A passo d'uomo ?
Inviato: mer 20 mag, 2009 12:54 am
Lo ammetto sono un neo motoalpinista.
Per dirla tutta anche un motoalpinista della domenica, di quelli che pero' in 15 minuti di guida raggiungono quota 1.400 non tanto per abilita', quanto per favorevole posizione della "base" di partenza.
Fin dalla primissima uscita, mi sono trovato ad affrontare difficolta' non indifferenti (nella fattispecie un percorso con una spanna abbondante di fango).
Il mio mezzo, una alp200 di terza mano (ma ben tenuta!) ha saputo immediatamente stupirmi per l'incredibile trazione e la buona maneggevolezza.
Pero' dopo alcune uscite ho iniziato a sentirmi a disagio.
Mi sono ritrovato goffo nel lento, costante, quasi inesorabile procedere sui sentieri di montagna.
Ho improvvisato una guida piu' dinamica che prevedeva un po' di brio, qualche accenno di derapata, piccoli salti sui dossi piu' marcati.
In qualche modo ho riproposto i tecnicismi e la precisone tipici della guida di una moto stradale in chiave "alpinistica".
Come per magia ho ritrovato la concentrazione, riscoperto la guida non intesa come una rilassata percorrenza, ma come una serie di eventi distinti, coordinati tra loro volti a percorrere in modo rapido e fluido un percorso ricco di difficolta'.
Forse ho iniziato a tradire la filosofia motoalpinistica?
Faccio male a guidare rapidamente, mettendomi pressione e cercando di ottimizzare il superamento degli ostacoli curando stile ed efficienza?!?
Premetto che la condotta non pregiudica in alcun modo l'integrita' del tracciato o la tranquillita' degli altri escursionisti (rallentando drasticamente non appena intravedo anima viva).
Non mi interessa solo arrivare, gettare casco e giubbotto, e stendermi sull'erba. Mi piace anche arrivarci alla grande...
Sono un traditore ?!
Per dirla tutta anche un motoalpinista della domenica, di quelli che pero' in 15 minuti di guida raggiungono quota 1.400 non tanto per abilita', quanto per favorevole posizione della "base" di partenza.
Fin dalla primissima uscita, mi sono trovato ad affrontare difficolta' non indifferenti (nella fattispecie un percorso con una spanna abbondante di fango).
Il mio mezzo, una alp200 di terza mano (ma ben tenuta!) ha saputo immediatamente stupirmi per l'incredibile trazione e la buona maneggevolezza.
Pero' dopo alcune uscite ho iniziato a sentirmi a disagio.
Mi sono ritrovato goffo nel lento, costante, quasi inesorabile procedere sui sentieri di montagna.
Ho improvvisato una guida piu' dinamica che prevedeva un po' di brio, qualche accenno di derapata, piccoli salti sui dossi piu' marcati.
In qualche modo ho riproposto i tecnicismi e la precisone tipici della guida di una moto stradale in chiave "alpinistica".
Come per magia ho ritrovato la concentrazione, riscoperto la guida non intesa come una rilassata percorrenza, ma come una serie di eventi distinti, coordinati tra loro volti a percorrere in modo rapido e fluido un percorso ricco di difficolta'.
Forse ho iniziato a tradire la filosofia motoalpinistica?
Faccio male a guidare rapidamente, mettendomi pressione e cercando di ottimizzare il superamento degli ostacoli curando stile ed efficienza?!?
Premetto che la condotta non pregiudica in alcun modo l'integrita' del tracciato o la tranquillita' degli altri escursionisti (rallentando drasticamente non appena intravedo anima viva).
Non mi interessa solo arrivare, gettare casco e giubbotto, e stendermi sull'erba. Mi piace anche arrivarci alla grande...
Sono un traditore ?!