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Grazie Alp 250!

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recalo
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Grazie Alp 250!

Messaggio da recalo » mar 27 set, 2011 5:16 pm

Finalmente sabato sono uscito in moto!
L’idea che mi ha spinto inesorabilmente a farlo, è stata quella di portare l’Alp 250 da Ulissi, il concessionario Beta della mia zona, per cambiare i raschiaolio della forcella ed approfittare per far tarare il mono per il mio peso e cambiare l’olio motore.
Siccome non volevo correre il rischio di fare brutti incontri con le forze dell’ordine, ho interpretato sulla cartina un percorso alternativo, che mi avrebbe portato a San Severino Marche, senza mai toccare la via principale.
Mi sono bardato di tutto punto, così avrei anche “sentito” l’effetto sul mio corpo di tutte le protezioni, ho messo nello zainetto una capiente borsa di tela che, una volta giunto a destinazione, mi sarebbe servita per stivare tutti gli accessori, così da permettermi di indossare un cambio leggerissimo, per poter così tornare alla normalità ed essere in grado di prendere i trasporti pubblici che mi avrebbero ricondotto a Polverina, vestito da comune mortale.
La messa in moto è avvenuta al secondo colpo, mentre il rilascio della frizione è avvenuto dopo ben quattro tentativi, finiti sempre in un piccolo balzo, dal momento che era da tre settimane che non accendevo la moto ed i dischi della frizione evidentemente si erano incollati più del solito.
Poi in terza giù per il viale di casa e via sull’asfalto fino al bivio che mi avrebbe condotto all’inizio dello sterrato.
Ovviamente, non conoscendo il percorso, ho avuto diversi rallentamenti, dovuti all’esame della cartina in presenza di bivi ma, questo primo tratto di asfalto, su per la montagna, mi è sicuramente servito a riprendere confidenza col mezzo e, alla fine, sono riuscito a raggiungere il primo obbiettivo.
Mi trovavo di fronte ad una salitona che si inerpicava sulla vetta del Monte d’Aria, sui cui 956 metri svettavano enormi antenne ripetitrici.
Tutto intorno spazi infiniti, con colline morbide e gialle, in un’atmosfera purissima e totalmente priva di presenze umane.
Con mia grande sorpresa, visto che erano millenni che non guidavo una moto fuoristrada, sono arrivato sulla vetta senza problemi, in piedi sulle pedane, per scoprire purtroppo che lì finiva la strada!
Sono allora tornato indietro, fino al primo bivio, da cui partiva un sentiero segnalato da una freccia del CAI, che scendeva chissà dove.
Si trattava di una mulattiera sassosa, piuttosto impegnativa, che mi ha visto alla prova di scelta di marcia, freno, frizione, per negoziare l’ardua discesa e che, grazie alla prima ed unica scivolata, dove sorprendentemente sono riuscito a stare in piedi, con la moto per terra tra le gambe, mi ha insegnato ad evitare tassativamente di usare la prima (per quello la moto si era spenta, provocando la caduta!) e cercare invece di non intimorirsi o, peggio, di lasciarsi prendere dalla paura, situazioni entrambe foriere di potenziali errori!
Mi sono accorto che la pista aggirava la montagna e, teoricamente, si dirigeva verso dove supponevo si trovasse l’agognata destinazione, ma non ne ero per niente sicuro.
Per di più, senza sapere quanti chilometri avevo fatto e quanti ancora dovevo percorrere, la possibilità di finire la benzina, nel mezzo del nulla, si stava insinuando, con un brivido, proprio dentro lo stomaco.
Dopo alcuni corti tratti pianeggianti, bagnati e con un po’ di fango, ho visto in lontananza un gregge di pecore.
Dove ci sono pecore, solitamente c’è un pastore e magari anche un cane che odia le moto ed infatti il pastore c’era, fortunatamente senza cane.
Devo dire che si è sorpreso più lui nel vedermi e, quando gli ho chiesto se mi trovavo nella giusta direzione, mi ha risposto in una lingua incomprensibile dell’Est, indicandomi con la mano proprio la rotta che stavo seguendo ma, qualcosa mi ha fatto pensare che, sicuramente, non sapeva nemmeno lui dov’era.
Ho così continuato imperterrito, un po’ a naso, sempre tra le pietre, con molta discesa e qualche bestemmia, ma sono giunto finalmente nei pressi del campo da Motocross di San Severino, da dove ho raggiunto facilmente l’officina.
Ovviamente mi sono stancato molto, anche perchè con allenamento zero ed anni di inattività moto alpinistica, forse mi stavo chiedendo troppo.
Ma, felice di aver raggiunto la meta, mentre mi cambiavo e bevevo tutta l’acqua che mi ero portato, ho sentito che, in fondo, non mi ero stancato nemmeno tanto.
O era l’adrenalina del “trionfo”?
Ho riprovato di colpo le stesse, meravigliose sensazioni che avevo provato 35 anni fa quando, dopo inenarrabili fatiche, raggiungevamo la polenta, le salsicce ed il vino che ci attendevano in quel o quell’altro rifugio, nel mezzo di un nulla straordinario ed impensabile, dove il calore del camino trasformava ogni cosa in trionfo.
Ho riscoperto l’essenza di questa passione, da troppo tempo assopita: è quell’essere da soli, alla conquista di luoghi meravigliosi, tra spazi di grande respiro, dove la totale concentrazione sul mezzo e sul come superare le varie difficoltà del percorso, non ti permette assolutamente di pensare a nient’altro.
Gli avvocati, i medici, le tribolazioni terrene, la politica, i disastri, la fame nel mondo, svaniscono nel nulla: resti solo tu, la tuo moto e la natura che ti accoglie e, come per magia, ritrovi il tuo essere, quell’essere di cui ti eri completamente scordato.
Si tratta di qualcosa di incredibilmente terapeutico che, sia solo per poche ore, ti allontana e ti astrae magicamente da tutta la negatività con cui la società ci obbliga quotidianamente a convivere: una specie di droga benefica che ti rende immediatamente dipendente.
Non vedo l’ora di uscire di nuovo. :lol:
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Messaggio da ontano » mar 27 set, 2011 6:01 pm

Ottimo Racconto Renato,
Un solo appunto, che io mi ripeto tutte le volte che esco da solo.
Non uscire da solo.

Un saluto. :D
Ontano

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Messaggio da recalo » mar 27 set, 2011 6:18 pm

Ontano, lo so benissimo!
Ma, purtroppo, dei miei vecchi amici di un tempo, in moto non ci va più nessuno e, se aspetto qualcuno che voglia uscire con un vecchiaccio come me, ho voglia di aspettare!

Un abbraccio.
Renato Calò
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Grazie Alp 250!

Messaggio da husqvarna100 » mer 28 set, 2011 9:17 am

Hai toccato tutte le corde della filosofia del motoalpinismo.
L'avventura,il rapporto con la natura,la ricerca di se,l'appagamento.

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Grazie Alp 250!

Messaggio da Misso » mer 28 set, 2011 11:31 am

Grande Alp e grande Recalo!
Ho l'impressione che stiate imparando a conoscervi e che stiate abbandonando l'iniziale reciproca diffidenza.
Se vai avanti cosi' potresti diventare... "l'uomo che sussurrava alle Alp"!

Misso

P.s. mi hai fatto venir voglia di rileggere "Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta " di Pirsig Robert ...!!!

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Grazie Alp 250!

Messaggio da recalo » mer 28 set, 2011 12:07 pm

Grazie Misso, ricambio la stima di tutto cuore.
Purtroppo non ho grandi occasioni di uscite e, come hai visto, quella di sabato è stata del tipo "o la va, o la spacca" sicuramente non confacente con la mia educazione ed esperienza.
Ma non ne potevo proprio più e, anche se non dovrebbe essere un esempio a seguire, mi sono buttato lo stesso, all'insegna di "tanto si muore una volta sola".
Dalle mie parti sono tutti enduristi o trialisti puri quindi, il motoalpinismo tranquillo e contemplativo, non lo posso condividere con nessuno.
Ecco che l'idea del Miniraduno era grandiosa!
Sarebbe stata e spero sempre che "sarà", magari in un'altra data, una magnifica occasione per incontrarci, conoscerci, convivere un po' tra persone accomunate dalla stessa passione e, sicuramente, come sempre, imparare.
Ad ogni modo, Miniraduno o non, chiunque voglia trascorrere un weekend sui Sibillini, sarà sempre il benvenuto.

Un abbraccio.
Renato Calò
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Messaggio da max37 » mer 28 set, 2011 3:37 pm

ottimo racconto, lo vedrei più come un report da mettere al centro piuttosto che in moto filosofia.

ricordati la macchina fotografica o al massimo il cellulare ( se non è come quello di rere :lol: :lol: ) per mettere anche qualche scatto
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Re: Grazie Alp 250!

Messaggio da anALPhaBETA » gio 29 set, 2011 1:42 am

wow, recalo, che splendido racconto, quanto sono felice di leggerlo!
recalo ha scritto: quell’essere da soli, alla conquista di luoghi meravigliosi, tra spazi di grande respiro, dove la totale concentrazione sul mezzo e sul come superare le varie difficoltà del percorso, non ti permette assolutamente di pensare a nient’altro.
Gli avvocati, i medici, le tribolazioni terrene, la politica, i disastri, la fame nel mondo, svaniscono nel nulla: resti solo tu, la tuo moto e la natura che ti accoglie e, come per magia, ritrovi il tuo essere, quell’essere di cui ti eri completamente scordato.
Si tratta di qualcosa di incredibilmente terapeutico che, sia solo per poche ore, ti allontana e ti astrae magicamente da tutta la negatività con cui la società ci obbliga quotidianamente a convivere: una specie di droga benefica che ti rende immediatamente dipendente.
... ooooh, come lo hai detto bene!
ma allora forse è questo che mi piace tanto?
Su una cosa siamo assolutamente in sintonia, tu dici "qualcosa di incredibilmente terapeutico" io la chiamo "mototerapia" ma è identico pensiero.
A mio più modesto parere alcune "Donne" dovrebbero fare un "attimino" di pratica prima di "scrivere" certe "sentenze ingiuste" ...

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Grazie Alp 250!

Messaggio da pinof » ven 21 ott, 2011 6:44 pm

Oh, finalmente si entra nel pieno delle emozioni che, probabilmente, come Recalo, noi tutti proviamo, ma non sempre riusciamo ad esprimere con le parole adeguate. In questo resoconto il nostro amico è riuscito a dare le sensazioni giuste, come meglio non si poteva fare.

Vedrai, riusciremo a fare questo miniraduno, prima o poi. Io mi sono messo un po' da parte in questa occasione perchè, con l'inizio della scuola, mi sono piovuti un'infinità di impegni, inoltre lavoro pure di sabato.

Mi sembra di capire che anche tu non hai la possibilità di trasportare la moto, altrimenti si poteva pensare ad un fine settimana dalle mie parti, in fondo non siamo lontanissimi. Magari mi fai sapere.

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recalo
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Grazie Alp 250!

Messaggio da recalo » mer 26 ott, 2011 11:07 am

Grazie pinof.
Effettivamente non ho il carrello, ma mi sono ripromesso di farmelo per l'anno prossimo, per cui ci vedremo presto.
Sto facendo musina!
Nel frattempo ho coinvolto un mio carissimo amico dei tempi delle scorribande '70 e gli ho fatto comprare, a scatola chiusa, una REV 250 4T.
Era molto scettico, anche perchè doveva arrivare da Milano ma, una volta vista la moto, siamo subito corsi ad acquistare la sua attrezzatura ed abbiamo fatto la prima uscita insieme, finita rigorosamente nello splendido ristorante di un agriturismo della zona.
L'effetto è stato devastante: ovviamente in senso positivo.

A presto!

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