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Trail, ovvero motociclette da sentiero, o dichiaratamente da motoalpinismo. Sono moto non estreme, semplici e robuste, mettono subito a loro agio anche i meno esperti grazie a potenze limitate e selle basse. Economiche e bisognose di poche cure, spesso spartane, sono sicuramente lontane dalle mode, ma vicine allo spirito di questo forum
superfunk
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Messaggio da superfunk » sab 14 lug, 2012 3:28 pm

Stanno finalmente uscendo delle moto interessanti, giusto in tempo con il processo di illegalizzazione del fuoristrada... :( :( :(

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angelofarina
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Messaggio da angelofarina » lun 16 lug, 2012 2:44 pm

Il fuoristrada E' GIA' illegale in gran parte d'Italia (e d'Europa).
E' ora di finirla con sta confusione. il motoalpinismo si fa SU STRADA. Le nostre moto debbono essere perfettamente legali per la circolazione stradale.
Le nostre uscite si svolgono spesso su strade "a fondo naturale", quali mulattiere, carrarecce e sentieri (anche quelli tracciati dagli animali SONO STRADE, vedi codice della strada).
La sfida, per i costruttori, è realizzare moto che, pur essendo perfettamente legali, consentano di arrampicarsi su per la strade "a fondo naturale" più impestate, quali i sentieri alpini o le fangaie appenniniche..
Sta poi a noi tenere un comportamento rispettoso del Codice della Strada anche quando ci inerpichiamo su tali percorsi. Solo facendo cosi' eviteremo (o ridurremo) il rischio che l'ente gestore di tali "strade" abbia la balorda idea di vietarne la percorrenza (cosa che richiede peraltro una spesa non indifferente in segnaletica stradale conforme al codice)...

superfunk
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Messaggio da superfunk » sab 21 lug, 2012 4:49 pm

La confusione sul concetto di "strada" non parte di certo da noi...
Ma le multe le becchiamo noi.

koogar
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Messaggio da koogar » mer 25 lug, 2012 7:42 pm

angelofarina ha scritto:Il fuoristrada E' GIA' illegale in gran parte d'Italia (e d'Europa).
E' ora di finirla con sta confusione. il motoalpinismo si fa SU STRADA. Le nostre moto debbono essere perfettamente legali per la circolazione stradale.
Le nostre uscite si svolgono spesso su strade "a fondo naturale", quali mulattiere, carrarecce e sentieri (anche quelli tracciati dagli animali SONO STRADE, vedi codice della strada).
La sfida, per i costruttori, è realizzare moto che, pur essendo perfettamente legali, consentano di arrampicarsi su per la strade "a fondo naturale" più impestate, quali i sentieri alpini o le fangaie appenniniche..
Sta poi a noi tenere un comportamento rispettoso del Codice della Strada anche quando ci inerpichiamo su tali percorsi. Solo facendo cosi' eviteremo (o ridurremo) il rischio che l'ente gestore di tali "strade" abbia la balorda idea di vietarne la percorrenza (cosa che richiede peraltro una spesa non indifferente in segnaletica stradale conforme al codice)...
Angelo, mi sembra che tu dica che per vietare le "strade" che siano viottoli, carrarecce, strade montane ecc..i comuni o le regioni dopo averle individuate, debbano porre necessaria segnaletica. ma dopo aver scaricato e letta la legge sul fuoristrada della Toscana, la mia regione, mi sembra che questa vieti a prescindere tutte le strade di cui sopra e i cartelli servono solo a trovare le eccezioni. praticamente tutto al contrario di quello che mi pare dicessi tu.......non vorrei sbagliarmi ma.......

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maru
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Messaggio da maru » dom 12 ago, 2012 11:30 pm

Mah, io ho 57 anni, sono un pensionato, il fuoristrada "legale" non l'ho mai conosciuto, ero un ragazzino quando molti di voi non erano neanche nati e già mi fermarono con un'arma puntata, era vestito di verde e aveva un stemma sul berretto, mi sono spiegato? quindi diffida ecc. Pratico l'enduro soft, sicuramente rispettoso, personalmente ho la coscenza a posto, di recente sono andato da Savona al Sommeiller con l'xr in off in 3 giorni, anche ieri da Albenga a Mendatica con la kawa. kle per il bosco di Rezzo, si va avanti così e tiriamo a campare.

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angelofarina
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Messaggio da angelofarina » lun 13 ago, 2012 12:34 pm

Le leggi dello Stato sono "gerarchicamente superiori" alle leggi regionali. Queste possono dire quel che vogliono, ma le strade, come definite dal Codice della Strada, tali restano. Ed il potere di regolarne la circolazione NON è delle Regioni, ma dello Stato, della Provincia o dei Comuni.
Anche qualora tali enti decidano di vietare alla circolazione di determinati tipi di veicoli alcune o tutte queste strade, lo debbono fare rispettando i dettami del Codice della Strada, che prevede adeguata segnaletica. in particolare i cartelli di divieto debbono essere corredati degli estremi della delibera con cui l'ente preposto (ripeto, Comune, Provincia o Stato, MAI Regione) ha deciso l'apposizione del divieto su quello specifico tratto di strada di propria competenza.
Non è mai possibile vietare "in generale", ogni singolo tratto di strada vietato deve essere specificamente elencato in una apposita delibera, i cui estremi vanno riportati sul retro dei cartelli di divieto....

Sono ben sicuro di quanto sopra, e ci sono già decine di ricorsi vinti sulla base di tale principio. Il caso più esemplare ha portato alla famosa sentenza a corti riunite della Cassazione, si riferiva ad un episodio avvenuto in Liguria,
e della quale si è ampiamente già discusso anche qui sul forum:

http://motoalpinismo.forumup.it/about21 ... nismo.html
http://motoalpinismo.forumup.it/about92 ... nismo.html

Stabilito dunque che, anche se ci fanno al contravvenzione per violazione della legge regionale sulla "circolazione fuoristrada", essa ci viene poi sistematicamente annullata dal giudice di pace, si aprono invece altri due ordini di problemi:
1) la MOTO DEVE ESSERE PERFETTAMENTE LEGALE. Se no, ci fanno multe ben più salate, e non ce le toglie nessuno! Si arriva persino alla confisca del mezzo ed a sanzioni di parecchie migliaia di euro, nel caso di circolazione con moto non immatricolate o con targa falsificata (il cosiddetto "targhino")...
La pratica di circolare con moto irregolari ha indotto le forze dell'ordine a fermare indiscriminatamente enduristi e motoalpinisti "a prescindere", perchè nel 99% dei casi il motociclista ha sempre qualcosa non in regola, e quindi sono sicuri di poterci sanzionare con tranquillità. Ma quando fermano me, non trovano mai nulla fuori posto, ed infatti non mi hanno mai sanzionato!
2) Dobbiamo smetterla noi per primi di parlare di "FUORISTRADA", moto da fuoristrada, etc. - sono moto DA STRADA! E nella prova compartativa di cui si partla in questo Topic, sarebbe stato molto utile, al di là dlele impresion di guida, che, come ampiamente discusso, sono sempre soggettive, avere invece notizie ESATTE sulla "legalità stradale" die mezzi provati, perchè è da questo che discende poi la possibilità di andarci a divertire senza problemi.

In particolare è estremamente utile avere queste indicazioni, per ciascuna delle moto provate:
- fanali, specchi, frecce e portatarga di serie sono conformi alle specifiche del codice della strada, e contemporaneamente sono sufficientemente robusti e ben posizionati in modo da sopravvivere nell'uso reale della moto?
- la potenza in kW indicata a libretto è corretta? (la mia T-ride a libretto indica 3 kW, l'Huski 450 di mio figlio ne indica 11, è ovvio che se fanno un controllo la moto non risulterà mai in regola!)
- i pneumatici indicati a libretto corrispondono per misure e codici a quelli effettivamente utilizzati? (qui la T-ride è messa molto bene, a libretto indica una dozzina di possibili diverse coperture, ivi incluse quelle da cross con misure in pollici che uso io)
- l'impianto di scarico di serie è valido, o occorre sostituirlo con uno after market, innescando inevitabili problemi di omologazione e legalità?
- in caso di moto omologate per due persone, la moto dispone effettivamente di dispositivi idonei a tale trasporto (maniglie, poggiapiedi, sella lunga, etc.)?

Menca, sei in grado di integrare le informazioni apparse sull'articolo con queste indicazioni sulla effettiva "legalità" dei mezzi provati? Immagino che la Berghem, essendo un progetto "artigianale", sia carente sotto questo punto di vista...

koogar
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Messaggio da koogar » lun 13 ago, 2012 6:17 pm

ciao angelo, ho letto con molto interesse tutto il tuo post ed effettivamente le cose dovrebbero stare come dici tu e come dicono gli altri post linkati. il mio dubbio riguarda il fatto che i relatori-promulgatori di una legge regionale non abbiano tenuto conto del conflitto esistente fra leggi regionali e statali e che vede le prime soccombere. ti posso dire che dalle mie parti i cartelli di divieto di transito regolarmente esposti li vedo solo all'inizio delle strade che danno accesso a foreste demaniali e a foreste regionali, quelle, tanto per capirci dove vige anche la bandita di caccia. quello che mi lascia perplesso è il fatto che in una zona campestre o boschiva ci sono centinaia di "sentieri" con la parola sentieri voglio racchiudere tutta la tipologia, tenuti attivi ed aperti da coloni, pescatori, trakker, boscaioli, mountanbiker e sopratutto fungaioli, categoria alla quale appartengo, modestamente pure io. senza contare i "sentieri" tenuti attivi dal calpestio dei cinghiali e delle mandrie di bovini all'alpeggio. ora detto questo, secondo me, è praticamente impossibile per un' autorità riuscire a scoprirli TUTTI e ad ' apporvici adeguata segnaletica di divieto di transito, anche perchè, ammettiamo che riescano a cartellare tutti quelli esistenti, ad aprirne di nuovi ci vorrebbe poco. per tornare al mio iniziale dubbio, mi sembra strano che il legislatore non abbia pensato a tutto ciò che io ho elencato e per sopperire a tutto questo, l'unica soluzione possibile è quella di vietere tutto, mettendo i cartelli solo per derogare i siti su cui è possibile transitere. prima di promulgare una legge così fortemente restrittiva, si saranno pure documentati sui regolamenti nazionali, avranno consultato legali informati in materia.......o no.....boh??? no, perchè così come è stato detto, basta trovare un "sentiero" senza cartello di divieto all'inizio ed avere la moto in regola con il CDS (la mia lo è) e siamo a posto. mah, sarà..io la vedo un pò troppo facile........

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Messaggio da OTS » lun 13 ago, 2012 11:03 pm

Preferisco di gran lunga la vecchia Bultaco del video e anche il vecchio stile di fare fuoristrada.
Le strade a fondo naturale, i viottoli, le carrarecce e compagnia bella se le possono tenere.
O fuoristrada vero e libero o niente.
Io ho scelto niente.

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Messaggio da angelofarina » mar 14 ago, 2012 11:18 am

A mio avviso, considerare "strade" anche i sentieri tracciati dai cinghiali è una eccessiva estensione dell'enunciato del Codice della Strada e della sentenza della cassazione.
Quando esso parla di sentieri "tracciati da animali", si riferisce ai muli, e quindi alle mulattiere (che pertanto sono strade a pieno titolo). Non a quei cunicoli nella vegetazione in cui si infilano cinghiali o caprioli...

Qui in Emilia, sono sicuramente "strade" quelle censite nelle carte della Provincia (carta della viabilità - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), che includono una vastissima rete di "sentieri" denominati "ippovie", "ciclovie", semplicemente "alte vie" o quant'altro.
Si tratta in gran parte di viabilità pre-romana, risalente ai Celti, che avevano l'interessante abitudine di percorre le coste e le creste, non le valli...
Questa viabilità include percorsi di difficoltà tecnica medio-alta, che mettono in difficolta' le "normali" moto da enduro (ma non la mia T-ride!).

Personalmente, trovo assai giusto che ci siano i cartelli di divieto al confine dei parchi e delle aree naturali protette: li' si va solo a piedi!
Al di fuori di tali aree protette, vale la regola (sancita dalla nostra Costituzione!) che quel che non è esplicitamente vietato è lecito.
Sono pertanto incostituzionali tutte le leggi regionali che stabiliscono divieti generalizzati e non segnalati!

Sul fatto che la nostra classe politica si informi sulla legislazione sovraordinata prima di approvare leggi o delibere in materia ambientale, debbo purtroppo ammettere che ciò non avviene praticamente mai.
Non avviene in Parlamento, figuriamoci se avviene a livello di Consiglio Regionale...
Peraltro, in una moderna democrazia, mica si può limitare il diritto elettorale passivo ai soli laureati in giurisprudenza...

Ma stiamo andando OT.
Il punto centrale qui è che stanno finalmente apparendo sul mercato un discreto numero di moto specificatamente orientate ad un "fuoristrada" turistico-esplorativo-arrampichevole.
Ma se vogliamo che questa pratica prenda piede e si diffonda, e porti ad una miglior fruizione di vaste aree di territorio completamente abbandonate ed inselvatichite (con beneficio anche per l'ambiente!), occorre porre le condizioni perchè questa disciplina sia perfettamente legale ed accettata dalla comunità.
Quindi servono moto SILENZIOSE, che non inquinino l'atmosfera, che non disperdano sostanze tossiche (quali, ad esempio, il liquido di raffreddamento, che è VELENOSISSIMO!), che possano venire guidate da seduti (in quanto la guida "in piedi" su strada è illegale).
Le nuove arrivate in questo settore sembrano andare nella direzione giusta, tuttavia è fondamentale che le riviste del settore capiscano che queste esigenze non sono "marginali" per questo tipo di moto, in quanto non stiamo parlando di veicoli da competizione, ma di veicoli STRADALI che debbono poter essere usati tutti i giorni, anche per andare in città...

A mio avviso prevale ancora una visione "pionieristica" del motoalpinismo, fatto di arrampicate impossibili con mezzi ampiamente "personalizzati", che francamente al giorno d'oggi rischia di essere inaccettabile da parte dei non appassionati.

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