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Via del sale

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Misso
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Messaggio da Misso » mar 26 giu, 2012 9:20 pm

Nell'80 la feci in Vespa, su in due. Nel 2000 con un Discovery. E' molto bella e facile, e da quello che ricordo presentava solo qualche punto nel quale fare un po' attenzione a causa di piccoli smottamenti o buche profonde.

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Roby46
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Messaggio da Roby46 » lun 09 lug, 2012 10:14 pm

Non durera' piu tanto raga... :(
Due mezzi all'opera,cumuli di ghiaia...
Stanno rattopando via Monesi.
Le mie...HUSKY TE 630-TA 700XL

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Titto#7
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Messaggio da Titto#7 » gio 12 lug, 2012 1:24 pm

Ma per un pigro come me, qualcuno ha la traccia? Quest'anno le mie vacanze saranno ridotte al lumicino: con mia moglie, su due moto, partiremmo da Monterosi (VT) e, percorrendo appennini in relativa quota tramite sterrate e strade più che secondarie, vorremmo arrivare in Liguria e Piemonte. La via del sale sarebbe la ciliegina sulla torta. La traccia sarebbe comoda perché non abbiamo tempo per perderci (nove giorni in tutto).
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Gabor
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Messaggio da Gabor » ven 13 lug, 2012 11:16 am

Sulla VDS non ti perdi. Arriveresti in cima al colle di Tenda, da Limone, su asfalto. Da lì resti in quota, se oltrepassi il forte principale (che vedi bene dal colle) tenedolo sulla tua sx procedi verso Tenda in sterrato. Se lo tieni alla tua dx procedi verso Monesi (che ufficilamente dovrebbe essere strada chiusa), comunque verso Monesi è il tratto più difficile. Se sei sulla strada per Monesi trovi, nel primo tratto ancora facile, un bel baretto con terrazza "solarium" sulla tua dx. Al limite puoi farti un panino o un caffè lì e chiedere al gestore lumi sulla percorribilità delle strade. Se scendi verso la Francia devi solo stare attento a non imbroccare una sterrata a tornanti in discesa che sbuca subito dopo il tunnel del Tenda e che ti farebbe "saltare" ovviamente tutto il bello del percorso off.
Da Tenda si può poi deviare a La Brigue e cercare (lì è più difficile e non so aiutarti con riferimenti precisi) la sterrata che torna in Italia verso la colla di Langan (mi pare si chiami così). Con una mappa dettagliata e possibilmente un gps, trovi comunque tutto, essendo strade aperte al traffico.
Da lì si può continuare su sterrato verso Monesi (c'è un tratto nel bosco, dove si può trovare un minimo di fango) oppure scendere verso Triora - Taggia.

PS. Prima di Limone puoi fare anche il Colle della Gardetta, che è un altro bel percorso . .

ciao

Gabor
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"Endurance: l'incredibile viaggio di Shackleton al Polo Sud"

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Messaggio da Titto#7 » ven 13 lug, 2012 12:46 pm

Grazie!
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Messaggio da Titto#7 » gio 23 ago, 2012 6:45 pm

DAGLI APPENNINI ALLE ALPI
Ecco come è andata la mia via del sale. Non vuole essere un reportage ma solo qualche indicazione per i provenienti dalla Terronia, i Polentoni, già pratici, non hanno bisogno delle mie chiacchiere.
Dopo aver girovagato per gli Appennini, io (Fabrizio detto Titto) e mia moglie Raffaella, Jaffy per gli amici, su due
monocilindriche un po' cariche di bagagli, siamo giunti a Triora nel pomeriggio. Il paese è delizioso e merita una visita, è tutto dedicato alle streghe in memoria di un processo che vi si è svolto secoli fa. Ci viene indicato Augusto, il proprietario di un fantastico negozio di specialità alimentari della zona, "La strega di Triora". E' un superappassionato della via del sale e ci propone una sua interpretazione di questa buttando giù una piantina a penna su un foglio A4. Con questo percorso di 155 km si parte da Triora (il bivio è accanto al suo negozio) e si percorrono 90 km di sterrato prima di ritrovare l'asfalto a Casterino, in Francia. Nel dettaglio: A Triora non c'è benzina, a Molini di Triora (6 km) il distributore ha chiuso, si deve arrivare a Badalucco (20 km anche se il primo cartello indica 13, il secondo 18, e così via per chi se li vuole giocare). Pazienza, si partirà con un litro in meno nel serbatoio, consumato su asfalto. Tanto ho varie bottiglie di benza di scorta, non so cosa aspettarmi e mi tengo prudente. Da Triora si sale al passo Guardia, si gira a sinistra in direzione Sanson ma, un km circa dopo un tunnel, si gira stretti a destra in salita per il passo Tanarello. Grosso modo qui terminano i dislivelli, perché poi si viaggia sopra i 2000 metri. Dal Tanarello vale la pena di salire un attimo in cima al monte Saccarello, poi si ridiscendono alcuni tornanti in direzione di una mandria di bovini che solitamente si trova radunata all'interno di un recinto rotondo ben distinguibile. La pista prosegue attraverso la riserva Navette, boscosa, e si arriva al rifugio Don Barbera. Sosta d'obbligo (rigatoni, birretta e torta al cioccolato nel nostro caso) e si riprende la pista verso la Francia, che ormai è a un passo. Qui il fondo è roccioso, con qualche gradino e sassi smossi. Per chi mastica un po' d'enduro, anche poco come me, fa ridere. Jaffy invece piangeva un po'... Ma era in buona compagnia, abbiamo incontrato vari motociclisti un poco in crisi. Ripeto: è una semplice sassaia, niente di che. I primi 5 km sono un po' più faticosi e al decimo (grosso modo) la pista riacquista un fondo normale. In Francia la pista è sbarrata. A fianco della sbarra si vede dove passano tutti, scendendo e risalendo un fossatello. Lo spazio è poco ma il gestore del Don Barbera mi giura di essere passato con un Doblò. Misteri della fisica. Quindi di straforo si percorre la parte (diventata) francese, arrivando alle bellissime fortificazioni e alla funivia. Da qui si potrebbe scendere a Limone Piemonte o al versante francese, in pratica fino a uno o all'altro capo della galleria del Tenda, che passa sotto di noi in quella zona. Invece si prosegue, passando accanto alle fortificazioni, per Casterino, in Francia. Gli ultimi km sono asfaltati. Arrivati a un bivio, si scegie l'asfalto o si opta (stupidamente) per la vecchia via, ripida, a tornanti e pavimentata con ciottoli di fiume. Pavimentata in passato, cioè. Ora è distrutta. Questo mi è costato caro: porta giù per un tratto la mia moto, torna su a piedi e porta giù quella di Jaffy che non ci pensa per niente, e così via. Abbiamo così fatto tardi e, senza farla lunga con i dettagli, abbiamo chiuso il giro il giorno dopo.
Da Casterino si scende su asfalto fino alla statale del tunnel del Tenda, la si percorre per un breve tratto in direzione di questo (verso l'Italia, cioè) e si gira a destra verso La Brigue. Se serve, un paio di km dopo il bivio, sulla statale del Tenda, c'è un distributore. Dalla Brigue si prosegue fino al bivio per Notre Dame des Fontaines e, accanto alla chesetta con questo nome, inizia la sterrata che arriva in cima al passo di Sanson. Qui si gira a sinistra (a destra è indicata Ventimiglia a 55 km, la strada inizia sterrata, chissà come sarà?) e subito dopo a destra per scendere a Realdo (asfalto) e tornare a Triora.
Conclusioni per i non pratici: giro bellissimo, senza pendenze né difficoltà, a parte un po' di sassaia di pochi km ed evitando di scendere a Casterino per la strada vecchia, a meno che non cerchiate l'enduro un poco più tecnico. Questo a ferragosto, naturalmente. A inizio luglio mi hanno detto che si può ancora trovare la neve, ma vale la pena andare in quel periodo perché la montagna è in fiore ed è uno spettacolo. Anche a settembre i colori sono bellissimi, con l'arrivo dell'autunno. Sbagliare percorso è difficile, ci sono varie indicazioni e si trova sempre qualcuno a cui chiedere. Però, a parte Augusto a Triora, tutti quelli che ho incontrato conoscevano solamente il tracciato nelle vicinanze (anche al rifugio Don Barbera ignoravano la pista per Casterino!).
Se qualcuno ne ha bisogno, ho la traccia, la spedisco volentieri.
PS: nel girovagare per gli appennini sono riuscito a intercettare solo 15 km dell'antica via Vandelli, se a qualcuno serve la traccia di quel tratto per proseguirla... Va da Modena a Massa.
PPS: ho trovato vietato, dal lato romagnolo, il passo del Giovo (o foce a Giovo), il più alto passo appenninico non asfaltato. E' chiuso perché è l'antica via Ducale, non asfaltata ma comunque pavimentata. Consiglio in alternativa, come passo appenninico non asfaltato, il passo di Croce Arcana, di pochi metri più basso (1652) tra il pistoiese e il modenese. E' asfaltato solamente in parte sul lato toscano, più abitato. L'altro lato corre in mezzo ai boschi.
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