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quella volta che pensai di vendere la MULTIUSO

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tanta robbbba
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quella volta che pensai di vendere la MULTIUSO

Messaggio da tanta robbbba » mar 12 apr, 2016 2:59 pm

quanto segue è una sorta di lettera aperta indirizzata ad Umberto Borile e Gianmaria che ho il piacere di condividere con chi avrà la voglia&pazienza di leggere - chiedo scusa in anticipo per lo strabordante sentimento d'amore per la MULTIUSO, al riguardo non sono obbiettivo ma nemmeno vorrei esserlo



Ciao Umberto e GianMaria,

non posso nascondermi dietro un dito: c’ho pensato, eccome se c’ho pensato. Non saprei dirvi come è nato tutto questo, so solo che lei, l’Altra, ha cominciato ad insinuarsi tra le mie lenzuola: non richiesta ma nemmeno respinta…

Di fatto non l’avevo mai vista dal vivo ma molti segnali mi parlavano di lei direttamente o indirettamente. Fatale fu una rivista dedicata all’offroad che acquistai qualche settimana fa a Barcellona dove appariva con tutta la sua carica erotica. Riuscì nell’intento di farmi provare un irresistibile desiderio di vederla dal vivo, di toccarla, di mettermici sopra e di accenderla – lei non ha l’avviamento elettrico: le riviste italiane non hanno dato particolare rilievo alla cosa ma il test su MotoVerde in spagnolo non lasciava spazio alla fantasia, senza è più leggera ma accenderla è rito che va eseguito con precisione. Non è un aspetto da poco per chi come me ama il bosching con spruzzate di graning purchè gratis e possibilmente senza apparente motivo (la grana è la grana, se invece assume un senso razionale rischia di diventare “solo” una scocciatura e perde tutto il suo bello) ed è proprio in quelle occasioni che si apprezza al massimo la presenza del bottoncino magico che permette di riavviare comodamente il motore.

La cosa si organizza abbastanza facilmente, scelgo il si-vende più vicino e vengo accolto con la massima cortesia e disponibilità: sabato lei sarà presente all’appuntamento e sarà possibile accenderla – purtroppo ci dovremo limitare ad un soft petting senza poter andare oltre. Parlo al plurale perché a certi incontri ufficiali ci si va con piglio ufficiale, altrimenti che ufficialità sarebbe?, e quindi allargo l’invito anche a Dino (in arte Vadasi) che risponde presente! dichiarandosi disponibile ad accompagnarmi. Chiedo lui di arginarmi da qualsiasi pulsione incontrollabile, lo autorizzo in caso di necessità anche ad usare violenza fisica su di me mentre lui vorrebbe solo approfondire una sveltina consumata nel fragore e nella confusione dell’ultimo EICMA – lui le legnate le ha già prese preventivamente a casa dalla simpatica e tosta moglie che ha la dote rara ma non rarissima delle donne, di farti male con una solo occhiata…


Alle nove là?
Ci sarò. Come vieni? Vuoi che passi a prenderti?
Con piacere ma solo se vieni in moto anche tu, al limite con il carrello: dopo ne approfitterei per fare un giro-in-giro. Inoltre vorrei far vedere al si-vende la MULTIUSO tanto per tastare il polso nel remoto caso di permuta…
Fai bene ma in questo caso ci vediamo direttamente in loco, come sai una nostra parente stretta non sta molto bene e vorrei essere di ritorno già in mattinata per dare una mano a lei e a mia moglie.
Ok, allora verrò in moto da solo. Ci vediamo là


La moglie di Dino è una gran donna ma lui non è da meno: se c’è da rendersi utile per un parente in difficoltà non è il tipo di persona che si tira indietro. Nella vita c’è un tempo per giocare, uno per lavorare ed uno per rendersi utili verso chi sta attraversando un momento difficile. Credo di aver già fatto outing ma non mi dispiace affatto ribadirlo: Dino e tutte le persone che ho conosciuto entrando nella famiglia Borile sono i migliori optional che mi ha regalato Umberto con la sua MULTIUSO (ci siamo conosciuti durante l’attesa della consegna delle nostre due motorette made in Vò). L’arrivo della MULTIUSO nel mio garage è stato un volano che ha generato rapporti d’amicizia potenzialmente infiniti con persone che in questi anni sono diventate preziose presenze ed irrinunciabili compagni di giri-in-giro e non solo.

La notte trascorre caratterizzata da una certa agitazione. Fatico a prendere sonno e mi perdo nei rivoli del web sbirciando i vari siti che offrono in vendita MULTIUSO usate. Non sono molte ed hanno prezzi che fatico a ricondurre al valore con il quale potrei eventualmente offrire la mia: come si misurano le emozioni che mi ha dispensato con infinità generosità la MIA MULTIUSO? E quanto valgono quelle che saprebbe offrire ad un potenziale acquirente? Nella testa si scontrano senza sosta una miriade di domande e dubbi: vorrei quasi non fosse mia, non avere questo peso anche filosofico oltre che finanziario. Ma davvero ho preso una cotta per un’Altra? O è solo una sbandata? Oppure è giusto così, sono stati 4anni fantastici è giunta l’ora di cambiare per non guastare una relazione sino ad ora da favola? E chi glielo dice alla MULTIUSO che tra noi potrebbe essere finita? Rivivo tutti i momenti belli vissuti eppure qualcosa di me è magneticamente attratto dall’Altra, devo solo capire se si tratta di un capriccio o se è vero amore: esiste dubbio più atroce?

Il cielo comincia a schiarirsi con le prime luci dell’alba e lo invidio dato che la mia mente è ancora avvolta da una fitta nebbia che lascia solo a sprazzi entrare precisi raggi di luce che anziché illuminare mi abbagliano. Tentenno ancora un po’ girandomi e rigirandomi nella branda sino a quando non decido che è inutile continuare a lottare con un sonno troppo lieve per poter avere la meglio sulla veglia: è arrivato il momento di alzarsi per mettermi con calma in viaggio verso il si-vende. Scendo in garage con molto anticipo rispetto alla tabella di marcia e lei è là, con il manubrio girato verso il muro quasi fosse offesa da una sorta di presentimento. La osservo e mi rendo conto di non averla mai posteggiata con il manubrio girato da quella parte: un brivido freddo mi scuote la schiena. È bellissima, da arrabbiata forse anche più del solito, è perfettamente pulita come mai lo fu più da quando la ritirai il 22novembre del 2012 uno dei giorni motociclisticamente parlando più belli della mia vita.

Appoggio con attenzione casco, paraschiena e zaino quasi per non disturbarla ma tra me e me so che lo sto facendo perché un po’ mi vergogno di quanto mi sta accadendo, specie ora che le sono così vicino, ora che ho il dubbio che abbia girato i suoi occhioni dall’altra parte per non vedermi. Mi accingo a slegarla dal catenaccio con il quale mi illudo di proteggerla da eventuali malintenzionati. Mi chiedo se non sia una delle ultime volte in cui lo farò, se davvero potrebbe esserci un’Altra al posto suo. Infilo la chiave nel lucchetto e mentre sfilo la catena dalla ruota posteriore lei gira impercettibilmente il manubrio verso l’uscita del box. Lo fa con una sensualità unica e scatena in me un sentimento di amore rinnovato, combattuto certo ma sicuro. La sollevo con delicatezza dal cavalletto, la spingo con dolcezza un po’ all’indietro per semplificare la manovra d’uscita e mi pare più leggera ed agile del solito quasi avesse le gomme gonfiate a 3bar anziché a 0,7 all’anteriore e con la mousse al posteriore. Una volta fuori dal garage la rimetto sul cavalletto e rientro per completare la mia vestizione. Compio questi gesti con estrema calma e lentezza avendo cura che sia tutto a posto, protezioni, guanti, zaino e mentre sto per chiudere osservo il box senza lei all’interno e mi pare impossibile entrarci senza di lei al suo interno.

La spingo a motore spento all’esterno del cortile sino alla strada, è presto e non mi va di dare fastidio a chi si sta godendo ancora gli ultimi istanti di riposo. Solo a questo punto mi posiziono in sella, alzo la levetta dell’aria e giro la chiave di contatto. Il display del quadro dei controlli si illumina e anche la mia mente per un istante si libera dal peso di una lunga notte quasi insonne. Una prima leggera pressione sul bottone dell’avviamento elettrico, troppo leggero forse seguito da un secondo libero da sensi di colpa e lei si rianima con la stessa grazia di Biancaneve e lo stesso vigore dei 7nani uniti in un solo corpo a due ruote. La sua voce è al solito discreta ma decisa, risponde ai colpi di acceleratore senza esitare quasi intuisse con qualche millesimo di secondo d’anticipo le mie intenzioni. Dopo una trentina di secondi abbasso l’aria, alzo il cavalletto, tiro la frizione e non appena sfioro la leva del cambio per innestare la prima lei la ingrana quasi da sola. Il cuore ha un battito sincopato, il respiro rispecchia il mio stupore ed ho la tentazione di lasciare a lei il momento dello stacco della frizione.


Sei pronto?
Lo sono sempre stato
Parto?
Mi fido di te


E come potrei non fidarmi di lei, lei che mi ha accompagnato in posti dove non avrei mai pensato di poter andare e dai quali a maggior ragione non avrei mai pensato di riuscire a tornare. Lei che a volte mi ha chiesto solo di trovare il modo di rimanerle in sella, al resto avrebbe pensato lei. Lei che come tutti i veri vincitori ha sempre saputo rialzarsi anche dopo una sconfitta contro qualche ostacolo reale o immaginario, lei che ha fatto di me una sorta di Don Quichotte motorizzato, lei che mi ha insegnato a combattere con i mulini a vento apprezzando la sfida più che l’esito.

La prima tappa è al bar per il cappuccino del sabato mattino, un piccolo lusso che mi fa fare pace con le colazioni della settimana consumate senza la necessaria calma. Lei è posteggiata davanti alla vetrata del tavolino al quale sono seduto. Ci guardiamo e mi chiedo se davvero tra noi è finita e quando questo pensiero si fa nitido nella mia mente abbasso lo sguardo fingendo di leggere il giornale per pudore, quasi non osassi ammettere che potrebbe essere così. Pago, recupero il casco e lo zaino ed esco con lo sguardo basso mentre mi avvicino a lei e di nuovo la trovo con il manubrio girato dalla parte opposta rispetto a come l’avevo lasciata: ora è rivolta dall’altra parte rispetto a me e ho la sensazione si sia voltata una seconda volta in poco tempo per nascondermi le sue lacrime trattenute con dignità.

Seconda sosta per fare benzina. La posteggio perpendicolarmente rispetto alla pompa di benzina per mia comodità così facendo riesco a rabboccare il serbatoio sino all’orlo senza farlo strabordare. A rifornimento terminato, chiudo prima il tappo e poi ripongo la pistola nell’erogatore. Il tempo di girarmi di nuovo verso di lei e per una strana combinazioni di luci del primo mattino è illuminata da un riflesso di una porta finestra semi aperta di una villetta adiacente al benzinaio.


Sei bellissima
Non perdiamo tempo, rimetti la chiave nel blocchetto dell’accensione e togliamoci il pensiero
Lasciati guardare ancora un attimo
Preferirei tu mi guidassi perché questa volta sarai tu a portarmi, non ho nessuna intenzione di portarti io


Già quante volte mi sono lasciato portare da lei limitandomi a presentarmi in garage e lasciarmi stupire dalle sue voglie e dalle sue intuizioni oltre alla sua fantasia nel trovare sentieri che vedeva solo lei ma che mentre li ho percorsi mi si sono rivelati.

Su asfalto il protocollo è noto a tutti e due: velocità da ciclomotore e occhi a spasso per il paesaggio. A noi piace così, la mousse non concede di più e a noi va benissimo. Mano a mano che il sole si alza in cielo la temperatura diventa sempre più gradevole e l’attacco di questa primavera inizia a scintillare come se non ci fosse un’altra occasione per farlo.

Arriviamo nei pressi del si-vende e già da lontano riconosciamo la macchina di Dino e la sua figura che passeggia soavemente nel piazzale antistante alla concessionaria. Mi chiedo se anche lui ha avuto una notte agitata come me o se al contrario è riuscito a dormire.

Ci salutiamo con calore ed insieme ci avviciniamo alla vetrina dove è esposta lei, l’Altra. Lascio la MULTIUSO volutamente lontana dalla vetrina ma non appena sono a pochi passi dall’Altra torno indietro per riprenderla e posteggiarla proprio di fronte alla sua antagonista.

L’Altra ha quella sicurezza di chi sa di essere la regina del locale, finge di non notare chi la osserva da fuori ma dentro di sé sa che fare l’altezzosa non fa altro che aumentarne l’attrattiva.


Entriamo?
Beh siamo qua per questo


Il si-vende di persona è un po’ meno amichevole di quanto non lo fosse stato solo il giorno prima al telefono ma lo capisco: sono passate da poco le ottoemezza di sabato mattina ed ha già i primi due rompiscatole che gli stanno visita. Ciò nonostante ci permette di salirle a bordo e ce la porta all’esterno per permetterci di sentirne il rumore. Usciamo tutti e quattro – lei, il si-vende Dino ed io – sostando nei pressi della MULTIUSO. Il si-vende non è preparatissimo da un punto di vista tecnico ma prova comunque con esperienza a darci tutte le risposte che può a fronte delle mille ed una domanda che gli facciamo Dino ed io


Posso chiederle di accenderla? Ne vorrei sentire il rumore
Si certo si può accendere ma se non le dispiace può fare lei che indossa le calzature adatte?


È vero, dato che dopo andrò per bosching sono ben attrezzato ed inoltre era proprio mia intenzione provare ad accenderla di persona per farmi un’idea delle eventuali difficoltà nel farlo. Mi aspetto una certa compressione ma con stupore riesco ad abbassare la pedivella d’accensione con relativa facilità e con una resistenza al limite del burroso. Un colpo di prova e al secondo s’avvia. Che voce! Che bel borbottio da una che sa il fatto suo!

Le due pretendenti sono vicine come mai lo sono state prima se non nelle mie fantasie. L’Altra è snella, stretta e leggera. La MULTIUSO parcheggiata al suo fianco non ha più segreti con la sua sfrontata personalità. È pero lei, la giovane ad attrarmi. La osservo nei minimi dettagli, disseto le mie fantasie con forme che ora sono reali e tangibili. Dopo un iniziale entusiasmo estetico e indubbio apprezzamento per l’eccellenza di alcuni componenti costruttivi la mente torna all’aprile del 2012 quando per la prima volta mi recai a Vò per vedere la MULTIUSO. Il paragone emotivo non regge. Appena varcai la porta di Vò nell’aprile del 2012 avvertii un forte profumo di olio motore misto a nuance di metalli e sfumature di carburanti, qui sento odore di professionalità e algido commercio, a Vò sentii nelle molecole aeree passione per la professione di costruttori di sogni. Non è solo una sfumatura, è un fatto di schieramenti non contrapposti eppure alternativi l’uno all’altro. La giovane è dotata di raffinatissime tecnologie che fanno di lei un portento ma quanto a fascino e a poesia siamo messi maluccio.

Ci congediamo dal si-vende quando decide lui che il tempo a nostra disposizione è scaduto anche se noi avremmo avuto ancora bisogno di studiare un po’ sia lei che il si-vende il quale mi ha fatto capire che non avrebbe avuto nessuna intenzione di prendere in considerazione il ritiro di una MULTIUSO usata “molto meglio che se la venda lei quella cosa”.

“Quella cosa”? così ha definito la mia amatissima MULTIUSO, una “cosa”! Se dovessi mai scrivere una manuale per rivenditori di moto metterei ai primi posti il rispetto per l’eventuale moto posseduta da un potenziale acquirente… temo che se mai dovessi comprare questa moto potrei fare fatica a perdonare il si-vende per questa sua uscita infelice.

Prima di salutarci, Dino ed io ci beviamo un caffè insieme e ci confrontiamo sulla signorina che abbiamo appena conosciuto.


Bella è bella, nulla da dire, hai visto come si è accesa bene?
A te s’è accesa, quando ci ho provato io ho subito toccato con la scarpa la fiancatina avessi avuto gli stivali avrei potuto fare un danno. No, no una mia eventuale nuova moto dovrà tassativamente avere l’avviamento elettrico, indietro non si torna
Però che bei cerchioni, che altezza da terra…
E che leggerezza! Hai visto anche che signor manubrio e che componentistica? Però senza avviamento elettrico non la prenderei mai


Un’ultima sigaretta insieme e ci salutiamo. Torno verso la MULTIUSO e per la terza volta noto che pare abbia girato il suo sguardo questa volta però non dall’altra parte ma verso di me.


E allora? Sei contento adesso?
Non proprio, direi piuttosto…
Piuttosto?!?!
Mah non lo so. Che dici andiamo?
Dai cretino, salta su che sono già accesa


È già accesa nonostante abbia ancora le chiavi in tasca!... È sempre accesa la mia MULTIUSO anche quando la trascuro lasciandola a lungo ferma in garage, anche quando penso ad un’Altra lei è come la mia fiamma olimpica: sempre accesa.




Dopo questo inizio di giornata in visita al si-vende, la MULTIUSO ha ripreso in mano la situazione e mi ha portato una volta di più in posti che conosceva solo lei e mi ci ha portato a modo suo che poi è il modo che preferisco e che negli anni ho fatto anche un po’ mio. Siamo stati in giro sono all’imbrunire, abbiamo compiuto insieme i suoi 7.500km. Durante il giro-in-giro decido che cambieremo l’olio delle forcelle come fece Husale quella volta con uno più denso (SAE 10), forse interverrò anche a livello estetico con un’idea che riguarda le fiancatine.

Se non fosse chiaro, ho deciso di tenermi la mia MULTIUSO!
Ultima modifica di tanta robbbba il gio 01 gen, 1970 1:00 am, modificato 1 volta in totale.
Perché l'assenza è l'assenza ma la presenza ha qualcosa in più (cit. cousin Vinni)

borile
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quella volta che pensai di vendere la MULTIUSO

Messaggio da borile » mar 12 apr, 2016 5:02 pm

Un pazzo,non potrà mai essere compreso dallo psicologo, ma da un altro pazzo si.
Credo di capire che si trattasse della cota 4rt, l'acquistai nel 2005 direttamente alla Hm e fu una delle prime che vendevano. Mi è servita per migliorare la Multiuso.
Ora è stata trasformata in motoalpinismo, probabilmente da gente che non l'ha mai fatto. Ok la sella, ci vuole, ma non a quell'altezza. Il motore è lo stesso identico senza alcuna modifica, e se cambi su di giri slitta la frizione. Molle più dure, tanto è idraulica, ma non si trova più la folle e per farlo bisogna spegnerla.
E' certamente la migliore moto da trial che ci sia sulla faccia della terra, ma non fargli fare altro.fine.
Saluti.

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Messaggio da pol1964 » mar 12 apr, 2016 5:06 pm

:clap: :clap: :clap:
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Messaggio da lamahd » mar 12 apr, 2016 6:47 pm

:clap: :clap: :clap:

:beenthere:

Grazie! che poesia!
Multiuso BORILE 230, telaio 121

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Re: quella volta che pensai di vendere la MULTIUSO

Messaggio da radio nezz » mer 13 apr, 2016 11:01 am

"...eccolo il tuo segno Omero oh cantastorie, di acqua che scorre veloce ma senza fretta..." (cit. Yo Yo Mundi - Di rose, di fiume, di confine)

Era da un pò che non ci deliziavi con le tue motopoesie e anche questa vola alto, bravo.

La signorina spagnola di cui parli, Montesa 4ride mi pare di capire, è effettivamente una bella proposta della casa spagnola, che mi ha incuriosito fin dalle prime notizie che di lei si leggevano. Però solo curiosità motoristica, nessuna idea "malsana" come la tua.

Senza averla vista dal vero mi piace per il peso ovviamente, mi piace la componentistica (e vorrei vedere, con quello che costa!), e mi piace anche il marchio che evoca in me un mare di nostalgia. Ma finisce li, l'estetica stile Mazinga mi convince poco, la sella alta non è l'ideale per i gambacorta come me, la mancanza del bottoncino, ne fanno un oggetto usabile solo per divertimento e non tanto per l'uso anche quotidiano. Inoltre avessi l'età e la possibilità di un uso della moto fun only, piuttosto che questa penserei alla cota 4rt (stesso identico motore) con la sella aggiuntiva che contiene un vano per benzina o altro, decisamente bella secondo me.

Ecco..., ho espresso un parere sul tuo sogno, non richiesto. Scusami.
tanta robbbba ha scritto:....per la prima volta mi recai a Vò per vedere la MULTIUSO. Il paragone emotivo non regge. Appena varcai la porta di Vò nell’aprile del 2012 avvertii un forte profumo di olio motore misto a nuance di metalli e sfumature di carburanti, qui sento odore di professionalità e algido commercio, a Vò sentii nelle molecole aeree passione per la professione di costruttori di sogni. Non è solo una sfumatura, è un fatto di schieramenti non contrapposti eppure alternativi l’uno all’altro....
Io non sono mai andato a Vò e ho parlato al telefono solo con Gianmaria, ma queste tue sensazioni mi permetto di farle mie. Quando parli con Gianmaria sembra che stia parlando al suo migliore amico, non ad un cliente che gli sta chiedendo ogni quanto controllare il gioco valvole!

Grazie per il bel racconto, è stato un piacere leggerlo.

p.s. : se cambi l'olio alle forcelle tienici informati, avrei una mezza idea di farlo anch'io, ma non so la quantità e la procedura per questo modello. Ciao.
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Messaggio da carlo » mer 13 apr, 2016 2:55 pm

Sono cosciente di rovinare la poesia del racconto, ma...

Direi che una storia con la Montesa sarebbe stato solo sesso, certamente
divertente ma niente di piu', mentre con la Multi e' indiscutibilmente Vero
Amore.
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Messaggio da bebeking » mer 13 apr, 2016 4:46 pm

sempre ganzissimo leggere i tuoi racconti.

ogni giorno ho la sbandata per un'altra, specie in questa stagione, che è quella dell'ammoore per eccellenza. le ragazze cominciano a scoprirsi e noi come ogni anno ci facciamo trovare quasi impreparati e vulnerabili, ma poi torno sempre dalla moglie perchè lei è la meglio di sempre.

anche a "quella" ho pensato, ho pensato anche l'altra di umberto, in questi giorni sto pensando alla nuova 700 di casa yamaha, ma non ho mai pensato di vendere la multi, è troppo "mia".

quando la comprai non ero di fronte ne di umberto, ne di giamma, (anche se io li conoscevo ma loro non conoscevano me,) ma di fronte ad un venditore con risvoltino ad i pantaloni in manica di camicia e scarpe lucide, ma mi avrebbe potuto dire quello che voleva, chiedermi quanto voleva, appena la vidi non capii più una sega. avevo i soldi in tasca e dopo sarei dovuto passare a trattare anche per una alp200, ma non ce ne fu bisogno.

con quale altra moto potrei sfrecciare nel traffico cittadino, arrivare al panificio, comprare 5 kg di farina, metterli nel portapacchi, tornare a casa, posare la farina, farmi un giro per boschi, tornare a casa, prendere la tavola da surf, magari legare il trasportino al portapacchi per portarmi anche il cane, e raggiungere la spiaggia, il tutto con una facilità di utilizzo e costi ridicoli.
no la multi resterà sempre con me, perchè non conosce doppioni, e qualsiasi altra moto entrerà in casa non potrà sostituirla, e la lascerò ad una persona a cui vorrò molto bene quando sarà il momento.

mettila così, se aspetti che cominci a girare dell'usato, quello che risparmi per acquistarla è più o meno quello che realizzeresti dalla vendita della multi. pazienta. è solo una sbandata...
Gabriele, (Bebe per tutto il mondo) multi-dotato. :mrgreen:

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Messaggio da tanta robbbba » gio 14 apr, 2016 10:27 am

.

bello tornare nel proprio bar e ritrovare gli amici di sempre e molti altri come se si fosse mancati per un solo istante!

avete fatto delle ipotesi sull'identità dell'Altra ma per una sorta di eleganza formale preferirei non confermarle lasciando a voi la massima libertà al riguardo



grazie davvero a tutti per l'accoglienza e per i commenti
Perché l'assenza è l'assenza ma la presenza ha qualcosa in più (cit. cousin Vinni)

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