UN GIORNO DA MARSHALL
MC SPINEA UBER ALLES
Spinea è la nuova capitale mondiale del motocciclismo; Jerez, Daytona, Milwakee, Hamamatsu, Los Angeles e dintorni spariscono al confronto! Tutto merito del locale MC, che ha saputo conquistare le folle mondiali con le sue iniziative.
Esagero, ma è vero che nell'ultimo anno i veneziani si sono dati un gran da fare nell'organizzare eventi motociclistici. Nel settore stradale hanno fatto molto, corsi di sicurezza stradale, eventi mototuristici come il Rally delle Dolomiti a Recoaro, ma è sul fronte fuoristrada che, secondo me, hanno fatto il botto: 2 cavalcate enduristiche in quel dell'Altipiano dei 7 Comuni, erroneamente chiamato dai più "di Asiago", inframezzate dalla rievocazione, sotto forma di cavalcata con road-book, del Motorally della Laguna di Venezia.
Mai, a memoria d'uomo, c'erano stati prima d'ora eventi di fuoristrada turistico nel blindatissimo e vietatissimo Veneto, ed in un anno ben 3, tutti targati VE. Merito della sezione Fuoristrada del MC Spinea, capitanata da Mr. Martellus e Mr. Pravettoni.
Se con il motorally hanno giocato in casa, con le cavalcate dei forti hanno operato ad oltre 100 km di distanza; a molti, inizialmente anche al sottoscritto, bruciava l'orgoglio campanilistico che dei "foresti" fossero venuti ad organizzare delle cose sui nostri monti; possibile che tutti gli storici MC che operano nel vicentino si fossero fatti soffiare l'occasione? Probabilmente questi MC hanno un'indole più racing, non sono interessati al turismo fuoristrada, visto che nello stesso periodo sono state organizzate 2 gare di Regionale nel vicentino, oltre a svariate manifestazioni su fettucciato. Ben venga allora che qualcuno, che ha avuto forza di volontà ed agganci giusti, sia riuscito a portare l'enduro in modo visibile, legale e compatibile in Altopiano.
I° CAVALCATA DEI FORTI
Chi però si aspettava di vedere una "Orobiche" in vecchio stile valli bergamasche, era rimasto deluso.
Il giro era quasi tutto su strada sterrate, in gran parte aperte alla ordinaria circolazione tutto l'anno (neve esclusa!); c'era anche abbastanza asfalto; i tagli "hard", da cui venivano deviate le bicilindriche, erano carrareccie un pò più sconnesse, fattibili anche da piloti di bicilindriche con un pò di esperienza in off. Inoltre, pure il nome era una mezza fregatura, perchè non si passava in nemmeno uno dei famosi forti della prima guerra mondiale.
Perché andarci e, come disse un mio amico, pagare 35 € per fare le stesse strade che facciamo in ogni uscita?
Il perché si chiamava divieti. Quelli dello Spinea erano riusciti a farsi dare il permesso di passare per alcune strade vietate da decenni: la val di Nos, la traversata del monte Zingarella, i boschi del monte Erio. Sono pochi km ma, collegandosi alle altre carrabili sterrate aperte al traffico, hanno creato degli anelli sul territorio di gran godimento. Considerando che le multe sono lievitate a 200 €, 35 € non sono poi tanti, considerando che erano comprensivi di ristoro, pranzo, gadget. Io ci andai alla cavalcata, e mi divertii un sacco, era il ritorno di mio fratello su una moto da enduro, credo 15 anni dopo il nostro ultimo giro insieme, e durante il giro ci scambiavamo le (mie) moto: la prima volta che ho fatto un giro con 2 moto diverse.
Alves, Motocavalcata dei Forti, 2009.
Ighor, Motocavalcata dei Forti, 2009.
II° CAVALCATA DEI FORTI
All'avvicinarsi del bis dell'evento Altopianese, meditavo di replicare l'esperienza, ma volevo qualcosa di più che essere parte del pubblico pagante. L'occasione mi si presentava attraverso il Gneppolino, il tour ufficiale che organizzai il 4 settembre per il sito ES: fra i partecipanti cv'era Mr Martellus, uno degli organizzatori della cavalcata. In quella occasione non ci fu modo di scambiare molte parole, ma in seguito lo contattai per offrirgli i miei servigi, e così fui arruolato fra la manovalanza dell'evento. Oltre a me, altri ES, fra cui il mio amico Korradok, partecipavano come Marshall alla cavalcata, "coordinatore" del gruppo Ciccio Pasticcio, un altro dei miei parrocchiani al Gneppolino.
Mi ero reso disponibile a ricognizioni & perlustrazioni, vantando la mia grande conoscenza del territorio, ma nelle settimane precedenti non ci fu bisogno del mio apporto.
Citando il mio amico Mario, lui divide i partecipanti ad eventi e cavalcate in "Dinners" e "Levataccer"; i primi sono uelli che amano andare agli eventi il giorno prima, con la prospettiva di una cena cementa-amicizie, i secondi quelli che preferiscono fare una levataccia la mattina stessa e concentrarsi esclusivamente sulla girata in moto.
Mario fece anche una profonda analisi psicologica dei Levataccer, sostenendo che questi ultimi in genere sono coloro che:
1)non vogliono spendere soldi per dormire fuori ma rifiutano il randaging di infilarsi con la tenda in un cespuglio, a costo zero;
2)vogliono tenere buona la famiglia cenando a casa la sera prima;
3)se ne fottono di cementare amicizie, a loro frega solo l’aspetto del driving e partire la sera prima è solo una perdita di tempo;
4)non amano guidare la sera, col buio;
5)non amano andare al lavoro con la moto carica di bagagli e i vestiti da mettere in mezzo ai colleghi.
(estrapolazione dal "Compendio di Psichiatria enduristica" Prof. M.Ciaccia, Università di Enduria)
Io appartengo sicuramente al punto 2; per tener buona la famiglia e partecipare a girate in moto, mi sveglio prima all'alba, corro all'evento, non appena finisce scappo a casa; come al motorally di Venezia, 12 ore in sella dalle 6 alle 18.
Stavolta però volevo godermi con calma l'evento, per cui avrei fatto uno strappo alla regola, bruciandomi milioni di bonus pur di rimanere tutto il WE alla cavalcata, nonostante l'evento fosse a soli 40 km da casa mia, quindi fattibilissimo il pendolarismo casa-cavalcata durante i 2 giorni.
UN GIORNO DA FETTUCCIATORE
Il sabato mattina l'appuntamento era con Ciccio Pasticcio e Fantamoto al laghetto Lonaba in località Spillek a Roana, epicentro della manifestazione; il programma, tracciare il fettucciato aperto al sabato pomeriggio come antipasto alla cavalcata.Il fettucciato, come tutti sanno, è un percorso tracciato su campi, delimitato da strisce di plastica colorata, le fettucce; una specie di campo da cross provvisorio, dove chi sa farlo va a manetta.
Ancora dall'opera omnia del Prof. Ciaccia, apprendiamo che ci sono i i carreller, gli explorer e i vorrei ma non voglio.
I carreller arrivano, come dice il nome, con le auto e le moto sui carrelli, nache se devono fare 15 km. Le moto sono tutte mono racing, tutte uguali, tutte ridotte all’osso.
Gli explorer hanno moto fruste, logore, consumate, opacizzate da tanto fuoristrada e poche cure, oberate da bagagli,violentato da staffe reggi borse, sfregiate da serbatoi enormi. Sono i cowboy che partono da casa, si fanno 100 km di asfalto come trasferimento, fanno il giro in fuoristrada, tornano in dietro, con tutto il necessario per sopravvivere anni nella giungla.
I “vorrei ma non voglio” hanno grosse moto da enduro con gomme stradali ma sono attratti dagli explorer, ma alla fine usano i loro mezzi solo su asfalto.
Io sono sicuramente un explorer, ma stavolta faccio il carreller: attacco il carrello con sopra l'XR al Gallox (il fuoristrada che finalmente mi sono appena preso), i bagagli alla rinfusa in macchina, e di buonora parto per Roana. Già qui ho rischiato parecchio: avevo fatto appena in tempo a montare in gancio traino, ma non a fare il collaudo, in più ero senza adattatore multipoli per l'impianto elettrico del carrello, quindi non funzionante ... rischiavo il ritiro della carta di circolazione!
Per fortuna nessuno mi fermava.
Al laghetto non c'era anima viva, tranne un furgone di barboni con resti di cibo all'esterno ... ops, ma non erano barboni, erano Ciccio e Fanta che, qui dal giorno precedente, avevano dormito in loco. Di tutto il "gruppo fettucciatori" che mi aspettavo di trovare siamo solo in 3, ma di lavoro ne è rimasto ben poco: quei 2 cattivoni hanno, da soli, quasi completato l'allestimento del percorso: scherzi a parte, onore al merito di chi si è fatto un mazzo tanto, del tutto gratis, per far divertire altre persone!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Fettucciato in attesa dei clienti (foto Hank).
Il percorso si snoda in un prato di forma triangolare posto fra il bar-ristorante-albergo "Al Laghetto" e l'Acropark, parco giochi per le acrobazie fra gli alberi con imbraghi e moschettoni;in questo angusto spazio il fettucciato fa innumerevoli giri su se stesso, poi termina in una carrareccia che entra nel bosco, e dopo poche centinaia di metri confluisce in una sterrata aperta al traffico; si scende la sterrata e, per una breve carrareccia alle spalle del bar, si rientra nel fettucciato. Quindi abbiamo un percorso che non è un anello chiuso alla circolazione, ma si esce e si entra da una strada: molto pericoloso, di sicuro sarà necessario mettere delle persone nei punti di uscita. è un percorso cortissimo, poche centinaia di metri, si fanno in 1-2 minuti, a parte la carrareccia finale ed un rettilineo, sono curve e controcurve così strette da fare tutte in prima marcia:" Questo ci lasciano fare!" è l'amaro commento di Ciccio. Sul percorso, a cura di un gruppo di enduristi dell'altipiano, sono stati posti ostacoli artificiali, per renderlo più emozionante: tronchi, balle di paglia, sassi.
Grazie alla mia auto e carrello risparmiamo un pò di fatica nel trasportare pali, generatore e trapano; il terreno è così duro che, per piantare i picchetti che sorgerono le fettucce, è necessario forare la pietra col trapano. verso metà mattinata arriva a darci una mano il Biga, in sella ad una originale Transalp con avantreno completo VOR ed altre elaborazioni per renderla più off, che ci suggerisce di creare un paio di varianti sulla altrimenti diritta mulattiera di uscita.
Fervono i preparativi (foto Hank).
Si presenta anche un ragazzo giovane, è Dario Rebeschin, assessore alla cultura di Roana, endurista praticante, che fortemente ha voluto nel suo paese la manifestazione; ci fa tirare ulteriori fettucce dappertutto, lungo la carrareccia di accesso al fettucciato, perfino lungo le sponde del lago ... non una moto deve posare i suoi tasselli dove non è permesso, nel bosco. Basta questo a farci capire che rischio ed impegno sia organizzare una cavalcata da questi parti.
A mezzogiorno il fettucciato è pronto, intanto arrivano i ragazzi del MC Spinea, si danno da fare a montare gazebo, stand, tendalini, posizionare cartelli, cartelloni ed avvisi: tutti questi sembrano solo lustrini, ma danno un'aura molto professionale all'evento, c'è il parcheggio per i furgoni, il parco chiuso per le moto ... sembra di essere al via di una gara del Triveneto.
Per nostra fortuna sono anche dotati di cospicua scorta di salumi e formaggi, con cui sfamare noi affamati fettucciatori.

Ciccio Pasticcio collauda il fettucciato in jeans (foto Efi-Fagran).
Appena finito il fettucciato, Ciccio non resiste e si fionda dentro a collaudare il percorso, inanellando giri su giri; anch'io non posso esimermi dal testare il tracciato, e in jeans e pedule mi faccio un paio di giri, senza forzare; divertente, sopratutto l'ultimo tratto.
Nel pomeriggio iniziano ad arrivare i primi animali da fettucciato, per la verità pochi, ne erano previsti circa un centinaio; il tempo, uggioso e coperto fin dal mattino, come da previsioni peggiora ed una fine pioggerellina inizia a cadere. L'assessore è preoccupato, gli alberghi del paese hanno raccolto prenotazioni per 200 persone (però! non male ...) ma finora non è arrivato quasi nessuno: se non si presentassero? Chi se le mangia scorte per 200 persone? Io non credo di farcela, nemmeno con l'aiuto di Ciccio!
Nel frattempo ammazziamo le ore al bar, dove mi vengono offerti caffè su caffè, neanche fossi una bella figliola.
Finalmente arrivano i "Fettuccers", gli appassionati della fettuccia, ed un bel pò di moto iniziano a girare. Furgoni attrezzati come officine scaricano bombardoni a 4T, sibilanti 2T, padri con figli sul cinquantino, tabelle con numeri di eventi come l'MBR (Moto Bruco Race, l'NSR (Never Stop Riding) manifestazioni in zona del giro dei "fettuccers". Ci sono anche i "PR" di fettucciati, un tizio di un MC limitrofo che distribuisce volantini di un prossimo evento fettucciato: chiedo una copia e mi sento dire, testuali parole:"Ma perchè, anche tu fai enduro?" Non pensavo di non avere una faccia da endurista!
Si aprono le danze:
Coda all'ingresso (foto Hank).
Per certa gente questi eventi sono la manna, ne vanno a caccia con assiduità, e negli ultimi anni in Veneto ne vengono organizzati parecchi; francamente a me lasciano abbastanza indifferente, cioè, mi divertono, non lo nego, ma passarci un pomeriggio ... vuoi mettere una girata all day long per monti e valli? Ma purtroppo il futuro dell'enduro sarà questo, fughe dalle guardie nei pochi sentieri scampati alla cementificazione e giri in tondo nei campi di pannocchie.
Partenza … via (foto Hank)!
La Linea nel bosco, il mio pezzo preferito (foto Hank).
Qualcuno invece, dalla pedemontana, è salito direttamente in sella, facendo un pò di off, come MartinoFix e la sua crew, con cui avevo girato anche alla I° Forti l'anno scorso; c'è anche Yamafaga, mio compagno al motorally di Venezia, qui con una splendida Husaberg.
Anch'io mi cimento nel fettucciato, stavolta professionalmente, vestito di tutto punto; all'ingresso c'è Mr Pravettoni, a dirigere il traffico di ingresso; sul portafaro ho l'adesivo che hanno dato a noi collaboratori per identificarci, c'è scritto "SERVIZIO - MOTORALLY DELLA LAGUNA" (ovvio che hanno riutilizzato gli adesivi rimasti da quell'evento, che caduta di stile per lo Spinea ... scherzo!), mi apostrofa: "Bel servizio che fate, così!" Io i miei 4 pali li ho piantati, al mattino, ma ha comunque ragione lui, ho sempre ammirato chi, a gare o cavalcate, si fa un mazzo tanto, di noia, freddo, caldo, ecc., a stare a segnalare passaggi, bivi, raccogliere fettuccie.
Mi limito ad un paio di giri, non sono un animale da fettucciato, tirare per tirare non mi appaga gran che, ho paura di farmi male per niente, perdere una cavalcata per essere 2 secondi più veloci o non farsi superare da chi mi segue ... Naahhh!
Fettuccers in azione: la prima parte del percorso, che poi va a chiudersi nel bosco in alto (foto Hank). (foto Hank).
Le moto girano per qualche ora, poi la pioggia sale di intensità e il buio scende sul laghetto.I Boss del MC Spinea hanno organizzato, al ristorante, una conferenza dimostrazione sulla sicurezza e il pronto soccorso, con un medico della clinica mobile del MotoGP, credo, ci vengono a chiamare per fare da pubblico, ci vuole la cornice negli eventi ufficiali, e loro sono molto bravi nel creare queste situazioni, tanto di cappello.
Entrava gagliardo nel circuito, troppo gagliardo … e spanciava di brutto a terra! Ma niente paura, nessun danno, a parte la figura di cacca(foto Hank)!

E per chiudere in bellezza, il sottoscritto che entra in fettucciato (foto Efi-Fagran).
Ma noi siamo impegnati in altre faccende; al furgone e gazebo di Ciccio si è affiancato Bobo da Rovigo con altrettanta profusione di mezzi. Abbiamo quindi un doppio mega tendone, e sotto 20 persone intente ad arrostire carne ai ferri e polenta a volontà; i rifornimenti idirici sono assicurati da una tanica di 20 litri di vino, un bottiglione di 2 litri di limoncello, birra e bottiglie a volontà. Gran festa, bella gente, struggenti racconti di viaggi africani e non mi fanno proprio sentire il "Vorrei ma non posso" del momento; la festa prosegue non so fino a che ora, io, abbruttito dall'alcool, alzo bandiera bianca alle disonorevoli ore 9, e scendo in paese, dove alloggio in un confortevole appartamento riscaldato; ero partito con l'intenzione di dormire nel sacco a pelo, dentro l'auto, in tenda, o nel furgone di qualche anima pia, ma poi è saltato fuori il conoscente dei miei che guardacaso ha un appartamento sfitto a Roana e me lo presta gratis: voi cosa avreste scelto?
ES night party (foto Hank).
UN GIORNO DA MARSHALL
Esco a fatica dal lettone piumone: e chi ha voglia di guidare 100 km sotto la pioggia? Per fortuna non sta piovendo, anche se ne deve aver fatto di acqua durante la notte, e il cielo è ancora gonfio di pioggia, man non solo:
Neve sui larici (foto Hank).
Si prospetta l'ennesima girata bagnata (foto Hank).
Quando ho visto la neve ho pensato " poco male, tanto ieri al fettucciato erano tutti con le mono" ...
seeehhh, al laghetto vedo GS 1200 gommate slick, Varadero idem, perfino delle V-Strom: V-STROM!!!!!
Ma procediamo con ordine: al laghetto è tutto un via vai di moto che vanno e vengono dal Parco Chiuso, furgoni e carrelli che scaricano, Pravettoni che dirige il traffico (ha proprio la vocazione del vigiel urbano!), mentre il suo compare Martellus è in giro a fare ricognizioni, gente in coda per perfezionare l'iscrizione (la pre-iscrizione con pagamento anticipato era già stata fatta sul web): un gran movimento, alla fine i 200 ospiti sono arrivati, gli albergatori dormono sonni tranquilli.
Cerco Ciccio ma non c'è, suoi figlio nemmeno, sono già operativi, poi li trovo, ma non mi dicono niente di utile, poi spariscono, vado al gazebo delle iscrizioni, trovo altri colleghi marshall (tecnicamente siamo scope, ufficialmente quelli dello Spinea ci chiamano "staffette", ma marshall è più figo, più ammmerrricccannnooo!). Credevo facessimo un bel briefing stile dakar, invece nessuno ci bada, finalmente abbiamo la dritta di andare in un locale del bar, dove ci vengono consegnate le pettorine ufficiali da Marshall: ora siamo in servizio a tutti gli effetti!
Alves the Marshall! (foto Hank).
La partenza della cavalcata verrà data nella piazza del paese, al cospetto delle massime autorità; l'intenzione mia è di recarmi tosto colà, ma c'è un ostacolo, il Biga: corazzato in un a cerata gialla degna di un pescatore di merluzzi del mare di Bering, ferma tutte le staffette che gli capitano a tiro, per trovare volontari da mandare a presidiare qualche remoto bivio del percorso, ove morire di freddo e noia, fino a cadere congelati per essere recuperati solo a primavera 2011! Povero Biga, il suo si è un lavoro ingrato ma fondamentale, è da eroi stare tutto un giorno a fare il segnalatore ad un bivio, o a spingere in una salita ostica ... ma io sono un bastardo senza gloria, per cui svicolo via e scendo in piazza, per fare la cavalcata on the road, al seguito dei partecipanti.

Documento storico: il Biga cerca di fermare chiunque abbia un giubbino giallo per spedirlo nelle nevi perenni a presidiare qualche incrocio (foto Efi-Fagran)!

Preparativi (foto Mtr).
Apro una parentesi politico enduristica: l'anno scorso la cavalcata partiva da Asiago, il centro dell'Altipiano, e si snodava sicuramente nei comuni di Asiago, Gallio e Roana, non so se sconfinava in altri, ma questi 2-3 avevano concesso il passaggio in strade vietate. Quest'anno invece l'epicentro della manifestazione è il piccolo comune di Roana, decisamente meno appariscente e mondano del "capoluogo" Asiago; anche il percorso, pur toccando molti altri comuni, anche della pedemontana, è in gran parte tracciato dentro i confini di Roana, come pure le autorizzazioni ai tratti vietati sono tutte in Roana.
Quindi, di sicuro da un lato la semplificazione di trattare con una unica amministrazione, dall'altro spero che il passaggio ad una località meno nota non sia preludio di una ritirata dopo l'exploit della 1° cavalcata in assoluto in Veneto.
Va anche detto che ad Asiago la cavalcata era si partita dalla piazza di fronte al monumentale ossario ai caduti, ma tale piazza è in una posizione decentrata rispetto allo struscio di Asiago, tanto che uno a spasso per il centro poteva anche non accorgersi della manifestazione in corso. Invece a Roana la partenza ufficiale viene data dalla piazza principale del paese, con fior di autorità compreso gruppo folkloristico locale e parroco benedicente, e l'area del laghetto Lonaba è stata per 2 gg cuore pulsante della cavalcata.
Meglio lo scantinato di un hotel a 5 stelle o la Hall di uno a 3 stelle? per me la seconda.

Gruppo scope, me medesimo con lo zaino blu (foto Mtr).
Dopo le toccanti parole del sacerdote e relativa benedizione, Pravettoni annucia che ci saranno tagli causa neve, ci prega di portar pazienza se faremo asfalto ... "Qui si passa la giornata a spingere i bisonti con gomme slick o a portarli a spasso per asfalto" penso, ma mi sbaglio!
Autorità civili e religiose (foto Hank).
Partenza ufficiale in piazza a Roana (foto Hank).
La partenza viene data a grupppi di 5 moto, intervallati da un minuto, ed ogni gruppo o 2 parte con loro una staffetta; qui ho un colpo di culo, parto in mezzo ad un gruppo di mono racing, figurati se partivo con i GS quanta strada avrei fatto in off ...
Passiamo il ponte di Roana e già un KTM 125 ha la ruota post che barcolla: mousse finita o gomma buca?
Ecchecazzo, nemmeno siamo allo sterro! Lo supero, lasciandolo al suo destino.

Primi metri sul ponte di Roana: questi li ho visti solo alla partenza(foto Efi-Fagran)!

Ecco il mio passaggio, di scorta ad un gruppo di competitivissimi KTM (foto Efi-Fagran).
All'inizio del primo sterro mi fermo, c'è l'assessore, a cui chiedo se devo fermarmi li ad indicare il passaggio; lui mi dice di proseguire, casomai ci scambieremo i ruoli più avanti ... lo rivedrò solo al ristorante ...
La prima parte del giro è una bella sorpresa, stradicciole sterrate in mezzo ai pascoli dell'altipiano, fra la zona artigianale di Asiago e il Kaberlaba: solitamente nei nostri giri non battiamo queste zone, evitiamo la metropoli asiaghese per portarci verso le zone alte (Verena, Marcesina) quindi una novità per me, da ritornare ed esplorare con calma; trattasi comunque di pochissimi km.
Il secondo pezzo off è una stradicciola in salita fra i pascoli, sassi rotti e spuntoni, non è nulla di che per una qualsiasi enduro, ma con Varadero e V-Strom gommate slick ... NO! Appena la vedo penso "qui di stradale non sale nulla" ...Infatti Il povero Cicciopasticcio e Fantamoto passeranno un casino di tempo a disincagliare bisonti!

Questa foto di Lolly rende appieno l'ambiente dei primi km di cavalcata: strette carrarecce racchiuse da steccati di filo di ferro o antiche lastre di pietra, attraversanti i pascoli attorno ad Asiago. (foto Lolly)

Ed è già tappo! Sembra di una facilità ridicola, e lo è, ma 250 kg di moto e gomme slick mal si sposano con ruere di trattori e moto, scaglie umide e smosse (foto Lolly).
Dal Kaberlaba si va nella parte bassa dell'Altopiano, fino a monte Corno, su e giù per Granezza, Boscon, campo rossignolo, cima fonte ... notevole il fatto che ci abbiano fatto passare per il Lemerle, di solito vietatissimo! Verso il Boscon compare la prima neve, ma è ancora poca e si sale bene; un tiratissimo pilota di 450 mi ferma, ha il paramano che balla e necessita di brugola ... con se non ha nulla! "secondo te perchè ho uno zaino da montagna sulle spalle, per fare stretching?" mi verrebbe da dire, ma sono buono e gli do l'attrezzo. Purtroppo la vite è rotta, occorre smontare il paramano ma non avendo nessun ripostiglio me lo lascia in custodia.
Finalmente la neve (foto Hank).
Tipico percorso dei 7 Comuni: sterrata ex-militare, fondo duro, foresta di abeti, paesaggio zero (foto Hank).
Si riparte verso il bivacco Caltrano e qui la neve è già sui 15-20 cm, la marcia si fa difficoltosa, ma siamo tutte mono e saliamo bene; GS e simili qui mai visti, a tenere alto l'onore delle bic ci pensano cazzuti piloti di SuperTenerè, Africa Twin e vecchi BMW 2 valvole, ma ne fanno di fatica.
Trovo un altro pilota di KTM racing, ha forato, gli dico di proseguire che presto c'è la discesa ... mi sa che aveva la pressione a 0,8 atm, forse 0,9, perchè alla Fasola School spiegano che le gomme da enduro vanno a quella pressione, 0,8, si aumenta un pò se c'è fango per scaricare meglio la palta, ma mai mai superare 1 atm ... io giro con le gomme a DUE, 2, atm, qunado vado in altipiano, ma alla Fasola mica lo sanno che per 4 anni qui il Regio Esercito e l'Esercito Imperiale Austro-Ungarico hanno seminato tons di ferramenta per strade e boschi ... è più difficile che una camera d'aria sopravviva ad un giro in Altipiano che un cammello passi nella cruna di un ago!
è bellissimo, bellissimo guidare fra le neve che cade, con gli abeti ammantati dalla soffice bambagia nevosa.
Iniziano i casini, il mio amico Martinofix va di zampetting (foto Hank).
Il grosso degli stradali sono già stati fatti fuori, qui rimangono solo enduristi più o meno scafati, tutti salgono (foto Hank).
Gruppone (foto Hank).
SuperBigi, my personal Heroes; avanzava a circa 2 km/h, ma non si fermava mai! E qui non era facile, per i Twin: a terra 15-20 cm di neve, qualche strappo della strada, e il fondo di sassolini impastati a neve. La tuta fosforescente da disco music anni 70 è semplicemente fantastica! (foto Hank).
Father and Son; siamo a circa 1.400 m.s.l.m. (foto Hank).
Le Dual sport anni 80, qui una Dominator, stupiscono sempre per le loro prestazioni in off (foto Hank).
Per non parlare delle Old BMW, fascino a vagonate (foto Hank).
Kappone 2T anni 70 (foto Hank).
Al bivio di cima fonte si crea un mini raduno, ci sono 20-30 moto ferme e sono l'unica scopa. La discesa per monte Corno, che solitamente ha l'aspetto di una strada carrabile, seppure accidentata, ora è ridotta ad un sottile sentiero innevato; vedo molte facce dubbiose, nonostante la freccia parli chiaro, "si va di là?" Si, si va di là! Sento degli "insomma qua, insomma là, con queste condizioni ..." pronunziate anche da piloti in sella a enduro racing: cazzarola, ma siamo uomini o caporali? Enduristi o sprizzetari da bar?
Precedo la truppa giù per la discesa, che si rivela bellissima.
Discesa verso Monte Corno, la pianura grigia e l'altipiano bianco (foto Hank).
Discesa verso Monte Corno, la strada ridotta ad un sentiero (foto Hank).
Pozze (foto Hank).
Da Monte Corno giù per la valle Granezza di Gallio, qui c'è meno neve, un HM 50 è steso a terra col gas a chiodo, mi fermo per vedere se hanno bisogno di aiuto, il ragazzo dice che hanno rotto il comando del gas, offro il filo di ricambio, c'è anche il padre, non è il filo, si era bloccato il comando, solamente.
Riparto, arrivo al Turcio guadando immense pozzanghere di fango, oramai ho i piedi in ipotermia; si torna in dietro per Campo Rossignolo, e chi trovo sulla sterrata? Ma il tipo senza paramano, che ha bucato! Fortunello! Mi chiede se ho il Fast, negativo, e poi col freddo che fa il Fast mi sa sarebbe diventato un cubetto di ghiaccio buono per l'Aperol & soda! Lo abbandono al suo triste destino, lo ritroveremmo ibernato a primavera (no dai, gli spiego la strada per raggiungere il più vicino distributore) se stavo a riparare tutte le camere d'aria buche incontrate sarei ancora là!; arrivo al bivio per Monte Corno, il percorso prevede di scendere per asfalto verso Lusiana, ma dei boscaioli stanno tagliando legna, pare non volessero far passare le moto, intervengono le forze pubbliche; quando transito io c'è una pattuglia dei carabinieri e i motociclisti sfilano sui tronchi sotto l'occhio vigile della Benemerita.

Boscaioli incazzati (foto Gio).
Arrivati a località Ristoro si gira a dx sull'accidentato sterrato che porta al bivio del Cavalletto, sterrato che faccio a cannone, superandone un pò; al Castelletto sterrato verso le malghe, indi asfalto in direzione Bar Alpino di Caltrano: peggio dell'asfalto innevato in discesa non c'è, lo si fa a chiappe strette, 1000 volte meglio il fondo sterrato!
Si va verso val Magnaboschi, ma prima di giungere al sacello deviazione (assai apprezzata) sul vietatissimo monte Lemerle; ancora sterre nei boschi di Cesuna fino alla località 40 Campi, vicino al ponte sul Ghelpach, dove c'è la singolare galleria, in antichità sottopasso della dismessa ferrovia per Asiago.
Qui è allestito il ristoro, quanto mai gradito; ma è qui che succede il fattaccio, un partecipante mi si appropinqua "proprio te cercavo, superandomi mi hai sparato una sassata addosso!"; che impudenza, che ingratitudine, io che sono lì a lavorare per lui! Lo espello seduta stante dalla cavalcata, il minimo per un simile affronto!!!!!!!
Al ristoro ritrovo, dopo averlo già salutato alla partenza, il giovine bruco Mtr_Racing, mi sembra assai contento del giro; riparto, trasferimento attraverso Canove, poi il percorso scende in Val d'Assa per una piacevole sterrata stretta ed a tornanti. In salita vado a tuono, in un baleno siamo di nuovo a Roana; qui un mio collega marshall ferma le moto non adatte alla seconda parte del percorso: di fronte ho un TT600 con gomme molto migliori delle mie, e questi decide di non proseguire!
Inciso sulle mie gomme: erano (adesso le ho buttate, un classico mio, cambiare le gomme DOPO l'evento clou, non prima!) le stesse usate nel 2009 in Carnia, le stesse del motorally della Laguna, il posteriore aveva circa 4 mm di tassello utile!
Ristoro (foto Hank).
Comunque sia proseguo; si sale verso l'istituto elioterapico di Mezzaselva, indi si prosegue nelle foreste alle pendici del monte Erio, stessa tratta dell'anno scorso; favolosa l'uscita sui pascoli di malga Erio, 20 e passa cm di neve fresca, e nevicata in corso; faccio un pò di fatica a salire i tornanti, ma non come un GasGas che deve essere spinto, candela bruciata per lui; invece mi si spengono del tutto le batterie, macchina fotografica, GPS, scorta, tutte quante, credo che freddo ed umidità le abbiamo messe fuori uso.

Ultima foto mia: nevicava che Dio la mandava, in terra almeno 30 cm di neve, quota 1.500 m.s.l.m. (foto Hank).
Dallo Spiazzo dei Mercanti ci fanno scendere verso le casare di Campolongo, e da lì verso le casare Trugole; passata l'omonima malga si entra in un bosco che è buio perfino ad agosto, ma con la neve, il cielo coperto ... sembrava di essere nelle Cronache di Narnia, da guardarsi le spalle che non arrivi un licantropo mangiatore di enduristi.
Si arrivava a malga Camporosà, indi si risaliva alle casare di Campovecchio, dove lo stoico Biga segnalava di prendere la mulattiera verso la Croce del Civello; questa ha un fondo abbastanza accidentato, e con la neve le difficoltà si potenziano; ogni tot metri una moto ferma impiantata, riesco a salire per un pò ma poi mi fermo inesorabilmente ... non c'è verso di ripartire, non ho abbastanza gomma; arrivano altri piloti in difficoltà, un Ktm cerca di superarmi ma sta già cadendo, solo che mi cade addosso, finiamo tutti e 2 a terra, nessun danno ai piloti, nessun danno alla mia Honda (ma serviva dirlo?) il K trancia il suo bellissimo parafango.
Sto quasi per darmi pervinto, girare la moto e tornare a valle, ho i piedi in umido da ore, sento l'acqua scorrere dentro gli stivali, rischio veramente il congelamento; ma poi decido di fare l'ultimo tentativo, anche se ho poca gomma: sdraiato a terra, esausto, schiaccio la valvolina dell'aria con l'intensità con cui un etilista si attacca al collo della bottiglia, sgonfio il posteriore a pressione bassissima, praticamente è floscio. Provo a ripartire, i primi metri vado di onda, poi finalmente riesco a posare i piedi sulle pedane e a fare forza: la moto va dritta, acquisto velocità, faccio il tornante, avanti, avanti, avanti e arrivo alla Croce del Civello.
Qui pensavo che ci facessero scendere, che avrebbero approntato dei tagli, invece la freccia indica direzione Verena! Incredibile, dalle premesse in piazza a Roana avrei creduto che avrebbero tagliato tutto il tagliabile, invece no!
Per fortuna la carrabile dopo il Civello è meno ripida ed accidentata, nonostante i 30 cm di neve si sale tranquillamente; il percorso prevedeva la salita facoltativa (e ritorno per la medesima tratta) al forte Verena, ma non so se qualcuno si è avventurato fino ai 2000 metri ... al bivio per malga Quarti (alla comunque rispettabile altezza di quasi 1700 m.) si gira verso quest'ultima ed inizia la lunga discesa verso il laghetto Lonaba, su sterrate e pezzi di bosco; il gran finale prevede un passaggio all'interno del fettucciato, in senso contrario al giorno precedente.

Ultime discese verso l'arrivo (foto Efi-Fagran).

Il vostro amichevole Marshall di cavalcata Alves (foto Efi-Fagran).
All'arrivo trovo Martellus, preoccupato perchè gli pare di vedere gente passare 2 volte ed arrivare da direzione sbagliate, mi chiede se il percorso è segnato, a me pareva di si, sono troppo bagnato per rifarmi tutto il Verena a controllare, lo lascio ai suoi dubbi e vado a cambiarmi. mentre sono intento alle operazioni di vestizione arriva un ragazzo della compagnia degli ES, mi fa "già finito? Ma quanto veloce sei stato?" ragazzo, "class is not water" come dicono gli ammmericani ...
infatti Ciccio & Co. arrivano al ristorante 2 ore dopo di me, dopo aver scortato stradisti fuori dai guai e riparato moto a go go: ineccepibili, loro si che si sono fatti il mazzo per questo evento, meritano una standing ovation!
Piacevolissimo pranzo al calduccio, mentre fuori piove, in compagnia di Martinofix e della sua crew, caffettino, caricatio moto e via a casa morbidamente adagiato sul pellame della mia 4X4: grande giornata di enduro, assolutamente.
Questa cavalcata, per le caratteristiche dei tracciati, non è pensata certo per i racing da extreme enduro, ma va intesa come una passeggiata in fuoristrada in montagna, un evento per turisti del tassello; la neve l'ha trasformata radicalmente, e donato un inaspettato regalo agli amanti dei percorsi tosti, me compreso. Il giro così conciato è stato di un fascino immane, piacere di guida allo stato dell'arte, difficile volere di più; la ciliegina su questa torta così perfetta, per me, è stato vivere l'evento dal di dentro, piccolissimo attore e non spettatore: che volere di più dalla vita?
Rifare la scopa l'anno prossimo!
Ciao
Alves
P.S.: Grazie a tutti i fotografi di cui ho approfittato!