IL CASCO per il motoalpinismo
Inviato: lun 30 apr, 2007 4:21 pm
IL CASCO per il motoalpinismo
Anche se reso obbligatorio per legge, il suo uso nel motoalpinismo è ASSOLUTAMENTE INDISPENSABILE! Non è necessario ricordare che è opportuno allacciarlo sempre e in maniera ben saldo al mento, pena la mancata protezione in caso di incidente o caduta (proprio quando serve!).
Per il motoalpinismo, in qualsiasi stagione è estremamente funzionale il tipo jet con visiera sollevabile in quanto protegge sufficientemente nel caso di urto laterale (cosa che non riuscivano a fare le ormai vietate scodelle o semijet), permette una buona respirazione e adeguata visibilità in caso di pioggia. Inoltre è leggero (rispetto all’integrale) e più facilmente pulibile all’interno (c’è la calotta che si estrae in pochi secondi), in estate si evita di sudare troppo. Lo svantaggio della minor protezione in caso di trauma anteriore viene ripagato dalla maggiore praticità d’uso, specialmente per chi mette gli occhiali durante la guida, e dal fatto che nel motoalpinismo la velocità non è mai elevata.
L’interno del casco è, solitamente, realizzato in polistirolo, per aumentarne la leggerezza. Tuttavia, un difetto di tale materiale è la sua sensibilità nei confronti dell’umidità, sia ambientale che corporea (sudore). A questo si ovvia con una pulizia frequente. Non usate mai caschi privi di calotta estraibile: si lavano con grosse difficoltà ed esiti insoddisfacenti con conseguente ristagno di sporcizia e batteri. Ormai i caschi di medio livello si smontano per facilitare la pulizia interna e sono realizzati in materiale antibatterico, anallergico e traspirante.
Un casco meno economico dovrebbe garantire maggiore sicurezza, durata e confort. Riguardo al primo punto, è naturale che l’usura dipende dall’uso e i piccoli traumi quotidiani (anche la piccola caduta da una altezza di un metro può determinare microtraumi alla struttura impercettibili a occhio nudo ma significativi per la sicurezza in caso di incidente.
Circa il confort bisogna sottolineare che una misura troppo piccola può alterare significativamente la pressione sanguigna e determinare dolori al capo. Viceversa, un casco troppo largo può risultare poco protettivo in caso di incidente perché potrebbe creare dei contraccolpi del capo all’interno del casco. La giusta misura non è definibile a priori ma ogni casco va provato perché varia sia la conformazione della calotta di polistirolo che la forma della testa ed è necessario che la calotta rimanga ben aderente anche in caso di rotazione forzata o improvvisi spostamenti laterali o verticali.
Quando si indossa il casco conviene afferrarlo dai cinturini laterali tirandoli contemporaneamente verso l’esterno. La misura giusta è quella che impedisce movimenti indipendenti della calotta rispetto al capo che deve, quindi, rimanere più possibile perfettamente aderente.
Attenzione all’eccessiva pressione sui masseteri: sono i muscoli mandibolo-mascellari che contraiamo quando mastichiamo e la cui articolazione permette l’alterazione del volume degli zigomi. Una leggera pressione sui masseteri è consigliabile purché non si raggiungano livelli tali da provocare indolenzimento ai denti (arcata laterale), alle ossa della mandibola, della mascella e ai muscoli masseteri.
Un altro aspetto importante nella scelta del casco per il motoalpinismo è il controllo dell’ingresso d’aria: troppo poca in estate significa sudare troppo fino a poter svenire per improvvisi abbassamenti di pressione, troppa vuol dire sentir freddo in inverno. Di solito, tutti i caschi sono dotati di prese d’aria e visiere regolabili che facilitano la ventilazione in base alle necessità. A proposito della visiera è conveniente averne una grande (evitare quelle che arrivano a coprire solo gli occhi) che sia otticamente controllata nel senso che l’immagine sia centrale che laterale non deve essere deformata dalla curvatura del materiale plastico con cui è costruita. Una leggera distorsione nella visione laterale è normale. Fare attenzione ai movimenti degli occhi lungo l’asse verticale e obliquo.
Per quanto riguarda il peso, nel caso dei jet,le variazioni sono minime: non inferiore al chilo, mai superiore a 1.5 Kg.
E’ inutile sottolineare che si debba usare un casco omologato ECE (come da etichetta cucita sul rivestimento interno o sul cinturino sottomento).
Anche se reso obbligatorio per legge, il suo uso nel motoalpinismo è ASSOLUTAMENTE INDISPENSABILE! Non è necessario ricordare che è opportuno allacciarlo sempre e in maniera ben saldo al mento, pena la mancata protezione in caso di incidente o caduta (proprio quando serve!).
Per il motoalpinismo, in qualsiasi stagione è estremamente funzionale il tipo jet con visiera sollevabile in quanto protegge sufficientemente nel caso di urto laterale (cosa che non riuscivano a fare le ormai vietate scodelle o semijet), permette una buona respirazione e adeguata visibilità in caso di pioggia. Inoltre è leggero (rispetto all’integrale) e più facilmente pulibile all’interno (c’è la calotta che si estrae in pochi secondi), in estate si evita di sudare troppo. Lo svantaggio della minor protezione in caso di trauma anteriore viene ripagato dalla maggiore praticità d’uso, specialmente per chi mette gli occhiali durante la guida, e dal fatto che nel motoalpinismo la velocità non è mai elevata.
L’interno del casco è, solitamente, realizzato in polistirolo, per aumentarne la leggerezza. Tuttavia, un difetto di tale materiale è la sua sensibilità nei confronti dell’umidità, sia ambientale che corporea (sudore). A questo si ovvia con una pulizia frequente. Non usate mai caschi privi di calotta estraibile: si lavano con grosse difficoltà ed esiti insoddisfacenti con conseguente ristagno di sporcizia e batteri. Ormai i caschi di medio livello si smontano per facilitare la pulizia interna e sono realizzati in materiale antibatterico, anallergico e traspirante.
Un casco meno economico dovrebbe garantire maggiore sicurezza, durata e confort. Riguardo al primo punto, è naturale che l’usura dipende dall’uso e i piccoli traumi quotidiani (anche la piccola caduta da una altezza di un metro può determinare microtraumi alla struttura impercettibili a occhio nudo ma significativi per la sicurezza in caso di incidente.
Circa il confort bisogna sottolineare che una misura troppo piccola può alterare significativamente la pressione sanguigna e determinare dolori al capo. Viceversa, un casco troppo largo può risultare poco protettivo in caso di incidente perché potrebbe creare dei contraccolpi del capo all’interno del casco. La giusta misura non è definibile a priori ma ogni casco va provato perché varia sia la conformazione della calotta di polistirolo che la forma della testa ed è necessario che la calotta rimanga ben aderente anche in caso di rotazione forzata o improvvisi spostamenti laterali o verticali.
Quando si indossa il casco conviene afferrarlo dai cinturini laterali tirandoli contemporaneamente verso l’esterno. La misura giusta è quella che impedisce movimenti indipendenti della calotta rispetto al capo che deve, quindi, rimanere più possibile perfettamente aderente.
Attenzione all’eccessiva pressione sui masseteri: sono i muscoli mandibolo-mascellari che contraiamo quando mastichiamo e la cui articolazione permette l’alterazione del volume degli zigomi. Una leggera pressione sui masseteri è consigliabile purché non si raggiungano livelli tali da provocare indolenzimento ai denti (arcata laterale), alle ossa della mandibola, della mascella e ai muscoli masseteri.
Un altro aspetto importante nella scelta del casco per il motoalpinismo è il controllo dell’ingresso d’aria: troppo poca in estate significa sudare troppo fino a poter svenire per improvvisi abbassamenti di pressione, troppa vuol dire sentir freddo in inverno. Di solito, tutti i caschi sono dotati di prese d’aria e visiere regolabili che facilitano la ventilazione in base alle necessità. A proposito della visiera è conveniente averne una grande (evitare quelle che arrivano a coprire solo gli occhi) che sia otticamente controllata nel senso che l’immagine sia centrale che laterale non deve essere deformata dalla curvatura del materiale plastico con cui è costruita. Una leggera distorsione nella visione laterale è normale. Fare attenzione ai movimenti degli occhi lungo l’asse verticale e obliquo.
Per quanto riguarda il peso, nel caso dei jet,le variazioni sono minime: non inferiore al chilo, mai superiore a 1.5 Kg.
E’ inutile sottolineare che si debba usare un casco omologato ECE (come da etichetta cucita sul rivestimento interno o sul cinturino sottomento).