[size=150]ATTENZIONE[/size]: oggi dalle 13:00 circa il forum sara' utilizzabile in sola lettura per operazioni di manutenzione. L'operazione dovrebbe durare alcuni minuti,
Un week-end come pochi!
Un week-end come pochi!
UN WEEK-END COME POCHI!
Due giorni di moto su sterrati di montagna è un appuntamento a cui non si può rinunciare. Stavolta a organizzare l’evento è stato il nostro Pino (k450 su motortrip, anche se ha da poco acquistato un fiammante 690). Questo è ormai diventato un evento classico nella nostra zona. In massa è presente il gruppo Awanagain, di cui si è ampiamente parlate in report precedenti. Saremo in tanti. Destinazione Serra San Bruno (Vibo Valentia). Di supporto alle moto ci saranno due 4X4 con bagagli e attrezzatura al seguito.
Il tempo, nei giorni che hanno preceduta la partenza, è stato veramente pessimo: mercoledì la città di Reggio è stata inondata da un acquazzone che ha allagato buona parte della zona bassa, venerdì ancora tanta pioggia. La serata prima della partenza è stato un continuo consultare servizi meteo e telefonarci l’un l’altro per rincuorarci. Per quanto potessimo essere ottimisti non avremmo mai immaginato di poter percorrere i 385 km del nostro viaggio senza bagnarci. La nottata trascorre in fervida attesa. Al mattino presto mi alzo per vedere che tempo c’è e la presenza di qualche scorcio di cielo fra le nuvole chiare mi mette addosso la voglia di prepararmi.
Chiacchiere prima della partenza
Il cruscotto della KTM690
SI PARTE!
Si sa, gli appuntamenti sono difficili da rispettare, specie se si è in tanti e stavolta eravamo in 20 con 12 moto, 4 quad e 2 4X4. Partiamo con tre quarti d’ora di ritardo e, per recuperare, affrontiamo l’asfalto per una decina di km prima di cominciare ad affrontare la montagna su una sterrata che risale lungo il crinale di una catena di monti fra le fiumare di Gallico e Catona.
Montagne di arenaria a Calanna. Qui milioni di anni fa era tutto sommerso dal mare.
Il terreno è bagnato e fangoso, il tempo è buono. Il morale del gruppo è alle stelle: la sera prima pioveva copiosamente e i pronostici non sembravano dei migliori. Due dei nostri, infatti, hanno rinunciato per paura dell’acqua. Procediamo ad andatura costante: gli amici sempre avanti, io sempre dietro! Sono lento con la mia alpetta che arranca fra pietroni smossi e fanghiglia. C’è un profumo di funghi che ogni tanto attrae il mio olfatto, l’umidità dell’aria ne esalta l’odore.
Primo rifornimento
Dopo una trentina di km arriviamo alla prima fermata: rifornimento, caffè e si riparte con cattivi nuvoloni proprio nella direzione verso la quale siamo diretti. Ci equipaggiamo ben bene indossando le nostre cerate. “Qui le cose si mettono male” è il pensiero condiviso ma inespresso da tutti. Fingiamo ottimismo per sconfiggere la paura del tempaccio e proseguiamo il nostro viaggio verso nord imboccando una strada sterrata piena di auto che portano anziani signori in cerca di funghi. Procediamo a passo prudente infilandoci lungo una deviazione che ci farà recuperare l’asfalto evitando uno stretto sentiero impraticabile per le nostre 4X4. Avanti a tutti Domenico, con un potente 620, che sottovalutando la profondità di un pantano di fango affonda dentro con l’acqua ben oltre il mozzo anteriore. Manovre di recupero e giri di evitamento per superare il tratto disagevole, poi allunghiamo il passo fino all’incrocio dove prenderemo la provinciale per Gesumino.
Prime moto impantanate
I quad 4X4 passano tranquillamente
Consapevole della mia lentezza avverto gli altri che li precederò aspettandoli al prossimo incrocio che ci porterà a Carmelia. Mi da fastidio essere di peso e mentre passeggio sull’asfalto rifletto sulla necessità o meno di adottare la tattica di chi si fa avanti per non restare indietro: il gruppo è veloce e la mia andatura potrebbe innervosirli (come è già successo). Mio malgrado so di non poter rischiare forzandomi nel correre oltre quelle che sono le mie capacità di tenuta della strada (la guida veloce mi farebbe sicuramente cadere) e nel tempo (devo pensare a stare in piedi sulla moto per due giorni di seguito: 8 ore al giorno!). Devo controllarmi e dosare opportunamente la fatica altrimenti sono spacciato!
[/size][/size]
By-passo la pozza di fango[/size]
Due giorni di moto su sterrati di montagna è un appuntamento a cui non si può rinunciare. Stavolta a organizzare l’evento è stato il nostro Pino (k450 su motortrip, anche se ha da poco acquistato un fiammante 690). Questo è ormai diventato un evento classico nella nostra zona. In massa è presente il gruppo Awanagain, di cui si è ampiamente parlate in report precedenti. Saremo in tanti. Destinazione Serra San Bruno (Vibo Valentia). Di supporto alle moto ci saranno due 4X4 con bagagli e attrezzatura al seguito.
Il tempo, nei giorni che hanno preceduta la partenza, è stato veramente pessimo: mercoledì la città di Reggio è stata inondata da un acquazzone che ha allagato buona parte della zona bassa, venerdì ancora tanta pioggia. La serata prima della partenza è stato un continuo consultare servizi meteo e telefonarci l’un l’altro per rincuorarci. Per quanto potessimo essere ottimisti non avremmo mai immaginato di poter percorrere i 385 km del nostro viaggio senza bagnarci. La nottata trascorre in fervida attesa. Al mattino presto mi alzo per vedere che tempo c’è e la presenza di qualche scorcio di cielo fra le nuvole chiare mi mette addosso la voglia di prepararmi.
Chiacchiere prima della partenza
Il cruscotto della KTM690
SI PARTE!
Si sa, gli appuntamenti sono difficili da rispettare, specie se si è in tanti e stavolta eravamo in 20 con 12 moto, 4 quad e 2 4X4. Partiamo con tre quarti d’ora di ritardo e, per recuperare, affrontiamo l’asfalto per una decina di km prima di cominciare ad affrontare la montagna su una sterrata che risale lungo il crinale di una catena di monti fra le fiumare di Gallico e Catona.
Montagne di arenaria a Calanna. Qui milioni di anni fa era tutto sommerso dal mare.
Il terreno è bagnato e fangoso, il tempo è buono. Il morale del gruppo è alle stelle: la sera prima pioveva copiosamente e i pronostici non sembravano dei migliori. Due dei nostri, infatti, hanno rinunciato per paura dell’acqua. Procediamo ad andatura costante: gli amici sempre avanti, io sempre dietro! Sono lento con la mia alpetta che arranca fra pietroni smossi e fanghiglia. C’è un profumo di funghi che ogni tanto attrae il mio olfatto, l’umidità dell’aria ne esalta l’odore.
Primo rifornimento
Dopo una trentina di km arriviamo alla prima fermata: rifornimento, caffè e si riparte con cattivi nuvoloni proprio nella direzione verso la quale siamo diretti. Ci equipaggiamo ben bene indossando le nostre cerate. “Qui le cose si mettono male” è il pensiero condiviso ma inespresso da tutti. Fingiamo ottimismo per sconfiggere la paura del tempaccio e proseguiamo il nostro viaggio verso nord imboccando una strada sterrata piena di auto che portano anziani signori in cerca di funghi. Procediamo a passo prudente infilandoci lungo una deviazione che ci farà recuperare l’asfalto evitando uno stretto sentiero impraticabile per le nostre 4X4. Avanti a tutti Domenico, con un potente 620, che sottovalutando la profondità di un pantano di fango affonda dentro con l’acqua ben oltre il mozzo anteriore. Manovre di recupero e giri di evitamento per superare il tratto disagevole, poi allunghiamo il passo fino all’incrocio dove prenderemo la provinciale per Gesumino.
Prime moto impantanate
I quad 4X4 passano tranquillamente
Consapevole della mia lentezza avverto gli altri che li precederò aspettandoli al prossimo incrocio che ci porterà a Carmelia. Mi da fastidio essere di peso e mentre passeggio sull’asfalto rifletto sulla necessità o meno di adottare la tattica di chi si fa avanti per non restare indietro: il gruppo è veloce e la mia andatura potrebbe innervosirli (come è già successo). Mio malgrado so di non poter rischiare forzandomi nel correre oltre quelle che sono le mie capacità di tenuta della strada (la guida veloce mi farebbe sicuramente cadere) e nel tempo (devo pensare a stare in piedi sulla moto per due giorni di seguito: 8 ore al giorno!). Devo controllarmi e dosare opportunamente la fatica altrimenti sono spacciato!
[/size][/size]
By-passo la pozza di fango[/size]
A presto e...
Buon motortrip,
alp
Buon motortrip,
alp
peccato non essere venuto!!!!!!!!!!!!!
grazie per il tuo consueto fotoracconto
- max37
- Messaggi: 6633
- Iscritto il: mer 06 giu, 2007 8:23 pm
- Località: Dueville ( Vi ) Moto: Cagiva Navigator 1000 Beta Alp 200
Un week-end come pochi!
grandissimo come sempre
Max37
http://www.tecnicamotori.it/
La cosa più deliziosa non è non avere nulla da fare. E' avere qualcosa da fare e non farla.
Oggi non faccio niente perchè ieri non ho fatto niente ma non avevo finito.
http://www.tecnicamotori.it/
La cosa più deliziosa non è non avere nulla da fare. E' avere qualcosa da fare e non farla.
Oggi non faccio niente perchè ieri non ho fatto niente ma non avevo finito.
Un week-end come pochi!
Non pensavo che nella solatia Calabria ci potesse essere tanto fango come a Rovigo!
Avanti col resto!
Ciao
Alves
Avanti col resto!
Ciao
Alves
-
- Messaggi: 2247
- Iscritto il: ven 02 mag, 2008 11:39 pm
- Località: varese
Un week-end come pochi!
Finalmente il Capo in azione.
Maaa il sole dove e' finito?
Vi manca un poco della nostra nebbia e l'unita' d'Italia e' completata.
Claudio.
Maaa il sole dove e' finito?
Vi manca un poco della nostra nebbia e l'unita' d'Italia e' completata.
Claudio.
Un week-end come pochi!
Neanche io lo credevo fino a quando non ci ho messo le ruote... Bel racconto e bel completo da pioggia.. Lo stesso del mio..
- betaflo
- Messaggi: 641
- Iscritto il: ven 21 dic, 2007 12:44 pm
- Località: Mondolfo PU Moto: Sherco SE300 i-f
Un week-end come pochi!
Queste sono le uscite che mi piaciono!!
Tanti amici, mezzi diversi con l'unico scopo, quello di divertirsi
Non ti preoccupare Alp di essere ultimo, anch'io mi pongo sempre lo stesso problema: mi sento spesso a disagio a rallentere l'andatura del gruppo
Ma tutte le persone con cui sono uscita in OFF, non mi hanno mai fatto pesare la mia andatura più soft, perche le uscite sono basate esclusivamente sul divertimento e lo stare in compagnia (e poi faccio comodo quando qualcuno deve riprendere fiato ).
Bella uscita Alp!!
Tanti amici, mezzi diversi con l'unico scopo, quello di divertirsi
Non ti preoccupare Alp di essere ultimo, anch'io mi pongo sempre lo stesso problema: mi sento spesso a disagio a rallentere l'andatura del gruppo
Ma tutte le persone con cui sono uscita in OFF, non mi hanno mai fatto pesare la mia andatura più soft, perche le uscite sono basate esclusivamente sul divertimento e lo stare in compagnia (e poi faccio comodo quando qualcuno deve riprendere fiato ).
Bella uscita Alp!!
Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina
Un week-end come pochi!
PRIMI INTOPPI![/size]
Il superamento della fossa di acqua e fango non è nulla di fronte all’imprevisto che, fra breve, dovremo affrontare! Come accennato, vado avanti per evitare di rimanere in coda. Arrivo a destinazione (un bivio che ci permette di infilarci su una carreggiabile che ci farà tagliare una trentina di km di asfalto) ma, dopo essermi fermato per una decina di minuti, il gruppo non arriva. Telefono preoccupato e mi dicono che il Range Rover ha fuso il motore e un quad ha rotto un cuscinetto irreparabilmente.
Alle prese con il Range Rover
Ahi! Le cose si mettono male: abbiamo percorso neanche 1/10 del viaggio e due mezzi sono già fuori uso. Si procede a spostare tutti i bagagli sul piccolo Suzukino decidendo di abbandonare il quad in una fattoria lungo la strada per recuperarlo fra un paio di giorni con auto e carrello. Il nostro Rocco mette mano al motore del poderoso 4X4 e… come per magia tutto torna a funzionare: il fumo bianco era solo dell’acqua nella marmitta. Si ricaricano i bagagli sul Range e si riparte.
Si lavora al jeeppone
Piangiamo con un occhio e Gaetano, pilota del quad, si fa ospitare da Nino, sul suo fiammante Polaris 500 4X4. E qui vorrei aprire una breve parentesi su questo ragazzo eccezionale che ormai da un anno si è aggregato ai nostri giri. Nonostante un grave incidente avvenuto col suo primo quad qualche mese fa e nonostante un importante problema di motricità cavalca il suo nuovo mezzo con coraggio e determinazione sfidando le incognite, frequenti, dell’escursionismo motoristico. E’ bello averlo fra noi e siamo certi che la sua presenza potrà essere di stimolo per altri che, come lui, non vogliono adagiarsi vittimisticamente in una esistenza sedentaria.
Il gruppo www.hp4.it al completo
Foto27
OK, si riparte!
In breve il gruppo mi raggiunge. Mi faccio precedere “per paura di essere mandato fuoristrada”: i sorpassi sullo stretto stradino sterrato sono pericolosi, specialmente se chi mi precede si diverte a sgassare improvvisamente. Così, trotterellando, passeggio guardando ogni tanto il cielo e sperando che quei brutti nuvoloni neri se ne vadano soffiati dalla fresca borea che spira fresca dal mare.
URL=http://img225.imageshack.us/i/29515545.jpg/][/URL]
Nel bosco
A questo punto ci aspetta uno sterratone in salita per raggiungere Portella Mastrangelo: niente di trascendentale ma le forti piogge dei giorni scorsi hanno reso il fondo viscido e i sassi smossi sulla carreggiata non ci facilitano per niente l’avanzare lungo i canaloni creati dall’acqua. Qui gli smanettoni si danno da fare e il mio procedere lento mi permette di arrivare in cima senza danni (alla mia età già questo mi rende felice!).
Acqua e fango: componenti sempre presenti nel nostro viaggio
Un po’ d’asfalto non guasta prima di affrontare 6 km sottobosco in un habitat umidissimo. L’ultima volta che ero passato da questa carreggiabile avevo incontrato mucche al pascolo e qualche cane pastore ma mai mi era capitato di imbattermi in una catena che chiudeva il passaggio: brutto affare! Ci fermiamo a riflettere sul da farsi ma già qualcuno affronta coraggiosamente un “taglio” per by-passare l’ostacolo. Niente di complicato!
Il Jeeppone alle prese con gli imprevisti
Il problema sorge per le due jeep, specie la Rover, così larga e pesante, continua a slittare trasversalmente e non riesce ad infilarsi lungo la via già percorsa dal piccolo Suzukino. Poco male! Si tira fuori il verricello e, in men che non si dica, ecco che il potente argano agganciato con una carrucola ad un tronco d’albero, tira lentamente ma inesorabilmente il grosso mezzo. Chi l’avrebbe mai detto!
Cosa si riesce a fare con un verricello!
Anche oggi decidiamo di lambire i margini di un laghetto in altura. Per raggiungerlo dobbiamo dirottare le jeep sulla strada asfaltata: attraverseremo il guado di un torrente molto stretto, dove anche il passaggio dei quad diventa insidioso.
Il gruppo ai margini del lago
Siamo indietro di almeno un paio d’ore sulla tabella di marcia. Avrei idea di tagliare il tragitto originariamente preventivato ma il gruppo non ne vuol sapere e così decidiamo di affrontare il discesone che ci porterà in un paese dove troveremo un distributore di benzina (troppo rischioso portarla dietro in macchina, anche perché ce ne sarebbero voluti di litri, almeno un centinaio!).
Breve pausa durante la discesa
Troviamo, anche qui, il sentiero sbarrato da una catena ma da lontano ecco arrivare il “proprietario” del terreno che ci apre e “con gentilezza” ci indica la strada da fare, ricordandoci di un paio di incroci difficili.
Fra sassi smossi e tronchi di traverso si procede compatti
Pietre grosse quanto un meloncino cantalupo saltellano al passaggio della mia gomma anteriore da trial. Una di queste mi tradisce e mi fa appoggiare lateralmente al margine rialzato del sentiero. Niente di grave, per fortuna, vista l’andatura a passo d’uomo con la quale procedevo prudentemente. E poi, ormai, sto imparando a cadere col peso a monte, evitando di catastrofarmi verso valle con la moto di sopra. Appena sento che sto per perdere l’equilibrio mi preparo “all’appoggio” e mi adagio lentamente sulla sponda del sentiero. Niente danni ma sono rimasto indietro, sono solo e nessuno si è accorto di quello che è successo. Mi tocca tirare su la moto. Per fortuna che l’alpetta è leggera: le manca tutto ciò che non serve (!).
Acciaccato ma felice!
Pian pianino proseguiamo verso valle. Il mio passo è lento, più del solito. La stanchezza inizia a farsi sentire e, dopo la piccola caduta, la mia prudenza aumenta sensibilmente. Riduco ancora di più la lenta andatura fino a raggiungere il gruppo sul letto della fiumara che passa proprio sotto Cittanova, dove troveremo il rifornimento di benzina.
Il letto della fiumara nei pressi di Cittanova (RC)
Il superamento della fossa di acqua e fango non è nulla di fronte all’imprevisto che, fra breve, dovremo affrontare! Come accennato, vado avanti per evitare di rimanere in coda. Arrivo a destinazione (un bivio che ci permette di infilarci su una carreggiabile che ci farà tagliare una trentina di km di asfalto) ma, dopo essermi fermato per una decina di minuti, il gruppo non arriva. Telefono preoccupato e mi dicono che il Range Rover ha fuso il motore e un quad ha rotto un cuscinetto irreparabilmente.
Alle prese con il Range Rover
Ahi! Le cose si mettono male: abbiamo percorso neanche 1/10 del viaggio e due mezzi sono già fuori uso. Si procede a spostare tutti i bagagli sul piccolo Suzukino decidendo di abbandonare il quad in una fattoria lungo la strada per recuperarlo fra un paio di giorni con auto e carrello. Il nostro Rocco mette mano al motore del poderoso 4X4 e… come per magia tutto torna a funzionare: il fumo bianco era solo dell’acqua nella marmitta. Si ricaricano i bagagli sul Range e si riparte.
Si lavora al jeeppone
Piangiamo con un occhio e Gaetano, pilota del quad, si fa ospitare da Nino, sul suo fiammante Polaris 500 4X4. E qui vorrei aprire una breve parentesi su questo ragazzo eccezionale che ormai da un anno si è aggregato ai nostri giri. Nonostante un grave incidente avvenuto col suo primo quad qualche mese fa e nonostante un importante problema di motricità cavalca il suo nuovo mezzo con coraggio e determinazione sfidando le incognite, frequenti, dell’escursionismo motoristico. E’ bello averlo fra noi e siamo certi che la sua presenza potrà essere di stimolo per altri che, come lui, non vogliono adagiarsi vittimisticamente in una esistenza sedentaria.
Il gruppo www.hp4.it al completo
Foto27
OK, si riparte!
In breve il gruppo mi raggiunge. Mi faccio precedere “per paura di essere mandato fuoristrada”: i sorpassi sullo stretto stradino sterrato sono pericolosi, specialmente se chi mi precede si diverte a sgassare improvvisamente. Così, trotterellando, passeggio guardando ogni tanto il cielo e sperando che quei brutti nuvoloni neri se ne vadano soffiati dalla fresca borea che spira fresca dal mare.
URL=http://img225.imageshack.us/i/29515545.jpg/][/URL]
Nel bosco
A questo punto ci aspetta uno sterratone in salita per raggiungere Portella Mastrangelo: niente di trascendentale ma le forti piogge dei giorni scorsi hanno reso il fondo viscido e i sassi smossi sulla carreggiata non ci facilitano per niente l’avanzare lungo i canaloni creati dall’acqua. Qui gli smanettoni si danno da fare e il mio procedere lento mi permette di arrivare in cima senza danni (alla mia età già questo mi rende felice!).
Acqua e fango: componenti sempre presenti nel nostro viaggio
Un po’ d’asfalto non guasta prima di affrontare 6 km sottobosco in un habitat umidissimo. L’ultima volta che ero passato da questa carreggiabile avevo incontrato mucche al pascolo e qualche cane pastore ma mai mi era capitato di imbattermi in una catena che chiudeva il passaggio: brutto affare! Ci fermiamo a riflettere sul da farsi ma già qualcuno affronta coraggiosamente un “taglio” per by-passare l’ostacolo. Niente di complicato!
Il Jeeppone alle prese con gli imprevisti
Il problema sorge per le due jeep, specie la Rover, così larga e pesante, continua a slittare trasversalmente e non riesce ad infilarsi lungo la via già percorsa dal piccolo Suzukino. Poco male! Si tira fuori il verricello e, in men che non si dica, ecco che il potente argano agganciato con una carrucola ad un tronco d’albero, tira lentamente ma inesorabilmente il grosso mezzo. Chi l’avrebbe mai detto!
Cosa si riesce a fare con un verricello!
Anche oggi decidiamo di lambire i margini di un laghetto in altura. Per raggiungerlo dobbiamo dirottare le jeep sulla strada asfaltata: attraverseremo il guado di un torrente molto stretto, dove anche il passaggio dei quad diventa insidioso.
Il gruppo ai margini del lago
Siamo indietro di almeno un paio d’ore sulla tabella di marcia. Avrei idea di tagliare il tragitto originariamente preventivato ma il gruppo non ne vuol sapere e così decidiamo di affrontare il discesone che ci porterà in un paese dove troveremo un distributore di benzina (troppo rischioso portarla dietro in macchina, anche perché ce ne sarebbero voluti di litri, almeno un centinaio!).
Breve pausa durante la discesa
Troviamo, anche qui, il sentiero sbarrato da una catena ma da lontano ecco arrivare il “proprietario” del terreno che ci apre e “con gentilezza” ci indica la strada da fare, ricordandoci di un paio di incroci difficili.
Fra sassi smossi e tronchi di traverso si procede compatti
Pietre grosse quanto un meloncino cantalupo saltellano al passaggio della mia gomma anteriore da trial. Una di queste mi tradisce e mi fa appoggiare lateralmente al margine rialzato del sentiero. Niente di grave, per fortuna, vista l’andatura a passo d’uomo con la quale procedevo prudentemente. E poi, ormai, sto imparando a cadere col peso a monte, evitando di catastrofarmi verso valle con la moto di sopra. Appena sento che sto per perdere l’equilibrio mi preparo “all’appoggio” e mi adagio lentamente sulla sponda del sentiero. Niente danni ma sono rimasto indietro, sono solo e nessuno si è accorto di quello che è successo. Mi tocca tirare su la moto. Per fortuna che l’alpetta è leggera: le manca tutto ciò che non serve (!).
Acciaccato ma felice!
Pian pianino proseguiamo verso valle. Il mio passo è lento, più del solito. La stanchezza inizia a farsi sentire e, dopo la piccola caduta, la mia prudenza aumenta sensibilmente. Riduco ancora di più la lenta andatura fino a raggiungere il gruppo sul letto della fiumara che passa proprio sotto Cittanova, dove troveremo il rifornimento di benzina.
Il letto della fiumara nei pressi di Cittanova (RC)
A presto e...
Buon motortrip,
alp
Buon motortrip,
alp
bellissima esperienza
grazie Alp per avermi fatto rivivere la bellissima esperienza che da neofita dell'enduro posso annoverare tra le escursioni più istruttive per comprendere quanto e' bello l'Aspromonte e quanto si potrebbe fare per rilanciare la nostra terra. A parte la nota sulle potenzialità turistiche calabresi e a parte tutte le ammaccature derivate dalle numerose cadute, sono davvero contento di aver preso parte all'iniziativa. Grazie Pino....
- max37
- Messaggi: 6633
- Iscritto il: mer 06 giu, 2007 8:23 pm
- Località: Dueville ( Vi ) Moto: Cagiva Navigator 1000 Beta Alp 200
Un week-end come pochi!
passaggi belli impegnativi per le auto
Max37
http://www.tecnicamotori.it/
La cosa più deliziosa non è non avere nulla da fare. E' avere qualcosa da fare e non farla.
Oggi non faccio niente perchè ieri non ho fatto niente ma non avevo finito.
http://www.tecnicamotori.it/
La cosa più deliziosa non è non avere nulla da fare. E' avere qualcosa da fare e non farla.
Oggi non faccio niente perchè ieri non ho fatto niente ma non avevo finito.