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Yin yang, o sull'equilibrio

Pensieri, idee, ipotesi e modi di concepire le due ruote in tutte le varie espressioni. Come intendiamo l'andare in moto e perché. Come affrontiamo i miti, i luoghi comuni e i preconcetti che caratterizzano e a volte affliggono il motociclismo
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carlo
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Messaggio da carlo » mar 22 feb, 2011 7:54 pm

nolimit ha scritto:La grandezza di chi ha dato un colpo alla ruota dell'umanità sta nell'osare.
prova solo a pensare quante similitudini usiamo per mostrare poco apprezzamento verso qualcuno: sono quasi tutte appartenenti ad animali in fondo alla catena alimentare o cosa di poco conto. Come chi si tira indietro pur sapendo che ce la potrebbe fare. pigrizia, codardia, insicurezza, problemi suoi. Vero o no?
Vero. Pero', egoisticamente, preferisco osare solo quando ho una ragionevole certezza di non rimetterci parti
del corpo. Non che non ci sia grandezza nel rischiare fisicamente. Pero' e' una cosa che non mi attira granche'. Tutto
dipende dal tuo punto di equilibrio ;)
ma dove volevo arrivare? Ah si... per divertirsi occorre rompere qualche equilibrio. :wink:
ognuno e' libero di divertirsi come meglio crede, per fortuna. Per quanto mi riguarda, io mi diverto di piu' se dopo
non devo raccogliere pezzi di me stesso :mrgreen:
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Messaggio da nolimit » mar 22 feb, 2011 9:29 pm

Quindi, usando un paradosso, nel fare il proprio lavoro un bancario potrebbe divertirsi e gratificarsi più che un pilota dell'aeronautica?

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Messaggio da carlo » mer 23 feb, 2011 3:30 pm

Io ho sempre pensato che lavorare in banca fosse la cosa piu' noiosa del mondo... ma magari sono solo prevenuto. Certo e'
che non sembra molto divertente. Fare il pilota dell'aeronautica sembra molto piu' divertente... finche' non ti mandano in
guerra. Non l'ho mai sperimentato personalmente, ma ho questo pregiudizio secondo il quale qualsiasi cosa cessa di essere
divertente se ti sparano addosso. :mrgreen: Emozionante sicuramente, un ottimo argomento di conversazione e una bellissima
storia da raccontare ai nipotini, ma divertente proprio no.

Per fare un esempio su cose di cui ho esperienza diretta: nelle escursioni in montagna mi diverte fare percorsi
faticosi, mi diverte dormire all'aperto sulla neve (qui, merce rara) e al freddo, mi diverte incasinarmi come un
cinghiale alla ricerca del percorso giusto, mi diverte anche ritrovarmi sotto una grandinata epocale e inzupparmi fino
ad avere i piedi che nuotano negli scarponi. Mi diverte molto meno non ritrovare la via d'uscita da una grotta quando si
avvicina il tramonto in un posto poco battuto e nessuno sa che sono li'; ancora meno trovarmi su un sentierino tagliato
nel fianco di una montagna con una frana che mi sta arrivando contro dall'alto. Insommma, un giusto equilibrio tra un
bancario e un pilota kamikaze. ;) :lol:
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Messaggio da Tobitaka61 » mer 23 feb, 2011 8:22 pm

carlo ha scritto:Io ho sempre pensato che lavorare in banca fosse la cosa piu' noiosa del mondo... ma magari sono solo prevenuto. Certo e'
che non sembra molto divertente. Fare il pilota dell'aeronautica sembra molto piu' divertente... finche' non ti mandano in
guerra. Non l'ho mai sperimentato personalmente, ma ho questo pregiudizio secondo il quale qualsiasi cosa cessa di essere
divertente se ti sparano addosso. :mrgreen: Emozionante sicuramente, un ottimo argomento di conversazione e una bellissima
storia da raccontare ai nipotini, ma divertente proprio no.

Per fare un esempio su cose di cui ho esperienza diretta: nelle escursioni in montagna mi diverte fare percorsi
faticosi, mi diverte dormire all'aperto sulla neve (qui, merce rara) e al freddo, mi diverte incasinarmi come un
cinghiale alla ricerca del percorso giusto, mi diverte anche ritrovarmi sotto una grandinata epocale e inzupparmi fino
ad avere i piedi che nuotano negli scarponi. Mi diverte molto meno non ritrovare la via d'uscita da una grotta quando si
avvicina il tramonto in un posto poco battuto e nessuno sa che sono li'; ancora meno trovarmi su un sentierino tagliato
nel fianco di una montagna con una frana che mi sta arrivando contro dall'alto. Insommma, un giusto equilibrio tra un
bancario e un pilota kamikaze. ;) :lol:
quoto

ma volevo portare alla vostra attenzione miei cari pensatori...

l'equilibrio, è faticosissimo da mantenere e da preservare. A volte troppo.
Quindi vi chiedo: l'equilibrio si ha o si va a cercare? E se si cerca, conviene davvero? o sarebbe meglio lasciarsi andare?

secondo me fa parte di noi, grazie all'ambiente in cui siamo cresciuti, all'educazione ed in parte certamente anche ai geni (o al karma per chi ci crede)
insomma secondo me l'equilibrio è soprattutto una conseguenza, la diapositiva finale, come in natura.
Spero di essermi spiegato...
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Messaggio da husqvarna100 » mer 23 feb, 2011 8:52 pm

Non esiste l'equilibrio valido per tutti.
E' sempre qualcosa di intimo,di molto personale.
Il mio non sara' mai uguale al tuo.
Tutti noi collochiamo l'asticella dell'equilibrio sempre piu' in alto.
Cio' che ti sembrava irraggiungibile e non percorribile,con una maggior e
diversa esperienza,ti sembrera' un gioco e sposterai di conseguenza la
tua asticella piu' in alto.
Via cosi' per tutta la vita.
Chi si ferma e' destinato a non crescere e,a mio avviso,rimane immaturo
in compagnia dei suoi timori e delle sue paure infantili.
La paura del buio,dell'abbandono ecc. ecc. ecc.

Claudio

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Messaggio da Tobitaka61 » mer 23 feb, 2011 9:15 pm

infatti..
non a caso quando i problemi sono troppo grossi o chi li affronta è troppo debole o non ha coraggio si ferma e rimane immaturo, spesso nel vero senso della parola!

“Per mantenere il mio equilibrio mi occorre andar forte, mi è necessario portare sempre la vettura al limite. Se rallento appena un poco comincio a commettere alcuni errori, quindi sono in una situazione migliore quando spingo a fondo.”

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che bella la pista...ma quì sono in minoranza ihihihiiih :)
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Messaggio da Ernesto » gio 24 feb, 2011 3:25 am

Bello questo post. Un po' fluttuante nelle argomentazioni, forse bello per questo.
Qualche commento sparso su alcune cose che mi hanno colpito.
Non sono del tutto d'accordo con Ciaccia su la moto come amplificatore delle emozioni: è più che altro un amplificatore del nostro corpo, dei nostri arti. Le emozioni vengono di conseguenza. Quando saliamo in moto siamo come il protagonista di Avatar, il soldato paralitico che si risveglia proiettato nel suo possente alter-ego nuviano, e quasi impazzisce per la gioia. All'inizio è comprensibilmente irrefrenabile, e combina qualche sfracello. Poi nel tempo trova il suo equilibrio. Certo non statico, visto quello che succede nelle 2 ore successive di film.
L'equilibrio è soggettivo: quello che è equilibrato per me è spericolato per un principiante e soporifero per un gran manico. Questo almeno motociclisticamente parlando. Ma in generale è giusto e necessario esagerare?
Bella la domanda di Tobitaka: "l'equilibrio si ha o si va a cercare?". Non penso si possa cercare. Si deve cercare se stessi, provare a capire la nostra reale essenza, i nostri veri bisogni, distinguendoli da quelli indotti. Questa ricerca può passare per le esagerazioni, fa parte del gioco. Ma di nuovo sono il mezzo, non il fine. Perseguirle sistematicamente serve solo a stordirci, di adrenalina o di qualsiasi altra "droga", e la luce si affievolisce.
Capire se stessi invece porta poi naturalmente all'equilibrio. E questo equilibrio è la base di ogni nuova vera impresa, altro che pantofole...!

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Messaggio da nolimit » gio 24 feb, 2011 4:46 pm

Ci sono due specie di persone. Ci sono quelli che vivono, giocano e muoiono. E ci sono quelli che si tengono in equilibrio sul crinale della vita. Ci sono gli attori. E ci sono i funamboli.
E teniamo presente che per un funambolo, più che per ogni altro, l'equilibrio è tutto.... mi pare sufficiente.

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Messaggio da carlo » gio 24 feb, 2011 6:18 pm

Speravo che Ernesto, che piu' di ogni altro ha ispirato questo post, partecipasse alla discussione, e il risultato non mi ha
deluso:
Ernesto ha scritto:Bella la domanda di Tobitaka: "l'equilibrio si ha o si va a cercare?". Non penso si possa cercare. Si deve cercare se stessi, provare a capire la nostra reale essenza
[CUT]
Capire se stessi invece porta poi naturalmente all'equilibrio.
L'idea di scrivere questa cosa mi e' venuta mentre frugavo tra i messaggi della sezione Moto-Filosofia. Quello che
volevo fare era individuare le idee che caratterizzano questo forum, con l'obiettivo di buttare giu' una bozza del Manifesto
di MotorTrip, di cui si era parlato in altra sede. Partendo dal cercare di capire l'essenza del forum siamo ora arrivati
alla necessita' di capire se stessi. Se non e' serendipita' questa... :D
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Messaggio da anALPhaBETA » dom 27 feb, 2011 5:36 am

husqvarna100 ha scritto: Chi si ferma e' destinato a non crescere e,a mio avviso,rimane immaturo
in compagnia dei suoi timori e delle sue paure infantili.
La paura del buio,dell'abbandono ecc. ecc. ecc.

Claudio
PAURA ... ma esiste il coraggio?
Io non ricordo ma credo che quando mi sono sentita spingere fuori ho avuto paura;
in compenso ricordo di aver avuto paura all'asilo, il primo giorno di scuola, paura agli esami e per le vaccinazioni, paura dell'ospedale e delle operazioni, paura al lavoro e ai concosi, paura del primo bacio, paura per ogni figlio ... paura che finisse la mia vita senza aver messo a tacere l'assillante desiderio del cuore e poi ancora paura per la ghiaia e lo sconnesso ...
Ringrazio Iddio perché "le teste" sono tante e fintanto ci saranno altrettanti saranno i pensieri e le convinzioni, la mia ad esempio è quella di essere assolutamente fuori posto in questo forum, ma tant'è visto che ho il diffetto di affezionarmi non resisto e ogni tanto inserisco in questa sezione più libera, senza ombra di dubbio a sproposito ma contando nella pazienza e bontà degli utenti.
Esiste il coraggio vi chiedo? Perché io penso non sia un aspetto della vita che fa parte della vita; come pasticcio io con le parole pochi ci riescono! a mia discolpa oso dire che per quanto mi riguarda appartengono alla vita paura e desiderio e non il coraggio, credo sia la tensione tra queste due forze che genera un movimento in avanti, di stallo o di retrocessione, concordo che l'equilibrio è soggettivo perché non conosco l'equilibrio degli altri, per me l'equilibrio è la logica della scelta dettata dal risultato della tensione delle forze in campo.
Quanto è grande il desiderio? più sarà grande di più si accetteranno le possibili eventuali complicazioni.
Sicuramente vedo in maniera limitata e soggettiva e voi gentilmente mi allargherete gli orizzonti, per il momento noto diversi tipi di moto: stradali, custom, sbk, enduro, trial e ammirandole noto in esse il desiderio dei proprietari,
e se l'ardente desiderio è quello di andare dove anche a piedi si arriva con estrema difficoltà saranno moto di un certo tipo, enduro invece se il desiderio è velocità e percorso sterrato, supermotard se limitato l'off, altre moto se si anela alla velocità su pista asfaltata, per quelli come me che desiderano evasione ci sono le "moto da passeggio" per altri che "macinano" chilometri e anelano vedere luoghi lontani moto con spiccate caratteristiche a seconda dell'utilizzo principale.
E il vero valore della mia vita non è il desiderio ma la paura
quella che ho accettato di sopportare per il desiderio di abbracciare i miei bimbi
quella che ho affrontato quando di nascosto ho comperato il mio sogno immaginando bene cosa avrei dovuto subire con il marito
quella che mi ha bolccato sulla ghiaia perché non accettando la limitazione ho comperato birba
... e ora che non ho più paura sulla ghiaia ho paura di non riuscire a gestire difficoltà più grandi di me, ho paura di non essere puntuale al lavoro o, se fratturata, pesare sui famigliari così me ne vado a piedi a saggiare la strada per aver un minimo di garanzia.
ardente desiderio mi spinge in solitaria su percorsi solitari, la solitaria giustamente condannata in questo forum regala l'emozione di rimanere in intimità con i propri pensieri quando anche questi sono soffocati dal quotidiano
ma più ardente è il desiderio di continuare per più anni possibile a godere di questa fuga dal reale, di questa "ora di aria" perciò, in attesa di quando giungerà l'inevitabile paura della morte se "dentro" non me la sento rimando ad altra data o desisto
non sentendo trasporto per i percorsi che la coscienza di ciò che valgo sconsiglia nemmeno li desidero e "l'asticella" sta bene dov'è.
Non mi vanto mai perché non ho nulla da vantarmi riconoscendo la mia pochezza in ogni campo ma di una cosa io vado fiera ed è la mia paura, quella situazione a volte paralizzante con la quale convivo da sempre e se essa mi ha impedito di diventare "grande" agli occhi del mondo non di meno mi ha reso grande agli occhi miei perché solo io conosco le difficoltà che ho affrontato.
A mio più modesto parere alcune "Donne" dovrebbero fare un "attimino" di pratica prima di "scrivere" certe "sentenze ingiuste" ...

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