Mia moglie ha digiunato con me, e purtroppo anche lei è ancora viva. Non so più cosa inventarmi per liberarmene...
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Un libro è disponibile gratuitamente, a cercarlo, sul Web, di un naturopata americano di nome Herbert Shelton dal titolo "Il digiuno può salvarvi la vita", e poi mi sono comprato, a dieci euro su ebay, un libro di Breuss, "Cancro e leucemia" altro naturopata austriaco molto conosciuto, tanto che la svizzera Biotta ha un suo succo (orrendo) di bietole patate e mi pare carote in vendita, che noi però non abbiamo voluto bere. Ci sono duecentocinquantamila cartelle cliniche attestate dai medici di guarigioni ritenute impossibili, ma mai pubblicizzate perché il digiuno non rappresenta un affare economicamente conveniente per la scienza allopatica. Il nostro organismo ha un'intelligenza organica la quale, per essere messa in grado di attivare i suoi automatismi di auto guarigione, deve trovarsi in una situazione di riposo dove le energie saranno impiegate a recuperare gli equilibri andati persi. Le scorte di grasso e proteine sono, anche nelle persone di peso normale, sufficienti per mantenere il corpo in vita per circa tre mesi, bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno è però necessario, meglio se sono tisane che aiutano i reni e il fegato perché durante il digiuno l'apparato digerente si trasforma in escretore. Dopo tre-quattro giorni di iniziale sofferenza la fame scompare del tutto per lasciar posto a un benessere diffuso, energia fisica accompagnata da lucidità mentale. Si può tranquillamente lavorare, ma sarebbe opportuno non esagerare come ho dovuto fare io a causa della stagione dell'orto che è stata concomitante al digiunare. Il meccanismo degli zuccheri, dei quali abbiamo scorte solo per un paio di giorni è singolare, perché il corpo al posto di zuccheri trasforma i chetoni (acetone) che sono normalmente tossici e che si sviluppano quando si digiuna. È per questo che il sistema nervoso, che utilizza zuccheri, non subisce alcun mutamento, mentre fegato, milza, muscoli diminuiscono in una percentuale a volte superiore al 50%. Non sono le fibre a perdersi, ma i grassi e le scorte contenute in ogni singola cellula, che spesso sono accumuli di tossine. Si evacuano un paio di stronzetti grandi quanto una falange e, in due mesi, sarò andato di corpo cinque o sei volte. Il controllo attivo della propria mente sull'organismo ha un che di affascinante e richiede volontà e attenzione superiore a quella necessaria per superare un muretto di un metro e mezzo con la moto, ma i risultati sono pure loro decisamente più soddisfacenti. I dolori alle spalle mi sono passati dopo solo dieci giorni che non mi cibavo, spariti i problemi circolatori superficiali e teleangectasie conseguenti a tutti i numerosi traumi che, insieme alle mie ventinove fratture ossee, avevo accumulato negli anni per colpa del mio carattere poco riflessivo e della paura che ho sempre avuto di provare paura. Questo inverno ripeterò l'esperienza, ma stavolta sapendo a cosa vado incontro. Problemi vecchi che danno patologie vecchie necessitano più di un digiuno per guarire completamente e il processo straordinario di ringiovanimento avuto mi ha convinto valga la pena di rifare questa esperienza così al di fuori della comune routine di vita. Ah, almeno nel mio caso la sessualità è stata mortificata dal digiunare e anche quella della mia consorte, ma ora tutto è tornato alla auspicata normalità e ci rincorriamo a vicenda, anche se, forse, per ragioni differenti...
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Ultima cosa: il reintegro alimentare va fatto con molta cautela e per una settimana si consuma solo frutta, e in modica quantità, altrimenti non avendo acidi della digestione né enzimi si finisce all'ospedale.
Incantato è bello solo se non si è la manopola del gas...