NEI SIROCCOLI-IN MISSIONE X CONTO DEL FAGA
Per questa uscita decisi di non far inorridire mio fratello, lasciando moto e carrello posteggiati in strada, allettante richiamo per solerti tutoi della legge a caccia di motociclanti da seviziare con mult, denunce, confische varie … ed allora ho preso il trial e l'ho ficcato nell'auto della moglie, abbassando il sedile posteriore; risultato, impestare la tappezzeria dell'auto della dolce metà di miscela al 2% … mmhhh, meglio tenere la moto sul carrello e rischiare una multa, meno pericoloso!
Il parcheggio del cimitero: è abbastanza tranquillo come campo base? Direi di si …
Dove voglio andare oggi? In una zona remota, poco frequentata ed ancor meno conosciuta, i Siroccoli. Sono questi un sottogruppo montano della Valdastico, un fascio di guglie, pinnacoli, vaj impervi e boali, regno del camoscio; pochi ed incerti sentieri percorrono queste cime, dai nomi suggestivi come lo “Scoglio dell'Aquila” o la “Valle Morta”: come si fa a non volerci andare, solo per dire che sono passato di lì? In realtà non mi avventuro propriamente all'interno dei Siroccoli, credo siano troppo impervi anche per il trial sulla mappa topografica non sono riportati neppure i sentieri, e le guide alpinistiche parlano di “tracce”, di difficoltosa individuazione.
Il mio intento è verificare la percorribilità di una mulattiera che già avevo fatto, in discesa, con l'enduro, ed eventualmente scoprire se una traccia alternativa sia altrettanto valida per il mio scopo: far scendere di qui gli eroi della IWTF, la maratona enduristica che il Faga sta organizzando per marzo. Il sentiero scende dalla sommità della montagna poi, a mezza costa, si divide in 2 rami, entrambi scendono a valle in posti differenti, girando attorno a versanti opposto di uno sperone roccioso: ha quindi la forma di una grande “Y” rovesciata.
Una variante l'avevo percorsa tutta, l'altra avevo provato a risalirla con l'enduro, in compagnia di Diego, ma ci eravamo dovuti arrendere: oggi cercherò di completare ciò che avevo lasciato inconcluso.
Riesco si a superare il punto della resa mia e di Diego, ma poco dopo mi pianto anche col trial: il sentiero è ripido, ma a fregarmi è il fondo tutto foglie secche e terricio, ma con un sottofondo di pietra levigata ed umida che mi mette in crisi, perfino il poco potente e leggero trial scava, invec di avanzare! Per diversi metri devo spingere la Sherco, particolarmente in una S maligna e bastardetta: se è tutto così muoio prima di arrendermi, è il pensiero.
Sembra una cazzata, ma qui sono crepato di fatica a passare.
Poi per mia fortuna migliora.
Arrivo così al primo intermedio della salita, il Pian del Collo; è una minuscola radura, adagiata sotto un cocuzzolo roccioso che domina la vallata, e difatti evidenti sono ancora i trinceramenti del 1915-18. Ma era anche un luogo di lavoro per i valligiani, salivano fin qua a fare fieno , tagliare legna, pascolare i pochi ovini: è inimmaginabile, per noi del XXI secolo, che queste balze arcigne e impervie avessero un ruolo economico nella vita di una comunità!
Pausa.
Trinceramenti.
In alto, la neve risplende ai primi raggi che entrano in valle …
… in basso le case cominciano ad essere appena lambite da un poco di calore solare.
La salita ora è piacevole, rapiamente guadagno metri di quota e raggiiungo il secondo intermedio della salita, il pianoro delle Pozze; ancora più remoto del primo, ma stessa destinazione d'uso nel passato, incredibile; la traccia si fa rada per qualche decina di metri, ma riesco a ritrovarla; esco dal pianoro ed entro nella omborosa Valpegara, sospeso su un filo di terra che attraversa un ripidissimo bosco a faggio.
OK, la strada è giusta.
Fra le membra contorte dei faggi appaiono le cime innevate dei Siroccoli, splendide nella loro inacessibilità!
Hebo No-Limits.
Raggiungo il centro della “Y” rovesciata, ossia il bivio con l'altra discesa, quella che avevo già percorso: bene! Sono riuscito a chiudere l''anello, male, perchè anche questo sentiero si è rivelato una traccia da caprioli e camosci, con l'enduro in su è impossibile, in giù non so se lo farei ...
Il sentiero si infila sempre più alll'interno della valle, finchè, giunto nell'impluvio finale, inizia a risalire il solco con decine di tornanti; i traversi dapprima sono lunghi, poi, man mano che guadagnano quota, diventano sempre più corti, serrati dai 2 costoni rocciosi che racchiudono il boale, sempre più ripidi, sempre più accidentati causa frane e pietre smosse sul tracciato … ed appare pure la prima neve.
Quando il gioco si fa duro …
… i furbi tornano indietro!
Oramai in vista della luce, del sole appena sorto sopra il ciglio dell'Altopiano che devo raggiungere, quando vedo, 100 metri sopra la dine del sentiero, mollo il colpo e giro il ferro!
Troppa fatica, troppa neve, e mio fratello mi ha raccomandato di non andare sulla neve, che la cassa filtro no chiude bene e se aspira neve, poi diventa acqua che va nel carburatore e poi il motore si ferma … e poi il sentiero lo conosco, ho appurato che è transitabile in discesa, lo posso inserire nella IWTF!
A valle … incredibile pensare che mezzora prima ero su quelle balze lassù!
Ritornato all'incrocio della “Y”, scendo per l'altra alternativa, che avevo già fatto con l'enduro: questa scende a valle con moltissimi tornanti, ed è in gran parte scavata come una trincea, decisamente più larga e sicura dell'altro ramo che ho risalito: non la ricordavo così amichevole, meglio, di sicuro la IWTF passerà di qui.
Soddisfatto del bottino, ritorno all'auto, mi svesto, mi vesto, carico il mezzo e me ne vado, senza che alcuno mi disturbi, come temuto dal congiunto.
Missione compiuta.
Ciao
Alves
P.S.: ma la IWTF non passerà di qui, purtroppo! La settimana prima della 2 gg enduristica nevicherà ancora, e diverrà necessario tagliarla … sarà per la prossima edizione!