Allora... avventure proprio no, belle foto neanche, ma qualcosina si puo' fare...
Un collega, che ha da poco preso una Transalp, mi chiede di accompagnarlo su Monte Serpeddi' (1067m), il piu' alto e panoramico
della zona. La strada per salire e' in parte sterrata, ma e' molto semplice e non offre nessuna difficolta' significativa, ma per
rendere la cosa piu' interessante il collega non ha mai messo le ruote fuori dall'asfalto e ha gomme stradali.
Bene, usciamo un po' in anticipo dal lavoro e proviamo subito uno sterratino che si trova a un tiro di schioppo dall' ufficio. Si
tratta di un rettilineo pianeggiante che si potrebbe anche fare con una supersportiva, basta fare attenzione alle buche e agli
occasionali sassi. Il novizio avanza con cautela; arrivati all''asfalto lo aspetto e gli chiedo com'e' andata. Il sorriso e il
luccichio negli occhi sono abbastanza rivelatori.
Proseguiamo: il primo tratto e' un inferno di traffico, quindi arrivano strade un po' piu' libere e un po' di curve, fino ad un
tratto di piu' di dieci km praticamente privi di rettilinei (una goduria se non si trova davanti un camion che ti fa da tappo ma
va troppo veloce per essere superato in sicurezza quando hai solo pochi metri di visibilita'). In breve l'asfalto termina;
comincia una salitina cosparsa di sassi e ghiaia. Il nostro eroe appare preoccupato, ma non molla. Decidiamo che e' meglio che
vada avanti lui tenendo il ritmo che preferisce, e io lo seguo. Nonostante il fondo che non offre una grande aderenza, il peso e i
pneumatici stradali, vedo che va comunque su con sicurezza, seppure un po' lento. Anzi, per una volta, sto girando con uno che mi
obbliga a tenere un ritmo
troppo lento, tanto che periodicamente quasi mi fermo per mettere un po' di spazio tra me e lui,
con il duplice vantaggio di non respirare polvere e poter accelerare ogni tanto. La sensazione e' strana, io sono fermo come un
paracarro e normalmente sono gli altri che aspettano me.
Alla fine siamo in cima. Le ultime centinaia di metri sono asfaltati, forse perche' sono quelli con maggiore pendenza. Arriviamo
su tra le antenne (sara' il posto con maggior inquinamento elettromagnetico della provincia) e ci guardiamo intorno:
Per fortuna abbiamo dei generi di conforto, piacevoli con il caldo che fa:
Le moto:
Alcuni dettagli della nuova arrivata:
Sullo sfondo si vedono un paio di autoctoni
Per il ritorno decidiamo di rifare la stessa strada, anziche' prendere un'alternativa leggermente piu' impegnativa. Quella la
vedremo una prossima volta, forse la prossima settimana. La mia opinione e' che il collega e' irrimmediabilmente entrato nel
tunnel. Gli do' due/tre mesi prima di mettersi in cerca di un mezzo piu' leggero e adatto
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