Messaggio
da SuperHank » mar 03 giu, 2008 6:12 pm
Ciao,
ne approfitto di questa discussione per darti il benvenuto, invece del saluto nella più canonica sezione apposita.
Ho letto di là che, pur essendo trevisano, frequenti le zone dell’alto vicentino dove abito.
Nelle Prealpi venete si riesce ancora a fare enduro e moto alpinismo, ma solo in modo semiclandestino.
Mi spiego.
Sterrate:
carrabili da auto normali e da 4x4, ce ne sono ancora di aperte al traffico motorizzato e sopravvissute all’asfaltatura. Quando c’è il divieto di solito hanno la tabella, non c’è scampo ne possibilità di errore.
Carrarecce:
si entra nel limbo; sono strade boschive e interpoderali, quelle vie usate da boscaioli, proprietari di fondi, agricoltori, ecc., percorsi agibili da 4x4 e trattori.
Puoi trovare cartelli di divieto, sbarre, cartelli di proprietà privata, pali messi di traverso: il messaggio è chiaro, sono vietate.
Ma se non c’è nulla di quanto sopra? Beh, difficile dirlo…potrebbero anche essere legali, ma non è detto che l’assenza del cartello sia una certezza di percorribilità: mica i comuni e province possono tabellare tutte le vie!
Per esempio in un paese dei Berici, ma anche dalle parti del monte Cesen, ho visto cartelli piantati su asfalto che vietano il “passaggio di mezzi fuoristrada su tutto il territorio…”: bel casino!
In ogni caso è sempre un vantaggio che non ci sia un cartello esplicito, se si viene fermati si può accampare come scusa che non si sapeva che c’era il divieto!
Sentieri:
idem come le carrarecce, alcuni hanno il divieto inteso come cartello, altri no.
Ma in questo caso si può star certi che sono tutti vietati; sono percorsi fisicamente agibili solo a camminatori, bici, cavalli e moto, e le ultime non sono ammesse, anzi spesso capita (soprattutto in Trentino) che ci siano sentieri vietati anche a MB e cavalli!
Se non c’è un cartello esplicito, si può accampare sempre come scusa che non si sapeva che c’era il divieto, ma è difficile farsi credere!
Questa situazione è comune a tutto il Triveneto, anzi il Trentino Alto Adige, Friuli e zone turistiche del Veneto (tipo il Baldo, gli Euganei o il Cadore) è anche peggio: più divieti, più cartelli espliciti, più controlli.
I tuoi dubbi su targa frecce sono ininfluenti rispetto alla percezione che gli altri frequentatori dei boschi hanno di noi: l’unica cosa che conta è lo scarico silenziato e l’evitare la guida aggressiva in presenza di gente.
Nel malaugurato caso che si venga fermati dalle forze dell’ordine la cosa cambia: avere una moto perfettamente in regola aiuta a contenere l’irritazione delle guardie e la relativa multa!
Le cose stanno peggiorando anche da me.
Nel mese di maggio sono apparsi 5 articoli contro le moto nei boschi.
Un articolo era riferito alle proteste del CAI contro la gara di Trial a Recoaro Terme; un altro contro le moto nelle contrade di Valli del Pasubio; i restanti 3 contro le moto nei boschi sopra Schio, dove un comitato di cittadini, sorto per sistemare e tutelare i sentieri, ha protestato contro le moto che distruggono i sentieri.
Se li recupero posto tutti gli articoli.
Qualcuno ha protestato un po’ troppo, arrivando a cospargere i sentieri con chiodi e lame!
Il caso è scoppiato, con replica dei motoclub di trialisti ed enduristi della città.
Un disastro.
Io con la moto sono fermo in questo momento per ragioni personali, ma appena la riprenderò mi guarderò ben bene dal girare sopra casa.
Mi sa che Schio è meglio s ci vieni solo per farti “do goti ai Do Mori”!
Ciao
Alves