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3.IN SUSY VALLEY III° - SUI MONTI DELLA LUNA

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SuperHank
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3.IN SUSY VALLEY III° - SUI MONTI DELLA LUNA

Messaggio da SuperHank » lun 15 mar, 2010 12:18 am

VALLE DI THURES, MONTI DELLA LUNA, MADONNA DI COTOLIVIER

Nuovamente sulla strada asfaltata per Cesana, scendo per alcuni km fino a Bousson, dove entro nella valle di Thures, fino all’omonima località. Da essa parte uno sterrato che raggiunge alcune frazioni, assai caratteristiche nella loro tipica struttura in legno. La valle non è lunga come l’Argentera e il divieto di transito si trova relativamente presto; non per questo non merita comunque una visita.
Dall’ultimo villaggio abitato, Ruilles, lo sterrato ghiaioso attraversa alcuni pascoli, poi con una serie di tornanti molto divertenti per via del fondo smosso, risale una scarpata ed entra in un altro pianoro ma l’esplorazione ha breve durata: nei pressi di un ponte in legno pericolante e sbarrato, c’è il divieto di proseguire.
Scatto qualche foto e ritorno verso Ruilles, dove un ponte in pietra scavalca l’impetuoso torrente Thures: il cartello indica la direzione del Lago Nero, la mia prossima meta, nei Monti della Luna.
La sterrata per i Monti della Luna è decisamente la più impegnativa finora incontrata; niente di trascendentale, per carità, ma comunque la pendenza in alcuni tratti rilevante, il fondo duro, selciato, a tratti con lame di roccia affiorante, richiedono una guida più attenta e di forza; ed è piacevole dopo tanto guidare sul “velluto”, divertirsi su queste piccole asperità del terreno.
La pista transita davanti ad una malga il cui piazzale è un unico lago di fango e merda bovina; dall’uscio si affaccia un severo montanaro che mi scruta.
Nei suoi confronti mi sento un alieno, fermo la moto nella merda, gli grido “PER DOVE AL LAGO NERO?” anche se so benissimo dove andare; il vecchio sorride, mi indica dove proseguire, lo saluto con un ampio gesto della mano, lasciandolo contento di aver avuto un contatto umano!
L’esplorazione dei Monti della Luna però incappa presto nella nebbia: mi trovo immerso in una coltre lattiginosa fittissima, riesco a malapena a vedere la strada, ma non chiedetemi del paesaggio, il niente più totale!
Per mia fortuna quasi ad ogni bivio ci sono indicazioni, per cui non devo orientarmi, cosa difficile data l’assenza di riferimenti visivi.
Non so se sia la nebbia, ma la strada sembra non finire mai, guido, guido su sterrati e pozzanghere apparentemente senza una meta. Solo nei pressi del Lago Nero intuisco la presenza di altri umani, ma non li vedo, sento solo il rumore ed intravedo la sagoma di un autocarro passare sulla carrabile.
Raggiungo il Lago Perso ed infine il Lago Nero.

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Torrente Thures.

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Ruderi di antiche borgate.

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Verso il Lago Nero-Chabaud.

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Lago Perso.

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ponte rotto.

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Sulle rive del Lago Nero.

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Lago Nero.

La Bruma dissolve la forma delle cose, pare un paesaggio del profondo nord, oppure un spazio immaginato dalla fantasia di qualche scrittore fantasy, non mi parrebbe strano vedere sfuggevolmente l’ombra di un Hobbit, di un elfo, o qualche essere fatato.
La mia salita continua verso il famoso Lago dei 7 Colori, ma la sterrata che vi conduce è inequivocabilmente chiusa al transito: lascio perdere e cerco di raggiungere il Colle di Bercia.
Spesso a lato della strada noto che il pendio è molto ripido, ma non so se ad un metro da me ci sia solo una piccola scarpata oppure precipizi di decine o centinaia di metri!
Al Colle Bercia la nebbia è ancora più fitta, se possibile: vorrei scendere verso Claviere, ma non riesco a capire quale sia la via giusta; infilo quella che mi sembra la sterrata più battuta, e scendo incrociando piste da sci ed impianti di risalita. All’improvviso la nebbia scompare di colpo, e mi trovo in una sterrata che si confonde con le piste da sci; non vorrei infilarmi in una pista da sci (pratica altamente vietata) e così aspetto l’arrivo di alcuni camminatori superati poco prima: sono dei francesi che mi dicono di proseguire pure, è la direzione giusta per Claviere.
Scendo rincuorato, mentre davanti a me l’immensa mole del monte Chaberton si infila nelle nuvole.

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Discesa su Claviere e monte Chaberton.

A Claviere respiro proprio l’aria di frontiera: il paese allineato lungo la via, molte delle case vacanza chiuse, il cielo color cenere, freddo, poche macchine di passaggio, tra cui un vero e proprio convoglio di 4x4 tedeschi che dalla Francia entra in Italia.
Mangio il formaggio avanzato in malga, seduto lungo la strada, da vero easy rider, brutto, sporco e cattivo; poi decido di fare una puntatina in Francia, verso le strade che, per i forti Gondran ed Infernet, scendono Briancon; sono le 17.00 non ho intenzione di fare tale percorso, anche perché secondo l'amico “Daniele detto Chaberton” sono vietatissime e me le aveva sconsigliate: voglio solo verificare.
Ma l’XR non è d’accordo: appena superato l’Obelisco di Napoleone il motore inizia a singhiozzare ai bassi regimi, e tende a spegnersi; accelerando si riprende, ma la carburazione è disastrosa. Mi fermo in un parcheggio sterrato a Montgenevrè, e noto un lago di benzina formarsi velocemente sotto la moto: dalle cannette di sfiato del carburatore esce copioso il carburante!
Traffico con i rubinetti per fermare la perdita, dovuta probabilmente al bloccaggio del galleggiante; con la chiave a tubo della candela ed una pinza percuoto la vaschetta del carburatore e dopo alcuni tentativi, l’Honda riprende a funzionare bene.
Lascio perdere l’escursione in terra francese, torno a Claviere dove cerco di acquistare mappe dettagliate del territorio d’Oltralpe, con cui individuare il Parpaillon, la Bonnette, itinerari suggeritomi da Hulk, ma non trovo nulla; mi consolo acquistando un libro fotografico sullo Chaberton e le fortificazioni attorno a Claviere.

MADONNA DI COTOLIVIER

Scendo il Monginevro fino a Cesana, fra gli immensi cantieri che stanno rivoltando questa parte del Piemonte, in vista delle Olimpiadi del 2006; da Cesana mi dirigo per il fondovalle verso Oulx; sono le 17.30, ma mi resta il tempo per un’ultima deviazione per salire alla Madonna di Cotolivier.
È questa una escursione meno nota di altre più famose in valle, ma una puntatine la merita; io l’avevo individuata sulla carta 1:200.000, strada sterrata con punto panoramico in cima.
Sulla dorsale che separa la Dora di Bardonecchia dalla Dora Riparia sorge a xxxx metri una piccola cappella dedicata alla Madonna; per raggiungerla ci sono 8 km di sterrato facile a partire dalla borgata di Vazon, sopra Oulx.
Io, invece, provenendo da Cesana, trovo una alternativa sterrata per arrivare a Vazon senza passare da Oulx: esco dalla strada di fondovalle verso il paesino di cui non ricordo il nome, da cui parte una sterrata che porta Vazon passando dal borgo di Souvras. Il tratto fino a Souvras è molto divertente, la classica carrareccia larga 2-3 metri, tornanti stretti, fondo rovinato con buche e solchi scavati dall’acqua; però non sono certo della sua percorribilità: infatti all’attacco della mulattiera c’è il solito cartello di “strada priva di manutenzione…” ma poche centinaia di metri trovavo una sbarra semicaduta che superavo facilmente.
Fino a Souvras la carrareccia è molto divertente ed accidentata, poi prosegue come sterrata agibile anche a normali auto.
Da qui la pioggia iniziava a cadere con insistenza, oltre le capacità di tenuta del mio misero K-Way; come non bastasse, da Vazon si aggiungeva anche la nebbia, fitta all’inverosimile; guido con il naso sopra il faro, per vedere qualcosa oltre il parafango: del panorama promesso dalla strada nemmeno a parlarne!
È comunque un bel tracciato, che con modestissima pendenza, fondo duro, larghi tornanti e rettifili, porta alla cappella; solo nel tratto finale prevale un fondo in terra che, scavata in senso longitudinale dall’acqua, presenta lunghi e profondi solchi che imbarazzano un po’ nella guida.
Anche se non ho potuto ammirare il paesaggio, ho comunque aggiunto un bel po’ strada al mio tour: tra salita da Souvras e salita-discesa dalla cappella sono stati altri 20 km di sterrata, così, quasi per caso, quando la giornata sembrava già finita.

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Il borgo abbandonato di Souvras.

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La cappella di Souvras.

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Verso Vazon.

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FIAT 600 sulla Madonna di Cotolivier : una bella foto color seppia dove si vede bene com’è il tracciato.

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E questo è il tempo che ho trovato io-Cappella della Madonna di Cotolivier.

Continua...

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max37
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Messaggio da max37 » lun 15 mar, 2010 12:46 am

complimenti come sempre
Max37

http://www.tecnicamotori.it/

La cosa più deliziosa non è non avere nulla da fare. E' avere qualcosa da fare e non farla.

Oggi non faccio niente perchè ieri non ho fatto niente ma non avevo finito.

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Messaggio da husqvarna100 » lun 15 mar, 2010 11:04 pm

Bravo.
Questa non la conosco.
Ma una bella giornata di sole mai ???

Ciao.
Claudio.

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Messaggio da VALCHISUN » lun 15 mar, 2010 11:11 pm

A vedere tutto questo "bendiddio", urge una maxi enduro bicilindrica con ruota anteriore da 21"...
In Francia c'e' ancora tutto un mondo da scoprire di sterrate "autorizzate", e non solo in Francia.... :wink:
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Meno Internet e piu' Cabernet, ma anche il Dolcetto va bene lo stesso...

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carlo
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Messaggio da carlo » mar 16 mar, 2010 4:49 pm

VALCHISUN ha scritto:sterrate "autorizzate"
capisco benissimo perche' scrivi cosi', pero' fa una certa impressione... si dovrebbe parlare di sterrate vietate,
altrimenti dovrebbe essere ovvio che su una strada e' permesso circolare, visto che sono state inventate proprio
per quello... 8)
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Messaggio da betaflo » mar 16 mar, 2010 7:57 pm

Bravo SuperHank,
aspetto con ansia il seguito del racconto... :P
Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina

alp
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Messaggio da alp » ven 19 mar, 2010 10:22 pm

GRANDE! :D Come al solito! :wink:
A presto e...
Buon motortrip,

alp

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cichetelo
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Messaggio da cichetelo » ven 19 mar, 2010 10:57 pm

Di Alves SuperHank ce n'è uno solo :)

Complimenti

Raffaele
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SuperHank
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Messaggio da SuperHank » sab 20 mar, 2010 12:04 pm

husqvarna100 ha scritto: Ma una bella giornata di sole mai ???
Io sono un fortunello: 2 gg di viaggio, 2 gg di pioggia!

Ciao
Alves

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