! Era proprio quello che volevo evitare: inibire la vena narrativa dei miei compagni d’avventura. Il mio intento era di lasciare un po’ a loro l’incarico di raccontare le nostre belle giornate. Il punto, caro acasile è che ho imparato a conoscere il territorio nel quale mi muovo osservandolo con attenzione, con uno sguardo motoalpinistico (come direbbe Ernesto), soffermandomi mentre viaggio su punti di repere che facciano da preciso riferimento quando ritorno sullo stesso punto, magari da una direzione opposta.

Grazie, comunque, per i complimenti e… alla prossima!
A presto e...
Buon motortrip,

alp

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Messaggio da alp » gio 27 mar, 2008 12:35 am

Parte Seconda
Una passeggiata luuuuuuuuuunghissima!

Siamo appena al 50° km del nostro viaggio d’avventura. Dopo lo scompiglio causato dall’attraversamento della frana, tutto il resto è apparso come una semplice, rilassante (?) e panoramica passeggiata. Ho notato, tuttavia, che l’occhio dell’endurista ha necessità ad abituarsi a guardarsi intorno, sprofondando nella natura. Troppo concentrato sui giri del motore e la propriocezione corporea per dare spazio a sensazioni che provengono dall’usare ad hoc la proprio attenzione periferica allargando lo sguardo all’ambiente che ci circonda (come direbbe Ernesto: la filosofia classica e quella romantica del motociclista! Ma l’endurista è classico? E il motoalpinista romantico? Ho i miei dubbi!). Ma col tempo si cambia, sono speranzoso! Devo dire, d’altra parte, che anch’io ho dovuto realizzare un compromesso con la mentalità enduristica: aumentare la mia solita andatura per cercare di star loro dietro. E si, perché ad ogni bivio loro erano lì, con le mani in mano che attendevano il mio verdetto: destra o sinistra? E via di nuovo, di corsa. Altro che metodo dell’elastico! Ero sempre l’ultimo. Non volevo neanche rischiare più di tanto conoscendo la lunghezza del percorso da completare.

Ma proprio per rompere gli schemi classici dell’enduro ecco la mia prima proposta strampalata: una passeggiatina alla cascata vicino Carmelia, nella zona adiacente Pietra Salvo. Lì dove in piena estate, sotto il sole a picco a mezzogiorno, ci immergiamo nelle gelide acque della cascata. Lasciamo le moto ai fianchi della carreggiabile e procediamo per un bel tratto in discesa fino al punto in cui le acque si tuffano a valle con un salto di una ventina di metri.

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Qui ci fermiamo a vedere la cascata.

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Incrociamo cavalieri come noi.

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Ci rivediamo più avanti!

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“acasile” e Gennarone in cima alla cascata.

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Il gruppo.

Purtroppo, la gran quantità d’acqua, dovuta allo scongelamento delle nevi d’alta quota, ci ha impedito di arrivare fino alla base del salto e godere della prospettiva più bella della cascata d’acqua fresca e limpida. Perciò si risale verso le moto dopo aver fatto le foto di rito.

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Primi piani nel bosco.

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Accipicchia che salita che mi tocca fare per una foto! (Sacrifici per i motortrippers!!!).

Si rimette in moto e ci si avvia verso la fontana della Carmelia dove rifocillarci d’acqua e riprendere fiato. Proprio mentre ci avviciniamo, strani odori filtrano nelle nostre narici.

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Loro si preparano ad arrostire la carne alla brace. Per noi ci vorranno ancora un paio d’ore prima della sosta per il panino.

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Questa foto con la sella in primo piano mi piace proprio!

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Niente male il puledro!

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Fatta la bevuta. Riempite le bottigliette d’acqua. “Dai ragazzi che si riparte!”

Prendiamo ben presto quota e il fresco della neve comincia a farsi sentire. Non oso prospettare l’idea di un giro che abbiamo realizzato la scorsa primavera, dopo lo scongelamento delle nevi. Ancora oltre i 1600m slm non si riesce a passare. Meglio procedere lungo la strada asfaltata per qualche km e by-passare senza problemi le alte quote.

A Vocale ci immettiamo lungo la carrareccia dismessa attraversata storicamente dai pellegrini che si recavano alla Madonna della Montagna.

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A monte “da funtana da prena”.

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Panoramica sulla “Croce”.

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Uomini duri come la roccia!

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Questa la dedico a Josella (joflo). Sullo sfondo la cima dei 2000m.

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Per motivi di decenza non posso dirvi cosa ci stava raccontando Gennaro. La prossemica è, comunque, esaustiva.

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Cavalli a riposo!

Decidiamo di non allungare per Polsi. Il tragitto previsto nella nostra tabella di marcia è piuttosto lungo, meglio non rischiare poi il rientro col buio. Prendiamo, quindi, la carreggiabile per San Luca e tagliamo diretti su San Giorgio, dove ci fermeremo per una frugale colazione dopo circa un’oretta.

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Nei pressi di Pietra K!

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Foto di gruppo e Pietra K di sfondo.

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Finalmente si mangia! Sotto un castagno monumentale il gruppo si riunisce condividendo i pochi viveri: pane di grano di Natile, pecorino, ulive e capicollo. Qualcuno comincia ad acquisire consapevolezza che ci avviciniamo ad un luogo di ascesi ed eremitaggio dove, per tradizione, il cibo è centellinato per soprassedere ai bisogni corporali e favorire l’elevazione spirituale. Mancava il vino ma meglio così: il lungo viaggio di ritorno metterà a dura prova la nostra lucidità mentale e le nostre performances muscolari.

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Dimenticavo di aggiungere che nel menù del giorno c’era anche la n’duja, una salsa derivata da un tritato di maiale, piuttosto piccante! In situazioni del genere si digerisce tutto!

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Piccolo giretto di perlustrazione nella zona prima di lasciare il casello.

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Un po’ di riposo per i guerrieri!

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Gennaro saluta: fra un po’ si riparte!

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Sempre dedicato alla nostra Jo!

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E qui ho aggiunto qualche effetto speciale!

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Come ogni tour motoalpinistico che si rispetti non può mancare la breve escursione a piedi: guardate un po’ che salita!

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Gennaro: stanco ma felice!

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Qui i due giovanotti sembrano quasi affranti!

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Ehi Gennaro, non dirlo a nessuno: ancora non siamo neanche arrivati a metà percorso!

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Loro si che sono baldi giovanotti!

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Il posto degli eremiti

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Gennarone sbuca fuori da una delle Rocche di San Pietro.

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Pronti spiritualmente per l’eremitaggio.

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In posa davanti a uno dei luoghi più “sacri” delle nostre montagne.

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Qui, nel 600, i monaci basiliani si rifugiarono per sfuggire alle incursioni musulmane.
Le Rocche di San Pietro sono delle pietre di grosse dimensioni che presentano grandi cavità capaci di ospitare nel proprio interno gruppi di 5-6 persone “comodamente” sedute. Nell’antichità furono utilizzate come rifugio da asceti che vivevano in eremitaggio. Si trattava di seguaci di San Basilio di Cesarea provenienti dalla Siria, dalla Palestina e dall'Egitto sin dalla fine del 600 per sfuggire alle persecuzioni degli arabi nei confronti dei cristiani. Con l'editto del 726, che vietava il culto delle immagini sacre, ci fu un forte esodo da Costantinopoli e gran parte dell'Oriente da parte di monaci accusati di iconoclastia. Gli ultimi arrivi di eremiti pare che risalgano al X secolo e che provenissero dalla vicina Sicilia, caduta in mano ai musulmani.

Da qui si gode di un panorama ampio: Aria di Vento a Nord, Gerace e Siderno a Nord-Est, lo Jonio a Est e Montalto a Sud-Ovest. Ma non so se qualcuno dei nostri enduristi, forse troppo stanco dalla fatica del pellegrinaggio, si è accorto della vista che si gode guardandosi intorno.

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Antonio e Gennaro di fronte a Pietra Tonda. Così stanchi che non hanno voluto salirci in cima. Col gruppo dello scorso anno, invece, ci siamo appollaiati su e ci siamo quasi addormentati dalla stanchezza.

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On the road again? No, off-roaf again!

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Ciao Pietra K! La prossima volta abbiamo intenzione di fare il tuo periplo a piedi.

Tiriamo un po’ i conti prima di rientrare. Antonio lo stuntman, a corto di benzina, si rende conto che non potrà fare più di 40 km. Subito si pensa di scendere a Bovalino, sulla costa jonica, e proseguire dalla SS106 fino a casa. Questa proposta viene subito bocciata da Awanagain (Gennaro). Antonello propone di accompagnare lui solo lo stuntman a valle ma, ripensandoci, si trova un’alternativa: risalire verso Serro Cropanelli e tagliare da Camelia a Gesumino. La decisione è presa. OK, si riparte!

Lungo la via del ritorno c’è la paura del buio. Poche soste, solo l’indispensabile per orientarci. Fa freddo ma non è insopportabile. Viaggiamo a velocità di crociera. Sappiamo tutti che questa è la fase più rischiosa del viaggio: abbiamo tutti allentato l’attenzione, i muscoli non rispondono più prontamente e la luce al tramonto gioca brutti scherzi fra i sassi e le traiettorie tracciate sul fango.

Al bivio di Donna Jolanda, a 6 km dal distributore di benzina la Yamaha 2T si spegne, asciutta. Guardo il mio rubinetto ma vedo che il tubo è fissato con le fascette e non avrei come ristringerlo. Prontamente Alex tira fuori una bottiglia di plastica e la riempie per metà, in modo da permetterci di arrivare dal benzinaio.

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Gambarie: una delle tappe intermedie indispensabili per rifocillare il corpo (con un cappuccino caldo e biscotti) e il motore (benzina). Da qui siamo ripartiti in nove per Reggio. Si sono aggiunti al gruppo Iacopo e altri due amici attrezzati con KTM 450, HM 450 e Kawasaki KLR 650. Abbiamo tagliato da Santo Stefano lungo la Fiumara della Calica. Siamo scesi verso Schindilifà lungo una tràzzera stretta (tanto che ho consultato prima Alex, il mio fedele scudiero, per sapere cosa ne pensava sull’eventuale passaggio del quad) e quindi abbiamo salutato gli ultimi tre arrivati a Ortì: loro hanno preso la via per Archi.

Che dire: una splendida giornata. Il tempo ci ha aiutati. Gli amici sono stati sempre pronti a dare una mano. Certo, l’impronta enduristica si è sentita ma, “la missione del motoalpinismo” comincia a sortire i primi effetti benefici, comincia a spingere nuovi adepti alla “nostra causa”.

Ognuno di noi torna a casa con immagini vivide di un viaggio vissuto intensamente con una sensazione di calore fraterno che ti lega quando sei coinvolto in una avventura così. Le amicizie si cementano a questo modo!

Alla prossima, ragazzi!
A presto e...
Buon motortrip,

alp

ninobrb
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AVVENTURA PRE PASQUALE E PIETRA KAPPA

Messaggio da ninobrb » gio 27 mar, 2008 1:26 am

che nostalgia, ciao casello
nino b

acasile95
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AVVENTURA PRE PASQUALE E PIETRA KAPPA

Messaggio da acasile95 » gio 27 mar, 2008 4:31 pm

ninobrb ha scritto:che nostalgia, ciao casello
nino b
SEI SEMPRE IL BENVENUTO , E SAI CHE PER LA MOTO NON C'E' PROBLEMA ,LA TROVIAMO

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frank
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Messaggio da frank » lun 31 mar, 2008 3:17 pm

cosa dire semplicemente spettacolare.....un giro davvero molto bello....nn sapevo dell'esistenza di certi posti in Calabria....complimenti anche per l'impostazione del racconto....l'ho salvato per leggerlo con più calma....saluti alla prossima
KAWA KLX 250_2009

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