Quando arriva il momento di arrendersi!
Inviato: mar 15 apr, 2008 6:18 pm
Quando arriva il momento di arrendersi!
PRIMA PARTE
Quando arriva il momento di arrendersi… è saggio lasciare da parte l’orgoglio, le aspettative di “gloria” e prendere una decisione che permetta di salvare il salvabile.
Non è il resoconto di una battaglia tra romani e cartaginesi né fra garibaldini e borboni e neanche fra tedeschi e inglesi durante la IIa Guerra Mondiale. Più semplicemente è un pensiero che mi ha accompagnato per una mezz’ora durante la via del ritorno dall’ultima motocavalcata che abbiamo realizzato sabato scorso col gruppo di Tani e gli amici di Messina (Francesco, Federico e Aldo).
Un’avventura/disavventura dagli innumerevoli risvolti tragicomici che ora cercherò di raccontare a cominciare dalla bucatura della HM450 di Paolo dopo 7 m dalla partenza e a finire con il serbatoio a secco del Polaris di Carmine. Il tutto con intervalli fra ipotetici problemi all’impianto elettrico del KTM 450 (ma prosciugamento reale del serbatoio anche di Aldo che rientrava solo a Messina prima degli altri), una bucatura di Antonello “acasile” e lo scoppio del copertone posteriore dell’altro Kappone di Tani. Cadute a sufficienza (ricordiamo Francesco lungo una trazzera ripidissima e Antonello che ha riportati danni al ginocchio). Insomma un’ecatombe!
Ma cominciamo dal Mercoledì, quando Tani mi telefona per chiedermi di uscire. “OK, si può fare!” Lui rientrerà venerdì sera da Bolzano, dove ha una riunione di lavoro. Stanco e distrutto da una settimana di dura fatica. Per tutto il giro di sabato non avrà la sua migliore cera. E’ brutto quando la stanchezza prende il sopravvento. Nonostante ciò, col suo KTM450 sembra un angelo come vola senza neanche sfiorare i massi. Semplicemente, gli è mancato il suo sorriso scanzonato che ha riempito d’allegria l’ultima nostra motocavalcate conclusasi davanti ad una pentola di fagioli.
Solito tam tam fra SMS e telefonate: Igino si è rimesso dopo l’ultimo scontro con uno snowboard e una cappottata con suo RR400 ma si sa, sabato ci saranno i preparativi per le elezioni e la Guardia di Finanza è impegnata nei servizi di vigilanza. La Polizia di Stato ci concede, invece, il suo più simpatico esponente che si presenta con la sua CRF450 e non, per fortuna, con una delle moto d’ordinanza (figuriamoci!). Il Ministero della Pubblica Istruzione prevede scuola dove non si dovranno montare i seggi elettorali (fuori Al). Questo week-end non erano previsti Congressi di Oftalmologia né di Podologia (OK per Tino e Francesco rispettivamente con un “nuovo” KTM450 e il solito CRF250). Carmine sembra non avere impegni col calcetto e, finalmente, pare che, per la prima volta in un anno che ha il Polaris, dovrebbe funzionare a 4 ruote motrici: lo proveremo! Insomma è prevista la partecipazione di un bel gruppetto, non eccessivamente numeroso. Quanto basta!
Appuntamento alle 9.30 di sabato da Roberto al rondò di Gallico. Alle 8 accompagno le figlie a scuola e fino alle 9 sono in giro fra spesa al supermercato, appuntamento col falegname e acquisti vari per le classiche riparazioni in casa della domenica. Trafelato, riesco a suonare al citofono di Carmine e per le 9.10 siamo in partenza per l’appuntamento col gruppo di Messina.
A parte gli “ormai classici messinesi” Tani e Francesco, abbiamo due nuovi ospiti: Aldo e Federico. Da Reggio una novità: Paolo, amico di Antonello. Riusciamo a partire che sono le 10. Si va a monte ma senza una precisa meta: seguiremo il buon tempo, come al solito! All’appello abbiamo 4 Kapponi (450), 3 CRF (2 450 + 1 250), 1 Polaris 400 4WD e la mia piccola alpetta. Lasciamo perdere i commenti!
Lo scooterone che vedete sulla destra, dietro la macchina non è del gruppo (n. d. r.!).
Il momento dei preparativi. Lo “sfortunato” Paolone a cavalcioni sul su CRF. Si fanno le presentazioni dei nuovi arrivi: Federico (il Nibelungo) e Aldo. Tani e Francesco sono per me due vecchie conoscenze. Tino, Carmine e Antonello ormai compagni d’avventura.
La formazione:
Tino (col suo “nuovo” KTM 450)
Antonello (CRF 450)
Carmine (Polaris 400 4WD)
Tani (Kappone)
Francesco (CRF 250)
Federico (K)
Aldo (K)
Paolo (Honda che al settimo metro dalla partenza buca e si ritira negli spogliatoi).
e Io
In primo piano Antonello, dietro di lui Paolone e più a sinistra Francesco (col giubbotto rosso). Più a destra, senza casco, Tino, Tani (col casco) e Carmine.
L’allegra brigata, nonostante l’intoppo della bucatura del CRF di Paolo (che decide altruisticamente di abbandonare subito per non rallentare il gruppo) procedere su un facile sterratone che porta ai Piani di Petile e lungo il quale abbiamo perso il nostro Antonello che, più avanti di tutti, prendeva una deviazione. Era facile prevedere che ci saremmo rincontrati più su. Questa è per noi fuoristradisti una specie di autostrada. Dopo un paio di km decido anch’io, di deviare per un tratturo e andiamo a finire in un cantiere di taglialegna.
Il cellulare non prende, i boscaioli hanno visto passare Antonello che poi ha fatto dietrofront. Non ci resta che aspettare e riposarci. Si chiacchiera del più e del meno. Ascolto i discorsi degli enduristi incuriosito: parlano di forcelle, ammortizzatori, centraline e quant’altro. Sono perplesso di fronte a tanta tecnologia, io che ho due ruote da trial sotto al sedere e un ammasso non meglio identificato di ferraglia.
Sul quad Carmine, più a destra Tino. Da dietro Federico saluta.
Oggi, finalmente, il Polaris è stato sistemato e avremo l’onore di vedere come va con le 4X4. Carmine ci terrebbe ad arrivare sulla neve: si vedrà! Tino, mantiene alta la tradizione del motociclista al top in tutti i sensi (Aprilia Tuono su strada e sullo sterrato la vecchia XR400 ha ceduto da poco il posto ad una Kappona del 2005). Federico fa sembrare la sua Kappona una alpetta tanto è Nibelungo.
Il gruppo in posa (manca Federico, dietro la fotocamera, e Antonello, dato per disperso). La temperatura è ottima, il cielo si è schiarito e il vento è calato. Ci sono le condizioni migliori per passare una bella giornata all’aria aperta.
Abbiamo recuperato anche il nostro “acasile”. Sempre in forma, sempre gran manico nonostante la brutta botta presa oggi in caduta libera.
Tani: sempre sicuro, sempre con un filo di acceleratore ma velocissimo. E’ dura stare dietro a questi enduristi! Prevedono di partecipare a fine aprile alla motocavalcata che si terrà alle Gole dell’Alcantara. Personalmente, viste le poche esperienze precedenti, preferisco stare alla larga da certe sfide all’ultimo sangue fra enduristi accaniti che ti sorpassano proprio dove la mulattiera presenta il precipizio e balzano avanti lanciandoti addosso decine di sassi per la sgommatura infinita.
Nonostante la caduta, dovuta all’eccessivo caricamento dell’avantreno lungo una ripida pietraia in discesa, Francesco ha ripreso la sua naturale andatura senza perplessità. Sul suo sorriso si può sempre contare!
Aldo apre il gruppo e Carmine lo chiude.
La ginestra.
Carmine partirà alla ricerca di Antonello, disperso per la seconda volta. In effetti qui ho sbagliato io a prendere un sentiero che non conoscevano e siccome “acasile” era avanti (e non me ne ero accorto, tanto è veloce) abbiamo nuovamente perduto il filo di Arianna. Chiedo pubblicamente scusa ad Antonello. D’ora in avanti sarà opportuno che più che il metodo dell’elastico sia io ad elasticizzate la mappatura del percorso e renderlo aperto alle iniziative dei compagni di viaggio.
On the Road, ascoltiamo i motori che rombano inseguendosi l’un l’altro: il Polaris insegue il CRF o viceversa? In attesa che compaiano all’orizzonte ci riposiamo fra un sorso d’acqua e qualche chicco d’uva passa. Sullo sfondo il paese di Cerasi.
Aldo nel bosco.
Un’alpetta circondata dai mostri!
Francesco lungo la tràzzera che porta verso Schindilifà.
Francesco in piena azione.
Tratturo selvaggio nell’area della Landa. In effetti, transitiamo per questa tràzzera da non più di un paio di mesi e già sembra che sia rinata. Certo, le prime volte abbiamo fatto non poca fatica a passare fra le spine irte e ricordo ancora le ferite grondanti di sangue dalle braccia di Al, martire del motoalpinismo, con un passato (breve) da endurista ed un lunghissimo futuro… da surfista?
Aldo e…
…ancora Aldo.
Tani e…
… ancora Tani.
“acasile” e…
…ancora “acasile”
…seguito da Tino.
Carmine e…
…ancora Carmine.
Insomma, abbiamo fatto parlare le foto per descrivere questa prima parte del nostro giro che, presenterà delle sorprese (come al solito!). Siamo partiti dai 0 m slm e abbiamo toccato l’altezza massima di 1000 m di quota. Poi siamo ridiscesi e ci siamo tenuti in quota fino ad arrivare ai 620 m slm della Fiumara della Cartiera da dove riprenderemo il racconto nella prossima puntata.
Come annunciato nel titolo, quando arriva il momento di arrendersi bisogna possedere il giusto grado di umiltà per farlo. Noi, un po’ in ritardo, ci siamo riusciti. Spero di avervi incuriosito abbastanza e di avere il tempo, nei prossimi giorni, per stendere un testo decente, sistemare le foto e associarvi qualche breve commento.
Il seguito a presto.
PRIMA PARTE
Quando arriva il momento di arrendersi… è saggio lasciare da parte l’orgoglio, le aspettative di “gloria” e prendere una decisione che permetta di salvare il salvabile.
Non è il resoconto di una battaglia tra romani e cartaginesi né fra garibaldini e borboni e neanche fra tedeschi e inglesi durante la IIa Guerra Mondiale. Più semplicemente è un pensiero che mi ha accompagnato per una mezz’ora durante la via del ritorno dall’ultima motocavalcata che abbiamo realizzato sabato scorso col gruppo di Tani e gli amici di Messina (Francesco, Federico e Aldo).
Un’avventura/disavventura dagli innumerevoli risvolti tragicomici che ora cercherò di raccontare a cominciare dalla bucatura della HM450 di Paolo dopo 7 m dalla partenza e a finire con il serbatoio a secco del Polaris di Carmine. Il tutto con intervalli fra ipotetici problemi all’impianto elettrico del KTM 450 (ma prosciugamento reale del serbatoio anche di Aldo che rientrava solo a Messina prima degli altri), una bucatura di Antonello “acasile” e lo scoppio del copertone posteriore dell’altro Kappone di Tani. Cadute a sufficienza (ricordiamo Francesco lungo una trazzera ripidissima e Antonello che ha riportati danni al ginocchio). Insomma un’ecatombe!
Ma cominciamo dal Mercoledì, quando Tani mi telefona per chiedermi di uscire. “OK, si può fare!” Lui rientrerà venerdì sera da Bolzano, dove ha una riunione di lavoro. Stanco e distrutto da una settimana di dura fatica. Per tutto il giro di sabato non avrà la sua migliore cera. E’ brutto quando la stanchezza prende il sopravvento. Nonostante ciò, col suo KTM450 sembra un angelo come vola senza neanche sfiorare i massi. Semplicemente, gli è mancato il suo sorriso scanzonato che ha riempito d’allegria l’ultima nostra motocavalcate conclusasi davanti ad una pentola di fagioli.
Solito tam tam fra SMS e telefonate: Igino si è rimesso dopo l’ultimo scontro con uno snowboard e una cappottata con suo RR400 ma si sa, sabato ci saranno i preparativi per le elezioni e la Guardia di Finanza è impegnata nei servizi di vigilanza. La Polizia di Stato ci concede, invece, il suo più simpatico esponente che si presenta con la sua CRF450 e non, per fortuna, con una delle moto d’ordinanza (figuriamoci!). Il Ministero della Pubblica Istruzione prevede scuola dove non si dovranno montare i seggi elettorali (fuori Al). Questo week-end non erano previsti Congressi di Oftalmologia né di Podologia (OK per Tino e Francesco rispettivamente con un “nuovo” KTM450 e il solito CRF250). Carmine sembra non avere impegni col calcetto e, finalmente, pare che, per la prima volta in un anno che ha il Polaris, dovrebbe funzionare a 4 ruote motrici: lo proveremo! Insomma è prevista la partecipazione di un bel gruppetto, non eccessivamente numeroso. Quanto basta!
Appuntamento alle 9.30 di sabato da Roberto al rondò di Gallico. Alle 8 accompagno le figlie a scuola e fino alle 9 sono in giro fra spesa al supermercato, appuntamento col falegname e acquisti vari per le classiche riparazioni in casa della domenica. Trafelato, riesco a suonare al citofono di Carmine e per le 9.10 siamo in partenza per l’appuntamento col gruppo di Messina.
A parte gli “ormai classici messinesi” Tani e Francesco, abbiamo due nuovi ospiti: Aldo e Federico. Da Reggio una novità: Paolo, amico di Antonello. Riusciamo a partire che sono le 10. Si va a monte ma senza una precisa meta: seguiremo il buon tempo, come al solito! All’appello abbiamo 4 Kapponi (450), 3 CRF (2 450 + 1 250), 1 Polaris 400 4WD e la mia piccola alpetta. Lasciamo perdere i commenti!
Lo scooterone che vedete sulla destra, dietro la macchina non è del gruppo (n. d. r.!).
Il momento dei preparativi. Lo “sfortunato” Paolone a cavalcioni sul su CRF. Si fanno le presentazioni dei nuovi arrivi: Federico (il Nibelungo) e Aldo. Tani e Francesco sono per me due vecchie conoscenze. Tino, Carmine e Antonello ormai compagni d’avventura.
La formazione:
Tino (col suo “nuovo” KTM 450)
Antonello (CRF 450)
Carmine (Polaris 400 4WD)
Tani (Kappone)
Francesco (CRF 250)
Federico (K)
Aldo (K)
Paolo (Honda che al settimo metro dalla partenza buca e si ritira negli spogliatoi).
e Io
In primo piano Antonello, dietro di lui Paolone e più a sinistra Francesco (col giubbotto rosso). Più a destra, senza casco, Tino, Tani (col casco) e Carmine.
L’allegra brigata, nonostante l’intoppo della bucatura del CRF di Paolo (che decide altruisticamente di abbandonare subito per non rallentare il gruppo) procedere su un facile sterratone che porta ai Piani di Petile e lungo il quale abbiamo perso il nostro Antonello che, più avanti di tutti, prendeva una deviazione. Era facile prevedere che ci saremmo rincontrati più su. Questa è per noi fuoristradisti una specie di autostrada. Dopo un paio di km decido anch’io, di deviare per un tratturo e andiamo a finire in un cantiere di taglialegna.
Il cellulare non prende, i boscaioli hanno visto passare Antonello che poi ha fatto dietrofront. Non ci resta che aspettare e riposarci. Si chiacchiera del più e del meno. Ascolto i discorsi degli enduristi incuriosito: parlano di forcelle, ammortizzatori, centraline e quant’altro. Sono perplesso di fronte a tanta tecnologia, io che ho due ruote da trial sotto al sedere e un ammasso non meglio identificato di ferraglia.
Sul quad Carmine, più a destra Tino. Da dietro Federico saluta.
Oggi, finalmente, il Polaris è stato sistemato e avremo l’onore di vedere come va con le 4X4. Carmine ci terrebbe ad arrivare sulla neve: si vedrà! Tino, mantiene alta la tradizione del motociclista al top in tutti i sensi (Aprilia Tuono su strada e sullo sterrato la vecchia XR400 ha ceduto da poco il posto ad una Kappona del 2005). Federico fa sembrare la sua Kappona una alpetta tanto è Nibelungo.
Il gruppo in posa (manca Federico, dietro la fotocamera, e Antonello, dato per disperso). La temperatura è ottima, il cielo si è schiarito e il vento è calato. Ci sono le condizioni migliori per passare una bella giornata all’aria aperta.
Abbiamo recuperato anche il nostro “acasile”. Sempre in forma, sempre gran manico nonostante la brutta botta presa oggi in caduta libera.
Tani: sempre sicuro, sempre con un filo di acceleratore ma velocissimo. E’ dura stare dietro a questi enduristi! Prevedono di partecipare a fine aprile alla motocavalcata che si terrà alle Gole dell’Alcantara. Personalmente, viste le poche esperienze precedenti, preferisco stare alla larga da certe sfide all’ultimo sangue fra enduristi accaniti che ti sorpassano proprio dove la mulattiera presenta il precipizio e balzano avanti lanciandoti addosso decine di sassi per la sgommatura infinita.
Nonostante la caduta, dovuta all’eccessivo caricamento dell’avantreno lungo una ripida pietraia in discesa, Francesco ha ripreso la sua naturale andatura senza perplessità. Sul suo sorriso si può sempre contare!
Aldo apre il gruppo e Carmine lo chiude.
La ginestra.
Carmine partirà alla ricerca di Antonello, disperso per la seconda volta. In effetti qui ho sbagliato io a prendere un sentiero che non conoscevano e siccome “acasile” era avanti (e non me ne ero accorto, tanto è veloce) abbiamo nuovamente perduto il filo di Arianna. Chiedo pubblicamente scusa ad Antonello. D’ora in avanti sarà opportuno che più che il metodo dell’elastico sia io ad elasticizzate la mappatura del percorso e renderlo aperto alle iniziative dei compagni di viaggio.
On the Road, ascoltiamo i motori che rombano inseguendosi l’un l’altro: il Polaris insegue il CRF o viceversa? In attesa che compaiano all’orizzonte ci riposiamo fra un sorso d’acqua e qualche chicco d’uva passa. Sullo sfondo il paese di Cerasi.
Aldo nel bosco.
Un’alpetta circondata dai mostri!
Francesco lungo la tràzzera che porta verso Schindilifà.
Francesco in piena azione.
Tratturo selvaggio nell’area della Landa. In effetti, transitiamo per questa tràzzera da non più di un paio di mesi e già sembra che sia rinata. Certo, le prime volte abbiamo fatto non poca fatica a passare fra le spine irte e ricordo ancora le ferite grondanti di sangue dalle braccia di Al, martire del motoalpinismo, con un passato (breve) da endurista ed un lunghissimo futuro… da surfista?
Aldo e…
…ancora Aldo.
Tani e…
… ancora Tani.
“acasile” e…
…ancora “acasile”
…seguito da Tino.
Carmine e…
…ancora Carmine.
Insomma, abbiamo fatto parlare le foto per descrivere questa prima parte del nostro giro che, presenterà delle sorprese (come al solito!). Siamo partiti dai 0 m slm e abbiamo toccato l’altezza massima di 1000 m di quota. Poi siamo ridiscesi e ci siamo tenuti in quota fino ad arrivare ai 620 m slm della Fiumara della Cartiera da dove riprenderemo il racconto nella prossima puntata.
Come annunciato nel titolo, quando arriva il momento di arrendersi bisogna possedere il giusto grado di umiltà per farlo. Noi, un po’ in ritardo, ci siamo riusciti. Spero di avervi incuriosito abbastanza e di avere il tempo, nei prossimi giorni, per stendere un testo decente, sistemare le foto e associarvi qualche breve commento.
Il seguito a presto.