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FMI e CAI: dialogo su fuoristrada, ambiente e montagna

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rokes
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Messaggio da rokes » mer 29 ott, 2014 1:16 pm

Notare la risposta a "denti stretti" del presidente del CAI Umberto Martini.

Quanto gli sarà costato affermare:
ma l'uso dei mezzi motorizzati sui sentieri per scopi ricreativi è una pratica diffusa
e non si può non tenerne conto.
Comunque sia ecco il testo tratto da Motociclismo.it
08/09/2014 Articolo di Michele Perrino

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gigetto
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Messaggio da gigetto » mer 29 ott, 2014 1:48 pm

pollice su!

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Messaggio da angelofarina » sab 01 nov, 2014 10:40 pm

Mi spiace deludervi, ma il CAI si sta muovendo in direzione diametralmente opposta...
Dopo la colossale scornata che han subito qui in Emilia-Romagna, e la mezza batosta della Lombardia, stan cercando di correre ai ripari con un colpo magistrale: la modifica del Codice della Strada con pedonalizzazione "alla fonte" di sentieri e mulattiere...
Leggete qui, e meditate:

http://www.cai.it/index.php?id=31&tx_tt ... bc1f4d7d47

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Messaggio da max37 » dom 02 nov, 2014 1:00 am

intanto ci deve arrivare a fare quello che scrive e poi mi piace molto la democrazia del suo pensiero, dialogheremo con i motociclisti ma dovranno fare quello che diciamo noi.
vuole la guerra? che guerra sia
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Messaggio da OTS » dom 02 nov, 2014 1:16 am

La cosa che mi fa più ridere e riflettere su questa faccenda e questa eterna lotta è che ci siano ancora persone al mondo convinte che ad esse spetti il dovere e il diritto di tutelare e salvaguardare la natura sia essa montagna, lago o mare, e che esse stesse abbiano la capacità di capire e sapere come e dove intervenire per attuare questa tutela.
Io sono di parere diametralmente opposto.
Noi specie umana siamo parte del ciclo naturale e siamo noi stessi assoggettati al volere della natura. nel nostro caso specifico, la montagna, direi che essa sa difendersi ampiamente da sola senza alcun bisogno del nostro supporto, anzi, al contrario è lei che tollera pacificamente tutte le nostre attività di esseri umani...
Lei tollera che centinaia di persone le camminino sopra, che migliaia di persone le sciino sopra nel periodo invernale, lei tollera tutta la ragnatela di sciovie, cabinovie e cavi che la attraversano in lungo e in largo, lei tollera le costruzioni che le vengono realizzate sopra, tollera i bovini al pascolo, il disboscamento regolato e quello scriteriato, tollera le moto, i cavalli, i trattori, tollera di essere trapanata e chiodata in una infinità di vie ferrate, alpinistiche eccetera, tollera la nostra immondizia e chi più ne ha più ne metta.... il giorno che la montagna e la natura in genere non riterrà più di doverci sopportare saprà ben lei come difendersi e come ripristinare il giusto ordine...
tutti noi oltre naturalmente ai titolari della montagna del CAI dobbiamo semplicemente renderci conto di questo, che siamo tutti tollerati...
Qualcuno ogni tanto sgarra, magari sciando fuori pista nel periodo sbagliato, oppure progettando una diga nel posto sbagliato, oppure realizzando una città con criteri sbagliati, e in quelle circostanze la natura interviene con i suoi segnali e preavvisi, con le conseguenze che ben tutti abbiamo sotto gli occhi.
Tra CAI ed FMI dovrebbe esserci una sola possibilità di incontro a mio avviso, prendendo consapevolezza che siamo bene o male tutti "ospiti" della montagna e dobbiamo cercare di non disturbarla eccessivamente evitando di arrogare diritti che non ci appartengono...
Poi però in certi ambiti entrano in gioco i soldi con le conseguenze che tutti sappiamo.........................

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FMI e CAI: dialogo su fuoristrada, ambiente e montagna

Messaggio da max37 » dom 02 nov, 2014 2:06 am

la risposta di enduroterapia


il vero obiettivo del CAI: noi fuorilegge, loro monopolisti della montagna

Vi siete chiesti quale sia il vero obiettivo del CAI?
Alzi la mano chi crede davvero che i dirigenti del CAI che si stracciano le vesti e gridano al disastro ambientale causato dai mezzi motorizzati che percorrono mulattiere e sentieri siano sinceri quando sostengono che a spingerli a chiedere la nostra eliminazione sia l’amore per la montagna, la natura, l’ambiente!

(abbiamo detto I DIRIGENTI del CAI, non tutti quelli del CAI. Conosciamo bene e siamo amici di tantissimi iscritti e praticanti che non ragionano così, non ci odiano affatto e ci salutano cordialmente quando li incrociamo)

Da quando esiste, 150 anni, il CAI ha sempre avuto il monopolio nella gestione della montagna e di tutto il business ad esso legato, specie quello “facile” dei contributi pubblici.
Non ci credete? Non è un problema, vi basterà leggere un nostro recentissimo post e ne avrete un assaggio: https://www.facebook.com/enduro.terapia ... nref=story

Fino a che i “fuoristradisti” si accontentavano di scorrazzare per i “loro” percorsi, credendo di essere “fuorilegge”, pagavano sanzioni e subivano supinamente, andava per loro tutto bene. La montagna negli ultimi 50 anni non è certo stata deteriorata dai motori, specialmente in confronto alle opere edilizie gigantesche non sempre a basso impatto (stazioni sciistiche, linee ferroviarie, etc) e soprattutto all’abbandono, vero problema ora riconosciuto da tutti.
Tutto questo i dirigenti del CAI lo sanno benissimo e la situazione era ideale, come spesso accade ai monopolisti.

Poi cosa è successo?

Quei “delinquenti”, “incivili”, “sporchi” e “puzzolenti” fuoristradisti si sono ribellati, si sono messi a contestare le sanzioni, hanno iniziato a vincere i primi ricorsi, hanno iniziato pure a sostenere di avere dei diritti!
Recentemente poi hanno fatto accordi nazionali con il Corpo Forestale dello Stato, in Emilia Romagna si sono addirittura permessi di ostacolare l’ennesimo disegno di legge regionale sulla sentieristica preparato ad arte dal CAI, hanno convinto il legislatore regionale di non essere “dei fuori legge”, si sono dati “una ripulita e una profumata”, si sono messi a fare “i bravi ragazzi”, hanno ottenuto il sostegno di tantissimi amministratori locali che hanno certificato la loro valenza turistica, sostengono di essere delle risorse per il territorio ed hanno addirittura ottenuto un ruolo attivo nel Coordinamento Centrale della Rete Escursionistica!

Allarme rosso!!!! Se questi non sono più fuorilegge e sui “nostri" sentieri ci vanno molto più di noi, stai a vedere che andranno a chiedere alle istituzioni di poter collaborare nella gestione della montagna e dei suoi percorsi e ben presto scopriranno che il CAI da tempo memorabile viene finanziato per la manutenzione e, visto che in realtà ne fanno loro (di nascosto perché erano fuori legge) molta più del CAI e soprattutto gratuitamente, vorranno la loro parte, decretando la fine del nostro monopolio!

“Capo, come si può fare?
Bisogna assolutamente che restino dei fuori-legge! Le istituzioni non potranno fare patti con dei “delinquenti”!
Si ma capo, sembra che non siano fuori legge, c’è la Costituzione Italiana, ma soprattutto questi hanno ottenuto una sentenza della Cassazione che dice che, per il Codice della Strada, sentieri e mulattiere sono strade, che facciamo?
Facile, facciamo cambiare il Codice della Strada, loro “ritorneranno ad essere fuori-legge”, non si fermeranno certo davanti a nulla, continueranno a girare e lo faranno senza targa, senza rispettare più alcuna regola (chi se ne frega dei percorsi…, a noi interessano altre cose, o no??), dimostreranno di essere incivili, nessuno potrà dare loro compiti ufficiali e men che meno sovvenzionarli e… il nostro gioco è salvo e continua!
Bravo capo, hai ragione, bisogna cambiare il codice della strada!"

Vi pare inverosimile? A noi no, sappiamo tutti che è proprio così e lo sapevamo talmente bene che più volte abbiamo detto loro che a patto che smettessero di attentare alla nostra sopravvivenza, avremmo lasciato loro tutto il malloppo, ma non si sono accontentati e forse non ci hanno nemmeno creduto.

Vi preghiamo dunque di non commettere l’errore madornale di cadere nel loro tranello! Più noi ci comportiamo correttamente e più loro vanno in crisi poiché andiamo (per loro) nella direzione sbagliata, ovvero verso la legalità e non verso il “crimine”.

Il CER ora esiste, le federazioni e le leghe sono attente e decise a far valere i nostri diritti, faremo gruppo con i costruttori, i commercianti e tutte le aziende interessate all’indotto. Ci alleeremo con i cacciatori e tutti quelli che sono con noi, con tantissimi amministratori locali che sapendo bene chi siamo e cosa realmente facciamo, con i politici che già hanno aperto gli occhi sulla realtà, non su quello che il CAI ha fatto credere loro per troppo tempo, ma occorre che la categoria mostri che siamo maturati, siamo consapevoli dei nostri doveri e dei nostri diritti e li faremo valere a tutti i livelli.

Peace&Gas!

Con legalità e rinnovato ottimismo, vi dico di nuovo: dai che ce la facciamo!

il presidente
Max37

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Messaggio da rokes » dom 02 nov, 2014 3:59 am

angelofarina ha scritto:Mi spiace deludervi, ma il CAI si sta muovendo in direzione diametralmente opposta...
Dopo la colossale scornata che han subito qui in Emilia-Romagna, e la mezza batosta della Lombardia, stan cercando di correre ai ripari con un colpo magistrale: la modifica del Codice della Strada con pedonalizzazione "alla fonte" di sentieri e mulattiere...
Leggete qui, e meditate:

http://www.cai.it/index.php?id=31&tx_tt ... bc1f4d7d47
L'ipocrisia del presidente del CAI Umberto Maritni che prima sostiene e scrive:
(Testo tratto da Motociclismo.it 08/09/2014 Articolo di Michele Perrino)
ma l'uso dei mezzi motorizzati sui sentieri per scopi ricreativi è una pratica diffusa
e non si può non tenerne conto.
e poi nega tutto, anzi contrattacca a tutto spiano, è indecente.
Qualcuno, partendo dal comunicato stampa che rendeva noto l'incontro, ha sostenuto sulla stampa che da esso sia derivato un accordo: ciò è pura fantasia non c'è né ci sarà alcuna concessione o deroga sulla nostra posizione circa la frequentazione motorizzata contro la legge sui sentieri e mulattiere di montagna. Allo stesso modo non si è mai affermato che gli interessi di escursionisti e motociclisti siano equivalenti, anzi ribadisco che sono inconciliabili.
È una sporca mentalità, anche se lo stesso Umberto Maritni presidente del Cai: ammette:
considerati gli esiti delle recenti battaglie perse [...] quelle della Lombardia e dell'Emilia-Romagna
Con queste persone non ci può essere dialogo, ma scontro, giusto e battagliero, legale e giuridico.
Con chi ci scontriamo oggi? Con dei politicanti! È in voga oggi, e non sempre a torto, definire questa categoria come "nociva".
Fortunatamente molti dei loro iscritti non si riconoscono nelle loro istanze.
Sempre più sono coloro che non rinnovano la tessera, (io sono tra questi da oltre quarant'anni), ma quanti sono quelli
che sposano l'ideologia della reciproca tolleranza, del comune convivere la montagna (cavalieri, escursionisti, motoescursionisti,
montainbiker, quaddisti, 4x4)? Ebbene, molti di più di quelli che noi stessi crediamo.
Ma allora cosa fa paura al CAI? La presa di coscienza dei veri utenti della montagna. E come tutti i poltronari detentori
di un barcollante potere che vorrebbero onnipotente (ed economico €€€), non possono immaginare di perderlo. Poco a poco, la
roccaforte CAI si sta sbriciolando, Certo, non è ancora così visibilile, ma l'erosione c'è. Se l'isteria padroneggia nei capi è perché
si sentono attaccati, ammetto le sconfitte. Insomma, il pensiero unico del CAI fa sempre meno ricetta.
L'amante della montgna, pratica le ciaspole, ma anche il gatto delle nevi; prende l'elicottero per raggiungere le vette innevate
dei monti, ma usa il trial per scalare i monti; pratica il mountain bike, ma usa anche la moto da enduro; compra il 4x4, si
sposta con il quad per i monti, va a cavallo, caccia...
E questi del CAI pensano (e sperano) fermare tutto questo movimento?
I politici cominciano solo ora a quantificare quale importante risorsa economica rappresentiamo (i gestori delle malghe e dei rifugi
lo sanno già). Spetta a noi far massa, non solo come enduristi motoescursionisti motorizzati, ma noi inteso come "insieme" degli
utenti della montagna contrapposti alla politica totatitaria di una lobby che, cieca di fronte ad un mondo che cambia e prende
coscenza dei propri diritti, annaspando cerca di preservare il potere istituzionale ed economico.
Il futuro probabilmente ci darà ragione. Di certo solo questo: non sarà una battaglia facile, ma mettendoci tutti insieme, rappresentiamo
una forza certa. Un grande movimento alternativo, per pensiero e progetto economico, contrapposto a quello del vecchio e decrepito CAI.

Anonymous_22/02/12 18:51
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FMI e CAI: dialogo su fuoristrada, ambiente e montagna

Messaggio da Anonymous_22/02/12 18:51 » dom 02 nov, 2014 9:14 am

Mi fa un po' paura questa nuova trovata dei CAI... perché se riuscissero a renderci totalmente illegali, obbligandoci a girare in piccole "riserve" e togliendomi l'unico e ultimo hobby sano che mi è rimasto... piuttosto che fare l'indiano in pochi metri quadri, venderei la moto.

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Messaggio da angelofarina » mar 04 nov, 2014 1:16 pm

La risposta corretta comunque e' quella suggerita dal presidente del CER: legalita' totale...
Smettiamola di togliere il dB-killer, la targa, le frecce ed altri "orpelli" alle nostre moto. Rendiamoci tutti conto che il "fuoristrada" nulla ha a che fare col motoescursionismo, sport che si pratica unicamente SU STRADA, per quanto non asfaltata, e con moto DA STRADA.
Ovviamente oltre che alla moto "in regola" (e sui trial non e' facile), occorre che sia "in regola" anche, e soprattutto, il comportamento e lo stile di guida del pilota.
Questo e' facile da far accettare al motoalpinista, un po' meno al trialista (che solitamente guida in piedi ed esce dal sentiero per cercare il "passaggio estremo"), ed ancora piu' difficile all'endurista. Tuttavia, come l'esperienza di Enduroterapia e la nascita del CER hanno dimostrato, anche gran parte degli enduristi puo' essere "rieducata" ad un comportamento corretto. Le poche "bestie nere" recalcitranti al rispetto delle regole le stiamo isolando e mettendo in condizioni di fare poco danno...

Poi, entrando nello specifico, ovviamente nessun motoescursionista serio si sogna di proporre la percorribilita' in moto delle vie ferrate di alta quota o di sentieri a strapiombo sul baratro, la sicurezza va messa avanti a qualsiasi altra considerazione.
Il CAI a mio avviso fa bene a chiedere une tutela certa ed una pedolizzazione "nativa", senza bisogno di apporre cartelli di divieto conformi al CdS, per tali percorsi di alta quota. Se tale richiesta rimane confinata a tale ambito, allora nessuna persona di buon senso si opporra'.
Ma non se cercano di fare il giochino che avevano cercato di fare qui in Emilia Romagna, ove prima han pitturato di bianco/rosso (a spese della Regione) oltre 6000 km di percorsi (per l'80% assolutamente stradali, e per un buon 20% addirittura asfaltati), e poi han cercato di far passare un divieto generalizzato ad automatico a svolgere su di essi qualisiasi attivita' che non fosse l'escursionismo a piedi (vietando anche cavalli, slitte, mountain bikes, etc.).

Alla base di tuto cio' sta comunque una scelta tecnica e "politica" fatta dal CAI oltre 40 anni fa: al contrario di analoghe associazioni di altri paesi, il CAI non ha mai voluto creare una "gerarchia" o una "classificazione" dei propri sentieri. Se lo avesse fatto per tempo, ora i sentieri contenuti nel data-base del CAI sarebbero chiaramente suddivisibili in percorsi puramenti pedonali e percorsi "misti", e sarebbe facile per tutti imporre dei divieti solo la' ove essi sono giusti.
Invece, con la logica del "prendiamoci tutto", il CAI ha "segnalato" percorsi di ogni tipo, incluse strade aperte al traffico, piste ciclabili, strade vicinali e interpoderali, ippovie, etc.
Questo ora gli si sta ritorcendo contro, ovviamente si trattava di "appropriazione indebita".
Io spero che a valle di questa esperienza, resisi conto che la loro attuale posizione e' indifendibile, il CAI ripieghi sulla difesa dei soli percorsi di effettivo rilievo alpinistico (ferrate, etc.), lasciando che i normali percorsi stradali non asfaltati restino fruibili per tutti, e non solo per gli alpinisti.
Che peraltro li utilizzano sistematicamente, perche' la gran parte di loro sono cittadini, ed usano l'automobile per raggiungere i parcheggi "in quota", che evidentemente non costituiscono per il CAI alcun impatto ambientale, purche' la strada che li raggiunge venga ovviamente asfaltata...

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Messaggio da angelofarina » mar 04 nov, 2014 1:28 pm

D-max1978 ha scritto:Mi fa un po' paura questa nuova trovata dei CAI... perché se riuscissero a renderci totalmente illegali, obbligandoci a girare in piccole "riserve" e togliendomi l'unico e ultimo hobby sano che mi è rimasto... piuttosto che fare l'indiano in pochi metri quadri, venderei la moto.
Potrebbero forse anche vincere la battaglia, con la connivenza di politici corrotti a loro vicini. Ma la guerra non possono vincerla, per quello dovrebbero modificare la Costituzione.
Se infatti il Codice della Strada venisse modificato come proposto dal CAI, esso diventerebbe immediatamente incostituzionale, e dunque le modifiche verrebbero ben presto abrogate.
In materia di libera circolazione con i mezzi a motore, infatti, e' gia' intervenuta la Corte Costituzionale.
Leggete la seguente Sentenza n. 428 del 2004:
http://www.giurcost.org/decisioni/2004/0428s-04.html

"In ragione della capillare diffusione dei veicoli a motore, il fenomeno della mobilità di massa connota incisivamente sul piano economico, sociale e culturale l’attuale stadio di sviluppo della società; e comporta che la circolazione stradale esprima oggi una delle più rilevanti modalità di esercizio della libertà di movimento da un punto all’altro del territorio nazionale. In evidente correlazione con la proclamazione di principio di cui all’art. 16 della Costituzione, l’art. 120 vieta alla Regione di «adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose tra le Regioni»."

Tale sentenza gia' oggi rende del tutto inefficaci le leggi regionali che impongono divieti generalizzati di circolazione stradale, e puo' venire citata con successo in caso di ricorso a contravvenzioni elevate in virtu' di norme regionali, su percorsi non palesemente vietati mediante l'apposizione di cartelli di divieto conformi al CdS.
Sinche' il CAI non riuscira' a modificare la Costituzione, pertanto, la libera circolazione anche con mezzi a motore sull'intera rete stradale, tranne ove esplicitamente vietato, e' un diritto costituzionale, che non puo' venire abrogato da una modifica al Codice della Strada...

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