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Favazzina

Inviato: mer 12 nov, 2008 1:34 am
da alp
Favazzina




Era da un paio d’anni che, a causa di una grossa frana, erano stati iniziati dei lavori e avevano interrotto una panoramicissima carreggiabile che guadava la Fiumara di Favazzina intorno ai 500m di quota, in una vallata a strapiombo, molto suggestiva. Già quest’estate, un conoscente della zona, sapendo della mia passione per le escursioni su due ruote, mi aveva accennato che l’interruzione non c’era più. Ieri ho telefonato a Tonino, il nostro riferimento locale (ha avuto varie moto da enduro, l’ultima una Honda CRE250R) e mi ha, anche lui, confermato la novità: “certo, non è granché ma si può fare!”

Nei miei ricordi, il tragitto era adatto a fuoristrada veri a causa di alcuni passaggi particolarmente impegnativi sia nel primo tratto, sui piani di Bova (dove per una frana era pericoloso passare con le auto), che nel secondo, in località "i Ruschi" (pendenza elevata di un tratto con terreno pietroso).

Un paio di telefonate agli amici: rispondono all’appello Tino con la sua selvaggia KTM 450 racing, Peppe con la sua paciosa mucca, una vecchia Africa Twin, il nostro giovane Al col suo TM tutto pepe e Antonio con un Suzuki 250 2T superpompato. La motivazione principale a provare il percorso di oggi è verificare la sua fattibilità per un raduno di enduro d’epoca, con piloti non troppo esperti di sterrati. Vedremo come andrà questo sopralluogo!

Passo a prendere Tino, che ha deciso di tornare a pranzare a casa coi suoi, e insieme arriviamo all’appuntamento a casa di Peppe, ma non troviamo nessuno. Cominciamo a strombazzare e, in men che non si dica, svegliamo tutto il vicinato. Antonella, sua moglie, si affaccia alla finestra, ancora tutta assonnata. Ho pensato: “sta ancora a nanna!”. Ma mi rassicura dicendo che tornerà presto: “è andato a fare il pieno!”. Un paio di telefonate e facciamo il punto della situazione: Al si è ammalato e di Antonio non abbiamo notizie. Peppe, come al solito in ritardo, dovrà rientrare, anche lui, per pranzo. Poco male: toccherà anche a me abbuffarmi al solito pranzo domenicale in famiglia.

Buona parte delle molte strade di montagna, dalle nostre parti, cominciano pianeggianti e larghe, ben asfaltate. Il seguito, quasi sempre, è un’incognita. La via che imbocchiamo inizia a salire seguendo una stretta strada a tratti asfaltata e a tratti cementata. Fino ad un paio d’anni fa, si proseguiva su una carrareccia che presentava difficoltà notevoli: se aveva piovuto molto, poco tempo prima, il terreno tendeva a franare e a demolire parte della carreggiata, impedendo il passaggio ai mezzi a quattro ruote, quad esclusi. Qui il terreno diventava difficile, non si trattava di un semplice sterrato ma di passaggi su sassi di 10-20 cm di diametro in pendenza. Tuttavia questo tratto durava non più di 200m dopo di che si cominciava con una carrareccia che tranquillamente portava fino ai Piani di Bova e, dopo quasi due chilometri, si proseguiva su uno sterrato a sinistra all'incrocio a Sud di Monte Scrisi, verso la Contrada Bellantoni e proseguendo lungo il rettilineo, al primo incrocio a sinistra verso S. Giovanni. Qui era d’obbligo una sosta per godere le meraviglie della panoramica terrazza del ristorante con affaccio sul mare.

Oggi, abbiamo ripercorso questo tracciato trovando, con sorpresa, che le difficoltà di una volta sono state eliminate. Oggi ci si trova di fronte ad una passeggiata su sterrato godibilissima. Meno male! Altrimenti sarebbe stata dura con l’Africona! D’altra parte, non avremmo mai affrontato un percorso alla cieca con una “muccazza” se non avessimo, da più parti, avuto conferma della sua fattibilità. Tuttavia, l’incognita è dietro l’angolo (o meglio, dietro la curva, come al solito!).

Continuiamo imboccando, per un centinaio di metri, la provinciale verso monte e ci inseriamo a sinistra lungo uno sterrato pianeggiante. Molto interessante sarà uno stretto passaggio fra alte pareti argillose. Qualche km di terreno sabbioso, non proprio l’ideale per l’Alpetta (con le gomme da trial, capirai!) e ci immettiamo su una comoda carrareccia verso destra, seguendo le indicazioni del metanodotto.

In località "i Ruschi" cominciava una discesa ripida e impegnativa con grossi sassi. Questo era e continua ad essere il tratto più difficile dell'intero percorso, anche se adesso il terreno è meno impervio. E qui il mio dubbio trova una conferma: impossibile portare gli enduro d’epoca. Se qualcuno cadesse sarebbe un peccato vedere strisciate quelle belle moto tutte lucide che sembrano appena uscite di fabbrica.

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Con Tino ci lanciamo per tastare il terreno ma non è storia: c’è troppa differenza fra le nostre moto e quella di Peppe. Risaliamo e ci prepariamo ad affrontare la fatica del “sostegno della mucca”.

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La discesa con oltre due quintali di moto è davvero problematica! Suggerisco a Peppe di spegnere il motore, ingranare la prima e progressivamente tirare la frizione. Appena la moto comincia a scendere, prima che prenda un minimo di velocità dovrà rilasciare la frizione per frenare “la mucca”. I due piedi ben saldi per terra e “due cavalieri” ai fianchi che tengono in equilibrio la moto dal portapacchi posteriore. Niente male questo lavoro. Dopo circa un quarto d’ora di fatica riusciamo a guadagnare la curva e ci riposiamo prima di affrontare l’ultimo tratto. Si suda e qualche scivolone non manca. Tino mi sussurra: “il fuoristrada va fatto con moto da fuoristrada!”. Ci guardiamo un attimo, sollevo le spalle e dico sommessamente: “Sono d’accordo! Andiamo avanti”.

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Proseguiamo fino al guado nel vallone per attraversare la Fiumara di Favazzina e risalire verso la Contrada Paglieri. Anche in salita i problemi non mancano. I pietroni lungo lo sterrato limitano di molto l’aderenza e ad un certo punto, nel tratto più ripido, l’Africa Twin si impunta e non ne vuole più sapere di ripartire. Sgomma che ti risgomma ci rimettiamo a faticare con la variante che stavolta siamo in salita invece che in discesa: ma si fatica uguale!

Finito lo sterrato, ci immettiamo sulla destra nella strada asfaltata e, attraversata Runci, arriviamo a Flavioli. Attraversiamo il piccolo paese portando una ventata di emozione: i ragazzini schiamazzano al nostro passaggio e i vecchi si girano sorridendo. Noi continuiamo a salutare tutti come fossimo delle rock-star in concerto.

Intanto ricevo una telefonata: è Antonio che mi chiede se ci può raggiungere. Quasi quasi propongo un cambio di guardia: quando i miei due compagni di mattinata andranno via mi tratterrò ancora con lui per tutto il pomeriggio, se le forze non mi abbandoneranno. Ci diamo appuntamento al distributore di benzina nel Comune di Santo Stefano.
Lasciato il centro abitato, dopo un paio di chilometri in discesa, ci infiliamo sulla destra in una stradina lastricata leggermente in salita. Comincia qui lo sterrato che conduce, in un paio di chilometri di bel bosco, fino al pianoro di Castaiace (742m slm), e continuando arriva al Puntone Tronazzo (896m slm) e quindi, dopo poco più di un chilometro al borgo di Lacerello (1013m slm).

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Sostiamo in cerca di castagne e, fra una chiacchiera e l’altra, Peppe tira fuori un’idea che mi voleva esporre da tempo. Incontrarci 3-4 trappers delle varie aree della regione per organizzare una 3 giorni in moto sugli sterrati, percorrendo l’Aspromonte, le Serre e la Sila. Non è male come idea! La discussione si anima sulle piccole e grandi difficoltà ma l’entusiasmo ormai ci ha presi tutti e tre. Chissà se riusciremo a mettere in atto il progetto!?

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Ripartiamo con la testa che frulla mille idee e, seguendo la strada asfaltata che attraversa l'Azienda Bonaccorsi (1104m slm) e si spinge verso Sud, saliamo dolcemente fino ai 1147m slm in località la Vela, un importante incrocio che interseca la Provinciale. Siamo arrivati da Donna Jolanda, una trattoria tipica. Peppe vorrebbe entrare a comprare del pane di grano da portare a casa ma, la fila in attesa lo fa desistere. Io mi godo i meravigliosi colori dell’autunno: le foglie degli alberi hanno delle tinte stupende.

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Decidiamo, quindi, di arrivare al distributore di benzina dove intanto ci dovrebbe essere Antonio che mi aspetta. Infatti, puntuale come un orologio, era appena arrivato. Si fa il pieno e si salutano i compagni di cordata: buon appetito ragazzi! Noi si continua ancora. Direzione Cicutà! Ma questa è un’altra storia…



(continua nel report dal titolo “LA VALLATA DEL TORRENTE SAN PIETRO”)

Favazzina

Inviato: mer 12 nov, 2008 2:46 pm
da betaflo
Complimenti per la bellissima uscita e per il resoconto sempre così preciso; vedo che i "colori d'autunno" hanno successo (secondo me sono unici per una uscita in off).
Ci stava bene anche un filmatino; a quando? :wink:

Favazzina

Inviato: mer 12 nov, 2008 11:29 pm
da Giantarlo
complimenti per il giro :)

e complimenti al tizio con l'Africa :shock: ci vuole fegato e milsa fare quei percorsi con più di 2 quintali di moto 8)

:wink:

Favazzina

Inviato: gio 13 nov, 2008 12:41 am
da max37
sempre foto bellissime

Favazzina

Inviato: gio 13 nov, 2008 2:39 am
da Ernesto
Alpetta e Africa Twin: non si potrebbe pensare ad una coppia più bislacca...
Le ultime stupende foto sembrano dire che tanto ci pensa la natura con il suo respiro profondo ed i colori meravigliosi a tenere insieme e dare un senso al tutto. Grazie Alp.