Vorrei rispondere con un esempio specificio con cui ho una certa familiarita'. Vicino a Cagliari c'e' un'importante zona
umida, lo stagno di S.Gilla:
http://it.wikipedia.org/wiki/Stagno_di_Cagliari .
La maggior parte della gente probabilmente non vede niente di bello o degno di conservazione in uno stagno, e del resto
fino a pochi anni fa la bonifica degli stagni e paludi era considerata una cosa positiva, pero' da un punto di vista
naturalistico sono aree importantissime, tant'e' che e' prevista una convenzione internazionale (convenzione di Ramsar:
http://it.wikipedia.org/wiki/Convenzione_di_Ramsar
) per la conservazione di alcune delle zone umide piu' importanti, tra cui appunto S.Gilla. Bene, mentre altri stati
(non parlo di Marte, ma penso alla Francia con la Camargue) le proteggono e le valorizzano dal punto di vista turistico,
qui da noi ne hanno sventrato un pezzo per metterci il Porto Canale, ci hanno messo un inceneritore (o
termovalorizzatore che dir si voglia), ci fanno passare strade e linee dell'alta tensione (pericolose per alcune specie
di uccelli tipiche di queste zone, come i fenicotteri:
http://www.nationalgeographic.it/dal-gi ... ia-134341/
http://www.animalitalia.it/Rassegna_Sta ... ifauna.htm
), e infine ci hanno messo anche la sede dell'azienda dove lavoro io.
Ora, uno puo' accettare passivamente tutte queste cose. Ma qualcun altro puo' chiedersi se la conservazione di
quest'area e' stata mai presa in considerazione ogni volta che e' stato deciso di realizzare una di queste opere,
giungere alla conclusione che i criteri utilizzati erano altri e dire, secondo me legittimamente, che e' stata fatta una
scelta sbagliata, o quantomeno miope.
Ma le alternative? Be', io non conosco le leggi relative agli inceneritori e ai porti, non ho idea dei costi coinvolti e
di quanto impatti sulla costruzione/gestione/quant'altro metterli in un posto piuttosto che in un altro, ma del resto io
faccio un altro lavoro e non potrei fare una proposta ragionevole. Mi aspetto pero' che le persone deputate a questo
compito siano in grado di farla e pretendo che la facciano con ragionevolezza e onesta', considerando tutti gli elementi
in gioco. Se uno di questi elementi (la conservazione dell'ambiente naturale) non viene preso in considerazione mi
sembra doveroso, piu' che legittimo, protestare e dire no per far si' che a questo elemento sia dato il giusto peso.
D'altra parte mi pare che a dire di no siamo in tanti quando si parla di limitare l'accesso alle moto su mulattiere e
sentieri. Non e' la stessa cosa? Chi prende quelle decisioni viene incontro ai desideri di tante persone e ignora i
nostri. O e' legittimo avere sempre la possibilita' di dissentire o e' sempre sbagliato. Ma, se non si accetta il
diritto della gente a contestare e dire di no, implicitamente si assume che qualcun altro abbia per definizione
ragione. Siamo sicuri che e' quello che vogliamo?