moto trekking e rispetto: tentativo di decalogo
Inviato: dom 10 feb, 2013 12:52 am
Sono sempre più alla ricerca di un etica circa questa mia seconda era da motociclista.
Sono stato un bimbo molto fortunato, tanto da aver avuto in dono da mio padre la prima moto da molto piccolo. Poi le cose sono cambiate ma non ho mai rinunciato alla moto sebbene con moltissimi sacrifici in passato. Poi ho scoperto la montagna da trekker e quindi da bicialpinista e sci alpinista sospendendo la passione per i motori per quasi 10anni - la trovavo davvero in scarsissima sintonia con la montagna, e della montagna non saprei davvero più farne a meno.
Tutto questo sino al giorno in cui ho visto per la prima volta una creazione di un signore della provincia di Padova!
Ora sono alle prese con la mia coscienza montana e questa rinnovata passione per il motoalpinismo, motivo per il quale mi sto dando delle precise regole che vorrei condividere con voi.
In ordine sparso il mio quasi-decalogo.
Si va piano. Tutti sanno girare la manopola del gas, più difficile sapere regolare quella del rispetto per l'ambiente.
Gomme da trial è bello.
No alle derapate sui sentieri e sulle strade di montagna.
Quando è possibile da un punta di vista della sicurezza, discesa a motore spento.
Massimo rispetto dei fruitori della montagna non motorizzati - velocità moderata, poco chiasso, cedere il passo, spegnere il motore mentre lo si fa.
Nessunissimo rifiuto in giro - a partire dai mozziconi - e dato che lo zaino è trasportato dalla moto, portare ad ogni gita a casa qualche rifiuto trovato dove non dovrebbero essercene.
Nessunissima forma di pubblicità alle zone frequentate: la montagna o la conosci e la fruisci o niente tracce gps in rete per permettere a chiunque di fare gli stessi giri.
Limite della decenza alla propria presenza: sopra una certa altitudine non ci voglio andare; passi per i poveri bassa valle fortemente antropizzati ma dove la natura cerca di sopravviverci diamole una mano a farlo.
Spero di non aver urtato la sensibilità di molti tra voi e attendo con piacere vostre eventuali considerazioni e integrazioni.
Viva la montagna!
Sono stato un bimbo molto fortunato, tanto da aver avuto in dono da mio padre la prima moto da molto piccolo. Poi le cose sono cambiate ma non ho mai rinunciato alla moto sebbene con moltissimi sacrifici in passato. Poi ho scoperto la montagna da trekker e quindi da bicialpinista e sci alpinista sospendendo la passione per i motori per quasi 10anni - la trovavo davvero in scarsissima sintonia con la montagna, e della montagna non saprei davvero più farne a meno.
Tutto questo sino al giorno in cui ho visto per la prima volta una creazione di un signore della provincia di Padova!
Ora sono alle prese con la mia coscienza montana e questa rinnovata passione per il motoalpinismo, motivo per il quale mi sto dando delle precise regole che vorrei condividere con voi.
In ordine sparso il mio quasi-decalogo.
Si va piano. Tutti sanno girare la manopola del gas, più difficile sapere regolare quella del rispetto per l'ambiente.
Gomme da trial è bello.
No alle derapate sui sentieri e sulle strade di montagna.
Quando è possibile da un punta di vista della sicurezza, discesa a motore spento.
Massimo rispetto dei fruitori della montagna non motorizzati - velocità moderata, poco chiasso, cedere il passo, spegnere il motore mentre lo si fa.
Nessunissimo rifiuto in giro - a partire dai mozziconi - e dato che lo zaino è trasportato dalla moto, portare ad ogni gita a casa qualche rifiuto trovato dove non dovrebbero essercene.
Nessunissima forma di pubblicità alle zone frequentate: la montagna o la conosci e la fruisci o niente tracce gps in rete per permettere a chiunque di fare gli stessi giri.
Limite della decenza alla propria presenza: sopra una certa altitudine non ci voglio andare; passi per i poveri bassa valle fortemente antropizzati ma dove la natura cerca di sopravviverci diamole una mano a farlo.
Spero di non aver urtato la sensibilità di molti tra voi e attendo con piacere vostre eventuali considerazioni e integrazioni.
Viva la montagna!