La motocavalcata delle sette fiumare
Inviato: lun 28 mag, 2007 12:32 am
La motocavalcata delle sette fiumare
Attraverso le fiumare di:
• Molaro
• Sant'Elia
• Annà
• Montebello
• Paludi
• Pietre Bianche
• Sant'Agata

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L’appuntamento è da Cesare, come al solito quando è dei nostri, e come al solito arriviamo e lui deve ancora sistemare qualcosa: lubrificare la catena, controllare col manometro la pressione degli pneumatici, o cose del genere. Ci sono 4 mezzi a due ruote nel suo garage: elimina a priori il vecchio Ciao del ’70, le due moto da trial puro pure (Techno e Rev-3 nuova fiammante) non ci rimane che la vecchia Trial 300 della Fantic (anche questa degli anni ’70 ma ancora in perfette condizioni).
Partendo da Reggio Calabria, abbiamo motocavalcato per un centinaio di Km dalle Saline Joniche (livello mare) a Sella Entrata (1408m slm) percorrendo sterrate che attraversano sette fiumare fra le più suggestive della provincia. Abbiamo trascorso fra amici un'intera giornata godendoci le bellezze del panorama fermandoci, di volta in volta, nei punti strategici più interessanti.
Questo percorso è praticabile con tutti i mezzi fuoristrada a due o a quattro ruote: grosse enduro stradali (dotate di buona gommatura per lo sterrato e di pilota con grande esperienza), moto di piccola cilindrata, grosse 4X4 e piccoli quad oltre, naturalmente, a moto da trial e da motoalpinismo. E' sconsigliato, invece, alle mountain-bikes per alcuni tratti molto ripidi e per la lunghezza del tracciato che può, comunque, essere suddiviso in più parti, in corrispondenza dei centri abitati attraversati: Masella, Pentidattilo, Montebello, Fossato/Fossatello.
Poche le tappe di trasferimento su asfalto, il tragitto si sviluppa, per lo più, su carreggiabili di lieve e media difficoltà e nel letto delle fiumare che nella stagione primaverile sono piene d'acqua (quindi pericolose). Assolutamente sconsigliabile in estate, quando la temperatura diventa veramente proibitiva. La stagione migliore per godere al meglio delle bellezze del paesaggio credo sia l’autunno o l’inverno. Il clima è mite e l’aria pulita (priva di polvere).

Sopra e sotto: Parte del gruppo lungo la carrareccia che sale verso la Rocca di Santa Lena

Partenza dalle Saline Joniche, al Km 24 della SS 106 Reggio Calabria - Taranto. Qui abita Consolato, il deus ex machina dei motori (è uno dei migliori meccanici della zona, oltre che uno dei pochi trialisti). Colazione a casa sua e, inforcato il piccolo quad, ce lo portiamo con noi. O meglio, è lui la nostra guida: ha percorso in lungo e in largo tutti i calanchi della zona con la sua Techno. Ma ha deciso, per oggi, di seguirci su quattro ruote.
In corrispondenza del bivio per il paese si sale e dopo alcune centinaia di metri, al primo bivio, si imbocca l'asfaltata a sinistra che porta verso Stinò. Dopo un paio di Km si arriva a questo paese. Si proseguire per alcune centinaia di metri e si entra, prendendo a sinistra, nel letto della Fiumara di Molaro.

Monti lungo i crinali che circondano la Fiumara di Molaro
Questo primo sterrato comincia da una quota di 250m slm e sale per 450m di dislivello seguendo la carrareccia principale (non si può sbagliare strada): dopo poco più di 3 Km di rettilineo per 200m di dislivello si comincia con i tornanti per il rimanente paio di Km. Questo tratto di sterrato è abbordabilissimo da parte di qualsiasi mezzo, abbastanza largo e poco ripido (solo 450 m di dislivello totale su poco più di 5 Km), anche nel tratto più impervio dove presenta degli stretti tornanti fra i 600 e i 650 m di quota, prima di arrivare in Contrada Pietrerosse.

La zona delle Pietre Rosse
Arrivati alla fine della carreggiabile principale si incrocia l'asfalto a quota 700m slm: è la strada che da Saline sale a Gambarie. La si percorrerà per circa 3 Km verso monte fino ad arrivare ad un quadrivio (a poco più di 800m slm) che presenta a destra una carrareccia (le altre tre strade che formano una Y sono asfaltate) che comincia a scendere in direzione Sud-Est passando per Monte Crepa e arriva a Monte Calamene. Questo tratto di percorso non presenta pendenze difficoltose, attraversa bei boschi e offre panorami difficilmente godibili da chi segue le strade asfaltate.
Pino, a bordo della sua KLX300 è incantato dai paesaggi. E’ sempre avanti a tutti ma ogni tanto si ferma, spegne il motore (nonostante poi lo debba riaccendere con la pedivella) e guarda con occhi persi i vari paesaggi davanti a lui. Riconosce luoghi e persone, lo conoscono tutti qui in montagna: ha salvato molta di questa gente, gente dispersa mentre raccoglieva funghi o scivolata in un burrone mentre pascolava le mandrie o, ancora sprofondata in una fiumara mentre pescava. Lui è una guida del Soccorso Alpino, conosce i posti e la gente e, quando lo fermano per invitarlo a bere un goccetto non si tira mai indietro, come non si tira indietro quando gli telefono Peppe, il suo Caposquadra, per indicargli la zona di montagna dove andare a effettuare il salvataggio. E allora eccolo che vola anche sull’elicottero. Grande Pino!!!
Continuiamo. Dai 700m di Monte Calamene scendiamo di quota per poi virare in direzione Sud-Sud-Ovest verso Monte Mastro Petro e risalire leggermente fino ad arrivare a Serro Giubileo (705m slm). Al bivio si prende a sinistra per Serro Fioremandra, in direzione Sud. Seguendo la via principale che diventa asfaltata si attraversa Serro Donalina e si arriva a Masella a 295m slm.
Al paese di Masella non posso esimermi da passare a salutare mie ex allieve con le quali abbiamo mantenuti ottimi rapporti. Loro ci provano sempre a invitarmi a pranzo da loro ed io per l’ennesima volta rispondo: “grazie, sarà per la prossima volta”. Se sei in moto e il giro è lungo, non puoi esagerare col cibo. “Uno di questi week-end la prenderò di punta e mi farò invitare” dico sempre. Flavia e Donatella intanto stanno per laurearsi ed io continuo a rinviare il fatidico appuntamento con la loro cucina (che abbia paura che con le pentole non siano così brave come lo erano con la Psicologia?).
Torniamo al nostro percorso: da Masella imbocchiamo la via principale che sale verso Montebello Jonico e prendiamo la deviazione a destra che indica la Contrada Monaca (o Monica sulle carte IGM Foglio N° 615 sez. IV - Mèlito di Porto Salvo). Poco dopo aver imboccato la via Monaca si arriva alla Fiumara di Sant'Elia. Volendo, la si può risalire e si può arrivare fino a poco oltre la zona della Catalana, proprio sotto una grande briglia che impedisce l'accesso a Montebello.

Consolato che risale la Fiumara Sant'Elia col suo piccolo Quad
Perciò, alla Fiumara di Sant'Elia scendiamo leggermente verso valle e guadiamo per risalire verso Est e attraversare le zone di Chieti e Cerullo fino a giungere alla Falconara e godersi lo spettacolo della vista di Pentidattilo da monte.

Cesare (Fantic) e Pino (Kawasaki). Sullo sfondo: Pentidattilo

Pino a Pentidattilo
Arrivati a Pentidattilo è d'obbligo fermarsi a visitare il pittoresco borgo con i resti del castello dei marchesi Alberti. I ruderi sono sovrastati da grandi guglie di roccia rossastra che sembrano le dita di una gigantesca mano (da cui il nome Penti: 5 e dattilo: dita). E' quasi disabitato ma da un po' qualcuno sta cercando di ripopolarlo realizzando attività commerciali e culturali finalizzate a stimolare il turismo. Ci fermiamo all'unico bar a rifocillarci un po' prima di affrontare la tappa successiva del nostro percorso che presenta l'unica salita insidiosa del giro.
Dopo la breve sosta al bar prendiamo la strada che porta verso valle e giriamo a sinistra in corrispondenza dell'indicazione di un agriturismo. Oltrepassata la struttura turistica seguiamo lo sterrato lungo la Fiumara di Sant'Anna e sulla direttrice Est di Pentidattilo, ad una quota di 162m slm, in corrispondenza di un bivio sterrato saliamo verso Nord-Est (con un dislivello di 100m) e arriviamo in località delle Zagare. Una improvvisa virata verso Sud-Est darà inizio alla salita più ripida del percorso da affrontare con grinta (120m di dislivello in poco più di 300m con fondo argilloso (impraticabile con la pioggia!).
E qui casca l’asino. E’ chiaro che sia Cesare che io con le nostre rampichine non abbiamo difficoltà alcuna, così come il KLX di Pino che va di potenza, il problema si pone per il piccolo quad di Consolato che, nonostante le modifiche al motore ha difficoltà a salire perché ha dovuto fermarsi improvvisamente a causa della comparsa improvvisa di una mucca. Ripartire non è facile ma neanche impossibile e, fra tanto fumo e un po’ di fatica (la compagnia della spinta è sempre a disposizione) si riparte.
Arrivati in cima alla salita ripida (381m slm) incrociamo una carrareccia e la imbocchiamo verso sinistra, in direzione Nord-Est. Percorrendo questa zona in inverno, dopo poco più di un centinaio di metri, una curva a destra aprirà le porte dell'Irlanda: un tipico paesaggio con verde intenso e piccoli massi lungo le terrazze coltivate. Un vero spettacolo della natura lussureggiante! E, come al solito in queste occasioni, io mi faccio prendere dal paesaggio e mi dimentico di fotografare. Mi capita sempre così (Boh, sarà per la prossima volta!).
Continuando a salire di quota seguendo la carrareccia arriviamo, dopo alcune centinaia di metri, a Punta Colonne (419m slm) per poi perdere una quarantina di metri di quota in un centinaio di metri di percorso. La risalita fino a Punta Di Leo (502m slm) è tranquilla e si può già vedere sulla sinistra il puntone della Rocca di Santa Lena.

Sopra e sotto: la Rocca di Santa Lena sullo sfondo.

La carrareccia che risale da Punta di Leo fino a Punta D'Aranci è una comoda e panoramica passeggiata. Al bivio di Punta D'Aranci si può osservare la Rocca di Santa Lena che rimane in direzione Sud-Ovest. Imboccare la carrareccia di sinistra che porta dopo poco più di 1 Km fino alla Rocca di Santa Lena per godere del suggestivo panorama.
Prendiamo quindi la carreggiabile verso Ovest che porta, in meno di un paio di Km, a Montebello Jonico. Qui ci fermiamo al bar della piazza per una breve pausa di ristoro e, come al solito quando siamo da queste parti, passo a trovare Rino, il Presidente dell’Associazione Onlus Bambini nel Deserto, un gruppo di volontari che si occupa di organizzare attività di costruzione di pozzi, scuole e ospedali per i bambini del Niger.
Chiacchieriamo un quarto d’ora delle ultime novità sui futuri progetti dell'Associazione, non di più (gli amici scalpitano) e riprendiamo l’escursione dalla Fiumara di Montebello.


Motoalpinista adottato al micro-quad che risale la Fiumara di Montebello
La risaliamo per circa 3 Km lungo il suo letto fino a Fossatello dove riprendiamo la strada asfaltata in corrispondenza del ponte sul Torrente San Pietro. Proseguiamo per Fossato e, attraversatolo, arriviamo al cimitero dove prendiamo lo sterrato che va verso Est e, dopo poco più di un chilometro, incrociamo la sterrata che ci porta alla Fiumara delle Paludi. Percorsi un paio di chilometri di sterrato facile, il fondo stradale diventa cementato e, in alcuni tratti anche asfaltato. Lo sterrato riprende quando si giunge alla confluenza con la Fiumara delle Pietre Bianche.
Qui, in corrispondenza di un abbeveratoio per le mucche giriamo a sinistra e andiamo verso monte risalendo l'argine destro per poi guadare la fiumara e risalire un dislivello di 650m per circa 5 Km fino ai 1120m di quota in località Beviera, fra fitti boschi a foglie caduche di querce e castagni. Uno splendido panorama!
Rientriamo sull'asfalto in corrispondenza di un cartello verde che indica "Strada di Bonifica Cicutà-Calamaci" e giriamo fino al bivio con la SS 183 Melito-Gambarie. Sulla sinistra di una curva destrorsa si apre uno sterrato che scende, con circa 3 Km di tranquilla carrareccia, alla Fiumara di Sant'Agata lungo una serie di tornanti fra boschi di imponenti castagni. “Proprio quello che ci vuole!” dice Pino, che inizia a dare gas e ce lo perdiamo davanti.
Giunti alla fiumara, è li che ci aspetta all’ombra di un magnifico albero di fichi. Sorride beato. Si sta godendo questo momento. Non vogliamo disturbarlo e così continuiamo. Tanto lui ci raggiungerà in un attimo. Proseguiamo e, dopo poco più di 3 Km di asfalto, arriviamo a Sella Entrata (1408m slm). Da qui raggiungiamo “La Lanterna”, uno luogo di ristorazione della zona, dove ci aspetta del buon pane caldo con salame di casa bagnato con ottimo Nero d’Avola. Proprio quello che ci vuole per completare una giornata così.
Attraverso le fiumare di:
• Molaro
• Sant'Elia
• Annà
• Montebello
• Paludi
• Pietre Bianche
• Sant'Agata

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L’appuntamento è da Cesare, come al solito quando è dei nostri, e come al solito arriviamo e lui deve ancora sistemare qualcosa: lubrificare la catena, controllare col manometro la pressione degli pneumatici, o cose del genere. Ci sono 4 mezzi a due ruote nel suo garage: elimina a priori il vecchio Ciao del ’70, le due moto da trial puro pure (Techno e Rev-3 nuova fiammante) non ci rimane che la vecchia Trial 300 della Fantic (anche questa degli anni ’70 ma ancora in perfette condizioni).
Partendo da Reggio Calabria, abbiamo motocavalcato per un centinaio di Km dalle Saline Joniche (livello mare) a Sella Entrata (1408m slm) percorrendo sterrate che attraversano sette fiumare fra le più suggestive della provincia. Abbiamo trascorso fra amici un'intera giornata godendoci le bellezze del panorama fermandoci, di volta in volta, nei punti strategici più interessanti.
Questo percorso è praticabile con tutti i mezzi fuoristrada a due o a quattro ruote: grosse enduro stradali (dotate di buona gommatura per lo sterrato e di pilota con grande esperienza), moto di piccola cilindrata, grosse 4X4 e piccoli quad oltre, naturalmente, a moto da trial e da motoalpinismo. E' sconsigliato, invece, alle mountain-bikes per alcuni tratti molto ripidi e per la lunghezza del tracciato che può, comunque, essere suddiviso in più parti, in corrispondenza dei centri abitati attraversati: Masella, Pentidattilo, Montebello, Fossato/Fossatello.
Poche le tappe di trasferimento su asfalto, il tragitto si sviluppa, per lo più, su carreggiabili di lieve e media difficoltà e nel letto delle fiumare che nella stagione primaverile sono piene d'acqua (quindi pericolose). Assolutamente sconsigliabile in estate, quando la temperatura diventa veramente proibitiva. La stagione migliore per godere al meglio delle bellezze del paesaggio credo sia l’autunno o l’inverno. Il clima è mite e l’aria pulita (priva di polvere).

Sopra e sotto: Parte del gruppo lungo la carrareccia che sale verso la Rocca di Santa Lena

Partenza dalle Saline Joniche, al Km 24 della SS 106 Reggio Calabria - Taranto. Qui abita Consolato, il deus ex machina dei motori (è uno dei migliori meccanici della zona, oltre che uno dei pochi trialisti). Colazione a casa sua e, inforcato il piccolo quad, ce lo portiamo con noi. O meglio, è lui la nostra guida: ha percorso in lungo e in largo tutti i calanchi della zona con la sua Techno. Ma ha deciso, per oggi, di seguirci su quattro ruote.
In corrispondenza del bivio per il paese si sale e dopo alcune centinaia di metri, al primo bivio, si imbocca l'asfaltata a sinistra che porta verso Stinò. Dopo un paio di Km si arriva a questo paese. Si proseguire per alcune centinaia di metri e si entra, prendendo a sinistra, nel letto della Fiumara di Molaro.

Monti lungo i crinali che circondano la Fiumara di Molaro
Questo primo sterrato comincia da una quota di 250m slm e sale per 450m di dislivello seguendo la carrareccia principale (non si può sbagliare strada): dopo poco più di 3 Km di rettilineo per 200m di dislivello si comincia con i tornanti per il rimanente paio di Km. Questo tratto di sterrato è abbordabilissimo da parte di qualsiasi mezzo, abbastanza largo e poco ripido (solo 450 m di dislivello totale su poco più di 5 Km), anche nel tratto più impervio dove presenta degli stretti tornanti fra i 600 e i 650 m di quota, prima di arrivare in Contrada Pietrerosse.

La zona delle Pietre Rosse
Arrivati alla fine della carreggiabile principale si incrocia l'asfalto a quota 700m slm: è la strada che da Saline sale a Gambarie. La si percorrerà per circa 3 Km verso monte fino ad arrivare ad un quadrivio (a poco più di 800m slm) che presenta a destra una carrareccia (le altre tre strade che formano una Y sono asfaltate) che comincia a scendere in direzione Sud-Est passando per Monte Crepa e arriva a Monte Calamene. Questo tratto di percorso non presenta pendenze difficoltose, attraversa bei boschi e offre panorami difficilmente godibili da chi segue le strade asfaltate.
Pino, a bordo della sua KLX300 è incantato dai paesaggi. E’ sempre avanti a tutti ma ogni tanto si ferma, spegne il motore (nonostante poi lo debba riaccendere con la pedivella) e guarda con occhi persi i vari paesaggi davanti a lui. Riconosce luoghi e persone, lo conoscono tutti qui in montagna: ha salvato molta di questa gente, gente dispersa mentre raccoglieva funghi o scivolata in un burrone mentre pascolava le mandrie o, ancora sprofondata in una fiumara mentre pescava. Lui è una guida del Soccorso Alpino, conosce i posti e la gente e, quando lo fermano per invitarlo a bere un goccetto non si tira mai indietro, come non si tira indietro quando gli telefono Peppe, il suo Caposquadra, per indicargli la zona di montagna dove andare a effettuare il salvataggio. E allora eccolo che vola anche sull’elicottero. Grande Pino!!!
Continuiamo. Dai 700m di Monte Calamene scendiamo di quota per poi virare in direzione Sud-Sud-Ovest verso Monte Mastro Petro e risalire leggermente fino ad arrivare a Serro Giubileo (705m slm). Al bivio si prende a sinistra per Serro Fioremandra, in direzione Sud. Seguendo la via principale che diventa asfaltata si attraversa Serro Donalina e si arriva a Masella a 295m slm.
Al paese di Masella non posso esimermi da passare a salutare mie ex allieve con le quali abbiamo mantenuti ottimi rapporti. Loro ci provano sempre a invitarmi a pranzo da loro ed io per l’ennesima volta rispondo: “grazie, sarà per la prossima volta”. Se sei in moto e il giro è lungo, non puoi esagerare col cibo. “Uno di questi week-end la prenderò di punta e mi farò invitare” dico sempre. Flavia e Donatella intanto stanno per laurearsi ed io continuo a rinviare il fatidico appuntamento con la loro cucina (che abbia paura che con le pentole non siano così brave come lo erano con la Psicologia?).
Torniamo al nostro percorso: da Masella imbocchiamo la via principale che sale verso Montebello Jonico e prendiamo la deviazione a destra che indica la Contrada Monaca (o Monica sulle carte IGM Foglio N° 615 sez. IV - Mèlito di Porto Salvo). Poco dopo aver imboccato la via Monaca si arriva alla Fiumara di Sant'Elia. Volendo, la si può risalire e si può arrivare fino a poco oltre la zona della Catalana, proprio sotto una grande briglia che impedisce l'accesso a Montebello.

Consolato che risale la Fiumara Sant'Elia col suo piccolo Quad
Perciò, alla Fiumara di Sant'Elia scendiamo leggermente verso valle e guadiamo per risalire verso Est e attraversare le zone di Chieti e Cerullo fino a giungere alla Falconara e godersi lo spettacolo della vista di Pentidattilo da monte.

Cesare (Fantic) e Pino (Kawasaki). Sullo sfondo: Pentidattilo

Pino a Pentidattilo
Arrivati a Pentidattilo è d'obbligo fermarsi a visitare il pittoresco borgo con i resti del castello dei marchesi Alberti. I ruderi sono sovrastati da grandi guglie di roccia rossastra che sembrano le dita di una gigantesca mano (da cui il nome Penti: 5 e dattilo: dita). E' quasi disabitato ma da un po' qualcuno sta cercando di ripopolarlo realizzando attività commerciali e culturali finalizzate a stimolare il turismo. Ci fermiamo all'unico bar a rifocillarci un po' prima di affrontare la tappa successiva del nostro percorso che presenta l'unica salita insidiosa del giro.
Dopo la breve sosta al bar prendiamo la strada che porta verso valle e giriamo a sinistra in corrispondenza dell'indicazione di un agriturismo. Oltrepassata la struttura turistica seguiamo lo sterrato lungo la Fiumara di Sant'Anna e sulla direttrice Est di Pentidattilo, ad una quota di 162m slm, in corrispondenza di un bivio sterrato saliamo verso Nord-Est (con un dislivello di 100m) e arriviamo in località delle Zagare. Una improvvisa virata verso Sud-Est darà inizio alla salita più ripida del percorso da affrontare con grinta (120m di dislivello in poco più di 300m con fondo argilloso (impraticabile con la pioggia!).
E qui casca l’asino. E’ chiaro che sia Cesare che io con le nostre rampichine non abbiamo difficoltà alcuna, così come il KLX di Pino che va di potenza, il problema si pone per il piccolo quad di Consolato che, nonostante le modifiche al motore ha difficoltà a salire perché ha dovuto fermarsi improvvisamente a causa della comparsa improvvisa di una mucca. Ripartire non è facile ma neanche impossibile e, fra tanto fumo e un po’ di fatica (la compagnia della spinta è sempre a disposizione) si riparte.
Arrivati in cima alla salita ripida (381m slm) incrociamo una carrareccia e la imbocchiamo verso sinistra, in direzione Nord-Est. Percorrendo questa zona in inverno, dopo poco più di un centinaio di metri, una curva a destra aprirà le porte dell'Irlanda: un tipico paesaggio con verde intenso e piccoli massi lungo le terrazze coltivate. Un vero spettacolo della natura lussureggiante! E, come al solito in queste occasioni, io mi faccio prendere dal paesaggio e mi dimentico di fotografare. Mi capita sempre così (Boh, sarà per la prossima volta!).
Continuando a salire di quota seguendo la carrareccia arriviamo, dopo alcune centinaia di metri, a Punta Colonne (419m slm) per poi perdere una quarantina di metri di quota in un centinaio di metri di percorso. La risalita fino a Punta Di Leo (502m slm) è tranquilla e si può già vedere sulla sinistra il puntone della Rocca di Santa Lena.

Sopra e sotto: la Rocca di Santa Lena sullo sfondo.

La carrareccia che risale da Punta di Leo fino a Punta D'Aranci è una comoda e panoramica passeggiata. Al bivio di Punta D'Aranci si può osservare la Rocca di Santa Lena che rimane in direzione Sud-Ovest. Imboccare la carrareccia di sinistra che porta dopo poco più di 1 Km fino alla Rocca di Santa Lena per godere del suggestivo panorama.
Prendiamo quindi la carreggiabile verso Ovest che porta, in meno di un paio di Km, a Montebello Jonico. Qui ci fermiamo al bar della piazza per una breve pausa di ristoro e, come al solito quando siamo da queste parti, passo a trovare Rino, il Presidente dell’Associazione Onlus Bambini nel Deserto, un gruppo di volontari che si occupa di organizzare attività di costruzione di pozzi, scuole e ospedali per i bambini del Niger.
Chiacchieriamo un quarto d’ora delle ultime novità sui futuri progetti dell'Associazione, non di più (gli amici scalpitano) e riprendiamo l’escursione dalla Fiumara di Montebello.


Motoalpinista adottato al micro-quad che risale la Fiumara di Montebello
La risaliamo per circa 3 Km lungo il suo letto fino a Fossatello dove riprendiamo la strada asfaltata in corrispondenza del ponte sul Torrente San Pietro. Proseguiamo per Fossato e, attraversatolo, arriviamo al cimitero dove prendiamo lo sterrato che va verso Est e, dopo poco più di un chilometro, incrociamo la sterrata che ci porta alla Fiumara delle Paludi. Percorsi un paio di chilometri di sterrato facile, il fondo stradale diventa cementato e, in alcuni tratti anche asfaltato. Lo sterrato riprende quando si giunge alla confluenza con la Fiumara delle Pietre Bianche.
Qui, in corrispondenza di un abbeveratoio per le mucche giriamo a sinistra e andiamo verso monte risalendo l'argine destro per poi guadare la fiumara e risalire un dislivello di 650m per circa 5 Km fino ai 1120m di quota in località Beviera, fra fitti boschi a foglie caduche di querce e castagni. Uno splendido panorama!
Rientriamo sull'asfalto in corrispondenza di un cartello verde che indica "Strada di Bonifica Cicutà-Calamaci" e giriamo fino al bivio con la SS 183 Melito-Gambarie. Sulla sinistra di una curva destrorsa si apre uno sterrato che scende, con circa 3 Km di tranquilla carrareccia, alla Fiumara di Sant'Agata lungo una serie di tornanti fra boschi di imponenti castagni. “Proprio quello che ci vuole!” dice Pino, che inizia a dare gas e ce lo perdiamo davanti.
Giunti alla fiumara, è li che ci aspetta all’ombra di un magnifico albero di fichi. Sorride beato. Si sta godendo questo momento. Non vogliamo disturbarlo e così continuiamo. Tanto lui ci raggiungerà in un attimo. Proseguiamo e, dopo poco più di 3 Km di asfalto, arriviamo a Sella Entrata (1408m slm). Da qui raggiungiamo “La Lanterna”, uno luogo di ristorazione della zona, dove ci aspetta del buon pane caldo con salame di casa bagnato con ottimo Nero d’Avola. Proprio quello che ci vuole per completare una giornata così.