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Il senso dell’enduro: riflessioni

Pensieri, idee, ipotesi e modi di concepire le due ruote in tutte le varie espressioni. Come intendiamo l'andare in moto e perché. Come affrontiamo i miti, i luoghi comuni e i preconcetti che caratterizzano e a volte affliggono il motociclismo
SuperHank
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Il senso dell’enduro: riflessioni

Messaggio da SuperHank » lun 09 lug, 2007 4:58 pm

Mi piace il fuoristrada, quando vedo una enduro, che sia un modernissimo KTM EXC o una vecchia XT500 vorrei possederla, mi immagino le mulattiere più ostiche da superare o piacevoli sterrati da fare al trotto.
Se vedo una bicilindrica sogno viaggi intercontinentali, se vedo un trial mi immagino volare sulle creste delle valli.

Ma queste moto, e un certo modo di usarle, se visto da fuori mi delude.

1 settimana fa ero nella mia baita in montagna, ho sentito un rumore di moto risalire l’altro versante della valle, probabilmente era la solita compagnia con cui ho girato spesso, che parte dal paese giù in fondo; un boato continuo di scarichi a 4T, potente come un tuono, non so il numero delle moto, ma in meno di 4-5 di solito non sono mai.
Se l’ho trovato indisponente io, motociclista praticante ad un km e più di distanza, come potrebbero reagire persone indifferenti alle moto, magari passanti proprio sotto casa?

Domenica ero seduto in piazza a Valli del Pasubio, comune al centro della vallata ricca di percorsi off.
Mi sono passati davanti 3 enduristi su altrettante KTM a 4T, arancioni le moto, arancioni i piloti dai piedi al casco, neanche fossero “ufficiali”. Moto abbastanza rumorose, non so se gli scarichi fossero originali o “aperti”, divisa da marziano, sguardo invisibile sotto l’aggressivo casco da enduro.
Anche qui ho avuto una impressione negativa, come di una presenza totalmente avulsa al contesto del piccolo paese di montagna, nulla interazione con il contesto attorno, solo passare con i paraocchi su mulattiere e sentieri.
Noi enduristi non siamo per niente amichevoli, ne come abbigliamento, ne come moto, ne come guida; se ci vestissimo meno da gladiatori romani, se usassimo ancora i jet (ma qui la sicurezza dell’integrale non si può contraddire) se le moto non fossero cattive e rumorose, forse la pubblica opinione ci darebbe meno contro…

In piazza c’era anche una Alpetta 200 rossa, molto bella nella sua semplicità, il pilota in short e demi-jet è partito in silenzio, a momenti non sentito il motore, e per giunta aveva come passeggero una molto apprezzabile bionda: non solo non si da fastidio con l’Alp, pure si cucca!

Ciao
Alves

rxman
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Messaggio da rxman » lun 09 lug, 2007 8:38 pm

e gia, purtroppo è così.
un mio amico ha appena preso il beta m4, e la trovo molto bella, silenziosissima e divertente, la alp quindi sarebbe sicuramente un'ottima moto (visto che cambiano solo i cerchi e l'estetica).
ma tanto prenderò l'xr :D
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è capitato anche a me

Messaggio da pinof » lun 09 lug, 2007 9:11 pm

Alves, le tue considerazioni mi hanno colpito molto perchè, anche a me, è capitato, in determinate situazioni, di trovare fastidiosi vari fuoristradisti; in particolare, quando sei immerso in un ambiente naturale, ami ascoltare il nulla e silenzio di quell'ambiente e, certamente, il rombo di un due o quattro tempi infastidisce. Tuttavia, credo che l'ambiente sia di tutti, anche di chi ama scoprire quell'ambiente in sella a una moto, purchè cerchi di infastidire il meno possibile chi, come te, ama quel luogo: e allora ben vengano le moto silenziose, ben venga chi va a passo d'uomo e saluta chi incontra...
D'altra parte avete mai visto quanto i cavalli danneggino i sentieri che solitamente percorrono? Specialmente se c'è il fango, con il loro peso, lasciano delle impronte che rendono, a volte, impraticabile il percorso sul quale passeggiano. Eppure nessuno si azzarderebbe dire che chi pratica l'escursionismo a cavallo danneggia l'ambiente.
Cerchiamo, allora, tutti quanti , escursionisti in moto, in bici, a cavallo e a piedi di avere un occhio per ciò che ci circonda e tolleranza verso chi ha un fine comune al nostro ma un mezzo diverso.

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Messaggio da =navaho= » mar 10 lug, 2007 10:24 am

Io penso che il problema sia un altro; il bello (o meglio, il brutto) è che ci si ferma davanti al rombo di una moto mentre nessuno sembra considerare seriamente quegli inimmaginabili danni ambientali che quotidianamente vengono perpetrati ai danni del nostro pianeta, nel silenzio più assoluto e corresponsabile che ci sia.
Come si dice, vediamo la pagliuzza e ci sfugge la trave.
Cosa hanno risolto col recente G8?, NULLA DI NULLA; continuano a rimandare le date per fare qualcosa di serio ad un neanche tanto prossimo futuro (fra 50 anni sembra) quando da anni gli scienziati di mezzo mondo continuano ad informarci del dramma già irreversibile che si sta attuando sulle nostre teste. E siamo tutti coinvolti.
E' banale e già sentito, ma ugualmente mi chiedo: che razza di mondo lasciamo alle future generazioni, e quali maledizioni dovranno sopportare a causa della nostra silenziosa complicità?
IO MI SENTO COLPEVOLE!!!
Siamo solo noi...

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Messaggio da Fabio F » mar 10 lug, 2007 11:33 am

Oggi il fuoristrada ha bisogno di un forte senso di responsabilità se vuole continuare a coesistere con altri fruitori, se no guerre indiscriminate ci attendono ...
Domenica insieme ad altri due trialisti ed un endurista, abbiamo percorso un sentiero in moto; quando abbiamo incontrato gente, abbiamo chiesto il permesso (non era necessario, lo so) e ci siamo scusati per il disrturbo momentaneo. Abbiamo avuto in cambio sorrisi e qualche battuta spiritosa.

Dimenticavo: tutta la fase di discesa l'abbiamo fatta a motore spento (devo dire che mi è pure piaciuto ...).

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Messaggio da Ernesto » mar 10 lug, 2007 3:11 pm

Alves e Navaho, mi sembra stiate ponendo, a diversi livelli, lo stesso quesito: cosa puo' fare una persona responsabile di fronte al dilagare dell'irresponsabilita'?
Non credo ci sia necessariamente un conflitto tra la visione globale e quella locale: le vedo al contrario complementari e interdipendenti.

Come individui abbiamo il dovere, e fortunatamente anche il piacere, di acquisire consapevolezza nei confronti dell'impatto ambientale delle nostre azioni, evolvere verso comportamenti sempre piu' rispettosi del sistema di cui siamo parte scapestrata, e trasmettere questa consapevolezza a chi ci circonda.
Come elettori abbiamo il dovere di manifestare questi valori a dei rappresentanti che possano farsene carico con serieta', competenza e pragmatismo, al di la dei fanatismi, degli ideologismi, o peggio ancora degli opportunismi e dei giochi di potere.
Il primo elemento senza il secondo ha il fiato corto. Ma il secondo senza il primo e' puro nonsenso.
C'e' chi dice addirittura che che l'unico modo di effettuare scelte politiche che pesino e' quando vai a fare la spesa, e sono abbastanza d'accordo.

Cosa sta' in effetti minacciando il pianeta? Al di la del pendolo della stupidita' umana che ci porterebbe un giorno a coprire di fabbriche la terra e il giorno dopo a distruggerle tutte, quello che fa la differenza e' la tendenza di una parte del mondo a soggiacere alla schiavitu' del consumo, fatta per alimentare se stessa, che ci porta ad avere sempre di piu', ovviamente al prezzo piu' basso possibile, senza considerare dettagli come cosa ci serve veramente, chi e come sta producendo quello che noi chiediamo, e che conseguenze dirette e indirette ha questo su quelli che sono fuori dal vortice.

Siamo abituati a misurare il progresso con indici, vedi PIL, che si limitano a registrare la quantita' degli scambi economici, non certo la qualita della vita che ne deriva. Il motoalpinismo, come alternativa ad altre pratiche piu' "toste", non aumenta il PIL. La mafia e le inondazioni si.

Gli Stati Uniti, che ancora non hanno ratificato il Protocollo di Kyoto sulla limitazione dei gas serra, probabilmente lo fanno perche' pensano che fermare o anche solo rallentare il treno in corsa farebbe collassare il sistema. In parte e' probabilmente vero: siete disposti a vedere il valore dei vostri risparmi azionari calare del 50% oggi in cambio di un futuro meno grigio?
La Cina scommette che non saremo disposti, e cavalca la tigre della nostra sconsideratezza per aumentare il proprio potere, fornendoci in cambio fiumi di gadget e inquinamento.

Tornando agli smanettoni vestiti da marziani, non glielo ha insegnato la mamma a comportarsi cosi (be', magari ci avra' anche lei le sue colpe...), sono solo bersagli passivi dei modelli dominanti.
Ma non sono nostri nemici: dobbiamo cercare di vederli come qualcuno che ha avuto meno opportunita' di noi di guardarsi a lo specchio con la mente sgombra e, se ne siamo capaci, dargli una mano.

Io da sempre vado in moto con una giacchetta di pelle che e' letteralmente piu' vecchia di me, ma con qualche ricucitura sta ancora in piedi. La buonanima della vacchetta che ne ha fornito la pelle a quest'ora mi avra' forse perdonato.
E' pure un ricordo di famiglia, e anche come protezione finora se l'e' cavata bene. Gli sono a dir poco affezionato, ma questo (Cichetelo...) non lo vedo come una debolezza. L'unica cosa che mi scoccia un po e' che la gente possa considerarla una voluta eccentricita', anziche' semplicemente una cosa "giusta".

La mia giacchetta salvera' il mondo? Tenderei a dire di no. (aspettate pero' che vi parli dei miei stivali... :wink: )
L'ho voluta citare solo per dire che 48 anni di mancato consumo non sono necessariamente un problema. E che dobbiamo un po' imparare a difficare delle merci dove l'obsolescenza si misura in mesi, qualunque cosa dica l'esperto.

Per il resto possiamo solo augurarci che la gente ricominci a ragionare, e che scuola e famiglia si riapproprino con convinzione del loro ruolo di formazione.
E lunga vita a Motortrip! (scuola di vita e famiglia virtuale... :D )

SuperHank
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Messaggio da SuperHank » mar 10 lug, 2007 3:48 pm

Ernesto ha scritto:Alves e Navaho, mi sembra stiate ponendo, a diversi livelli, lo stesso quesito:


Quoto in toto, intervento apprezzatissimo!

Singolare come da una riflessione molto locale si sia finiti a parlare dei massimi sistemi.
Quello che volevo sottolineare con la mia riflessione iniziale è la dicotomia di sensazioni che trasmette l’enduro a chi vi è dentro e chi lo vede da fuori.
L’endurista si autodefinisce spesso vero amante della natura, profondo conoscitore del territorio, “pane e salame” cioè amante della osteria alla buona nel paesello, dove entra sozzo e infangato; però, a vederlo da fuori, con tute da “astronauta” e moto cattivissime, ai più pare un invasore spaziale, anche se va piano.

Anni fa aspettavo degli amici al casello dell’autostrada per condurli in un giro off, avevo il solito abbigliamento da off, con in più zainetto camel back e marsupio, e un signore anziano mi ha avvicinato per chiedermi, seriamente, se ero un….PARACADUTISTA! :lol: :lol: :lol:

Ciao
Alves

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Messaggio da joflo » mar 10 lug, 2007 7:05 pm

Ernesto ha scritto: ... Per il resto possiamo solo augurarci che la gente ricominci a ragionare, e che scuola e famiglia si riapproprino con convinzione del loro ruolo di formazione.
E lunga vita a Motortrip! (scuola di vita e famiglia virtuale... :D )
quoto ciò che dici!! Scuola e famiglia spesso sono in contrapposizione ed ognuna di esse accusa l'altra di non essere un buon educatore e di rimandare all'altra l'importante ruolo dell'educatore! ma perchè non convincersi che lavorare in sinergia porterebbe sicuramente ad un risultato migliore? e poi nn dimentichiamoci che i destinatari di tali attenzioni ed i soggetti "passivi" di questa accesa diatriba ... sono i nostri figli: IL NOSTRO FUTURO!!! :D

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moto riflessione marziani

Messaggio da joflo » mar 10 lug, 2007 7:09 pm

MARZIANI: oppure cavalieri dei tempi moderni??? :lol: e poi una cosa veramente sconcertante, avete mai notato l'incedere di un endurista? (inteso come colui che indossa stivali da off-road) con indosso casco ed occhiale!!! CHE PAURA!!! :lol: :lol: Jo

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Messaggio da Ernesto » mar 10 lug, 2007 7:18 pm

SuperHank ha scritto:Quello che volevo sottolineare con la mia riflessione iniziale è la dicotomia di sensazioni che trasmette l’enduro a chi vi è dentro e chi lo vede da fuori.
L’endurista si autodefinisce spesso vero amante della natura, profondo conoscitore del territorio, “pane e salame” cioè amante della osteria alla buona nel paesello, dove entra sozzo e infangato; però, a vederlo da fuori, con tute da “astronauta” e moto cattivissime, ai più pare un invasore spaziale, anche se va piano.
Probabilmente pure il cacciatore con doppietta e cartuccera si considera un vero amante della natura, e sicuramente rispetto ad una superpetroliera non gli si puo' dar torto. Pero' la gente intorno non lo percepisce come tale. E' quello che in psicologia si definisce "logic bubble": finche' sei dentro un sistema di riferimento ti senti sicuro delle tue posizioni, ti pare pure di vedere chiaramente intorno a te, e compatisci pazientemente (o meno) qui poveri mentecatti che stanno fuori dalla bolla.
Succede a tutti noi, in misura maggiore o minore. L'unico antidoto che conosco e mantenere sempre un margine di dubbio anche nei confronti delle nostre stesse convinzioni. E smetterla di fare interventi chilometrici nei forum... :wink:
SuperHank ha scritto:il pilota in short e demi-jet è partito in silenzio, a momenti non sentito il motore, e per giunta aveva come passeggero una molto apprezzabile bionda: non solo non si da fastidio con l’Alp, pure si cucca!
Non ho ancora dati certi in materia, ma e' chiaro che questo e' il fine ultimo a cui tutto tende (cavoli, vogliamo o no vivere in linea con la natura...!?)
Ti terro' informato.

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