PARTE V: AVVIAMENTO, CARBURAZIONE E KIT MOTOTEKNA
Passiamo adesso agli aspetti più critici che, a mio avviso, hanno determinato il diffondersi di una nomea non sempre all'altezza del marchio KTM e decretato un successo ed una accettazione da parte del pubblico di questa (bellissima) moto probabilmente al di sotto delle aspettative (e di quanto in effetti a mio giudizio meriti). In primis ho personalmente riscontrato i noti problemi di avviamento a freddo. Per di più agli inizi ho anche riscontrato non meno fastidiosi problemi di ripartenza a motore caldo! Ma procediamo con ordine. Come noto la moto è sprovvista di pedivella ed è dotata solamente di avviamento elettrico. La qual cosa a mio avviso non è in se stessa una scelta così deprecabile, purché naturalmente l'avviamento dimostri di essere affidabile in ogni situazione. Va da se che avere la doppia possibilità di avviamento sia con starter elettrico che a pedale è sempre una garanzia in più. Purtroppo la messa in moto a pedale non è prevista neanche come optional ed alcune differenze nel carter motore lato destro e la conformazione del telaio non consentono di mutuare la messa in moto a pedale dalla EXC 250. La batteria per di più è posizionata in un posto a dir poco infelice. Per accedervi occorre smontare il mono posteriore! Se disponete di un garage munito di presa elettrica, suggerisco l'utilizzo durante lo stazionamento di un mantenitore di carica (io utilizzo un Optimate 3, il cui costo si aggira intorno ai 60 euro) in modo da mantenere la batteria sempre in perfetta efficienza. Per comodità ho fissato ai poli della batteria in modo permanente l'apposito cavetto fornito in dotazione che termina con un connettore munito di cappuccio in gomma per la protezione dall'acqua e dalla polvere. Tramite tale connettore, che può essere facilmente fissato sotto la sella con una semplice fascetta in plastica, è possibile collegare e scollegare in qualunque momento il mantenitore di carica in modo immediato (senza quindi alcuna necessità di accedere alla batteria che, come appena detto, è difficilmente accessibile).
Per quanto ho avuto modo di sperimentare, la batteria di serie sebbene perfettamente caricata dopo circa 7-8 tentativi di avviamento non andati a buon fine, si scarica del tutto. Unica magra consolazione è che "a strappo" (con la 2° o la 3° marcia inserita) la moto parte piuttosto facilmente ed in casi estremi può essere l'unica soluzione di emergenza alla quale ricorrere. Le prime volte, dopo vani tentativi di messa in moto con conseguente perdita di carica della batteria, sono stato costretto - con mia grande felicità - a spingere la moto a mano su per lo scivolo del garage che ho poi ridisceso per prendere l'abbrivio necessario a far partire la moto "a strappo". Unica nota positiva è che grazie alla sua leggerezza con la Freeride sono riuscito a risalire la salita del mio garage, mentre con la Suzuki DRZ 400 (Valenti) a circa metà scivolo mi fermavo inesorabilmente e necessitavo dell'aiuto di un'altra persona per arrivare in cima (scusate la divagazione ma era giusto per rimarcare gli innegabili vantaggi di avere una moto leggera
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).
Leggendo qua e là su internet sono venuto a conoscenza della seguente "procedura" di avviamento che, in effetti, consente di avviare la moto a motore freddo in maniera pressoché infallibile: 1) Aprire il rubinetto della benzina, tirare l'aria e scuotere la moto per qualche secondo; 2) Premere il pulsante dello start e, mentre il motorino di avviamento sta ancora girando, contemporaneamente premere e poi rilasciare dopo mezzo secondo il pulsante rosso della massa che si trova sul blocchetto sinistro (che di norma servirebbe per spegnere la moto e non certo per accenderla!). La prima volta che ho letto di questo piccolo trucco ero molto scettico ma alla prova dei fatti funziona perfettamente. Provare per credere! Verosimilmente in fase di avviamento arriva troppa poca miscela in camera di scoppio che viene subito bruciata prima che il motore riesca a partire; con il trucco del pulsante di massa che, per una frazione di secondo inibisce la scintilla mentre il motorino di avviamento continua a girare pompando miscela, dovrebbe accumularsi quel pò di carburante in più che consente alla motore di avviarsi.
Si commenta da solo il fatto che su una moto di casa KTM venduta a quasi 7.000 euro occorra ricorrere a certi "barbatrucchi" per avviare la moto! Capisco perfettamente chi preso dallo sconforto e dalla stizza (e possibilmente non conoscendo la "procedura" di cui sopra) abbia addirittura deciso di vendere la moto magari acquistata da poco tempo. Tuttavia dopo le prime difficoltà ho personalmente constatato che una volta conosciuta meglio la moto il problema delle difficoltà di avviamento a freddo viene tranquillamente risolto (sicuramente anche grazie all'adeguamento della carburazione di cui parlerò appresso). Da altri post che ho trovato in rete, sempre sull'argomento "difficoltà di avviamento a freddo KTM Freeride 250", sembrerebbe inoltre consigliato in fase di stazionamento tenere la moto diritta su un cavalletto centrale alzamoto con la ruota posteriore leggermente sollevata da terre (cosa che io facevo già, per cui non saprei esprimere un parere circa l'utilità o meno di tale ulteriore accortezza).
Ma più che i problemi di avviamento a freddo, quello che durante le prime uscite mi ha maggiormente dato a pensare (ed allarmare) è stata soprattutto una certa difficoltà nell'avviamento a motore caldo, con il rischio di rimanere bloccato in mezzo ai boschi! In particolare riscontravo una marcata tendenza del carburatore ad allagarsi durante le discese fino allo spegnimento della moto. E poi riavviare la moto era sempre un'incognita. In pratica subito dopo il nuovo acquisto mi sono trovato con una moto bella di estetica, maneggevolissima, leggera, divertente, facile, con un ottima ciclistica, un motore potente al punto giusto e ben gestibile (insomma quasi la moto perfetta per le mie esigenze) per poi però scoprire della presenza di difetti "congeniti" di avviamento e di carburazione. Mi è subito venuto in mente un parallelismo con il lavoro fatto dai tecnici Scorpa sulla T-Ride 250 laddove sono riusciti, cambiando il carburatore, a compromettere l'affidabilità del motore Yamaha della WR250F conosciuto come uno dei motori della categoria più robusti ed affidabili di sempre. Ma qui stiamo parlando di KTM e non di Scorpa! E' inconcepibile che un colosso come KTM possa mettere sul mercato moto con tali odiosi difetti, tanto più che come dirò appresso si tratta veramente di banalità facilmente risolvibili con poca spesa. Dopo esserne venuto a conoscenza, ho infatti acquistato dalla Mototekna una sorta di "kit" carburazione appositamente studiato per la Freeride 250. Per farla breve ho scoperto che i crucchi austriaci, pur avendo montato sulla Freeride un carburatore molto più piccolo rispetto a quello che equipaggia la EXC 250 con la quale la Freeride condivide praticamente tutto il blocco motore, hanno lasciato il medesimo pacco lamellare che risulta pertanto assolutamente sovradimensionato con conseguenti problemi alla carburazione. Un plauso quindi ai fratelli Dallera della Mototekna che hanno studiato e risolto il problema e che si sono da subito dimostrati cortesi e disponibili. In pratica il "kit" di aggiornamento si compone di un pacco lamellare molto più piccolo (mutuato da una Beta EVO 2t da trial), di una bella flangia in alluminio (la mia anodizzata color arancio che fa tanto racing KTM) che funge da "riduttore" per il nuovo pacco lamellare in modo che possa essere fissato negli stessi punti di attacco di quello originario, un getto del massimo da 118, due getti del minimo (40 e 42, io ho montato il 42), uno spillo JJK (da regolare alla terza tacca) ed una candela Splitfire a doppio elettrodo. A proposito di candela, segnalo che anche in questo caso l'accesso per una eventuale sostituzione non è proprio agevole in quanto occorre preliminarmente smontare il serbatoio (operazione a dire il vero non complessa ma di certo non comoda se si pensa di voler effettuare la sostituzione magari in mezzo ad un bosco).
Dopo l'aggiornamento con il "kit" Mototekna, probabilmente a causa della carburazione più magra, la moto ha forse perso un pizzico di potenza (parliamo comunque di inezie) ma in compenso risulta molto più regolare nell'erogazione oltre che nell'avviamento sia a motore freddo (dove comunque continuo ad utilizzare il "trucco" del pulsante di massa sopra descritto) che a caldo. Risulta inoltre notevolmente diminuita, anche se non del tutto eliminata, la tendenza del motore a "pistonare" in alto in fase di rilascio dell'acceleratore (una caratteristica di molti 2t e particolarmente evidente su questo modello cui occorre prendere la mano). In sintesi con una spesa "all-inclusive" non superiore ai 150 euro (ricambi e montaggio inclusi) si possono risolvere tutti quei problemi che hanno ingenerato tanto scetticismo e dubbi tra i potenziali acquirenti di questa bella moto.
Certo pur avendo superato i problemi di avviamento specifici della Freeride 2t, rimane comunque più in generale un certo grado di apprensione legato alla fama non proprio buona dei meccanismi di avviamento delle KTM rispetto ad altre marche che da questo punto di vista risultano più affidabili.
Proprio qualche tempo fa parlando con il proprietario di una Husaberg 250 2t (che monta lo stesso blocco motore della EXC 250 e della Freeride 250), mi raccontava di aver letteralmente sbriciolato l'ingranaggio di messa in moto durante la fase di avviamento (col rischio di causare ben altri danni al motore a causa delle schegge liberatesi). Evidentemente la qualità e la robustezza di tali componenti non è sicuramente degna della fama KTM. Lo stesso proprietario della Husaberg mi ha suggerito una modifica che lui stesso ha fatto eseguire sulla sua moto che consiste nel "sigillare" il carter della messa in moto al fine di poter introdurre qualche grammo di olio per poter lubrificare l'ingranaggio di avviamento (che invece normalmente lavora totalmente a secco). Anche in questo caso si tratta di una modifica facilmente realizzabile e poco costosa. Rimane comunque il fatto che KTM alle volte si perda in certi dettagli. Viene quasi il sospetto che la cosa sia fatta a bella posta...forse l'obiettivo è farci acquistare più ricambi? Chissà!
Segue....