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MOTOMUCCATA

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MOTOMUCCATA

Messaggio da alp » mer 28 mar, 2007 12:01 am

MOTOMUCCATA

Parlando di escursioni con le enduro da competizione le si definisce cavalcate. Per le grosse bicilindriche non si può che parlare di mucche più che di cavalli. E allora ecco una bella motomuccata

Ecco il percorso relativo alla Motomuccata.




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In totale si tratta di circa 130 Km di cui almeno metà su sterrato.
I punti di repere sono i seguenti (t: trasferimento su asfalto):

RC
San Gregorio (t
Fiumara Valanidi (t
Paterriti (breve risalita della fiumara. sterrato largo e facile
Oleandro (manto in asfalto, cemento o sterrato facile
Fossato (sterrato in discesa. difficoltà modesta
Melito (asfalto: possibile rientro a Reggio)
Sosta-colazione-gelato-rifornimento)
Castello Amendolea (asfalto
Bova ( salita sterrata facile
Diga del Menta (facile salita sterrata. qualche tratto media difficoltà
Bivio Tre Limiti (possibile discesa a Gambarie e rientro a Reggio)
Acqua della Face (asfalto
Quarti (sterrato di lieve difficoltà
Laghetto Rumia (sterrato di lieve difficoltà
Gambarie (asfalto - possibile rientro anticipato a RC - rifornimento)
Reggio (asfalto.
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Alcune cartine delle zone attraversate

Messaggio da alp » mer 28 mar, 2007 12:11 pm

Alcune cartine delle zone attraversate

Mappa del percorso
I tappa: RC - Melito

(in verde i tratti asfaltati, in giallo gli sterrati facili, in rosso quelli un po' più impegnativi ma in ogni caso praticabili)


Questo primo tratto del percorso è caratterizzato dalla risalita della Fiumara Valanidi fino all'innesto per Paterriti. La risalita è molto semplice: uno sterrato semipianeggiante molto ampio, dove passano vespini e auto tranquillamente. Serve per riscaldare le moto!
Per Paterriti, usciti dalla fiumara, è tutto asfalto.

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Il tratto 01Valanidi_Paterriti

Da Paterriti si inizia un tratto caratterizzato da manto in cemento e terra ben battuta su pianura o pendenze accentuate ma brevi e prive di grosse difficoltà.

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Il tratto 02Paterriti_Oleandro

Dall'Oleandro si scenderà a Fossatello da uno sterrato non troppo ripido, con alcune curve a gomito sufficientemente ampie, comunque, per le moto più pesanti. Da Fossatello ci si dirigerà a Montebello Jonico, quindi a Masella e a Pentidattilo. Da qui, via asfalto si arriverà a Melito dove ci sarà una prima breve sosta-caffè o si potrà prendere un gelato o farsi preparare una colazione. Inoltre sarà possibile effettuare rifornimento di carburante.

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MOTOMUCCATA DEL 6 MAGGIO 07

Messaggio da alp » mer 04 apr, 2007 5:58 pm

MOTOMUCCATA DEL 6 MAGGIO 07
Seconda tappa: Melito-Amendolea-Bova-DigaMenta-AcquaSelvaggia-Gambarie-RC


Dopo la sosta a Melito, si prenderà la strada asfaltata che scende alla SS 106 per poi dirigersi verso S. Carlo e il Castello dell'Amendolea.

Dal Castello si continuerà verso monte seguendo l'unica strada che varia il proprio fondo da cemento a sterrato. Al tramonto alcune pareti rocciose si colorano di un bel rosso ferro con effetti cromatici inusuali a causa dell'inframmezzarsi di pietre incastonate e dalle tinte diverse. La strada è facilmente percorribile anche con pesanti endo-fuoristrada. Si tratta di una carrareccia con fondo in terreno battuto priva di grosse buche. E' sempre ben praticabile in qualsiasi stagione.

Dopo alcuni Km si arriva sull'asfalto, nella zona alta di Bova Superiore, vicino al campo di calcio. Si prosegue a sinistra, verso monte per alcuni Km. Al primo bivio importante (Y fra due strade asfaltate) si segue a destra verso Monte Grosso e, appena arrivati a quota 1223m slm (per chi avesse il GPS!) si imbocca la via asfaltata che porta a Nord per poco più di un paio di Km. In corrispondenza di un'ampio sterrato che prosegue dritto (invece l'asfalto devia a sinistra) lo imboccheremo e ci manterremo a destra al successivo incrocio tra due vie a fondo naturale.
Si arriverà così, dopo alcuni Km di sterrato molto bello fra castagni, faggi e frescura, al Casello di Pesdavoli.

Dal Casello si riprende la carreggiabile (che non è altro che lo storico sentiero Bova-Delianuova) e, dopo alcuni Km si arriva a guadare la Fiumara dell’Amendolea a una quota di circa 1250m slm. Ci si arrampica quindi sull’asfalto verso la sommità della Diga del Menta per poi continuare Tre Limiti dove, chi desidera, potrà rientrare direttamente a Reggio dall'asfalto.

Il gruppo continua per i Monumenti Nino Martino, Acqua della Face, attraversa la pista Nino Martino e scende ai piani dei Quarti per arrivare a Gambarie.

Da qui si rientrerà a Reggio dall’asfalto.

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Alcune foto delle zone attraversate dalla motomuccata

Messaggio da alp » lun 09 apr, 2007 11:55 pm

Qui di seguito presentiamo le foto di alcune zone attraversate dalla motomuccata realizzate durante alcuni giri di ricognizione per realizzare il percorso del 6 maggio 2007.

Qui sotto: 2 foto di un'Africa Twin in Contrada Priolo, nei pressi di Paterriti
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Qui sotto: Contrada Martino
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Qui sotto: col quad sopra Paterriti
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La zona di Fossato
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Ancora qualche assaggio delle zone che attraverseremo

Messaggio da alp » mer 11 apr, 2007 8:13 pm

Ancora qualche assaggio delle zone che si attraversano


Ancora qualche assaggio delle zone che si attraversano con la motomuccata del 6.05.07.

Qui di sotto: 2 foto della Rocca di Santa Lena, vicino Montebello Jonico
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Qui di seguito: 2 foto della zona di Pesdavoli, risalendo lungo lo storico sentiero Bova-Delianuova

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Programma DEFINITIVO della motomuccata del 6 maggio

Messaggio da alp » dom 29 apr, 2007 11:58 pm

Programma DEFINITIVO della motomuccata del 6 maggio 07

Partenza per le nove e rientrare prima delle 19:00 ... ma la puntualità è rara e quindi consideriamo un ritardo di mezz'ora (speriamo non oltre!)

09:30 Partenza per S. Gregorio --> F.ra Valanidi
10:05 Paterriti
11:00 Oleandro
11:20 Fossatello
12:00 Musupuniti
12:15 Melito (sosta di 30' per colazione/gelato/rifornimento carburante)
13:30 Castello Amendolea
14:00 Monte Lesti
15:45 Diga del Menta
16:00 Tre Limiti (chi volesse rientrare a RC impiegherebbe 1 h)
16:15 Monumenti Nino Martino
17:30 Quarti
17:45 Gambarie
18:45 Arrivo a Reggio
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Motomuccata del 6 maggio 07

Messaggio da alp » mer 09 mag, 2007 12:41 am

Motomuccata del 6 maggio 07

Prima parte: da Reggio a Pentadattilo.

Appuntamento alle 8:30, partenza alle 9:00. Mi telefona Peppe: “figuriamoci, c’è il Gran Premio in Cina e corre Valentino”. E così spostiamo l’appuntamento al dopo GP, anche se agli altri “compagni di cordata” non frega niente della TV, preferiscono andare in moto.
Restiamo per le 10:00. Alle 9:15 suono da Carmine ma non mi risponde nessuno al citofono. “Strano” penso, che sia uscito a sbrigare qualcosa di urgente. “Strano, c’è la sua auto parcheggiata e anche il quad è a fianco della mia moto”. Controllo la pressione delle gomme e passo lo spray sull’O-ring della catena. Dopo 10 minuti dal primo squillo riprovo ma… niente. Mi vesto di tutto punto e faccio l’ultimo tentativo, ormai sono le 9:45 e devo fare ancora il pieno. Finalmente mi risponde una strana voce che non riconosco e che mi dice “sono pronto, vai avanti”! (al suo arrivo all’appuntamento confesserà che si era appena svegliato!).

Alle 10:05 arrivo al negozio dove avevamo l’appuntamento e, sconsolato, trovo solo soletto Pino con la sua KLE. “Siamo solo noi?” mi fa. Passano 10 minuti e sentiamo il gran rombo dell’XR400 di Tino ma dobbiamo ancora aspettare un quarto d’ora prima dell’arrivo di Peppe con la sua Africa Twin.

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“Ma arriva o no Carmine?” Gli altri hanno dato forfait! Nino ha a casa tutti ammalati, l’amico di Peppe sembra abbia avuto problemi alla moto e, finalmente ecco che arriva, col suo Polaris 400, Carmine che esordisce con “la colazione è pagata, scusate il ritardo ma, visto il vento di stanotte, son passato a controllare i miei carrelli coi cartelloni pubblicitari. E ho fatto bene perché uno si era girato”. Ci siamo tutti e decidiamo di partire. Prima tappa: Pentidattilo.

E così ci avviamo sulla superstrada jonica verso San Gregorio dove usciamo per prendere lo sterratone che sale lungo la Fiumara Valanidi.

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Il primo contatto con la terra per le grosse moto è sempre un momento particolare. Tutti i muscoli sono contratti, pronti a sentire qualcosa che ci segnali un movimento sbagliato (una slittata, un sasso). L’attenzione è ai massimi livelli ma la carreggiabile ci aiuta: è facile facile!

Lentamente, ma neanche tanto, le mucca al pascolo brucano l’erba fra i fiori colorati. Sembrano felici col loro rombo cupo.

Arriviamo a Paterriti passando fra i vecchi seduti con le loro sedie di corda davanti alle porte delle loro case. E’ primavera e ormai qui da noi la gente vive fuori, all’aperto. Quando passiamo ci salutiamo tutti: “salve”, “buon giorno”. Superiamo la fiumara e ci imbarchiamo verso la Contrada Bertolazzo fra fantastici alberi di ulivo.

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Procediamo al passo per goderci il panorama e non spaventare le persone e gli animali che incrociamo. Una vecchia porta la sua fascina di rami secchi sulla testa e ci guarda passare sorridendo: avrei voglia di fermarmi e chiederle cosa starà mai pensando di questi strani motociclisti e se, nella sua lunga vita, ha mai provato l’ebbrezza della moto. Beh credo proprio di no! Ma nei suoi occhi e nel suo sorriso si intravedono simpatia e gioia nel vederci. Ben più di una generazione ci divide, o forse ci divide uno stile di vita e un modo di vedere le cose. Però questo momento, giusto l’attimo in cui i nostri occhi si sono incrociati, ha cancellato la differenza culturale e d’età: ci siamo salutati con un gesto della mano e abbiamo sorriso. Poi, lei ha continuato per la sua strada, seguendo i sentieri pesanti e difficili della sua dura vita. Noi abbiamo continuato ad assaporare la gioia delle ore in moto che ci avrebbero aspettato. Non sono riuscito a fermarmi per fotografarla. Avrei distrutto un incantesimo e rovinato la magia della mia immaginazione. Ho continuato a guardarmi intorno e, dopo alcune centinaia di metri ho visto quest’albero e, così, mi sono fermato per fotografarlo. Sostituisce la vecchietta con la fascina di legna in testa.

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Lo sterrato è sufficientemente comodo per le mucche al pascolo. Qualche salita un po’ ripida ma niente che possa preoccupare i piloti. Il terreno è argilloso ma asciutto e si sale bene, senza difficoltà.

Riprendiamo l’asfalto a San Basilio dove propongo lo sterrato dei due laghi. Pino rifiuta senza pensarci due volte: col suo ex KLX ieri in montagna ha dato del filo da torcere a un gruppo di ragazzini e non se la sente di rischiare con la moto pesante. Lo sappiamo tutti che non è il manico che gli manca né il coraggio. E’ semplicemente in vena di rilassarsi, di passeggiare e, ogni tanto, di scambiare quattro chiacchiere con gli amici. Così, decidiamo di comune accordo di “mantenerci sul tranquillo” e saliamo allora verso la Madonna dell’Oleandro per buttarci quindi lungo lo sterrato che ci porta a Fossatello.

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Sulla carreggiabile fa caldo. Dobbiamo fermarci per alleggerirci! Sembra che stia arrivando l’estate. Ci scoliamo tutta la riserva d’acqua prima di affrontare la Fiumara di Montebello. Sembra già agosto! Guadiamo la fiumara vicino al paese e ci avviamo velocemente verso Masella dove deviamo per la Contrada Monaca e scendiamo alla Fiumara di Sant’Elia dove guadiamo ancora e risaliamo lo scosceso sterrato. Qui Peppe ha avuto certamente qualche piccola difficoltà con l’Africa Twin ma non l’ha data a vedere! Prosegue sereno con un ghigno in viso che fa capire che se la sta proprio spassando alla grande. Erano anni che non faceva di queste cose e… sembra tornato ragazzo!

Manteniamo la direzione Est e attraversiamo le zone di Chieti e Cerullo. Al bivio con la Madonnina prendiamo lo sterrato di sinistra che sale fino a giungere alla Falconara dove ci godiamo lo spettacolo della vista di Pentidattilo da monte.

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Arrivati a Pentidattilo ci siamo fermati a visitare il pittoresco borgo con i resti del castello dei marchesi Alberti. I ruderi sono sovrastati da grandi guglie di roccia rossastra che sembrano le dita di una gigantesca mano (da cui il nome Penti: 5 e dattilo: dita). E' quasi disabitato ma da un po' qualcuno sta cercando di ripopolarlo realizzando attività commerciali e culturali finalizzate a stimolare il turismo. Anche qui, come al solito, Peppe incontra degli amici (quest’uomo conosce chiunque ovunque!).

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Fine prima parte



Titoli di coda:


Protagonisti:

Carmine
Lino
Peppe
Pino
Tino

Protagoniste
Quad Polaris 400 AWD
Alp 200
Africa Twin
KLE
XR400

Comparse:
I vecchi seduti
La vecchia con la fascina

Animali:
Cani
Gatti
Galline
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II° tratto: da Pentadattilo a Reggio.

Messaggio da alp » sab 12 mag, 2007 1:34 pm

II° tratto: da Pentadattilo a Reggio.



Lasciato Pentidattilo siamo scesi a Melito e abbiamo pensato di fermarci a rifocillati con pane e capicollo casereccio (portato da casa) e prendere un gelato alla migliore pasticceria del paese.

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Un po’ di meritato riposo e via, ad affrontare la successiva tappa del nostro percorso: la storica Bova-Delianuova per arrivare alla Diga del Menta. Ci immettiamo sulla SS106 con destinazione Condofuri Marina e puntiamo a monte verso San Carlo per salire al Castello dei Ruffo all’Amendolea. Salitone ripido ma con manto di cemento dal grip ottimo.

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Il Castello dei Ruffo ci appare in tutta la sua decadenza: i ruderi mal tenuti sono franati abbondantemente dopo le recenti piogge impedendo, di fatto, il passaggio sicuro dei visitatori alla zona Sud, quella più panoramica, dove è possibile ammirare uno spettacolo unico. Pazienza, speriamo che la prossima volta che ci torneremo chi di competenza provvederà a sistemare il tutto. Sarebbe un vero peccato che il castello rimanesse così fatiscente anche quest’estate, quando arriverà qualche turista in più.

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Dal Castello continuiamo verso monte seguendo l'unica strada che varia il proprio fondo da cemento a sterrato. Ricordo l’ultima volta che ho percorso questa carreggiabile, al tramonto alcune pareti rocciose erano colorate di un bel rosso ferro con effetti cromatici inusuali a causa dell'inframmezzarsi di pietre incastonate e dalle tinte diverse.

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La carrareccia, con fondo in terreno battuto, priva di grosse buche, è sembrata abbordabilissima anche a Pino che sulla sua KLE montava le gomme di serie che non sono proprio il massimo fuoristrada.

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Dopo alcuni Km siamo arrivati sull'asfalto, nella zona alta di Bova Superiore, vicino al campo di calcio. Abbiamo subito proseguito a sinistra, verso monte, per alcuni Km. Al primo bivio importante (Y fra due strade asfaltate) abbiamo tenuto la destra verso Monte Grosso e, siamo quindi scesi di quota dal versante settentrionale lungo una strada piena di tornanti che ci ha portati fino a Puntone Cancello.

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L’antica strada delle neviere

Fino alla fine del XIX secolo, prima dell’inizio della stagione autunnale i contadini, su comando dei proprietari terrieri della zona, preparavano grandi fosse profonde dai due ai tre metri che rivestivano con fogliame e paglia al fine di riempirle di neve. Allo scopo venivano scelte zone particolarmente protette dalla vegetazione, si preferivano le fresche pinete esposte a Nord. Un guardiano vigilava fino alla primavera e, con l’arrivo della successiva stagione estiva, i mulattieri salivano in montagna a caricare le loro bestie di ceste di neve che poi vendevano a valle.

Nelle famiglie di ogni ceto sociale, fino alla fine dell’800 si usava alleviare l’arsura della stagione più calda con le cosiddette scirubette, granite a base di neve su cui veniva versato del vino cotto. Sharba, nella lingua araba dell’Africa settentrionale o scerbet, in turco, sono parole entrate nella tradizione linguistica calabrese a seguito delle dominazioni subite e hanno entrambe lo stesso significato: indicano dolci bibite fresche.

La carreggiabile che da Bova sale lungo il versante meridionale dell’Aspromonte era una via fra le più importanti dell’Aspromonte e in estate era percorsa da carovane di verticali che dalle proprietà dei principi Ruffo portavano la neve lungo la costa jonica.

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Da Puntone Cancello alla Diga del Menta

Da Puntone Cancello, fino al bivio che si deve imboccare per raggiungere la Diga, si segue un antico sentiero che nel 1847 venne percorso a piedi in un'unica giornata dal viaggiatore inglese Norman Douglas. Risalendo la carreggiabile verso monte, dopo aver abbandonato l'asfalto per 2-3 Km, sulla destra abbiamo incrociato un bivio che conduce a Est, riconoscibile perchè c'è la carcassa di un grosso automezzo arrugginito. E' la carrareccia che porta ad Africo Vecchio. Ma non abbiamo il tempo di arrivare al vecchio borgo e così proseguiamo verso Nord per poco più di 5 Km e arriviamo a Zaccanido (1400m slm) dove c'è un incrocio che, a sinistra, porta al casello forestale di Pesdavoli. Non è particolarmente interessante! Abbiamo proseguito, quindi, mantenendo la direzione verso monte.

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Non abbiamo avuto grosse difficoltà d'orientamento (gli incroci sono sempre con strette mulattiere da evitare!). Lo sterrato è risultato facile anche per le grosse bicilindriche che sono salite progressivamente in quota senza troppe difficoltà fra la fresca vegetazione di faggi, larici, querce, pini e castagni.

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Qui è iniziato il bello: si sono risvegliati antichi spiriti sopiti. Da una vecchia Africa Twin degli anni Ottanta è venuta fuori la grinta di una puledra libera in un prato verde. La moto di Peppe andava a meraviglia, liscia sullo sconnesso con quegli ammortizzatori morbidosi che copiavano perfettamente (a quell’andatura) buche e sassi. Anche in curva, il piede interno aiutava molto. Nessun intoppo, via tranquilli.

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Il paesaggio montano, con faggi, pini e abeti ci ha fatto sentire l’aria frizzante. Noi preferiamo il tempo fresco: gli odori risaltano di più e i colori appaiono più vividi. Le moto vanno fluide e ogni tanto ci fermiamo per ascoltare i rumori della natura. Abbiamo anche incrociato un cinghiale. O forse era un maiale selvatico. E anche un grosso gatto selvatico. O forse era una lince o una volpe.

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A poco più di 4 Km dall'incrocio per Pesdavoli abbiamo svoltato a sinistra in corrispondenza di un segnavia verde su un albero posto a destra e abbiamo inboccato lo sterrato che porta alla Diga del Menta e attraversa la Fiumara dell'Amendolea proprio vicino alla sorgente.

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Dopo qualche Km dall'incrocio, procedendo verso Ovest, siamo passati all'imbocco del sentiero che porta alle Cascate Maisano (contraddistinto da alcuni tronchi d'albero disposti in verticale a impedire l'accesso delle auto). Ma la visita alle bellissime cascate richiede un’intera giornata: sarà per un’altra volta!

Dopo neanche 500m, siamo arrivati ad uno spiazzo, sito dove confluiscono le acque della Fiumara del Menta con la Fiumara dell'Amendolea e formano un ampio guado: una decina di metri di ampiezza per 40cm di profondità.

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E qui apriamo una parentesi per raccontare dell’affondamento della corazzata Potiomki (ovvero: Carmine che scorazzando nella fiumara...).


L’affondamento della corazzata Potiomki
(ovvero: Carmine che scorazzando nella fiumara...).

L’esplorazione per noi motoalpinisti è una componente essenziale del DNA: scegliamo di scorazzare lungo carrarecce impestate di sassi e scaliamo ripide salitone viscide e fangose. L’acqua è un’altra cosa! Ci passi dentro quando guadi una fiumara e ci stai attento, rispettoso e un po’ impaurito per le conseguenze a cui potresti andare incontro in caso di caduta o stop del motore.

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Col suo Polaris, Carmine si è divertito a infilarsi dentro il punto più profondo dell’Amendolea e, senza accongersene, è sprofondato spegnendo il motore ma, per fortuna (io direi per bravura) è riuscito a mantenere il mezzo in assetto. Spentosi il motore ci siamo accorti che era in difficoltà, lo vediamo immergere i piedi in acqua e tentare di spingere il quad fuori. Ovviamente, da solo era impossibile ed ecco accorrere Tino e immediatamente dopo (aver fotografato) arrivo io. Così, in tre, riusciamo a tirar fuori il mezzo e a issarlo verticalmente per permettere all’acqua di defluire dalla marmitta.

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Aspettiamo che la forza di gravità faccia il suo dovere e rimettiamo il quad in orizzontale. Proviamo ad accendere e… ovviamente, non ne nuove sapere! Dopo neanche 5 minuti di tentativi, la dea bendata ci bacia: passa un signore con moglie e figlio con un grosso fuoristrada (si intravede nella foto) che ci propone di tirare il mezzo fino in cima alla diga (con l’intenzione di ritornarci il giorno dopo col carrello per recuperarlo). Presto fatto. E così, lentamente, la carovana si inerpica lungo l'unica via asfaltata che porta in cima alla struttura della Diga lungo la strada che viene utilizzata per il controllo e la manutenzione dell'impianto. Alla fine della ripida salita asfaltata ci siamo fermati per sganciare il quad e Carmine, un po’ per scaramanzia, ha provato con l’avviamento a mano (tipo fuoribordo). Non vi dico la sorpresa! Con una coltre di vapore il motore ha cominciato a rombare fra la gioia e lo stupore dei presenti. Incredibili questi Polaris!!!

A quel punto non ci restava che riprendere l’asfalto per Tre Limiti e continuare per Gambarie. Potevamo scegliere la strada classica che arriva alla Fragolara o scendere dallo sterrato che passa dall’Acqua della Face. Peppe, Tino ed io non abbiamo avuto dubbi. Carmine e Pino che avevano fatto tardi hanno preferito rientrare per la via più breve e così ci siamo salutati.

Il nostro gruppetto di tre mezzi eterogenei (Africa Twin, XR400 e Alp 200) trotterellando si è infilato lungo la carrareccia che scende dolcemente fino ai Piani dei Quarti e arriva al Laghetto Rumia con un percorso fra boschi di faggi di una decina di Km. Che goduria!

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La giornata finisce al laghetto. Ci salutiamo. Tino deve rientrare a Scilla, Peppe deve passare da Melia e io ho mia figlia a Reggio che mi aspetta per studiare assieme i Teoremi di Euclide, Talete e Pitagora. Dopo una giornata così potrei mettermi anche a risolvere gli integrali tripli!!

Ciao a tutti. Ci siamo divertiti e, in fondo (all’Amendolea), è andata bene!!!
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p51mustang
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Messaggio da p51mustang » sab 12 mag, 2007 11:49 pm

Mamma mia che bei luoghi. Peccato ci siano un pò troppi km di distanza da casa mia.

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beeware
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Messaggio da beeware » mar 15 mag, 2007 1:17 pm

.. davvero bellissimo.. :D

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